• La Nota politica del 5 maggio 2000
La crisi aperta con le dimissioni del presidente D'Alema si è risolta in breve tempo. Amato ha avuto la fiducia dalla Camera e - al momento in cui scrivo- si appresta a ricevere quella del Senato. Risolta la crisi, ma non i problemi relativi alla stabilità dell'esecutivo, alla tenuta della maggioranza e ai rapporti fra maggioranza e minoranza.  
   
IL GOVERNO AMATO  
Una soluzione della crisi in tempi brevi, almeno per le abitudini italiane. Quali sono le caratteristiche di questo governo? A prima vista appare una continuità  con il governo D'Alema. Ma le differenze non sono secondarie. In primo luogo lo spazio dato agli ex socialisti craxiani: superamento di un ostracismo o primo passo per cancellare tangentopoli? In secondo luogo la sostituzione dei due ministri - Berlinguer e Bindi - che avevano tentato serie riforme nella scuola e nella sanità. Riforme discutibili, forse, ma che certamente avevano intaccato il potere di corporazioni potenti. Un governo più spostato a destra? E' difficile dirlo, ora. E' necessario analizzare i comportamenti futuri. Amato ha presentato un programma ampio, troppo per il tempo che ha davanti (un anno circa). L'ambizione è di essere più di centro - cioè più attento ai ceti medi - e più di sinistra - cioè più capace di azione riformatrice -.  
   
LA MAGGIORANZA  
Uno dei grandi limiti di questo governo sta nell'instabilità della maggioranza. Lo stesso fallimento del tentativo di snellire il numero dei ministeri lo dimostra. Purtroppo la maggioranza è instabile sovente non per contrasti ideali, ma per l'occupazione di poltrone, rendendo necessario un complesso gioco di equilibri. Dalla maggioranza è uscito Di Pietro in polemica personale con Amato. L'acquisizione di Di Pietro nel centro-sinistra è stato segno di un'ambiguità. L'ex magistrato è troppo individualista per contribuire alla vita di una coalizione. In crisi sono i Verdi e i Democratici. Il problema della maggioranza rimane quello di dare una prospettiva comune alle differenti forze che la compongono. La proposta di una "Casa dei riformisti" lanciata da Veltroni potrebbe costituire un passo verso questa prospettiva. L'alternativa è l'attuale frammentazione suicida.  
   
LA MINORANZA  
La minoranza di destra ha promesso un'opposizione dura. Nessun accordo può essere stipulato. neanche sul piano di una nuova legge elettorale. E' chiaro che ognuno può scegliere la linea di opposizione che preferisce. E' certo però che il modo di far opposizione dimostra il grado di maturità democratica. Un'opposizione preconcetta che nega legittimità al governo non è un buon segnale in questo senso.  
   
I REFERENDUM  
Si avvicina la data dei referendum. Ne parleremo. Personalmente conservo i miei dubbi sull'uso che viene fatto di questo strumento di democrazia. Sia perché si chiede di decidere con un si od un no su situazioni complesse. Sia perché legittimamente un cittadino può non avere tutte le conoscenze necessarie su certi problemi.
  
  beppe scapino