Sant'Angelo in Vado è una località posta lungo la strada che da Sansepolcro porta ad Urbania. In quella alta valle del Metauro che tra XII e XVI secolo "era compresa nella provincia della Massa Trabaria, i cui confini si estendevano dalle valli del Marecchia, del Foglia e del Metauro, a est di Sansepolcro, nel versante adriatico dell'Appennino". Così Anna Falcioni scrive nell'introduzione al volume sulle 70 pergamene di Sant'Angelo, curato assieme a Giambattista Fania, per gli "Studi Montefeltrani".

Fania le ha trascritte con rigore scientifico, aggiunge Falcioni, precisando: questo materiale, che si dipana dal 1230 al 1582, ci trasmette un'immagine inedita "del paesaggio agrario di Sant'Angelo in Vado e della Massa Trabaria nonché delle istituzioni religiose locali", soprattutto del Monastero dei Servi di Maria.
Risale al 1389 la "breve parentesi di dominazione malatestiana, non è chiaro se per vittorie ottenute sul campo o per ricompensa dei servizi offerti alla causa pontificia".

Molto interessante è l'esame dell'intrecciarsi dei fattori politici e religiosi con quelli economici della zona, posta strategicamente sulle grandi vie di comunicazione che portano verso est a Sansepolcro, verso sud ad Orvieto (per Viterbo e Roma) e Perugia (e attraverso Foligno e Spoleto sempre a Roma).



© by Antonio Montanari / "Il Ponte" Rimini, 2010