2 NOVEMBRE
    La cultura che non ha parole di fronte alla morte
     
    L'inizio di novembre è tradizionalmente dedicato al ricordo dei morti. Anche la solennità d'Ognissanti è vissuta in questa luce. Credo che questa ricorrenza offra spunti interessanti per riflettere. La cultura moderna spesso è priva di parola di fronte alla morte. Il mistero della morte, infatti, scalza le pretese d'onnipotenza della scienza e della tecnica. Mette a nudo la finitezza umana. Ciò provoca due reazioni. Cercare o di ignorare la morte o di farla diventare spettacolo con l'industria del "caro estinto". Ma l'individuo rischia di trovarsi solo e disarmato. Mi pare allora che la ricorrenza dei defunti possa suggerirci alcuni valori da ricuperare. Il primo è che la morte è legata alla vita umana. E' un evento naturale. Il secondo è che il momento della morte rivela la verità della vita. In quel momento non si bara, non si gioca. Al di là delle apparenze. Infine va riproposto un terzo valore. La morte apre ad una nuova vita. Di fronte alla morte ci sono il dolore, la paura, il dubbio, ma non deve esserci la disperazione.     
        
    beppe scapino