| Fuori Tama 1023 Il povero Tama, astioso ed acido
Qualcuno si è incazzato di brutto per il Tama 1023, "Politica, bancarella dell'usato" (16.01.2011), ed ha scritto al direttore del settimanale "il Ponte" una lettera che riproduco in foto, assieme alla risposta dello stesso direttore.
Mi permetto un piccolo commento. Ho scoperto la lettera andando in edicola stamattina. Non ne ero stato avvertito. Il lettore parla delle "solite astiose, stantie, acide esternazioni del povero" autore della rubrica.
Quel "povero" che m'indirizza, sa tanto di compatimento rivolto ad un mentecatto. Dato che il direttore del "Ponte" Giovanni Tonelli vuole la mia rubrica, ed è responsabile al pari di me anche legalmente del suo contenuto, dico che non merita pure lui la qualifica "povero". Ma se non lo è lui, non lo sono neppure io...
Circa le esternazioni "solite" che mi sono attribuite, il lettore accecato dall'ira non si è accorto che parlavo pure di stretta attualità, come la "strage compiuta in Arizona da un 22enne lettore di Hitler e Marx, per colpire una deputata democratica moderata ebrea, Gabrielle Giffords. Il cui nome era stato inserito dalla signora del partito del tè Sarah Palin nella lista dei politici a cui sparare per lappoggio alla riforma sanitaria di Obama. I seguaci della Palin avevano definito la Gifford un clown, una comunista, una puttana delle lobby".
A questo lettore così fanatico dedico l'immagine della bambina uccisa in quell'attentato. Aveva 9 anni, si chiamava Christina Taylor Green, ed era nata l'11 settembre 2001.
Antonio Montanari (c) RIPRODUZIONE RISERVATA
Il lettore furioso di cui sopra, non è nuovo a queste lamentazioni. Le memorie elettroniche non perdonano. Dall'archivio sbuca fuori un'altra sua lettera, con stesso contenuto ma firma leggermente diversa. Il Dino G. Corzani del 2011 ha tutta l'aria di essere lo stesso Giovanni Corzani del 2002 che così scriveva:
«Scusatemi, ma non posso fare a meno di manifestare la mia delusione per il fondo di A. Montanari "Fuori dai denti" (pag. 18 del 2/6). Non mi pare giusto che un settimanale cattolico possa ospitare un pezzo così banalmente di parte; forse il Montanari crederà di essere spiritoso, ma non si accorge che potrebbe offendere la maggioranza che dopo tutto in democrazia vale ancora, e poi prende in giro un settimanale che dovrebbe costruire per la pace e non scendere nelle meschinità della politica. Distinti saluti, Giovanni Corzani».
Il direttore del giornale, Giovanni Tonelli, rispondeva:
«Gentile lettore, occorre sempre distinguere fra un articolo di fondo e uno di satira. La satira è pane di democrazia. Non censurerò la penna di Montanari con un governo di centrodestra, come non l'ho fatto con uno di centrosinistra. Forse, allora, lei si era sentito più in sintonia, oggi meno. Del resto l'aver votato una parte non significa identificarsi con tutto ciò che quella parte propugna e dice. Nessuno di noi cattolici concede, a destra o manca, deleghe in bianco. Dunque un po' di ironia e satira può esserci solo salutare.»
La pietra dello scandalo era questo testo che riproduco:
Tama 829. Fuori dai denti Italiani, Italiane. Sono il capo del Governo Silvio Berlusconi. E' la seconda volta che mi rivolgo a voi, con il legittimo orgoglio di una Patria comune e di un comune conflitto d'interessi. La prima volta fu quando v'inviai lo strumento per calcolare il cambio fra la lira e l'euro. A proposito, dove l'avete nascosto? Non ne ho visto nessuno in giro. E pensare che è costato tanto alle vostre tasche, quel mio dono natalizio. Questa mia seconda lettera è indirizzata soltanto ad una parte di voi, a quelli che abbisognano di una dentiera, che io prometto, garantisco e fornisco affinché chi di essa sarà dotato possa meglio servire alla causa nostra e del Paese: azzannare con immacolate protesi i nostri nemici invisibili. Voi vi chiederete a questo punto molte cose. Io vi rispondo prima che esprimiate le vostre parole. Ho il dono della profezia. Voi volete sapere come si fa a combattere contro i nemici invisibili (parole sante, prese di peso da un carosello televisivo): ed io vi rispondo che, dopo le dentiere, vi fornirò, se ne avrete bisogno, pure di un bel paio di lenti adatte allo scopo. Così i nemici non saranno più invisibili, ma vi appariranno in tutta la loro pericolosità. Voi ardete anche dal desiderio di conoscere perché mai il governo debba occuparsi di dentiere, in mezzo a tante questioni che urgono sul piano nazionale ed internazionale, politico ed economico, meteorologico ed enigmistico. La verità è una sola. Noi abbiamo ereditato ventimila miliardi di carie, di cattive otturazioni, di ponti crollati, di denti da latte lasciati crescere senza alcuna cura dai passati governi che non hanno coltivato l'igiene della bocca ma il veleno della lingua, disprezzando le sane risorse politiche che il gusto della polemica, l'estremismo della piazza, l'incoscienza dei macellai sostenitori della vecchia maggioranza (quanti pezzi d'osso nascosto per frode nella carne hanno portato alla rovina innocenti vecchietti), hanno creato un sistema insostenibile. E quando dico insostenibile so quello che dico, anche se contrasta con quello che penso: l'istanza della dentiera di Stato a cui mi ha costretto l'emergenza presente, è un principio che s'oppone alla fede politica ed al credo economico che ho sempre professati: libero dente in libero digerire. Un unico timore ho: i comunisti con le mie dentiere non torneranno a mangiare i bambini? Dopo il presidente operaio, vi saluta il presidente dentista.
Ecco l'articolo incriminato. Tama 1023, 16.01.2011 Politica, bancarella dell'usato
I politici non sono bugiardi. Soffrono di amnesie e si offrono alle bugie. Mai fulminati sulla via di Damasco, cercano sempre una via d'uscita. Se governano, si credono infallibili. Prendono per inganni e tradimenti le divergenze dei compagni d'avventura. Pardon, dei colleghi di viaggio. La parola compagni è ormai un raro oggetto che soltanto il nostro premier scova nelle bancarelle dell'usato e ripropone ai comizi. B. ci aveva messo poco a convincere i suoi elettori: la crisi economica italiana era psicologica e frutto di disinformazione. Poi aveva rovesciato il discorso: grazie a lui, ne eravamo usciti senza esserci entrati. Potevamo stare tranquilli. Ma Tremonti, con quel perfido sorriso da tignina, proprio il giorno della Befana ha diffuso la voce che la crisi non è finita, e che siamo messi male: è come un videogioco con tranelli che non finiscono mai. Dove l'avrà letto? Quando nel 2008 parlò di fine non del mondo ma di un mondo, ricopiò da un editoriale di Domenico Siniscalco sulla Stampa del 7 luglio intitolato "Oltre la crisi globale". Sai la felicità di B. già abbattuto per l'articolo di fondo di Capodanno, firmato sul Corrierone da Mario Monti: l'Italia è stata rovinata da due illusionismi, la dottrina di Marx e la personalità di Berlusconi. Il sabato dopo, la Stampa rincarava la dose. Il capo del governo non era andato a Reggio Emilia per la giornata del Tricolore, celebrata dal capo dello Stato. Marcello Sorgi invitava il premier a rompere il suo rumoroso silenzio sui 150 anni della nostra Unità, e a dire come la consideri. Con minor eleganza, Ugo Magri spiegava che nel pensiero debole di B. sta il segreto del suo potere: tace quasi sempre, con l'eccezione del discorso alto e nobile del 25 aprile 2009 ad Onna. Il massimo della sfortuna è toccato a Sandro Bondi. Domenica 9 sul Corrierone ha lanciato la proposta di intese bipartisan guardando ad Obama. Nelle stesse ore l'attenzione era attirata dalla strage compiuta in Arizona da un 22enne lettore di Hitler e Marx, per colpire una deputata democratica moderata ebrea, Gabrielle Giffords. Il cui nome era stato inserito dalla signora del partito del tè Sarah Palin nella lista dei politici a cui sparare per lappoggio alla riforma sanitaria di Obama. I seguaci della Palin avevano definito la Gifford un clown, una comunista, una puttana delle lobby. Lo scorso ottobre B. promise: Daniela Santanché sarà la nostra Palin. La ammirava pure il liberale Piero Ostellino. [1023] Antonio Montanari (c) RIPRODUZIONE RISERVATA
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