GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
 
Dio cammina con l'umanità
 
La Giornata Missionaria Mondiale ci interpella su un aspetto fondamentale della nostra fede. Non si tratta solo di compiere una buona azione a favore di Chiese sorelle sì, ma lontane e povere, e neppure di preoccuparci solo che ci sia qualcuno che vada a costruire qualche centro missionario fino ai confini della terra. Anche la figura dei missionari è cambiata. Non li vediamo solo nei servizi fotografici delle riviste missionarie ma essi vivono sempre più spesso in mezzo a noi, uomini e donne, religiosi e laici. 
   Se da una parte hanno perso quell’alone un po’ misterioso che li caratterizzava e ne faceva degli eroi, il loro essere “uno di noi’’ ci lascia meno tranquilli, perché ci mette di fronte alle nostre responsabilità di battezzati. La missione non è più affare di qualcuno ma di tutti, di ciascuno di noi. Trentacinque anni di catechesi post conciliare hanno consolidato nella Chiesa la convinzione che il Battesimo ci chiama alla missione e che l’evangelizzazione è affidata a tutti i cristiani. 
   Ma quanto siamo ancora lontani dal poter considerare patrimonio comune questa convinzione! Un altro pensiero ancor più inquietante emerge dalla Giornata Missionaria Mondiale. Questa ci richiama ad un aspetto particolare della missione della Chiesa, quella che viene chiamata la missione “ad Gentes’’, cioè ai popoli, cioè la maggioranza degli uomini costituita da non cristiani. Ad Gentes significa andare a, verso qualcuno, e questo resta vero ancora per tanti fratelli e sorelle che vanno a svolgere il loro servizio presso le Chiese lontane. Esiste però anche un movimento in senso contrario e sempre più intenso: sono le Gentes che vengono a vivere in mezzo a noi, ci vedono da vicino, osservano come noi viviamo e di confrontare l’annuncio cristiano da loro ricevuto con la vita delle nazioni da cui sono partiti i missionari che si trovano in mezzo a loro. 
   Mi sembra un pensiero terribile, cui possiamo sottrarci se le nostre missioni diventano solo un’organizzazione benefica, come tante altre, ma che ci mette davvero in crisi se la missione vuol dire far conoscere la bellezza della vita secondo il Vangelo e testimoniare la presenza viva di Gesù Risorto e salvatore. La Giornata Missionaria è allora la giornata in cui sentiamo maggiormente su di noi lo sguardo dei non cristiani, quelli che incontriamo ogni giorno e quelli che non abbiamo mai incontrato ma che ci vedono ugualmente. 
   Lasciamoci guardare e scrutare, non liberiamocene subito con un’elemosina. I loro occhi sono lo sguardo del Signore che c’interroga: voi, chi dite che io sia? - e - Che ne è di tuo fratello? 
 
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