• La Nota Politica del del 9 aprile 1999
  
Continua con tutte le sue contraddizioni la guerra della Nato contro la Serbia, mentre si acuisce la repressione serba contro gli albaiiesi del Kosovo. Nel disinteresse generale si avvicina la data del referendum.  
   
LA GUERRA CONTINUA  
La guerra continua ed ogni spiraglio diplomatico sembra chiuso. Ed è una guerra che è nata con molte contraddizioni: incertezze sugli obiettivi, dubbi sulla legittimità, buio sugli sviluppi possibili. Il susseguirsi degli eventi ha accentuato queste contraddizioni. Appare sempre meno rilevante l’azione umanitaria rispetto agli obiettivi politici.  
   
IL DISFACIMENTO DELLA JUGOSLAVIA  
L’ex-Jugoslavia si è dissolta seguendo alcune costanti:  
la secessione di una nazione che ha affermato il suo dominio su di un territorio attraverso una pulizia etnica. La stessa Serbia ha accolto 700 mila profughi dalla Croazia, dalla Slovenia e dalla Bosnia. L ‘occidente ha assistito e. a volte. ha aiutato per interessi politici ed economici l’uno o l’altro dei contendenti. In questa maniera si sono acuiti i contrasti nazionalistici rendendo ovunque più precaria la convivenza.  
   
IL KOSOVO  
La questione del kosovo nasce in questo contesto: il disfacimento. In questa regione la maggioranza della popolazione è albanese (il 90%). Nello stesso tempo la popoliìzione serba vede in questa terra - probabilmente senza nessun valido fondamento storico - il luogo della propria origine. Milosevic per affermare il nazionalismo serbo elimina le condizioni di autonomia degli albanesi. La repressione serba è feroce - ma forse non più di altre -. è fuori d’ogni dubbio che va fermata. Ma come e da chi?  
   
L’OCCIDENTE  
L’occidente non ha i titoli per poter apparire una forza al di sopra delle parti. L’intervento Nato è una dimostrazione di potenza più che una soluzione del conflitto. In altri termini il Kosovo appare più il pretesto per schiacciare i popoli slavi che non per creare una situazione di pace. E questo intervento non prepara un futuro piu tranquillo. Diverso sarebbe il giudizio se si fosse dato un ruolo più importante alla Russia.  
   
L’ITALIA  
La posizione italiana è condizionata dal dominio USA. Soltanto una maggior autonomia europea potrebbe pesare nelle decisioni Nato. Ma pur con questo limite il nostro governo si è distinto per stimolare iniziative (diplomatiche e per interventi di sostegno ai profughi. Forse va anche riconosciuto il merito ai pacifisti ed a quanti nella maggioranza hanno espresso una voce critica. Rimane però il problema di un nuovo Governo della politica mondiale.  
   
IL REFERENDUM  
Non rimane spazio per parlare dcl referendum. Mi pare fondato il timore che si voti più sotto l’impulso di slogan che di ragionamenti. Va ricordata anche la possibilità di non andare a votare.  
  
beppe scapino