IVREA - ALL'INCONTRO PRESENTE IL VESCOVO DI BARREIRAS
La tre giorni ricorda i 30 anni di legame con le Chiese di Bahia 
  
IVREA - La Tre Giorni diocesana di quest’anno, ultima prima del Duemila, è caratterizzata da due avvenimenti particolari, uno recentissimo ed uno in atto già da un bel numero di anni, trenta per la precisione.  
   Mi riferisco anzitutto alla laurea  honoris causa che l’Università di Torino ha deciso di conferire, nei giorni scorsi, a Mons. Bettazzi, insieme con Enzo Bianchi e ad Ernesto Olivero. Un vescovo, un monaco ed un laico, tre figure emblematiche del cammino post conciliare delle chiese piemontesi. In particolare il riconoscimento dato a Mons. Bettazzi riempie un po’ di orgoglio anche la nostra diocesi, perché proprio da questa cattedra episcopale ha esercitato il suo magistero divenuto man mano sempre più internazionale, aiutando tutti noi ad aprirci agli orizzonti mondiali della pace e portando alla nostra chiesa particolare un contributo straordinariamente ricco e stimolante.  
   Nel programma della Tre Giorni è inserito quest’anno il trentennale della cooperazione tra la chiesa di Ivrea e le chiese della Bahia, dapprima Barra poi anche Barreiras e Salvador. Sarà tra noi per quest’occasione il vescovo di Barreiras, dom Ricardo Weberberger.  
   La cooperazione con il Brasile ha segnato profondamente il cammino della nostra diocesi in questi trent’anni, per le persone coinvolte, preti suore e laici, per lo scambio di esperienze creatosi, per il volume impressionante di generosità sviluppatosi in molte parrocchie, per il nuovo rapporto, potremmo dire esperienziale, che si è creato con la realtà latino americana e in particolare con le sue povertà. Ma anche le nostre povertà sono state messe a nudo, impietosamente, dal contatto con quelle chiese e quei popoli.  
   Due avvenimenti provvidenziali dunque, che aprono la nostra Tre Giorni alle giuste dimensioni del Giubileo: “proclamare la libertà nel paese per tutti i suoi abitanti... perché ognuno ritorni in possesso delle sue terre e ciascuno possa rientrare nella sua famiglia’’ (vedi Levitico 25,10).  
   Mentre cercheremo insieme di tracciare il cammino per il prossimo anno continuiamo a lasciarci interpellare e provocare dai grandi problemi della giustizia e della pace: proprio per questo abbiamo accolto con gioia l’iniziativa della chiesa italiana per la riduzione del debito estero dei Paesi in via di sviluppo.  
  
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