IVREA - GIUBILEO, MISSIONI E PROGRAMMA ANNUALE
 
Riconciliati e capaci di camminare insieme
 
Un grazie sentito a tutti coloro che hanno preso parte in vari modi alla Tre Giorni diocesana, ultima edizione prima dell’anno Duemila e prima edizione di una nuova serie, per quanto riguarda la mia partecipazione. E’ stata una Tre Giorni resa più gioiosa dalla celebrazione del trentennale della cooperazione di Ivrea con Barra e Barreiras, ed ha visto il coinvolgimento, oltreché di Ivrea, di Chivasso e di San Giorgio con le zone circostanti, il che ha favorito la partecipazione, almeno parziale di un maggior numero di persone.  
   Ringrazio anche i tanti che mi hanno espresso la loro adesione pur non potendo essere presenti di persona: è un’adesione che interpreto come desiderio di camminare insieme nella Chiesa diocesana, desiderio certamente diffuso ben al di là delle singole presenze fisiche. L’esperienza, anch’essa più che trentennale, della Tre Giorni mi si è confermata come un momento assai importante per la pastorale diocesana, proprio nella stagione in cui prendono avvio le attività formative ai diversi livelli.  
   Il moltiplicarsi di esperienze e di iniziative che sono andate man mano crescendo negli anni rende un po’ difficile, dal punto di vista pratico, il ritrovarsi insieme di tutti coloro che pur si riconoscono come parte viva della Diocesi e che intendono mettere la loro esperienza in relazione attiva con il resto della Chiesa locale. Parrebbe talora che solo in presenza di eventi decisamente eccezionali sia possibile ritrovarsi in una convocazione veramente diocesana e corale.  
   Forse siamo tutti sempre un po’ bisognosi di qualcosa di straordinario, per ritenere che valga davvero la pena di muoverci e di dare priorità ai momenti forti della Chiesa “normale’’, quella delle Parrocchie e quella della Diocesi. Eppure è la costanza nel vivere l’ordinarietà, che non è necessariamente sinonimo di noia o di grigiore, della vita pastorale che permette di far crescere, anche di poco, tutto il popolo dei battezzati, senza sminuire il valore di esperienze più forti per coloro che hanno incontrato qualche particolare grazia del Signore.  
   Le convocazioni diocesane vanno pensate bene, con realismo, secondo ritmi compatibili con le circostanze e gli impegni attuali, e devono manifestare la straordinarietà della chiamata che abbiamo ricevuto ad annunciare il Vangelo. Il tema della riconciliazione, che ci accompagnerà per tutto il prossimo anno, non esprime solo un contenuto spirituale profondo ma anche un elemento fondamentale di metodo che deriva dall’annuncio evangelico stesso: la capacità di camminare e di stare insieme.  
   Mi pare questo anche il senso delle celebrazioni che vivremo in occasione dell’anno giubilare e della visita alle Parrocchie che spero di iniziare presto: momenti straordinari per non dimenticare il Giubileo inaugurato da Gesù e tuttora aperto, un Giubileo che ogni giorno è a nostra disposizione, ma non per questo cessa di essere straordinario, perché l’amore del Padre è sempre straordinario e fonte di meraviglia.  
  
+ arrigo miglio