La piazza Santa Giustina  è oggi il centro di Auronzo . Dopo anni di discussioni sui progetti, il Comune nel mese di Aprile 2000 comincia i lavori di rifacimento dell'area. Il Gruppo Archeologico raccoglie le testimonianze di molti cittadini che raccontano di ritrovamenti di ossa umane e di opere murarie nonché di reperti durante gli scavi per varie opere pubbliche nel passato. Una notizia raccolta da Gianni Pais  che durante alcuni lavori nell'area parecchi decenni fa fosse stata trovata una statuetta in oro, poi venduta per pagarsi il viaggio per emigrare in America. La cosa viene segnalata alla Soprintendenza che si reca all'Ufficio Tecnico  Comunale per visionare il progetto e avvertire che avrebbe seguito l'iter dei lavori. I primi giorni gli scavi sono seguiti da Gianni Pais Becher, per conto della Soprintendenza di Padova , che nota immediatamente l'emergere di un muro est-ovest che poi fa angolo con un muro intonacato.  Alcuni metri più in là si scoprono altri grossi muri , che vengono identificati come i resti della  chiesa che dai testi era segnalata già nel 1463. Nella terra dello scavo vengono rinvenute due monete e frammenti ceramici romani. A quel punto prima di proseguire le opere previste viene richiesta un'indagine archeologica che viene condotta da Davide Pacitti sotto la direzione scientifica della dottoressa Gangemi; i risultati sono notevoli . Si scopre che i primi muri sono i resti di una casa romana con pavimento in terra  battuta datata per ora al I secolo D.C. grazie a un frammento di sigillata; i muri proseguono poi sotto il manto stradale. Ad ovest della struttura romana si scopre un piano pavimentale di una dozzina di metri quadri in battuto di calce parzialmente distrutto da alcune sepolture di inumati in bare di legno. Ancora più ad ovest si rintracciano i muri perimetrali della chiesa distrutta nel 1670 per edificare quella attuale; a lato dell'abside viene trovato un mucchietto di monete della Repubblica di Venezia databili circa al 1300, forse un rito di fondazione (una tradizione che è durata fino a pochi decenni fa). Ma le sorprese non sono finite: parallelo al muro perimetrale sud della chiesa, ma più interno, si rinviene un altro muro. Si comprende in seguito che si tratta di un'altra chiesa più piccola; il muro a nord era stato raddoppiato mentre l'abside e il muro a sud erano stati abbattuti per allargare la struttura. Fra i due muri si scoprono scheletri con fibbie in ferro e piccoli oggetti rotondi in bronzo (forse orecchini); il tutto fa datare le sepolture al 600/700, data anche l'usanza del periodo di seppellire i morti intorno alle chiese. Si recupera anche un probabile resto di colonna, forse riutilizzato come acquasantiera. A nord, dove non sono stati distrutti dal muro della chiesa, si portano alla luce dei pavimenti in battuto di malta con resti di muri lunghi una dozzina di metri intonacati con cocciopesto; probabilmente erano già presenti strutture romane di una certa importanza già prima delle chiese. A sud si scopre una strada acciottolata larga m.3,30 con due canalette di scolo datata da una moneta di Valentiniano (IV secolo D.C.); la strada prosegue sotto la statale. Riassumendo lo scavo documenta quindi una ininterrotta occupazione dell'area a partire almeno dal I sec. D.C.  fino ad oggi.