TODI

Sinistra e Destra: La Piazza del Popolo, con i palazzi medievali del Capitano, del Popolo e dei Priori.

Sinistra: Il Duomo; Destra: Panorama della città (dalla Valle Inferiore).

Sinistra e Destra: Il rinascimentale Tempio della Consolazione.

Sinistra e Destra: Panorama con veduta della Tempio di San Fortunato.

Sinistra: Tempio di San Fortunato, in cui sono custodite le spoglie di Fra' Jacopone; Destra: Il ricco portale gotico della chiesa.

LA STORIA

Posta su un colle dominante la confluenza del torrente Naia nel fiume Tevere, al centro di un suggestivo scenario collinare, la città ha origini antichissime che si perdono nella notte dei tempi. Secondo una millenaria leggenda, la città fu fondata da Ercole che qui avrebbe ucciso Caco e si chiamò inizialmente Ecli (da Ercole=Eracle). Secondo un'altra leggenda fu fondata, invece, dai Veii Umbri nel luogo dove un'aquila, aveva deposto il drappo carpito loro mentre pranzavano. Certo è che già nel V-VI sec. a.C. Tudere (o Tudete), che vuol dire confine, era fiorente centro degli Umbri, posto al confine tra il territorio etrusco e quello umbro. Conquistata da Roma, verso il IV sec. a.C., la città fu ingrandita con la costruzione del teatro, anfiteatro, numerosi templi dedicati alle divinità pagane, le terme ed una seconda cerchia di poderose mura. Insieme a Roma partecipò con un suo contingente alla Battaglia del Trasimeno contro Annibale, in cui la città appariva con il nome di Marzia in onore al dio Marte (come testimoniato dal ritrovamento del 1837 della famosa Statia di Marte, ora custodita nei Musei Vaticani). Nel 89 a.C. la città ottenne la cittadinanza romana, fu Municipio, ascritta alla VI Regione Augustea e alla Tribù Clustumina. Nel 60 a.C. divenne Colonia Julia Fida Tuder con facoltà di coniare moneta propria. Con la caduta dell'Impero Romano, Tuder, grazie alla sua posizione e al suo solido sistema difensivo, fu in gran parte risparmiata dalle invasioni barbariche; nel 757 entrò a far parte del Ducato di Roma quando furono ristabiliti i confini tra il re longobardo Desiderio e papa Paolo I. Dopo i Mille, Todi ebbe un regime feudale e signorile, Libero Comune nel XII sec. fu governata dai consoli fino al 1201 e poi dal podestà. Nonostante fosse impegnata internamente nelle lotte fra le fazioni guelfe e ghibelline ed esternamente contro i Comuni limitrofi di Orvieto, Narni e Spoleto, la città sottomise Terni ed Amelia nel 1208, raggiungendo la massima espansione territoriale. Nel 1237 entrò a far parte della Lega delle città umbre, resistendo nel 1240 agli attacchi dell'esercito imperiale di Federico II, grazie anche alla costruzione di una terza cinta muraria iniziata nel 1209 e di cui oggi si può ammirare quasi per intero la grandezza. Perduta la sua autonomia comunale nel 1367, ad opera di Guglielmo di Grimoard, fratello di papa Urbano V, la città iniziò un lento decadimento passando a varie signorie: i Malatesta di Rimini, Biordo Michelotti, Ladislao D'Angiò re di Napoli, Braccio da Montone, Francesco Sforza ed infine entrò a far parte definitivamente dello Stato della Chiesa. Con l'ascesa all'episcopato del vescovo Angelo Cesi, la città si risollevò dalla grave depressione demografica, successiva alla peste del 1523, che aveva decimato più di metà della popolazione. In quel periodo rifiorirono anche le attività artistiche e culturali con la costruzione di nuovi palazzi e chiese, convogliando nella città artisti provenienti da tutta Italia. Fino al 1860 fu dominio della Chiesa entrò poi a far parte del Regno d'Italia.