• La Nota Politica del del 16 aprile 1999
PROSPETTIVE INCERTE  
La guerra della Nato contro la Serbia prosegue con prospettive incerte. Un conflitto può essere superato o attraverso una mediazione che permetta un’uscita onorevole a ciascun contendente o attraverso l’eliminazione di uno dei contendenti. Ma la la situazione attuale non prevede nessuna delle due alternative. Infatti diventa difficile pensare ad un compromesso fra Nato e Milosevic. Ma anche l’eliminazione del leader serbo creerebbe tensioni non controllabili per il mondo slavo. In questo contesto possono trovare sostegno sia le iniziative dell’Onu, che darebbero legittimazione all’intervento della Nato, sia, e soprattutto, le mediazioni della Russia. L’azione della diplomazia si svolge entro margini ristretti, ma guai se fallisse.  

ANTIAMERICANISMO  
I dubbi e le proteste contro l’intervento Nato sono spesso bollati come espressione di un antiamericanismo viscerale, residuo del catto-comunismo. E la politica italiana sarebbe poco affidabile per questa zavorra.  
Mi pare che questa analisi e queste accuse siano superficiali e ambigue. Le critiche all’intervento Nato e le richieste di cercare una soluzione diplomatica, e cioè politica, alla crisi sono fondate in primo luogo su dubbi riguardanti la legittimità della Nato ad intervenire in questo conflitto. In secondo luogo sulla validità dei mezzi impiegati. In terzo luogo sul grado di coinvolgimento degli alleati nelle decisioni prese dagli Usa. Credo che sia l’Italia, sia l’Europa abbiano non solo il diritto, ma anche il dovere di esprimere il proprio punto di vista. Altrimenti sono colonie civili.  

UN REFERENDUM NORMALE  
Intanto domenica si svolgono le votazioni per il referendum che mira ad abolire il criterio proporzionale nell’elezione di 155 deputati. Cosa significa parlare di un referendum normale? Significa limitare la discussione al contenuto del quesito e all’effetto del voto. Purtroppo non è così. Al voto infatti viene attribuito un significato che è sganciato dal contenuto e che, a seconda delle parti, porterebbe ad un rinnovamento del sistema politico o a un restringimento della democrazia. Penso che questo sia un atteggiamento grave e demagogico.  

IL CONTENUTO DEL VOTO  
Il referendum ci invita dunque a decidere se vogliamo mantenere per l’elezione di un quarto dei deputati il sistema proporzionale o se vogliamo che questo quarto venga costituito dagli sconfitti che hanno avuto le percentuali più alte. Ulteriori sviluppi della legge elettorale non vengono decisi dal referendum ma eventualmente dal Parlamento. Vorrei anche aggiungere che la scelta di non votare nel referendum ha un senso diverso rispetto alle elezioni politiche e amministrative. Il non voto equivale alla non firma per richiedere i quesiti referendari e appartiene ai diritti e ai doveri del cittadino. In ogni caso il referendum non va mitizzato.  

beppe scapino