• La Nota Politica del del 9 giugno 2000
  
               Una vita politica che continua a nutrirsi di polemiche ma che non va avanti nella soluzione dei 
               problemi, soprattutto di quelli riguardanti il sistema politico.  
  
               LA FESTA DELLA REPUBBLICA   
               Il presidente Ciampi ha voluto ripristinare  la festa della Repubblica il 2 giugno, anniversario 
               del referendum che sconfisse la monarchia. Pare chiara l'intenzione di richiamare i cittadini al 
               senso dell'unità dello Stato contro le spinte centrifughe crescenti. Da questo punto di vista 
               l'iniziativa è positiva. Però due appunti, non secondari, vanno fatti. Il primo è il ruolo centrale 
               affidato alle Forze Armate in questa celebrazione. Il secondo riguarda il fatto che il 
               declassamento del 2 giugno era giustificato dal motivo che il vero evento fondante la 
               Repubblica era stata la Liberazione. Il 2 giugno sancì, non creò il nuovo ordinamento. Così c'è 
               il rischio di una festa dell'unità nazionale che perde i suoi valori di liberazione.  
  
               DEVOLUTION   
               Mentre si festeggia la Repubblica la Lega si raduna a Pontida rilanciando più o meno 
               apertamente i suoi programmi secessionisti. Quest'anno Bossi si sente spalleggiato persino da 
               Clinton, sia pure male interpretato. Rimane curioso il fatto che questi anticentralisti cerchino 
               l'appoggio della potenza più centrale sul piano mondiale. Dall'intervento di Clinton c'è stato 
               chi ha visto una lode al risorgere di regioni come Piemonte e Lombardia. Forse bisogna 
               ricordare che la Lombardia moderna nasce con l'Italia unita: prima era il Lombardo-veneto. 
               Inoltre mi chiedo quanto convenga al Piemonte un'alleanza con la vicina regione. Pensiamo a 
               Malpensa! Il decentramento dello Stato è una cosa più seria di queste proposte.  
  
               IL SISTEMA ELETTORALE  
               Un nuovo sistema elettorale sembrava una necessità imminente. In particolare veniva 
               sponsorizzato quello tedesco, che forse molti non conoscono. Provo a descriverlo. In Germania 
               si vota con due schede. La prima elegge i candidati in 328 collegi uninominali. La seconda 
               determina con metodo proporzionale il numero dei candidati per ciascun partito. Per entrare in 
               Parlamento un partito deve ottenere o il 5% dei voti su scala nazionale o ottenere tre collegi 
               uninominali. Ancora se un partito ottiene vittoria in un numero di collegi uninominali 
               superiore al numero di seggi sulla base proporzionale il Parlamento aumenta il numero dei 
               deputati. Il Cancelliere viene votato dal Parlamento e può essere sfiduciato soltanto se esiste 
               un governo alternativo. I capisaldi di questo sistema sono l'assenza di apparentamenti (che 
               renderebbero vano lo sbarramento) e l'assenza, quindi, di un premio di maggioranza. Proprio 
               l'opposto di ciò che si vorrebbe fare in Italia!  
  
               DOVE VANNO I DS?   
               La sinistra dei DS si pone all'opposizione nel partito. Il problema è serio. Riguarda queste 
               alternative: i DS devono formare un fronte comune con le sinistre abbandonando ogni centro 
               (come vorrebbe Berlusconi)? o devono cercare alleanze con il centro di segno riformista? o 
               comunque devono fare politiche centriste?  
 
               beppe scapino