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il Rimino - Riministoria

Cretini al corteo di Milano

Un cretino isolato merita compassione, due cretini assieme possono consolarsi tra loro, tre costituiscono già una specie di associazione a delinquere. Se poi arriviamo al corteo di cretini, Dio ce ne scampi e liberi, come hanno dimostrato quelli di Milano che hanno contestato la signora Letizia Brichetto Moratti, attuale ministro della Pubblica Istruzione, mentre sfilava per il 25 aprile accompagnando il padre, Paolo Brichetto Arnaboldi, un partigiano decorato con due medaglie, una d’argento e l’altra di bronzo, ed internato a Dachau. Poi quei cretini hanno bruciato una bandiera d’Israele: infatti sfilavano anche alcuni rappresentanti della brigata ebraica che hanno combattuto tra le truppe inglesi nella campagna d’Italia, contribuendo alla liberazione del nostro Paese dai nazi-fascisti.

Il neo deputato di Rifondazione onorevole Francesco Caruso ha tirato in ballo Sandro Pertini per quel suo motto «Libero fischio in libero Stato» che il giovine ha riproposto come giustificazioni per le grida dirette al ministro. Pertini non può rispondere, ma immaginiamo che se potesse farlo ricorrerebbe ad un sostanzioso turpiloquio rivolgendosi direttamente all’onorevole collega Caruso. I cretini non sono mai adulti. Gli adulti vaccinati possono invece chiedere alla signora Letizia Brichetto Moratti nella sua veste di esponente politico della maggioranza, dove abbia trovato i due milioni di voti che lei assicura di aver contato in più rispetto ai concorrenti che hanno vinto le elezioni: lo ha detto dialogando con la signora Bignardi in una delle «interviste barbariche» su La7. La signora Brichetto Moratti che sfila a Milano spingendo la carrozzella su cui siede suo padre, ha il diritto del massimo rispetto, anche se è candidata a sindaco della sua città.

Stiamo tornando indietro ad una situazione di trent’anni fa quando in una assemblea il gesto di chiedere la parola veniva accusato da qualche spiritoso barbuto come espressione di saluto romano. In questi trent’anni molti che usavano il pugno chiuso adesso sono lì a godersela con quelli che rimpiangono il saluto romano, ed hanno nostalgie passatiste senza consapevolezza della Storia.
Credo che una lezione di civiltà possa essere impartita a tutti da una donna dal cognome celebre: Barbara Berlusconi, sempre in una «intervista barbarica» con la signora Bignardi, ha espresso le sue opinioni in tono oscillante tra il timido e riservato (giustamente, quando si parlava di suo padre) ed anche una ben precisa consapevolezza quando si parlava delle trasmissioni televisive che quelli di casa sua (fratello e sorella) mandano in onda e che lei non approva. Se i meriti dei figli non possono diventare pregi dei padri come per la signorina Barbara, nello stesso modo gli errori dei figli (nella fattispecie la signora Brichetto Moratti) non possono permettere l’oltraggio ai padri come avvenuto al corteo milanese del 25 aprile. Altrimenti c’è una barbarie politica che non è quella ironica delle interviste della signora Bignardi. E che purtroppo è già stata sperimentata in tutte le sue forme nel secolo scorso. [957]

Antonio Montanari


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