I camper sosteranno all’interno dell’antico convento costruito tra il 1489 ed
il 1523 dalla famiglia dei Conti Torelli (feudatari dei Visconti di Milano) "ad
edificazione e conforto spirituale della popolazione". Ad esso venne in seguito
annesso l’Oratorio del Romito, antico rifugio per i viandanti: oggi camperisti.
Il raduno si svolgerà nei comuni della Val d’Enza, tra le province di Parma e
Reggio Emilia.
Cenni storici
Le vicende del territorio sono sempre state fortemente condizionate dal vicino
fiume Enza (Incia o Nicia nell'antichità). In età preistorica fu soprattutto la
ricchezza di acque a favorire la presenza umana; rilevanti furono gli
insediamenti dell'età del bronzo. Il sito era all'incrocio tra i percorsi
pedemontani e la via che collegava gli Appennini al Po lungo il corso dell'Enza,
direttrice importante già prima della conquista romana (ritrovamenti di reperti
etruschi), e per secoli una delle principali vie di comunicazione nord-sud.
L'area si trovava a metà strada tra i centri di Luceria, presso Canossa, e di
Tannetum, sulla strada che proseguiva per Brescello e le Alpi.
La Grancontessa Matilde di Canossa o Mathilde o Matilde di Toscana (Mantova
marzo 1046–San Benedetto Po 24 luglio 1115), fu contessa, duchessa, marchesa e
regina medievale. Matilde fu una potente feudataria ed ardente sostenitrice del
Papato nella lotta per le investiture; donna di assoluto primo piano, per quanto
all'epoca le donne fossero considerate di rango inferiore, arrivò a dominare
tutti i territori italici a nord degli Stati della Chiesa.
Nel 1076 entrò in possesso di un vasto territorio che comprendeva la Lombardia,
l’Emilia, la Romagna e la Toscana, e che aveva il suo centro a Canossa,
nell'Appennino Reggiano.
Al culmine della lotta per le investiture nel 1076 Papa Gregorio VII decise di
scomunicare l'imperatore Enrico IV che da questa iniziativa papale subì un
doppio danno, vedendosi estraniato dai riti religiosi e trovandosi con sudditi
non più sottomessi. La scomunica indusse Enrico IV a venire a patti col Papa.
L'imperatore scese in Italia per parlare personalmente col pontefice. Gregorio
VII lo ricevette nel gennaio 1077 mentre era ospite di Matilde nel castello. In
quell'occasione l'imperatore, per ottenere la revoca della scomunica da parte
del Papa, fu costretto ad attendere davanti al portale d'ingresso del castello
per tre giorni e tre notti inginocchiato col capo cosparso di cenere. Il faccia
a faccia (28 gennaio 1077) si risolse con un compromesso: Gregorio revocò la
scomunica a Enrico, ma non la dichiarazione di decadenza dal trono.
In seguito a questo fatto storico fu coniato il detto "andare a Canossa" per
chiedere perdono.
Alla fine del 1400 Montechiarugolo fu donata dai Visconti di Milano al loro
condottiero Guido Torelli in forma di Contea autonoma. I Torelli ressero il
feudo sino al 1612. Della famiglia deve essere ricordato in particolar modo
Pomponio (1545-1608), letterato manierista di epoca Farnesiana. A questo periodo
può essere ascritto il momento di maggior splendore del territorio.
Il 4 ottobre 1796 un fatto d'armi fra le milizie della Repubblica Reggiana,
assieme a soldati francesi, contro un manipolo di Austriaci, che qui avevano
trovato rifugio, ebbe un'enorme risonanza, in quanto fu la prima battaglia tra
un corpo militare italiano e un esercito straniero, che preludeva alle future
guerre per l'indipendenza. Lo stesso Napoleone lodò l'impresa, commemorando i
due volontari reggiani che erano morti durante la battaglia come "i primi che
avevano versato il loro sangue per la libertà". Non è da escludere che il
tricolore, poco tempo dopo bandiera della Confederazione Cispadana (7 gennaio
1797), abbia ricevuto in tale occasione il battesimo del fuoco (vedasi la targa
apposta sul muro interno del convento).
Il primo scritto che si occupa dell’aceto balsamico risale all’anno 1046, quando
l’allora Imperatore di Germania Enrico II chiese a Bonifacio di Toscana, padre
di Matilde, di omaggiargli uno speciale aceto che "aveva udito farsi colà
perfettissimo" (all’interno del castello di Canossa). Dopo l’imprimatur
imperiale, per i secoli successivi e per tutto il rinascimento l’aceto, elisir e
balsamo, compare spessissimo nelle tavole di Re e Duchi, in particolare alla
mensa dei Duchi d’Este che gli diedero un impulso determinante. Nei secoli
successivi tra le province di Modena e Reggio Emilia nacquero vere e proprie
consorterie di fabbricanti di aceto balsamico che tennero gelosamente custodito
il segreto della pregiata produzione. Le testimonianze sull’aceto balsamico si
infittiscono nell’ottocento. All’epoca era buona norma arricchire la dote della
nobildonna che si maritava con vaselli di aceto balsamico pregiato e batterie di
botticini del contenuto prezioso. Il resto è storia dei nostri giorni.
La storia della famiglia Cervi non può essere disgiunta da quella del novecento
italiano e della propria terra, la provincia rurale emiliana. In particolare a
Reggio Emilia, a cavallo tra ottocento e novecento, si sviluppa una fitta rete
di associazionismo e solidarietà, guidata dall’esperienza politica socialista.
Nelle campagne, dove è più forte il messaggio religioso, sono le parrocchie e le
organizzazioni confessionali a costituire la trama sociale di riferimento per i
contadini.
E proprio da qui si sviluppa la scelta consapevole dei Cervi: con "il cervello e
la volontà", il loro impegno per la giustizia si trasferirà dal lavoro alla
politica, dalla stalla alla piazza.
Non stupisce dunque l’iniziativa della famiglia per l’istituzione di una
biblioteca popolare, allo scopo di diffondere liberamente libri e riviste di
ogni tipo. Aldo e la sua famiglia sono consapevoli che lo studio e la
circolazione delle idee sono il primo antidoto contro la propaganda e
l’arroganza della dittatura: come amavano dire, "Studiate, se volete capire la
nuova idea!".
E’ il 25 novembre 1943 quando la "banda Cervi" viene arrestata presso la propria
cascina e tradotta al carcere di Reggio Emilia.
I sette fratelli Cervi rimangono in carcere a Reggio sino al 28 dicembre, quando
i fascisti decidono la loro fucilazione come rappresaglia ad un attentato dei
partigiani. Nei ricordi di papà Cervi, anch’egli imprigionato e ignaro della
sorte dei figli, vi sono le ultime commoventi frasi di commiato di Gelindo e di
Ettore, il più giovane dei sette.
L’estremo sacrificio dei sette fratelli Cervi e del loro compagno Quarto
Camurri, viene consumato all’alba del 28 dicembre 1943 al poligono di Reggio
Emilia.
Il 25 ottobre 1945 davanti alla folla silenziosa che si raduna a Campegine, per
l’ultimo saluto ai fratelli Cervi, Alcide ha la forza di prendere la parola, per
dire con commossa ma lucida saggezza "Non chiedo vendetta, ma giustizia ... Dopo
un raccolto ne viene un altro. Andiamo avanti". Una coraggiosa dichiarazione
d’intenti, che già apriva il futuro scenario del Museo Cervi come luogo di
memoria e di studio.
PROGRAMMA
Venerdì 22 Novembre |
|
Dalle ore 15.00 |
Accoglienza, registrazione e sistemazione degli equipaggi nell’area cortiliva della Scuola Salesiana Don Lazzero a Montechiarugolo (Parma) in Via Parma n. 4. |
Ore 20.30 |
Brindisi di benvenuto ai partecipanti, composizione dei gruppi per gli spostamenti del giorno successivo e presentazione capigruppo, gara di carte. |
Sabato 23 Novembre |
|
Ore 08.30 |
Partenza con i camper, suddivisi in gruppi, per le successive destinazioni, con pranzo in itinere: - visita guidata al Castello di Montechiarugolo; - visita guidata al Castello di Canossa; - visita guidata all’Acetaia Picci a Cavriago; - visita alla collezione privata di moto da corsa del Signor Mario Guidetti ad Albinea. |
Ore 20.15 |
Cena di Natale. |
Domenica 24 Novembre |
|
Ore 09.00 |
Assemblea dei Soci di Arance di Natale O.n.l.u.s., presso la sede del raduno. |
Al termine dell'Assemblea |
Brindisi di commiato. |
Ore 14.30 |
Trasferimento in camper e visita al Museo Cervi a Gattatico. |
Prossimo appuntamento a Riva del Garda (TN) dal 21 al 23 marzo 2014 |
NOTE ORGANIZZATIVE
Raduno aperto a tutti, con
prenotazione obbligatoria.
COSTI
1) Quota di partecipazione: gratuita.
2) Costo del raduno (specificare l'opzione nella scheda iscrizione):
- opzione A) tutto il programma euro
36,00 a persona;
- opzione B) tutto il programma,
esclusa
visita al Museo Cervi,
euro 33,00 a persona.
L'importo dell'opzione A)
comprende:
parcheggio in
area recintata, brindisi di
benvenuto e commiato, gara di carte venerdì sera, visite guidate
ed ingressi come da programma, cena del sabato sera.
L'importo non comprende tutto quello che non è esplicitamente indicato.
L'importo sopra indicato dovrà essere versato al momento dell'arrivo alla sede
del raduno.
Menu della cena:
tortelli di zucca e di erbette;
spalla cotta e torta fritta;
cipolline in agrodolce e insalate;
torte tipiche della zona: crostate, sbrisolona ed altre;
acqua, lambrusco, caffè ed ammazza caffè.
CONTATTI
Per le iscrizioni ed
ulteriori informazioni contattare:
- Francesco Bertè e-mail
dicanossa@libero.it tel. 0522874935
cell. 3485653408;
- Arance di Natale O.n.l.u.s. e-mail
arancedinatale@arancedinatale.org fax 0444611184.
NOTA BENE
Il programma del raduno è da considerarsi liberamente accettato e sottoscritto al momento
del versamento della quota di partecipazione e/o dell'invio della scheda di
iscrizione e non è minimamente suscettibile di modifiche da parte dei
partecipanti.
L’associazione non si assume alcuna
responsabilità per contrattempi, imprevisti, ritardi, variazioni di orari e/o date,
insufficiente o mancata prestazione di servizi da parte di persone,
collaboratori e agenzie esterne non direttamente dipendenti dall'organizzazione
tecnica e logistica dell'incontro.
L'accettazione del programma da parte del capo equipaggio, per sé e per tutti i
componenti del suo equipaggio, esonera espressamente l'organizzatore e
l’associazione da
ogni responsabilità in caso di incidenti, danni e furti che si dovessero
eventualmente verificare durante lo svolgimento del raduno.
22.10.2013
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