La cartiera di Tarquinia

 

Si ha notizia dello sfruttamento delle acque del fiume Marta già nel 1600 con l'esistenza di un mulino a servizio di Corneto (oggi Tarquinia) e Civitavecchia.

Nel 1876, il Cav. Jacopo Bozza, che aveva acquistato tutti i lotti intorno al mulino, impianta una ferriera impiegando una moderna turbina Girard. La presenza delle ferriera viene registrata per la prima volta nel Catasto Gregoriano del 1884.

All'inzio del '900 la ferriera viene trasformata in cartiera dai nuovi proprietari: Cassian Bon ed Enrico Silvestrelli che nel 1906 la cedono alla Società Cartiere Centrali di Perugia (nello stesso anno acquista anche lo stabilimento di Jesi). Il corso del fiume Marta sarà deviato in un bacino-canale parallelo su cui si aprono varie cascate.

 


 

Nel 1921 subentra come proprietario la Società Molina & C. Nella fabbrica si produce cartapaglia molto richiesta nel settore alimentare e che avrà sempre più mercato specialmente nel dopo guerra.

La materia prima di partenza sarà la paglia proveniente da segale, frumento, avena ed orzo. Nell'impianto negli anni '20 sono occupati circa 100 operai e si producevano 200 quintali di carta al giorno; negli anni '60 il numero è leggermente ridotto per via dell'aumento della meccanizzazione.

Il numero dei manufatti andò sempre aumentando nel corso degli anni e non mancarono ristrutturazioni o modifiche a quelli esistenti. Negli anni '30 viene costruito un edificio con struttura portante in pilastri di ferro proveniente dagli stabilimenti cinematografici di Cinecittà a Roma dove era stato impiegato come teatro di posa.

 

 

Negli anni '70 inizia una lenta crisi per via dei costi della produzione non concorrenziale. La cartiera viene ceduta alla Società Graziosi di Tivoli già proprietari della cartiera di Trevi che all'inizio degli anni 80 dichiarerà fallimento e chiuderà l'impianto di Tarquinia.

E' interessante segnalare, che accanto alla cartiera, anche la presenza di una centrale idroelettrica anche in questo punto del fiume Marta. Questa nasce nel 1915 ad opera della Società Volsina di Elettricità con l'installazione di una sala generatori e con un elettrodotto che servirà la città di Tarquinia fino agli anni 60.

 

 


  • Testo e HTML
    Stefano Foschi, Aprile 2002 (aggiornato Agosto 2015)
  • Bibliografia
    Tarquinia.net
    L'archeologia industriale a Tarquinia, Marina Natoli. Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali. Palombi Editore, 1997
  • Immagini d'epoca
    Collezione Gigi Seghenzi e da cartoline postali
  • Fotografie
    Stefano Foschi, Gigi Seghenzi

 

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