HOME
Notizie flash
Nota politica
obiezione
Scapino
Mole
Le Siass
Strade romane
 
       
       
        
     MAZZE' -  RINVENIMENTI NELLA ZONA DELLA DORA
    QUEI ROMANI SAPEVANO COME COSTRUIRE LE STRADE

     Il più importante rinvenimento di tratti di strada romana in Canavese; un rinvenimento che è costato anni di lavoro e di tenacia, di scavi avviati praticamente solo sulla base di supposizioni - per quanto fortemente suffragate da ragionamenti logici -. Una strada univa, nei primi secoli dopo Cristo, la città di Eporedia con la guarnigione di Quadrata, centro che sorgeva in prossimità dell'attuale Verolengo sulla strada tra Pavia e Torino (e poi, per la Valsusa, la Francia). Ne hanno parlato, lo scorso venerdì sera, Giorgio Cavaglià e Livio Barengo, che hanno studiato in prima persona i lavori di scavo, ripulitura, datazione per conto dell'associazione culturale "Francesco Mondino", da tanti anni impegnati sul fronte della scoperta, della valorizzazione e della conservazione del patrimonio storico e archeologico della zona. 
       "L'esistenza di questa strada - ha detto Cavaglià - era stata ipotizzata nel secolo scorso dal Serra sulla base di considerazioni di carattere toponomastico. E' interessante ricordare l'esistenza di un documento del V secolo che elenca le amministrazioni civili e militari dell'Impero. Vi si parla anche dei presidi militari tenuti dai Sarmati, popolazione proveniente dalle steppe russe: erano 15 le stazioni in Italia, tutte sui confini o lungo strade di particolare rilevanza. 7 di queste si trovavano in Piemonte, e una era quella di Eporedia e Quadrata, che erano amministrate da un unico prefetto. Ovvia deduzione: doveva esserci una strada che univa i due centri, entrambi situati lungo importanti direttrici". La Pavia-Torino, come visto, Quadrata; la Milano-Vercelli-Aosta (e poi Piccolo e Gran San Bernardo, per Francia e Svizzera), Eporedia. 
       Cavaglià, da parte sua, ha sviluppato le intuizioni del Serra, ipotizzando la presenza della strada a Carrone, nella zona del lago di Candia e in particolare a Cascina Deserta: qui, secondo lo studioso, la strada avrebbe dovuto aggirare la collina morenica per affiancarsi alla Dora Baltea. E alla fine, dopo molto lavoro, il rinvenimento c'è stato: un primo tratto, in curva, che segue l'andamento della Dora e serve un guado, ancora individuabile; un secondo tratto di una cinquantina di metri di ciottoli disposti in rettilineo; un terzo tratto, parallelo alla Dora, in parte individuato e in parte collassato a causa dell'erosione fluviale. "Nel tratto in curva - ha spiegato Cavaglià - sono stati trovati diversi frammenti di laterizi: questo significa che ancora in tempi recenti, probabilmente, il guado era utilizzato, e la strada veniva sistemata con materiale di riporto, come si fa tuttora per le strade di campagna. In tempi successivi la viabilità si è spostata verso est su Vische e verso ovest su Caluso". 

       Nuovi ritrovamenti, a quanto pare, stanno affiorando a sud, verso Rondissone, e a nord in territorio di Vische, verso Carrone. 
       Ma com'era questa strada: larga circa 3 metri e mezzo, ovvero 12 piedi romani, con ai lati un cordolo per non far debordare i carri; al centro si notano i solchi lasciati dalle ruote; un basolato di ciottoli fluviali, piantati in conglomerato e ricoperti forse di sabbia o ghiaia. A gennaio, di concerto con i vari enti irrigui della zona, si è deciso che si apriranno tutte le paratie per consentire un'indagine più approfondita sul tratto di strada che attraversa il guado. 
       "Da geometra, quale io sono - ha aggiunto Barengo -, non posso che osservare con ammirazione il lavoro del mio collega dell'antichità che ha progettato la strada. Si nota lo studio per ricercare la minima pendenza per salire la collina morenica: tra il pelo dell'acqua della Dora e il primo terrazzamento, la pendenza è notevole, ma chi percorre la strada quasi non se ne accorge. Però esiste un problema: come conservare questa scoperta? I rovi, se non si fa pulizia, si riprendono tutto molto in fretta…". E allora Barengo, insieme a Emma Mondino, che presiede l'associazione intitolata a suo padre, ha voluto lanciare un appello alla collaborazione, rivolto a tutti. "Dateci una mano - hanno detto -, lavorate con noi a mantenere pulita questo antico tratto di strada. Insieme alle istituzioni e alle associazioni cercheremo il modo di farla conoscere, di promuovere questa scoperta anche in chiave didattica e turistica. Ma c'è bisogno del contributo di tutti". Chi questo contributo volesse offrirlo - o fosse anche solo interessato ad avere maggiori informazioni - può contattare Livio Barengo allo 011.983.59.38 o Emma Mondino allo 011.983.20.97. 
      
    mauro saroglia 
        

     
     
    
HOME
Notizie flash
Nota politica
obiezione
Scapino
Mole
Le Siass
Strade romane