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    ISSIGLIO - RICHIESTO UN RISARCIMENTO DANNI MULTIMILIARDARIO  
    Centrale, la Seval fa ricorso
    Contro la sospensione lavori da parte del Comune

       ISSIGLIO - Si arricchisce di una nuova puntata la confusa trama della "telenovela" legata alla progettata costruzione di una centrale idroelettrica in Valchiusella, più precisamente nel territorio dal Comune di Issiglio. Voluta dalla Comunità Montana, che all'uopo aveva costituito insieme alla Idreg Piemonte una apposita società (la Seval s.r.l.), la costruzione della centrale è stata poi oggetto della sempre crescente contestazione da parte del comitato spontaneo "Chiusella Vivo": la mobilitazione si è fatta veppiù massiccia, allargandosi alla popolazione (una petizione a riguardo fu sottoscritta da un migliaio di valligiani) e guadagnandosi l'appoggio di numerosi amministratori locali. I militanti del comitato sollevarono tra l'altro numerose eccezioni sui lavori effettuati in vista dell'apertura del cantiere, denunciando una serie di presunti danni inferti all'ambiente e il superamento dei limiti imposti dalle relative concessioni edilizia. Nella convinzione della sostanziale inutilità della Centrale, nel luglio scorso alcuni cittadini giunsero addirittura a parare i propri corpi davanti agli escavatori della Seval per impedire i lavori. Lavori che vennero poi sospesi appena un paio di giorni dopo l'apertura del cantiere a seguito di un'ordinanza con cui il sindaco di Issiglio Pietro Fiocone dichiarava decaduta la licenza di concessione edilizia.
       Ora, dopo essere stata sulla difensiva per mesi, la Seval ha deciso di passare al contrattacco in maniera pesante. E' infatti di questi giorni la notizia che i legali della Società si sono rivolti al Tar del Piemonte, citando in solido il Comune di Issiglio e in proprio sindaco, segreatario e tecnico comunale di Issiglio per ottenere uno stratosferico risarcimento per il ritardo o l'eventuale mancata realizzazione dei lavori: il danno è stimato dagli avvocati in 2 miliardi di lire qualora la situazione non si debba sbloccare entro un anno, addirittura in 13 miliardi e mezzo se il progetto della centrale venisse definitivamente accantonato.
       Un'ipotesi, quest'ultima, cui la Seval appare tutt'altro che rassegnata. "La battuta di arresto costituita dai provvedimenti assunti dal Comune di Issiglio è soltanto temporanea", esordisce la dura nota con cui la Seval annuncia l'azione legale. Nel documento si sottolinea come la decadenza della concessione edilizia decisa dal Comune tragga motivo dalla mancata esecuzione di lavori che erano stati "bloccati ad opera di sconosciuti" e si evidenzia "la singolare celerità del provvedimento e la sua quasi contestualità con il blocco dei lavori, peraltro oggetto di denuncia penale e di indagini da parte della Magistratura per identificare i responsabili".
       La Seval coglie poi l'occasione per precisare come "l'impianto sia stato valutato positivamente da tutti gli enti preposti, sia sotto il profilo dell'economicità di gestione (oggi ancor più apprezzabile visto l'aumento del costo del petrolio), sia sotto quello non meno importante del rispetto ambientale: la centrale consentirà un risparmio all'ambiente di circa 2mila tonnellate di petrolio all'anno ed eviterà l’immissione nell'atmosfera di circa 6mila tonnellate annue di anidride carbonica".
       Il compito di stabilire torti e ragioni passa ora ai giudici.
     


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