Abbiamo diviso le attività in quattro settori: conferenze, gite, mostre, scavi. Vanno anche ricordate iniziative di divulgazione per le scuole, il bollettino per i soci, la convenzione con la biblioteca di Calalzo per la gestione dei nostri libri e delle videocassette. Nella pagina sugli organi dirigenti si elencano coloro che hanno ricoperto incarichi direttivi. I soci sono stati 70 nel 1996, 116 nel 1997, 68 nel 1998, 72 nel 1999, 106 nel 2000, 119 nel 2001, 127 nel 2002, 127 nel 2003, 138 nel 2004, 112 nel 2005. Nelle righe seguenti si descrivono alcuni momenti di divulgazione.
-------------------------------------------------------------------------------------------
Nell'ambito delle iniziative promosse dal  " Corso di Cultura alla conoscenza del territorio" ,organizzato dalle Regole d'Ampezzo e finalizzato all'esplorazione naturalistica e storica del territorio ampezzano, il signor Paolo Fedele ha organizzato una visita al sito paleoveneto di Lagole di Cadore e al Museo Archeologico della Magnifica Comunità a Pieve di Cadore. Una trentina di partecipanti al corso, nel pomeriggio di sabato 13/5/2000, hanno visitato l'area archeologica di Lagole guidati da Dino Ciotti, presidente del Gruppo Archeologico Cadorino, e da Paolo Fedele, che ha illustrato gli aspetti naturalistici della  zona. La visita al Museo Archeologico, condotta da Anna Cusinato , ha concluso  l'incontro con l'arte e la cultura paleoveneta, permettendo di approfondire la conoscenza del nucleo principale di reperti provenienti da Lagole. L'entusiasmo e l'interesse  del gruppo ampezzano fanno ben sperare in future collaborazioni.                                 
Dottoressa Anna  Cusinato
------------------------------------------------------------------
In questi ultimi mesi, anche in Cadore si è potuto riscontrato con piacere che una materia che guarda per definizione al passato può colloquiare, ed anche in maniera proficua, con il presente e perché no, con le generazioni future. Gli scavi archeologici effettuati quest'autunno presso il municipio di Pieve di Cadore hanno infatti innescato un positivo meccanismo di curiosità e di interesse, misto talvolta a scetticismo, in coloro che si imbattevano nel cantiere, volutamente lasciato aperto e visibile a tutti. Uno dei risvolti positivi delle ultime campagne di scavo, iniziate qualche anno fa con lo studio di siti importanti a Valle, Pozzale ed Auronzo di Cadore, è stato l'interesse verso l'argomento da parte delle scuole. I giovani, di ogni età, sono stati infatti protagonisti attivi delle importanti azioni culturali portate avanti in campo archeologico in Centro Cadore, sia con le visite agli scavi che con incontri presso le loro sedi scolastiche. Il 17 dicembre 2004, infatti, nell'ambito degli incontri promossi dai rappresentanti di classe dell'Istituto "E. Fermi" di Pieve di Cadore, l' archeologo Paolo Forlin, ha tenuto una lezione sullo scavo archeologico, davanti ad una platea di un centinaio di liceali. Il giovane studioso ha collaborato con l'archeologo Davide Pacitti agli scavi di quella che si presume essere una Domus romana, già in parte indagata 50 anni orsono da G. B. Frescura, con metodi diversi e meno scientifici di quelli attuali. Proprio partendo da queste premesse metodologiche l'intervento di Forlin si è focalizzato sull'indagine archeologica, in particolare modo definendo quali siano gli attori designati (Sovrintendenza, Università, Ispettori di Zona) e i perché di una indagine che può nascere da un'emergenza, da un approccio casuale o per una finalità di valorizzazione, come nel caso degli scavi in Piazza Municipio a Pieve.  Utilizzando il metodo stratigrafico, mutuato tra l'altro, da studi di geologia, si vede come ad ogni strato (identificabile anche da un colore o da un impasto differente) corrisponda una diversa azione che l'uomo ha compiuto. Da qui l'importanza di una analisi minuziosa, che prenda in considerazione ogni sezione e che non si limita alla scoperta del manufatto, sia esso un muro o una moneta, ma interpreta ogni passaggio per ricostruire le fasi storiche. Durante la conferenza si è parlato poi di datazione, di nuove tecniche, di archeologia subacquea, di foto aerea archeologica e di archeologia sperimentale. In quell'occasione c'è stato modo anche di far conoscere l'operato del Gruppo Archeologico Cadorino e la possibilità di poter far parte di esso, tramite l'iscrizione annuale: una volontaria del gruppo ha illustrato i compiti dell'Associazione ma ha anche puntato sul fatto che i siti archeologici, come tutti i luoghi di arte e di cultura possono essere visti in un'ottica, non più solo di disagio e di costi, ma anche  e soprattutto in funzione di quello sviluppo in senso turistico-culturale del quale in Cadore si comincia a parlare. In quest'ottica di apertura verso le nuove generazioni e di aiuto alla comprensione di un patrimonio civile tanto importante, anche le classi quinte della scuola elementare di Calalzo sono intervenute, visitando lo scavo. Gli interventi pare abbiano dato buoni frutti, tanto che ben sei sono stati i ragazzi, tra piccoli e grandi, ad avvicinarsi all'archeologia con l'iscrizione al Gruppo per l'anno 2004 e questo fa  certamente ben sperare, oltre che spiegare che anche grazie il coinvolgimento diretto e la divulgazione ad ogni livello si possono ottenere buoni risultati.

Letizia Lonzi