A proposito di... Bartolomeo Malatesti. Contestato nel 1922 Frate Bernardino Manzoni Frate Bernardino Manzoni, nel suo "Caesena Sacra" (Pisa 1643, I, p. 72) scrive che Bartolomeo Malatesti è "Pandulphi Malateste Soliani Comitis [...] germanus frater". Questa notizia è infondata, secondo Aldo Francesco Massèra (curatore nel 1922 delle "Cronache Malatestiane dei secoli XIV e XV" nel tomo XV, 2 delle "Rerum Italicarum Scriptores"). Il motivo è spiegato da Massèra nella nota 1 di pagina 105: "nessuno dei Malatesti di Sogliano portò il nome di Pandolfo per tutto il secolo XIV e il XV"; inoltre "il titolo comitale fu concesso loro solo nel 1480". Insomma ci troveremmo di fronte ad una specie di invenzione del Frate Manzoni. Massèra avrebbe potuto verificare la fondatezza della fonte Manzoni, attraverso Luigi Tonini ("Storia di Rimini", IV, 1, pp. 351-356). Ricapitoliamo. Quando Bonifacio IX concede i Vicariati ai Malatesti figli di Galeotto I, Cesena tocca a Carlo Pandolfo (Carlo) detto pure Conte di Sogliano. A Sogliano, il quinto Signore Malatesta VIII scompare nel 1380. La di lui vedova, Agnesina, nel 1389 sposa Bertolaccio Mainardi (cfr. A. Delvecchio, "Le donne dei Malatesti di Cusercoli e Valdoppio" ne "Le Donne di casa Malatesti" a cura di A. Falcioni, Rimini 2005, p. 663), affidando la tutela del figlio Giovanni nato attorno al 1374 ["Non può esser nato più tardi del 1374", L. Tonini, "Storia di Rimini", IV, 1, p. 356] ad un cittadino di Sogliano. Bertolaccio Mainardi è stato podestà di Rimini tra 1381 e 1382, scrive ancora L. Tonini (ib. p. 355). Quindi con il giovane Giovanni, Sogliano è messa sotto tutela del patrizio cesenate Carlo Pandolfo Malatesti, detto da Bernardino Manzoni "Conte di Sogliano". La notizia non è inventata come suppone Massèra, ma rimanda al quadro complessivo descritto ieri da Tonini, ed oggi ben narrato da Delvecchio. Infine, nel II vol. della "Istoria di Romagna" di Vincenzo Carrari (1539-1596), edito da U. Zaccarini nel 2009, a p. 34 si legge che sul finire del 1300 il Castello di Sogliano obbediva al Comune di Cesena. "Riministoria" è un sito amatoriale, non un prodotto editoriale. Tutto il materiale in esso contenuto, compreso "il Rimino", è da intendersi quale "copia pro manuscripto". Quindi esso non rientra nella legge 07.03.2001, n. 62, "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 05.08.1981, n. 416", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 67, 21.03.2001. © Antonio Montanari. [1895, 12.08.2013. Agg.: 12.08.2013]. Mail |