L'attenta opera di sorveglianza del territorio da parte del gruppo Archeologico Cadorino ha portato ad una nuova scoperta ad Auronzo: nelle immediate vicinanze di Piazza Vigo sono stati portati in luce i resti di una casa romana. Il toponimo Vigo deriva dal latino "vicus", con cui si intende un piccolo insediamento.  Notizie frammentarie ci segnalavano rinvenimenti o distruzioni in quella zona (forse un mosaico). Durante la costruzione dell'asilo quasi un secolo fa erano stati ritrovati due cadaveri in posizione fetale e alcune monete non meglio precisate; anche sotto l'edificio che oggi ospita la Banca Intesa ( dieci metri a est dell'asilo) erano stati recuperati dei corpi , nonché sotto gli edifici a sud lungo la strada che porta al lago. Quei terreni avevano un basso valore proprio perché la gente non li acquistava sapendo che sotto c'erano dei morti ; con l'andar del tempo si è poi costruito anche lì. Secondo le spiegazioni popolari erano i morti della grande frana che nel 1600 sarebbe scesa da Pais, arrivando fino al lago. La frana è una realtà storica ma il percorso seguito potrebbe anche essere diverso. Quindi non appena sono cominciati i lavori per la costruzione del marciapiede da piazza Vigo al bar Tiziano Giuseppe Pais Becher  ha  seguito i lavori e così  sono stati recuperati alcuni frammenti ceramici, fra cui i resti di una grande anfora. L'intervento del funzionario della Soprintendenza Eugenio Padovan  ha permesso di mettere in luce strutture murarie. La dottoressa  Gangemi ha chiesto un allargamento e il Comune ha deciso di affidare l'intervento alla ditta Pacitti. Lo scavo ha permesso di identificare una  stanza con un lato contro il pendio e due muri laterali verso la strada. La struttura aveva un pavimento in battuto di calce simile alla casa romana di Piazza Santa Giustina. Nello strato sopra il pavimento sono stati rinvenuti frammenti ceramici del IV-V secolo D.C che sembrano avere più riscontri nel Norico che nella pianura veneta e una pietra troncoconica  molto dura, nonché un oggetto in ferro. In una fase successiva fra i due muri laterali era stato costruito un muro divisorio. Nella parte più a nord un privato doveva abbattere e ricostruire una abitazione; dopo un  saggio che ha completato lo scavo archeologico è stato possibile iniziare i lavori. Si delinea così un abitato piuttosto ampio e la possibilità di una necropoli ma sono ancora molte di più le domande che le risposte. Una pianta dell'abitazione e i reperti rinvenuti sono ora esposti al museo di Auronzo. Qualche anno dopo Giuseppe Pais Becher durante dei lavori presso le scuole medie di piazza Vigo ha rinvenuto nella terra di scavo frammenti di intonaco dipinto a fasce che potrebbero essere anche di età romana. I resti sono stati portati in Soprintendenza a Padova.