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di antonio fabbri

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Tracce di vita

Una riga rosso sangue taglia a metà lo schermo bianco di una lavagna, riempiendosi a poco a poco con le ultime tappe della vita di una persona. Quella sottile linea temporale, segnata da annotazioni nel procedere dell'indagine, contiene le poche tracce che la persona ha lasciato prima di dileguarsi. Quando la squadra dell'FBI entra in azione, ancora non è chiaro se lo scomparso sia stato vittima di un rapimento o di un omicidio, oppure se è semplicemente fuggito o partito. Si è comunque eclissato dalla propria vita, lasciando dietro di sé labili indizi e portandosi via il senso di una sparizione ancora in attesa di definizione. L'indagine inizia infatti quasi sempre senza che sia ben chiaro il motivo di quell'assenza improvvisa, se quella negazione agli altri e alla quotidiana normalità sia criminale, imposta o subita, oppure volontaria. L'unico certo punto di partenza è l'inaspettata e apparentemente immotivata scomparsa, quella imprevista soluzione dell'ordinaria continuità che origina il punto interrogativo da cui si dipana ogni vicenda.
Creata da Hank Sheinberg e prodotta da Jerry Bruckheimer, Senza traccia (alla quinta stagione negli Stati Uniti, alla terza su RaiDue) ha una struttura episodica marcata con un caso per puntata. Dopo la breve presentazione del protagonista e la sua scomparsa, ogni episodio si articola nell'interrogatorio di amici e familiari per far luce sulla ragioni di quella sparizione e sulla sua stessa natura. I resoconti vengono accelerati e resi visibili da flash-back, non sempre veritieri, spesso successivamente riproposti nella versione corretta. E il ritratto polifonico del protagonista, la cui scomparsa è visivamente resa da una dissolvenza che lascia inalterato l'ambiente, si definisce strada facendo, ad intermittenza, col variare delle versioni e l'approssimarsi alla verità, sfrondata dalle false apparenze, dai segreti e dalle menzogne. Gli agenti si addentrano così nei meandri spesso inconfessabili di un'esistenza dalla normalità soltanto apparente e che solo l'improvvisa eclisse rende evidente. La squadra dell'FBI deve rintracciare un ambiguo fantasma, deve ridefinire la vera immagine di una persona riconsiderando il tessuto illusoriamente coeso di un'esistenza per scomporne e rileggerne l'ordito sotto la luce inedita determinata dalla sparizione, evento adesso rivelatore di una vita che si dischiude a poco a poco, lasciando trapelare privati inferni e sotterranee inquietudini.
Poiché con il procedere delle ore diminuiscono sensibilmente le possibilità di ritrovamento, l'unità capitanata da Jack Malone è in perenne lotta contro il tempo tanto che ogni racconto è contrappuntato dalla segnalazione visiva del progredire delle ore dal momento della scomparsa. Scandita dall'incedere temporale e priva di momenti morti, la puntata procede spedita verso la risoluzione - cangiante a seconda della situazione - in un viaggio a ritroso dentro una vita, diventa la ricostruzione del passato prossimo per capire il presente di una persona, con la necessità di riordinare e dare significato ad eventi avvenuti per anticipare quelli futuri. Il tempo è infatti l'avversario dell'Unità Persone Scomparse così come il suo inevitabile alleato, l'unica vera scena del crimine da cui trarre elementi d'indagine e quanto l'antagonista con cui scontrarsi. Il tempo fluisce incessante e ambiguo, diventa un magma superficialmente insensato che intrappola e logora gli investigatori.
Drammaticamente tesa, Senza traccia è un serial investigativo d'impianto classico con prevalenza dei dialoghi, negli interrogatori dei testimoni e nelle ricostruzioni o intuizioni risolutive degli agenti, è una serie basata su una drammaturgia prevalentemente psicologica che non aliena l'azione o la tensione e quasi è mai conciliante nei finali. Fotografata con neri profondi e macchie di luce che non cancellano una generale cupezza, ogni puntata ha per protagonisti ricorrenti agenti federali dall'apparente freddezza il cui efficiente e serrato gioco di squadra è determinante per la soluzione. Vestiti di completi dai toni prevalentemente scuri, Jack Malone e i colleghi sembrano inizialmente solo i semplici veicoli dell'indagine, il necessario presupposto per ogni racconto. I loro personaggi stentano a stagliarsi con individualità marcate perché si definiscono molto lentamente, con lo sviluppo delle stagioni televisive. Parca nell'approfondire in primo piano le rispettive psicologie, la serie lascia trapelare soltanto sporadicamente, e sempre ai margini dell'inchiesta in corso, dettagli e spunti significativi, fa intuire progressioni e sviluppi dei reciproci rapporti, le tensioni o le attrazioni, con sfumature lievi, con una successione di slittamenti comportamentali costruiti grazie ad un notevole gioco di recitazione quasi mai apertamente riflesso nei dialoghi.
Queste variazioni minime e pudichi accenni, illuminanti a posteriori, diventano eloquenti solo nella loro somma sino a diventare improvvisamente manifesti con l'evidenza ingannevole di colpi di scena. Eppure le tracce, seppur dosate omeopaticamente, sono state disseminate nel passato degli episodi, nella linea temporale dell'intera stagione trascorsa, sebbene si concretizzino soltanto in momenti catalizzatori. Si ribadisce così la struttura stessa della serie, l'ingrediente cronologico e la necessità di una ricostruzione retrospettiva di quanto avvenuto sino ad un episodio sintomatico che ne svela appieno l'entità e la cui flagranza è solo illusoria mentre trova senso e giustificazione nella valutazione complessiva, in una visione d'insieme dei singoli indizi che colmino le lacune. Come quelle inquadrature che intercalano gli episodi e celano le ellissi (e gli iati pubblicitari), le riprese di una New York spesso notturna, sorvolata dall'alto e quasi indifferente ai dolori dei suoi abitanti, ma che a ben guardare ne comprende tutte le vite.
Solo dalla seconda stagione in poi, e con più evidenza nella terza, le vicende personali degli agenti assurgono al primo piano, definendo una continuità narrativa orizzontale che arricchisce Senza traccia di uno spaccato privato teso e drammatico, indipendente dai casi esaminati ma non esente da interferenze e con una costante e spesso dolorosa ridefinizione dei reciproci rapporti tra i personaggi.

     (tutti i testi sono proprietà di antonio fabbri)
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