visione
critica recensioni di cinema, serie tv, televisione, altro... di antonio fabbri |
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Shutter Island di Martin Scorsese |
Di Caprio, novello feticcio scorsesiano, ha ormai il volto del tormento, travasato identico in altre pellicole. Ed è nella figura ponte dell’attore, assieme a somiglianze narrative evidenti, che Shutter Island offre un parallelo evidente col coevo Inception, sin dalla semplice familiarità del volto protagonista. In entrambi i film Di Caprio si trova a muoversi tra diversi scardinamenti della realtà, percepita come vera nella sua finzione assolutistica, in un ambiente in costume (il dopoguerra in scorsese e il retro-futurismo di Nolan), tormentato dal fantasma della moglie e ossessionato dal destino dei figli. In questa complicata costruzione di un metafora cinematografica totalizzante, il personaggio di Di Caprio opera una uguale e irrisolta scelta della finzione, esibita di Shutter Island, soltanto suggerita in Inception, che fa terminare i due film sul preludio della perdita definitiva di sé con la resa incondizionata alla immaginazione di un mondo migliore. |
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