la cortina del silenzio

   Quel pomeriggio tracciarono, sotto lo sguardo attento del medico di famiglia, la via immaginaria di tanta sofferenza dove il cibo aveva rappresentato  l'ideale scheletrico, stitico e mortale che aveva reso Marta e la sua  immaginazione di ragazzina appena dodicenne, più accettabile ed amata,  più riconosciuta da un padre schivo e lavoratore.
  Eppure restavano gli interrogativi di un quadro clinico poco rassicurante, anomalo nell'insorgenza e, apparentemente, concluso.
  Il silenzio di oggi racchiudeva l'illusione che tutto si era compiuto e rimaneva, soltanto, l'eco di un evento lontano, indefinito e misterioso nelle  motivazioni come i tanti fatti che accadono, sempre più spesso, a questa  adolescenza irrequieta e controversa, intollerante e solitaria.
   E il velo del silenzio era il margine di sicurezza voluto dai familiari: diventato, un muro impenetrabile che aveva sospeso qualsiasi  ricerca, ricacciando la volontà del medico tra le cose in attesa perché quest'ultimo  conosceva il segreto appuntamento, dove e quando da stabilire,  che avrebbe rianimato i diversi frammenti in un corpo unico, greve,  pigramente, attaccato a quel respiro irrequieto, dall'odore rancido che  sarebbe, nuovamente, iniziato a colare tra le guance inaridite di Marta,  attaccando come colla vischiosa il destino di tutti.
   Ancora una volta la luna sarebbe scomparsa dal suo corpo infertile e i pensieri le avrebbero stracciato la sottile camicia di grasso oggetto delle sue notti insonni e febbricitanti.
   Si sarebbe risvegliata l'aggressività: un movimento incessante di baci e abbracci trasformati, in un crescendo incontrollato di piccoli morsi e strette  soffocanti, scambiate per gesti di affetto e resurrezione e ... "Se mi vuoi bene farai quello che ti dirà la mamma?"
   Allora cadranno le foglie ingiallite d'autunno sull'uscio di casa, come un terribile presagio e i suoi grandi occhi esploreranno la profondità della malattia dalla disperazione dei presenti, mescolando sul suo corpo quel piccolo angolo di provincia: dove consumare, invocazioni, incoraggiamenti,  che le avrebbe dato con il desiderio di far soffrire gli altri, una vaga  sensazione di  benessere.
   Si sarebbe ripetuto il rituale di sempre con il medico di famiglia, il parroco, lo psichiatra, la madrina, i tanti Centri sui disturbi dell'alimentazione e un coro di persone che lei, coriacea e indistruttibile avrebbe digerito  con grande abilità. 
   Con loro Marta avrebbe ravvivato la conversazione sputando pillole, annusando bevande, vomitando, in un miscuglio di conati e depressione, ansia e cibo, delegittimando tutti con un sorriso sofferto e ambiguo. 
   Ma oggi si parla di altro perché la cortina del silenzio, dove le parole cadono senza suono e i gesti sono contenuti e formali, ha esorcizzato ogni  cosa, affidando la malattia a un capriccio d'età.

Corrado  Caso

dal 18 luglio 2002 sul web