20.3.05 Siamo pronti e si parte da Genova con Carlo e Flora. Abbiamo
dovuto fissare questa data e lasciarci dietro altri equipaggi, ma impegni
familiari ci vedono costretti a tornare massimo entro il 3 Maggio. Sul molo
abbiamo trovato altri 2 equipaggi di camperisti: Vera e Raffaele di Livorno e
Caterina ed Alberto di Massa Carrara e di comune accordo abbiamo deciso di fare
la prima parte del viaggio insieme poi loro, dopo Agadir, dovranno tornare
indietro e proseguiremo da soli. Ore 12.00 finalmente c'imbarchiamo, la nave è
decorosa, niente d'eccezionale, ma la biancheria è pulita ed il mangiare
sufficiente.
Lunedì 21.3.05 Sembra un secolo ed è solo una giornata passata a bordo,
il tempo non è un granché e non facciamo altro che spostare i nostri di dietro
da una seggiola all'altra, da un bar all'altro dove imperversa la loro musica
assillante.
Martedì 22.3.05 Arriviamo a Tangeri puntuali, le ultime due ore abbiamo
avuto mare lungo, ma tutti abbiamo superato la prova. Scesi a terra ed arrivati
alla dogana il nostro equipaggio e quello dei livornesi sono stati avvicinati da
2 distinti signori che, al fine di sbrigare più celermente le pratiche, hanno
invitato Pino e Vera (come proprietari dei 2 camper) a seguirli alla polizia con
i relativi passaporti e libretti di circolazione. Raffaele ed io abbiamo
proseguito la fila con i 2 mezzi, arrivati dai doganieri ci hanno chiesto il
libretto di circolazione e la carta verde, abbiamo detto chi l'aveva indicando
uno dei signori che avevano contattato Pino e Vera:
1° campanello d'allarme, abbiamo visto i loro visi quasi schifati;
2° campanello d'allarme, passato il corridoio d'attesa, arriva il medesimo
"signore" e mi chiede con insistenza (busca-busca) il libretto di circolazione.
Finalmente arrivano Pino e Vera con i fogli, montano in macchina e ... qui
inizia la manfrina: loro che continuano a dire busca busca, affermando che il
libretto lo tenevamo noi in camper, noi che sicuri del contrario affermavamo che
non era vero e che il libretto non era mai entrato nel mezzo. Questo tira e
molla è durato un bel po', finché non è arrivato l'equipaggio di Massa, anche
loro incappati in questo chiamiamolo equivoco; dopo magicamente ecco riapparire
il foglio tanto cercato, loro dicono che era nel camper dietro il seggiolino, ma
lo avevano messo loro forse, nella migliore delle ipotesi, per avere un'altra
mancia, ma quella se la sono sognata, si era tanto incaz... che l'arrabbiatura è
durata per un bel po' di tempo. Questo è stato il benvenuto del Marocco,
finalmente usciti abbiamo cercato il campeggio (quasi in disfacimento), siamo
andati in città con il taxi (girata quasi deludente). Tornati nel nostro guscio,
ricca cena e festa di Carlo con colomba e spumante.
Mercoledì 23.3.05 Ci siamo svegliati che pioveva a più non posso. Ci
siamo diretti alle "Grotte d'Ercole", molto carine e suggestive e poi siamo
arrivati ad Asilah un paesino tutto bianco con le porte blu o verdi, abbiamo
mangiato in un ristorantino tutto pesce alla brace per l'iperbolica cifra di
Euro 5 (a coppia). Poi abbiamo proseguito prendendo l'autostrada per Rabat dove
siamo arrivati in serata, abbiamo trovato un campeggio a Salè (ci hanno
accompagnato dei locali molto gentili) ed abbiamo speso 175 Dirham per camper ed
energia elettrica.
Giovedì 24.3.05 Visita alla capitale del Marocco, in taxi sino alla
Medina, giro nel souk mezzo coperto, poi dentro le mura degli Ahlmohiadi con
guida, molto caratteristico il quartiere degli Oudia, quasi tutto ristrutturato,
abbiamo visitato una casa, un forno ed un giardino. Poi Pino ed io abbiamo preso
un taxi e ci siamo fatti portare fino alla Torre di Mohamed, dove c'è la tomba
dell'ultimo re Hassam 2°. Il pomeriggio io mi sono riposata, gli altri in giro
per Salè.
Venerdì 25.3.05 A Casablanca per vedere la Moschea, seconda al mondo dopo
la Mecca, ma era giornata di preghiera, per cui non ce l'hanno fatta neanche
annusare. Siamo ritornati sulla strada per El-Jadida dove abbiamo mangiato,
riposato ed infine siamo arrivati al paese e dopo aver trovato il camping (65
Dirham a notte) abbiamo mangiato la tajine al ristorante del campeggio (30
Dirham a testa) e ... buonanotte.
Sabato 26.3.05 Stamani in giro per El-Jadida (La nuova), molto suggestiva
la cisterna portoghese con i suoi giochi di luce. Un poco più squallido tutto il
resto del paese che m'immaginavo molto più curato: i vecchi cannoni sono erosi
della ruggine, i supporti di legno degli stessi sgangherati o del tutto
inesistenti, le mura un poco usurate dal vento, dalla salsedine e dal tempo
senza che nessuno ne abbia cura. Abbiamo comprato delle sogliole (3 Dirham) ed 1
kg. di gamberetti per il pranzo e la cena, le prime cotte sulla brace di un
gentile signore di Firenze (73 anni solo a zonzo per il Marocco da ben 3 mesi)
che ha il camper vicino al nostro. Il pomeriggio tutti sul nostro camper al
vicino paese di Azammaure, niente di speciale, molto "naturale", la medina con
stradine strette, bianche ed azzurre, tanti bambini in giro, donne con il
"cencio" in testa ed il mercato, la solita accozzaglia di roba mangereccia
vicino a scarpe, abiti, stoffe, ecc. La sera solito rito del ... goccetto, io a
letto per il torcicollo ed un po' di febbre.
Domenica 27.3.05 E' Pasqua e l'abbiamo passata senza fare proprio niente,
il ristorante del camping "International" ci ha cucinato l'agnello alla brace
presentandoci un piatto molto scenografico con l'agnello a pezzi e sopra tutto i
pomodori, una portata che per il colore e l'odorino che emanava faceva
presupporre un sapore regale, come infatti è stato. Per Raffaele invece, al
quale non piace l'agnello, una bistecchina cotta alla griglia. Il tutto è stato
completato dai miei sott'olio (pomodorini, melanzane, carciofini e tonno) e
crostini toscani, salamino e pecorino sardi (Alberto e Caterina), formaggio
pecorino di Pienza (Vera e Raffaele), risotto con salsicce (Flora e Carlo) e per
finire con uova di cioccolato, colomba (la goduria di Pino) e vino. Pomeriggio
passato a digerire con pennica ed ozio assoluto, è venuto il signore di Firenze
a prendere il caffè, la serata era freddina ed io sono andata a letto.
Lunedì 28.3.05 Partenza per Marrakesh, strada tutto sommato buona se si
esclude l'ultimo tratto che stavano rifacendo. Arrivo al campeggio Ferdous
(molto fuori città) all'ora di pranzo e, dopo il riposino, alla scoperta della
magica città contornata da montagne innevate, peccato che c'era un po' di
foschia, ma lo spettacolo era egualmente stupefacente. Abbiamo preso accordi con
un pulmino che ci porterà avanti ed indietro (ogni corsa 100 Dirham) ci lascia e
ci riprende proprio sotto la torre gemella della Giralda di Siviglia. Qui si
chiama minareto della Koutoubia (arte Almohade). Arrivati ci siamo diretti
subito in Piazza Jemaa el Efna il centro nevralgico di tutta la città, tutto
ruota attorno ad essa. Si parte e si ritorna sempre lì, attirati come falene
dalla luce. E' enorme e c'è di tutto: bancarelle con le arance (pulitissime e
belle), uomini e donne accovacciate per terra sotto grandi ombrelli, chi predice
il futuro, chi legge le carte, chi fa i tatuaggi, chi le fatture amorose e non,
ci sono incantatori di serpenti che per farsi dare i soldi ti avvolgono il
serpente al collo e poi si fanno fotografare, i venditori d'acqua, coloratissimi
nei loro abiti rossi sgargianti con tanto di campanelle per attirare
l'attenzione, un poco più in là ecco i saltimbanchi. Tutto questo colorito da
musiche, odori, colori, suoni e voci. La guida ci ha condotto, quasi per mano,
nel souk che a Marrakesh è un dedalo di stradine intrigate e strette e molto
esteso, è come un labirinto, dove gli artigiani lavorano tutt'oggi come cento
anni fa, abbiamo visto i tintori che con i colori naturali (zafferano per il
giallo, menta per il verde, indaco per il blu, hennè per il rosso) colorano le
lane e le stoffe e poi le appendono su fili per farli asciugare. Poi ci sono i
falegnami che lavorano ed intarsiano il legno facendo dei lavori raffinati, i
fabbri che fanno meraviglie con il ferro battuto, quelli che lavorano il cuoio,
negozi di tappeti, di stoffe, di sartoria. Bello, veramente vario e colorato. Ci
ha condotto in un'erboristeria dove ci hanno mostrato alcune erbe e creme
naturali, poi io ho dato il via anche ad un massaggio al collo (quello che ci
voleva per il mio torcicollo) tutto per soli 20 Dirham. Finito il giro siamo
tornati sulla piazza, era quasi buio e la stessa si era trasformata in un
grande, assordante, rumoroso ed odoroso ristorante all'aperto, decine e decine
di bancarelle con tavoli e panche allestiti per friggere e grigliare carni e
pesci, un quadro straordinario per il colore ed il fumo, una goduria per il
palato e per gli occhi, abbiamo cenato con pesce fritto e rosticini misti, pesce
arrostito, melanzane sempre arrostite ed acqua per pochi Dirham a testa, seduti
su panche di legno un poco scomode, ma che servivano a creare "l'atmosfera" fra
un misto di lingue straniere, urla dei venditori, risate dei conviviali, in
mezzo alle musiche, alle danzatrici (che poi erano danzatori), ai funamboli ed
agli indovini in un caleidoscopio di colori, abbiamo passato proprio una bella
serata, poi stanchi rifocillati e mezzi addormentati siamo ritornati alle nostre
casette ambulanti ed abbiamo fatto una bella dormita.
Martedì 29.3.05 Ancora a Marrakesh un giro per la piazza, poi con un
calesse un giro di circa 1 ora e 30 minuti nella città vecchia, al palazzo reale
nuovo e vecchio, nella piazza delle cerimonie ufficiali, lungo le mura. Il
calesse era un poco sgangherato, i cavalli si chiamavano Peugeout e Renault, ma
il tutto è stato interessante e rilassante. Al camper per il pranzo e poi via di
nuovo in moto, faceva un caldo tremendo, fortunatamente anche la guida lo
sentiva, per cui ci faceva fare le strade all'ombra, visita al palazzo di Bahia
(della bella) la favorita del sultano ed alle tombe dei sultani (Sadiane).
Spesso ci si sedeva ed abbiamo goduto poco di quello che abbiamo visto per il
caldo, mai più fuori così presto di pomeriggio.
Mercoledì 30.3.05 Strada per Essaouria un poco stretta ma in sostanza
buona e libera e, indovinate un po'? ... ma abbiamo forato!!! anzi è scoppiata
una ruota, quindi sosta forzata e gli uomini si sono dati da fare per
sostituirla, siamo arrivati alla cittadina verso l'ora di pranzo, ma il
campeggio era molto fuori dalla cittadina, un recinto squadrato ed assolato ...
non c'è piaciuto, abbiamo proseguito sino al lungomare dove per 10 Dirham ci
siamo fermati a mangiare e riposare, poi noi siamo andati alla ricerca di un
gommista per farci aggiustare le ruote poi al paesino, molto carino, turistico,
pulito con splendidi colori e negozi di artisti ed artigiani per le stradine
della città vecchia, la sera a cena sul porto (proprio dietro il posto sosta dei
camper, 20 Dirham a notte) una grigliata di triglie enormi, granseole mostruose,
branzini per due persone e sogliole atlantiche, il tutto per soli 50 Euro,
veramente erano partiti con 130 Euro, ma Pino è riuscito a spuntarla. Se i
gabbiani non avessero rotto tutta la notte, si sarebbe dormito benissimo.
Giovedì 31.3.05 Stamani giro sui bastioni portoghesi, ben tenuti e
puliti, e per i negozietti degli artigiani che affollano questo paesino, poi
siamo passati a vedere se avevano la ruota di scorta per poter sostituire quella
sciupata, non ne avevano ed allora ci siamo diretti verso Agadir e Tiznit,
strada tortuosa ed arida ma ben tenuta anche se stretta, con poco traffico e
tantissime piante di "argan", quelle che si trovano solo in Marocco ed in
Brasile e che fanno frutti grossi come noci da cui si ricava un olio
commestibile ma anche curativo. Sulla strada si sono trovati bimbetti e vecchi
che vendevano questo prodotto, ci siamo fermati in uno spiazzo a mangiare e
riposare e sono arrivati, come sbucati dal nulla, ragazzini che chiedevano
"stilo" o "bon bon", uno ha chiesto una bicicletta oppure un orologio. Dopo la
pennica abbiamo proseguito per Agadir. Vicino alla città, finalmente la costa
era bellissima, scogliere, mare pulitissimo, spiaggette da sogno e diversi
camper che sostavano liberamente nei posti più belli. Superata la città (enorme
e che non sembra appartenere al Marocco) abbiamo puntato verso Tiznit, la strada
è più scorrevole e più dritta, arrivati alla città abbiamo preferito andare sul
mare ad una trentina di km. da Tiznit, ma è stata una delusione, abbiamo
scoperto che il mare è impraticabile per le forti correnti, il campeggio c'è
sembrato più un caravanserraglio che un'oasi di pace e tranquillità. Ad ogni
modo abbiamo passato una notte tranquilla e salutato i nostri amici di Livorno e
di Massa che devono proseguire per un'altra strada per rientrare prima in
Italia, peccato!!! C'eravamo trovati bene in loro compagnia, vuol dire che il
prossimo viaggio lo faremo insieme.
Venerdì 1.4.05 Stamani, invece della sosta a Tiznit, abbiamo deciso, dato
che il tempo era 1/2 e 1/2, di dare il via alla "calata" verso il sud, tutto il
giorno in macchina, a parte la sosta pranzo in un paesaggio desertico, brullo,
disabitato, squallido, si notava il nastro dell'asfalto fra le colline riarse e
deserte. Stasera siamo arrivati a Tan-Tan Plage, abbiamo mangiato 2 mormore che
ancora ci guardavano con le branchie che si muovevano (20 Dirham), ci è costata
di più l'entrata vietata al porto (non l'avevamo visto), i poliziotti
gentilmente hanno voluto vedere i documenti, poi ci hanno salutato. Prima però
hanno "gradito" una bottiglia del nostro buon vino. Notte di fronte alla
spiaggia, il "campeggio" era lungo il marciapiede della strada costiera e ci è
costato 10 Dirham.
Sabato 2.4.05 Ci dirigiamo verso Tarfaya, la strada sembra non finire
mai, c'è deserto, un poco di dune, 3 uadi con acqua che formano alla foce degli
splendidi scenari, 2 saline in parte non sfruttate, quando arriviamo alla
chiamiamola città siamo rimasti senza parole: una desolazione spettrale, case
polverose e fatiscenti, mezze sfatte, abitate da pochi disgraziati che
sembravano anche loro polverosi, miseria e ... niente, la statua all'aviatore
che ha scritto "La storia del piccolo principe" è un piccolo aeroplanino di
ferro arrugginito in un grande spiazzo sul mare ... vuoto ... Abbiamo mangiato e
poi abbiamo deciso che non si sarebbe più proseguito il viaggio verso il sud
visto che i km. sarebbero stati tanti e che, secondo noi, non ne valeva la pena.
Sulla strada del ritorno abbiamo fatto una deviazione per vedere un'oasi
naturalistica che era veramente splendida, in questo deserto sassoso e poco
attraente, si stagliavano anse verdeggianti abitate da uccelli, peccato che era
tardi altrimenti si sarebbe potuto prendere una barca per fare un giro e fare un
poco di birdwatching. Ad ogni modo siamo stati accolti da un vento con sabbia
non indifferente che non ci ha fatto avere nostalgia per il giro in barca non
effettuato. Notte sempre a Tan-Tan Plage sulla strada a bordo del marciapiede.
Domenica 3.4.05 La mattina prima di partire abbiamo fatto rifornimento di
pesce ancora vivo, 3 sogliole, 3 saraghi, 2 triglie enormi, una seppia per
l'astronomica cifra di 10 Dirham, fra un poco mi spuntano le branchie. Arrivati
a Guelmin abbiamo fatto rotta per Sidi Ifni, veramente carino, il campeggio è
nuovo con servizi puliti ed acqua calda, proprio di fronte alla spiaggia da cui
è diviso da un muro, ha il ristorante (chiuso), la piscina (chiusa): 45 Dirham a
notte.
Lunedì 4.4.05 Sveglia con calma e colazione, poi in taxi al vicino
paesino dove era giornata di mercato, molto, molto povero ma verace. Abbiamo
comprato la verdura e la frutta occorrente e poi con un pulmino locale siamo
ritornati al paese. Nel mercato Pino ha attaccato discorso con un locale che
lavora in Francia, ma è qui per le vacanze, non ci ha fatto comprare delle
spezie, perché polverose e sporche. Oggi pomeriggio mentre Carlo e Flora erano
al paese di Sidi Ifni siamo andati con il camper alla località di Elzira,
semplicemente stupenda, la strada per arrivare sulla costa era sterrata, ma in
buone condizioni, arriva ad uno spiazzo dove si domina l'oceano, sotto di noi,
in un semicerchio di rocce rosse spicca la spiaggia bianca (sarà lunga 500 mt. e
profonda 250/300 mt.) c'era la bassa marea ed affioravano sulla spiaggia degli
scogli tanto che c'erano ragazzini che con delle rudimentali fiocine cercavano
di prendere dei polpi (e ci riuscivano). Alcuni scogli affioranti erano pieni di
cozze gigantesche. Un paesaggio davvero d'ampio respiro, a malincuore siamo
risaliti sul camper per ritornare sul costone che domina questa baia ed in
silenzio abbiamo aspettato che la marea salisse, ci siamo sentiti davvero
davanti all'immensità dell'oceano. Ritornati al paese per comprare il pane,
abbiamo incontrato il ragazzo del mattino che ci ha invitato a casa sua e ci ha
voluto offrire la cena (un piatto di patate e fagioli con 4 forchette, delle
frittatine e per finire in bellezza caffè solubile con latte). C'era anche una
ragazza francese (mon amì), per contraccambiare è andata via un'altra bottiglia
di vino, notte quasi in bianco per il caffè solubile.
Martedì 5.4.05 Partenza per Guelmin e proseguimento verso l'interno per
... per vedere un agadir (granaio) e delle cascatelle. Il paesaggio per arrivare
è proprio il nulla assoluto, il campeggio al sole, la piscina vuota, i
servizi però puliti e con acqua calda. Arriviamo in capo al mondo per l'ora di
pranzo, il caldo si fa sentire, mangiamo e cerchiamo di riposare, poi a dorso
d'asino inizia l'avventura. Salgo su di un asinello (poveretto) e per farlo
monto su di un sasso, per sella solo delle coperte che è meglio non chiederci
quanti anni hanno e quanto sono sporche (inshalla!), non ci sono staffe ed i
piedi penzolano quasi a sfiorare i sassi sul sentiero, non ci sono briglie per
cui ti tieni alla meglio alle coperte sotto di te. Il percorso si snoda in
un'oasi che non hai modo di ammirare molto, perché devi controllare dove sbatti
la testa e dove devi spostare i piedi per non prendere delle stancate. Altissime
pareti rossastre con striature nere (penso basaltiche) incombono a dx e sx,
attraverso un'oasi verdeggiante con ruscelletti incanalati per portare acqua al
paese. Uadi acciottolati e secchi dove l'asinello non gradisce camminare.
Nell'oasi dobbiamo stare attenti perché si sfiorano, con gli occhi, le foglie
appuntite delle palme (infatti Pino ci ha guadagnato un graffio sul braccio).
Infine arriviamo, fortunatamente con un sospiro di sollievo mettiamo i piedi in
terra ma ... Non è ancora finita ... a piedi sul greto del fiumiciattolo ci
arrampichiamo sui sassi, dopo un poco mi arrendo, così pure Flora, proseguono
impavidi i due uomini e li vediamo dal basso che salgono sempre di più. Ci
sediamo su alcuni sassi ed aspettiamo tranquille che i nostri eroi ritornino,
chiacchierando con dei ragazzini che cercano di pescare in un misto di
francese/arabo/inglese e spagnolo passiamo il tempo. Arrivano gli altri e
confermano le nostre tetre previsioni, non ne valeva la pena, era un "pozzo"
d'acqua dove sguazzavano dei ragazzini intrepidi. Ritorniamo a dorso d'asino al
campeggio, visto dove era l'agadir (su di un cucuzzolo della montagna) e visto
come ci si doveva tenere sopra il somaro nelle salite e nelle discese (spostando
tutto il peso in avanti oppure indietro tenendoti solo alle coperte), io decido
che l'agadir può restare pure dov'è (intanto l'abbiamo visto in Libia e da
vicino) ed opto per tornare al campeggio. Io butto l'idea, però tutti mi seguono
e quindi i poveri somarelli ragliando ringraziano per la fatica risparmiata
loro. Ricca doccia, preparazione delle triglie per il giorno dopo e poi a cena
al ristorante del campeggio, ricca tajina di pollo (ottima) 2 Euro a testa (per
dormire 45 Dirham) ... Buonanotte!!!
Mercoledì 6.4.05 Stamani un vento caldo e pieno di sabbia ci ha svegliato
e ci ha accompagnato a Tiznit dove abbiamo sostato al campeggio proprio fuori le
mura, vicino alla porta (42 Dirham). Il pomeriggio verso le 5.00 giro per la
città alla ricerca degli argentieri che vendono il metallo a peso e, a quanto si
legge sui libri, dovrebbero quasi regalarlo. Ho comprato un braccialetto a
Monica e due anelli uno per Tiziana ed uno per Federico.
Giovedì 7.4.05 Strada per Taraudant, abbiamo forato di nuovo (che p...e).
Arrivo alle 15.00 con un caldo infernale 37°, per la strada ci siamo fermati (3
vasi, altre 2 tajine e 2 fornellini). Oggi pomeriggio in carrozzella piuttosto
sgangherata nel mercato berbero ed in quello arabo. Abbiamo parcheggiato sotto
le mura per 10 Dirham.
Venerdì 8.4.05 Si prosegue per Ourzazate su di una strada stretta, ben
asfaltata quasi priva di traffico. I monti sono brulli e desertici, saranno
belli ma i nostri Appennini e le nostre Alpi sono tutt'altra cosa, siamo in alto
perché il passo è a 1.800 mt., ma non c'è un albero a pagarlo oro, solo qualche
cespuglio, solo sassi e terra. Ci siamo fermati a Taoline, il paese dello
zafferano, un ragazzo ci ha spiegato tutte le fasi della lavorazione ed i vari
usi dello stesso, abbiamo comprato delle bustine di zafferano e siamo partiti
alla volta del paese dei tappeti (Tazenakht). Qui sosta pranzo e poi via per
negozi per vedere e comprare e soprattutto contrattare, certo è estenuante.
Finalmente a sera siamo arrivati ad Ourzazate, sistemazione nel camping (l'unico
esistente), abbastanza in buono stato e poi parlano italiano!!! e ciò non è
indifferente. E' venuto un signore che organizza tour per informarci sui
possibili giri da fare e sui prezzi. Veramente ci sembrano un poco carucci,
guarderemo di arrangiarci in loco. Il signore in questione parlava inglese e lo
capivo e più che altro mi capiva, faccio progressi, sono soddisfatta di me
stessa.
Sabato 9.4.05 A fare un giro per la kasba vicino al campeggio (Taurit),
con una guida, interessante e bella la girata, la costruzione è tutta in pisè
(sabbia+acqua+paglia, il tutto pressato) quel caldo giallo ocra che scalda il
cuore a guardarla. Dentro un labirinto di stanze, scale, hammam, soffitti
istoriati di cedro e dipinti, alle pareti azuejos, proprio bello. Con la guida
che parlicchia italiano ci siamo messi d'accordo per oggi pomeriggio: viene a
prenderci con un taxi ed andiamo a vedere due kasbe ed un'oasi per ca. 800
Dirham. La prima kasba è stata quella delle cicogne, veramente suggestiva, quasi
tutta in rovina ed in parte disabitata. Era il luogo di nidificazione delle
cicogne che a decine volteggiavano sopra di noi, non ne avevo mai viste così
tante ed in volo sono bellissime. Poi, su di una pista sterrata lunga una decina
di km., siamo arrivati ad un'oasi abitata bella perché "naturale", c'era una
scuola per i ragazzini ed un laboratorio per le ragazze a cui insegnavano a
tessere e a ricamare. Un giretto per l'oasi, era quasi freddino, ed aiutati da 2
ragazzini (noi due donne) abbiamo attraversato ruscelletti, fossi e terreni non
proprio asfaltati (per i 2 ragazzini 15 Dirham). Ritornati sulla strada
asfaltata ci siamo diretti verso la seconda kasba, ma era freddo, era quasi
l'ora di cena ed allora l'abbiamo vista solo da fuori.
Domenica 10.4.05 Stamani c'era il souk e non si poteva mancare di fare un
giro per "troiai". Abbiamo preso 2 taxi e ci siamo fatti portare sul luogo:
caotico, rumoroso, sporco, coloratissimo ed oleante, abbiamo fatto scorta di
frutta, pomodori, fagiolini, mandarini, poi ci siamo fatti tentare da un bel
coltello ed un chiavistello di legno, di quelli per le vecchie porte delle
kasba. Rientrati al campeggio è venuto l'omino che dipingeva sui camper. A Carlo
ha dipinto un cammello seduto fra le dune, a noi invece, sul portellino delle
bombole del gas ci ha fatto un bel disegno con una kasba, un fiume, due palme ed
il deserto veramente piacevole a guardarsi.
Lunedì 11.4.05 Partenza verso la valle del Draa, la prima parte sulle
montagne siamo arrivati a ca. 2.000 mt. (sempre arido, desertico, senza un filo
d'erba), ma in cima era un paesaggio mozzafiato, ti sembrava di essere sulla
scena di un film di fantascienza circondati da queste alture brulle ed aspre.
All'inizio della valle ci ha fermato un ragazzo per chiederci un passaggio per
Adzg, tutto pulito e gentile, ci ha raccontato che era un nomade, possedeva 150
cammelli e faceva la spola fra Marocco/Mauritania/Malì e viceversa. Quando siamo
arrivati ha voluto a tutti i costi farci entrare nella sua casa per offrirci un
the alla menta (noi si pensava ad una casa tipo tenda beduina) ma appena varcata
la soglia credevamo di essere entrati nella caverna di Alì Babà. Stanze e stanze
tutte piene di tappeti, sulle pareti, sui divani, in terra, sulle porte,
montagne di tappeti ai lati delle stanze, altri penzolavano in mezzo alle
stesse. Inevitabile il rito del the, è arrivato un cugino ed una donna e,
com'era prevedibile, abbiamo comprato 2 tappeti e due strisce. Siamo rimasti lì
dentro per ca. 2 ore, ho comprato anche una vecchia finestrella di legno che poi
mi ristrutturerò a casa, e con due cheche di tuareg (spero autentiche). Lungo la
strada che era costellata di oasi e di kasbe, veramente bella, ci siamo fermati
a pranzare e poi ci siamo diretti a Tamgrout, il paese dove fanno le ceramiche,
perché volevo vedere se riuscivo a comprare i colori per Pina ma ci siamo stati
anche qui un bel po' di tempo, hanno cercato di spiegarmi come facevano i colori
(a gesti ed in un misto di francese ed arabo), poi, visto che i prezzi erano
alti, ho lasciato perdere. Ritornati a Zagorà abbiamo trovato un campeggio che
sembrava dipinto: in mezzo alle palme, con una tenda beduina per ristorante,
un'altra tenda come negozio di souvenir, bagni puliti e piastrellati e, colmo
dei colmi, ci hanno messo una grandissima stuoia davanti alla porta del camper.
Serata con cena a lume di candela sotto la tenda beduina con tajine di pollo e
pollo grillèt poi notte stellata e silenziosa.
Martedì 12.4.05 Il proprietario del camping, ci ha portato con la sua
macchina a giro per Zagorà, niente di particolare, interessante la visita alla
kasba vecchia, la strada "principale" sarà stata larga 2 mt. Tutta in terra e
sassi, ai lati si aprivano dei cunicoli coperti bui e più stretti (erano le
strade secondarie). Ognuna di queste aveva all'inizio ed alla fine delle porte
massicce che di notte venivano chiuse per sicurezza. Tutte le kasbe avevano solo
1 entrata ed un'uscita, anche queste munita di grandi porte che di notte
venivano chiuse. In quel dedalo di viuzze e vialetti, di stradine sconnesse, di
porticine schiuse che davano l'idea di entrare nel "buio", un nugolo di bambini
sporchi, spettinati, scalzi, i vestiti quasi laceri ... Inshalla!! Contenti
loro. Di pomeriggio, sempre il proprietario gentilissimo è ritornato a prenderci
in macchina e ci ha portato in giro per il deserto, nell'oasi vicino a Zagorà e
poi fino alle dune dove abbiamo trovato, non a caso, una tenda berbera. Seduti
fuori, su sgabelli tremolanti, abbiamo bevuto il the con dei biscottini un poco
sbriciolati, dei ceci secchi e delle noccioline salate. Abbiamo ammirato il
tramonto in quella pace speciale che solo il deserto sa dare, una pace fatta di
silenzio, d'infinita grandezza, come se il "nulla "attorno a te ti avvolgesse e
ti abbracciasse per proteggerti dal mondo di tutti i giorni, dagli affanni e dai
rumori quotidiani per sollevarti in un limbo di pace ed irrealtà. Bella
giornata, densa di emozioni (il campeggio 35 Dirham).
Mercoledì 13.4.05 Abbiamo lasciato a malincuore il campeggio di Zagorà,
proprio carino, silenzioso, pulito con personale gentile e via ... sulla strada
per Rissani e Merzuga, indovinate un poco? Abbiamo ribucato una gomma
posteriore, ora siamo proprio senza ricambi, fortunatamente, passava un
camioncino della Telecom marocchina i cui occupanti hanno aiutato Pino a
cambiare la gomma, il signore della Telecom era di Merzuga e ci ha detto che suo
cugino poteva aiutarci sul posto. Arrivati sul posto i 4 gatti presenti sapevano
già tutto, ma vi voglio descrivere il "campeggio" perché ne vale la pena. Allora
- recinto in pisè (e fin qui tutto quasi folk)
- palmette stitiche e piccolissime appena piantate
- per cannella un tubo sul piazzale
- la casa una costruzione bassa che a me sembra vuota
- i servizi ... sembrano inesistenti
- la luce ... gli attacchi situati lungo il muro di recinzione non funzionano
per cui abbiamo dovuto "attaccarci" con il camper alla casa altrimenti i fili
non riuscivano ad arrivare nella stessa ed agli interruttori interni.
Dopo questo benvenuto, sono venuti a parlare per la gomma, ne hanno una rifatta
per il ricambio, la prendiamo sperando che a Fes si trovino adatte così le
cambiamo tutte e non se ne parla più. Unica nota favorevole, in lontananza si
vedevano le dune (niente a che vedere con quelle del Fezzan). E c'era un
silenzio tale che abbiamo fatto una dormita con i fiocchi, non ho sentito
neanche il Muezzin che in Marocco è diventato il mio incubo peggiore: alle ore
4,30 chiama alla preghiera i fedeli con le sue litanie. Soltanto che io non sono
una sua fedele, ma lo sento lo stesso e poi non riesco più a dormire.
Giovedì 14.4.05 La mattina in camper al paese (3 case e mezzo). L'abbiamo
presa (la ruota di scorta), poi al camper, pranzo veloce e partenza, il padrone
del campeggio era al pseudo paese al bar a riposarsi dell'intenso lavoro
(eravamo solo noi 2 camper). Inizia una bufera di vento e sabbia, sembra di
essere ritornati in Libia. Chiudiamo tutte le possibili prese d'aria e ci
affidiamo al nostro Dio, forse funziona di più che il loro Allah. Arrivati ad
Erfuod in piena bufera proviamo a girare per la strada per Tenerigh, ma non
riusciamo a vedere a 5 mt. dal mezzo, per cui torniamo sulla strada principale e
sostiamo, si avvicina un signore e ci chiede di andare a vedere "suo negozio
berbero". Abbocchiamo subito anche perché non sappiamo proprio come passare il
tempo sperando che passi il peggio. Tanto per cambiare compriamo un altro
tappeto, mi ha regalato un bracciale ed abbiamo "fregato" dei fossili da
attaccare al collo. Poi, ormai avevamo fatto le nostre spese, hanno accompagnato
Pino con la macchina a fargli vedere che erano solo poche centinaia di mt. ad
essere colpiti così forte dalla tempesta di sabbia, per cui ci rimettiamo in
marcia fra un turbinio di sabbia, la strada risulta percorribile in alcuni
tratti a passo d'uomo, ma proseguiamo imperterriti sino a buio fino quasi alle
gole di Todras al campeggio "Le soleil". Alla fine ci bruciavano gli occhi,
perché con la strada buia era difficile intravedere i ciclisti che, a bordo
della strada, percorrevano la via per tornare alle loro case. A ogni modo siamo
arrivati, anche questa giornata è terminata, abbiamo gli occhi gonfi ed
arrossati dal vento e dalla sabbia, ma siamo riusciti a non arrotare nessuno
(campeggio 15 Dirham).
Venerdì 15.4.05 Si riparte, prima dal ragazzo del campeggio (molto bello,
pulito, con i fiori, la piscina con l'acqua, perfino la lavatrice e nei bagni le
pareti ricoperte da "azulejios") abbiamo comprato argenti marocchini: vassoi,
teiere, zuccheriere. Io e Pino abbiamo pranzato al ristorante ed ho provato la
"pastilla di pollo" buona. Pino invece boccette di manzo (spiedini) e patatine
fritte, antipasto di olive e per dessert ... the ed un piattino di pasticcini
(il tutto 200 Dirham). Per qui è caro ma l'ambiente era molto arabeggiante ed è
quello che si cerca, poi siamo andati alle gole di Todras. Non sono brutte per
carità, ma niente di particolare, molto meglio le gole dell'Alcantara in
Sicilia. Ad ogni modo anche queste sono fatte, alle 14.30 partenza per Er-Echida
e la fonte blu (perché dice si fermavano i Tuareg). Dove c'è un camping, una
piscina le cui acque "miracolose" guariscono la sterilità femminile, alcune
palme e negozietti polverosi di cose vecchie, di tappeti (40 Dirham).
Sabato 16.4.05 La notte è stata tranquilla ed abbiamo ripreso il nostro
vagabondare verso Fes attraversando la valle dello Ziz con oasi a fondo valle e
rocce in alto sopra i monti, abbiamo trovato ed attraversato l'unica galleria
esistente in Marocco costruita dai Legionari nel 1917. Dopo Midlet abbiamo
incontrato montagne le cui vette avevano ancora rimasugli di neve, il paesaggio
si è fatto più dolce, più verde, boschi di lecci (o querce). Qualche abete e
cedri, vallate piene di verde, con laghetti e corsi d'acqua, sembrava di stare
sulle Alpi. Poi abbiamo incontrato la foresta dei Cedri ed in cima, qualche
bancarella e i Macachi, una vera colonia, dall'Italia mi ero premunita ed avevo
portato un sacchetto di noccioline, una mamma aveva un piccolo che doveva essere
nato da pochissimo e lo teneva stretto a sé per proteggerlo insieme con un'altra
scimmia (non si è capito se il maschio oppure un'altra femmina del gruppo).
Altri piccoli si sono avvicinati per mangiare anche dalle mani. Sulla strada per
Ifrane ci siamo fermati al campeggio Amazighi (60 Dirham) molto "rurale", il
camper era sotto dei ciliegi, peccato solo in fiore, lo scaldabagno era a legna,
galline giravano tranquille sul prato vicino a noi, gattini cercavano di entrare
nel camper, asinelle ragliavano, sopra il tetto della casa c'erano le cicogne,
l'acqua non era potabile e non c'era lo scarico, però nell'insieme era carino e
rustico, un poco "country".
Domenica 17.4.05 Partenza per Fes, la strada è sempre larga, con traffico
limitato, attorno boschi, campi coltivati, frutteti, questo è proprio un'altro
Marocco. Arrivo al campeggio di Fes all'ora di pranzo. C'era stato decantato sui
resoconti dei viaggi e sui libri, come il migliore in assoluto di tutta la
nazione e siamo rimasti molto delusi, spazi ampi, ben strutturati, perché ogni
piazzola che può contenere diversi camper è dotata in mezzo di un edificio con
servizi e fontane. Ma la manutenzione è a livello zero, i servizi sporchi con
incrostazioni di escrementi datate, gli sportellini di legno sotto i lavandini
mezzi divelti e tutti scrostati. Se si pensa che si pagano 110 Dirham ...
Inoltre è molto lontano dalla città e per trovare un taxi si deve avere pazienza
e fortuna, incamminarsi tranquillamente lungo la strada e sperare che passi un
taxi (che per portarci alla vecchia Medina ci ha preso 57 Dirham). Inoltre non
ha un telefono "pubblico", il ristorante è chiuso come pure il bar. Ad ogni modo
siamo qui, oggi pomeriggio alle 15.00 arriva la guida (antipatica q.b.), ci ha
portato con 2 taxi prima alla fabbrica della ceramica perché io volevo vedere se
compravo il blu di Fes, ma il prezzo era proibitivo (60 Euro al kg.), poi alla
medina vecchia, per me non c'è paragone con quella di Marrakesh, certo questa è
più genuina, naturale ed abitata, ma è sporca con i somarelli che fanno da
trasporto merci e che quindi lasciano i loro "ricordi" per terra, con i
sacchetti della spazzatura in giro per le strade, con il relativo tanfo. Tutto
sommato interessante se si pensa che non è un centro commerciale come a
Marrakesh, bensì è abitato (la guida ha tenuto a dirci che la notte non è
igienico addentrarsi per i vicoli). La guida da un punto di vista "artistico "
non valeva niente, ci diceva qualche data e tutto finiva lì, le moschee ...
neanche l'ombra, la tomba di Muolay Idrissi chiusa ai non fedeli per cui ti
ritrovi a vedere solo gli artigiani, i vari negozi in cui ti porta la guida e
basta. Un po' poco per chi arriva da lontano come noi e poi si ritrova davanti
strade sudice, cacche di somari, immondizia sparsa in ogni dove.
Lunedì 18.4.05 Tutto il giorno al campeggio per il cambio delle ruote
(tutte e quattro per 400 Euro).
Martedì 19.4.05 Andiamo a Meknes, strada bella coltivazioni intensive,
molti frutteti e grano, arrivo alla 4° città imperiale e sistemazione in un
campeggio dietro quasi al palazzo reale, niente di particolare, però domani
arriva il re per cui ci sono le tende dei militari "posteggiate" vicino a noi.
Arrivano dei camion e scaricano le brande e poi, in borsoni di plastica, si
pensa scarichino le coperte. Le tende sono senza il sotto per cui le brande sono
appoggiate sulla nuda terra. Pomeriggio in città troviamo una guida che ci porta
nel souk berbero e ... si comprano altri 2 tappeti (rossi, belli 200 Euro).
Mercoledì 20.4.05 Stamani in taxi ci siamo fatti portare in un piazzale
dove dovrebbe svolgersi la "fantasia berbera". C'erano tantissimi cavalli tutti
belli, erano ca. le 10.00. Verso le 11.30 ci hanno mostrato la loro bravura, con
i cavalli tutti addobbati di tutti i colori ed i berberi con la Gellaba bianca
dal fondo del piazzale per 4 volte al galoppo sono arrivati a pochi metri dagli
spettatori (fra cui si era anche noi) fermandosi proprio in tempo, alzando i
fucili in aria e sparando (a salve). Un bello spettacolo, un poco polveroso ma
caratteristico. E abbiamo visto anche la fantasia berbera. Di pomeriggio, prima
abbiamo visitato quelle che probabilmente erano le scuderie imperiali (o forse i
granai), un edificio enorme in parte senza tetto, molto suggestivo, peccato
tenuto con incuria anche se esternamente hanno iniziato a restaurarlo. Poi in
carrozzella a zonzo per la città. Fra le altre cose, ci ha portato a vedere una
festa rionale, c'era un mare di tende, un'infinità di "punti ristoro", un caos
indescrivibile, odori e puzzi si mescolavano nell'aria ed urla dei venditori si
confondevano con le musiche a tutto volume, sulla Piazza Dar Jamai dove la sera
prima c'era un bellissimo cavallo tutto infiocchettato per la gioia dei turisti,
era stato installata una grandissima tenda berbera che doveva ospitare il re che
quella sera era presente in città, sulla strada di ritorno verso il campeggio
ogni 20 mt. una guardia armata controllava che tutto fosse in ordine, questo
schieramento faceva quasi timore.
Giovedì 21.4.05 Partenza da Meknes e strada per Moulay Idriss. Arrivati
alla Città santa (per i Musulmani) siamo stati "abbordati" da un signore che ci
ha condotto al posteggio e si è offerto come guida. Si è rilevata come la
migliore guida di tutto il nostro viaggio. Ci ha spiegato bene il giro che
abbiamo fatto, ci ha portato a vedere un forno, ha fatto entrare gli uomini in
un Hamman, ci ha fatto vedere la tomba del "Santo" (solo vedere perché
interdetta a noi infedeli) e fondatore della prima dinastia dei re
marocchini, ci ha aiutato a fare la spesa al mercato e poi ci ha condotto a
vedere una specie di piscina con acqua calda, risalente al periodo romano come
pure l'acquedotto. Poi ci siamo diretti a Volubilis, abbiamo pranzato e riposato
e di pomeriggio giro turistico per le rovine, tenute male, trascurate con i
mosaici esposti alle intemperie che si sono come spenti, hanno perso i colori
incisivi, autentici, sono opachi come sofferenti. Avere un patrimonio così
importante e lasciarlo all'incuria è un delitto. Finito il giro, interessante
soprattutto per le cicogne che avevano nidificato sopra le colonne romane (loro
sì che se ne intendono!!!), abbiamo cercato il campeggio sulla strada per
Meknes. Piccolo, misero, senza servizi, né luce (veramente ci sarebbe anche
stata, ma per averla ci si doveva attaccare ai fili di una lampadina che pendeva
dal soffitto della camera da letto, per di più era corrente data da un
generatore per cui alle ore 22.00 scattava il coprifuoco e veniva staccato il
tutto). Abbiamo optato naturalmente per arrangiarci da soli, 70 Dirham spesi
male.
Venerdì 22.4.05 Ed eccoci sulla strada per Chefcheoune, un paesino su di
uno sperone roccioso tutto bianco e con la peculiarità di essere dipinta di
calce con l'aggiunta, più o meno intensa, di indaco che rendeva l'effetto ottico
molto particolare e notevole. Il posto brulica di giovani, perché sembra che sia
molto facile trovare il kif (un derivato della cannabis). Il campeggio si è
rilevato quello che sembrava al primo impatto, cioè rumoroso, pieno di ragazzi
più o meno "fatti" e bambini che sbucavano da tutte le parti: dalle tende, da
furgoni coloratissimi e molto datati, da roulottes mezze sgangherate che non si
capiva com'erano arrivate fin lì. La mattina era ancora buio, i cani abbaiavano
come ossessi caracollando per tutto il campeggio e la donna delle pulizie
trascinava il bidone della spazzatura rumorosamente sulla strada tutta sassosa,
insomma quello era quello che ci toccava. (45 Dirham a notte).
Sabato 23.4.05 Lasciamo anche Chefcheouan per dirigersi verso Tetuan su
di una strada asfaltata, ma piena di buche, la prima veramente disastrata
incontrata nel Marocco. Lungo la strada, per un tratto, abbiamo trovato case con
tutti i tetti in lamiera (però spioventi come i nostri) e quasi ogni abitazione
aveva nel giardino una macina per le olive. Arrivati a Martil abbiamo
parcheggiato al campeggio e, dopo aver riposato, in taxi (40 Dirham) ci siamo
fatti portare a Tetuan alla Medina. Un caos indescrivibile, la merce da vendere
era stesa su dei teli in terra, non c'era niente di bello e caratteristico per
cui siamo ritornati al campeggio.
Domenica 24.4.05 Giorno di "svacco", direbbero le figlie, la mattina con
il camper siamo andati al paese a prendere pesce/pane/verdure, il pomeriggio
senza fare Niente-Nada-Rien.
Lunedì 25.4.05 Già mi è venuto a noia a non fare niente, stamani sempre
in paese a fare la spesa, il pesce è proprio regalato e freschissimo. Pino ha un
poco di febbre ed il raffreddore, domani partiamo e ritorniamo ad Asilah, era
più carina.
Martedì 26.4.05 Eccoci sulla strada per Asilah. Pino mi ha comprato 4
piatti da portata, erano troppo belli, non si sapeva decidere quale pendere così
li abbiamo presi tutti (18 Dirham tutti). Arriviamo per l'ora di pranzo. Al
porto non è più permesso pernottare per cui andiamo al campeggio, carino, pulito
con servizi piastrellati (48 Dirham). Pino sta sempre 1/2 e 1/2 per cui decide
di rimanere in camper, noi andiamo a piedi in paese, è proprio bellino,
caratteristico, turistico, ma era venuto a noia il "genuino" del posto, qui è
tutto lindo, le case bianche con le porte e le finestre tinte di verde/blu a
volte di giallo. Il lungomare sui bastioni è ben tenuto, le bancarelle del pesce
sul porto sono un tripudio di mercanzia fresca ed ancora viva. Da mercoledì sino
a venerdì completo relax ad Asilah. La mattina al porto a comprare pesce,
pranzo, riposino uscita a fare due chiacchiere con i negozianti per farci
offrire un bel bicchiere di the, riposarci seduti sui tappeti. Venerdì cena di
fine viaggio al ristorante del campeggio.
Sabato 30.4.05 Partenza per Tangeri, arrivo in mattinata. Siamo entrati
al porto e ci hanno fatto restare anche per la notte. Di pomeriggio al Grande
Socco, giro per la Medina poi io e Pino abbiamo preso un taxi e ci siamo fatti
portare a Capo Malabata dove c'è il faro e dove si domina tutta Tangeri. Faceva
un freddo boia, ma lo spettacolo era straordinario. Notte tranquilla al porto
davanti alla Security, non gli abbiamo dato 1 kg. di spaghetti e Carlo i 50
Dirham avanzati (non si possono portare fuori il Marocco i soldi del posto, ma
chi li vuole?).
Il giro è in pratica finito, i giorni sulla nave sono sembrati interminabili, le
giornate erano scandite solo dalla colazione, dal pranzo e dalla cena. Aahh!
dimenticavo, anche dalle musiche arabe che sono diventate insopportabili per le
nostre orecchie.
Viaggio tutto sommato bello, perché quando stiamo fuori riusciamo sempre a
trovare il lato positivo delle giornate, però da un punto di vista culturale per
me è stato un poco deludente. A parte le città imperiali, poi sembra tutto fermo
nel tempo, senza storia, senza ieri e senza domani, tutto immutato nel tempo
come se si fosse fermato ed aspettasse non so che cosa per ripartire. Bella la
natura in tutti i suoi aspetti marino-desertico-montano-campagnolo, gentilissima
la popolazione, poco invadente, ospitale, generosa. La vita scorre lentamente
per la nostra mentalità occidentale, qui si contratta sino alla nausea, si parla
con calma, si fanno le cose con una flemma che solo il popolo arabo sa
affrontare. Ma chi pensa di non poter affrontare tutto questo, non deve pensare
nemmeno lontanamente allora di andare a visitare questi posti che sono
affascinanti proprio per queste diversità, che sanno incantare per questa
atmosfera magica?, mistica?, surreale? Non so che dirvi, a me piace com'è e
spero non cambi mai per trovare sempre immutata questa sensazione di "mille ed
una notte" che mi avvolge ogni volta che vado in un paese arabo.
chiudi