DOPO CHE IL TRIBUNALE HA NEGATO LA PROROGA DEL CONTRATTO DI AFFITTO 
 
"Canavese non cedere al fatalismo" 

Ancora una volta il nostro territorio si trova a subire un grave trauma per quanto riguarda l'occupazione, reso ancor più sentito non solo per il numero di persone e di famiglie coinvolte ma per il coinvolgimento di quella che era la ditta simbolo di tutto il Canavese. Un altro pezzo di quella che rappresentava per molti la sicurezza economica e sociale se n'è andato, accompagnato da commenti che sottolineano l'ineluttabilità di un destino industriale che non può essere arrestato o cambiato da nessuno.   
   Proprio questo senso di ineluttabilità mi sembra il rischio più grave, perché genera rassegnazione e senso di impotenza di fronte all'evolversi della situazione socio economica. E' paradossale che la scienza ci faccia sentire capaci di affrontare i problemi tecnici più ardui, che ci permetta di intervenire sui meccanismi più misteriosi della natura e della vita e contemporaneamente si diffonda questo senso di rassegnazione di fronte alle leggi del mercato e dell'economia.   
   In questa direzione mi pare debba caratterizzarsi l'impegno della comunità cristiana. La solidarietà, che come ci ricordava la Sollicitudo Rei Socialis non è un vago sentimento o peggio sentimentalismo ma un impegno concreto per costruire la giustizia, ci chiede non solo di essere a fianco di coloro che portano il peso maggiore della crisi ma soprattutto di non cedere al fatalismo, di non accettare come ineluttabile un tipo di economia che ignora il primato della persona, i suoi diritti ed in particolare quelli delle famiglie.   
   Si tratta di un primo impegno, che tocca anzitutto a coloro che sono in grado di analizzare una situazione complessa come questa e di elaborare proposte e progetti. C'è bisogno di progettualità, di politica, per il nostro territorio. Inoltre la solidarietà dev'essere un fatto veramente corale, da parte della comunità cristiana, corale nella preghiera, nella sensibilizzazione, nell'informazione puntuale, nel sostegno concreto alle situazioni più difficili.   
   Nel suo recente intervento al Consiglio Permanente della Cei il Card. Ruini invocava per la nostra economia il coraggio di imboccare strade che portino lavoro vero, al di là dei provvedimenti di emergenza, superando  le incrostazioni di molte ingiustificate anomalie e privilegi, stimolando l'assunzione di responsabilità delle persone e delle categorie, nella prospettiva di uno sviluppo equilibrato e sostenibile nel tempo di tutta la nostra società... E' un appello che vorremmo fare nostro e rilanciare, perché non si prolunghi l'incertezza che da troppo tempo tiene in ansia centinaia di famiglie e tutto il nostro territorio.   

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