Antonio Montanari
1997, la mafia russa
Autorità Preposte e fenomeni malavitosi


Per il Prefetto di Rimini niente «problemi di mafia russa».

Alé, oh oh! Finalmente anche i grandi giornali locali dicono quello che un piccolo cronista come me ha qui osservato nel lontano 1990. Il ricordo, che mi obbliga ad un'autocitazione, nasce dalla lettura di un articolo di fondo di Pietro Caricato, apparso sul «Corriere Romagna» del 22 ottobre scorso, e dedicato al tema dell'ordine pubblico.

Caricato scrive che per il Prefetto di Rimini «non esistono problemi di mafia russa» sul nostro territorio, mentre Pino Arlacchi, vicesegretario dell'Onu «sostiene che la mafia russa fa investimenti in Riviera». Aggiunge Caricato: se il nostro sindaco Chicchi «dice di sapere che la mafia [nazionale] gestisce le bische clandestine, l'usura e lo spaccio» della droga, il presidente dell'Antimafia Del Turco «afferma candidamente che "l'Emilia Romagna ha una dose di criminalità organizzata ma non la mafia"».

Le righe di Caricato mi hanno fatto pensare a quanto ho pubblicato appunto nel 1990, polemizzando con l'allora Questore di Forlì, sostenitore della tesi che «Rimini non è Palermo». Il lettore potrà trovare quell'articolo a pag. 45 di «Quanto basta» (1992). In esso, riprendevo il caso di uno slavo omicida arrestato a Riccione per un furto d'auto: nessuno, neppure a Rimini, si accorse di chi si trattasse. Al processo, lui accettò sorridente la condanna, prima di ottenere la giusta libertà provvisoria. Per poter ammazzare, sembra, altre sei persone in due tornate. Concludevo l'articolo: «Questo slavo aveva una base tra Santarcangelo e Rimini, dove era stato già arrestato in precedenza. Secondo il suo avvocato, è un tipo che si nota bene, per avere "il petto coperto da spaventose cicatrici". Per pudicizia, carabinieri e poliziotti non lo hanno mai fotografo.

Aggiungo ora la citazione da un libro che ho appena finito di scrivere e che uscirà il prossimo mese, la storia del «Ponte» tra 1987 e 1996. Nella cronaca del 1996, a pag. 264 c'è un accenno allo stesso slavo che «sostiene di esser stato liberato dal carcere di Rimini nel 1990, grazie all'aiuto dei poliziotti della banda della "Uno bianca"».

Come il signor Questore di Forlì nel 1990, anche oggi le Autorità Preposte sembrano sottovalutare i fenomeni malavitosi. Se la prendono con il sindaco Chicchi, accusandolo di voler fare lo sceriffo o il «Giuliani» [sindaco di Nuova York] di Romagna. Certe affermazioni delle stesse Autorità sembrano i bollettini del tempo dell'estate, quando per favorire il turismo, spesso si riducono le piogge a nuvole passeggere. Alé, oh oh! Siamo tutti allegri e contenti.

Antonio Montanari, Tam Tama 652, il PONTE, n. 39 [2 novembre 1997]

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