In morte di un giovane parà: 
certa mentalità che si rivela
 
   Riprendendo il nostro appuntamento settimanale desidero fermarmi su di un fatto non locale, ma che ha suscitato una forte emozione. Mi riferisco alla strana morte del parà siracusano Emanuele Scieri. Non voglio esprimere giudizi sui temi dell'istruttoria. Mi limito a considerazioni su mentalità e valutazioni che sono emerse nella grave vicenda. La prima considerazione vuole sottolineare il senso di impunità di certi ambienti militari.  
   "Non farò mai il passacarte a Roma''... La seconda sottolinea una certa visione del mondo. "Volete seminaristi o soldati?''. L'altro, camerata o nemico, rimane un oggetto da dominare o da temere: non è una persona da rispettare. In questo contesto il nonnismo è naturale. E' un sentimento diffuso, purtroppo: devo confessare che un giovane al catechismo difendeva il nonnismo, perché il soldato "deve imparare a odiare''. Spesso il pacifismo è messo sotto accusa perché inefficace. Perché non un ugual trattamento al militarismo? Comunque, viva gli obiettori di coscienza.  

beppe scapino