visione critica
 recensioni di cinema, serie tv, televisione, altro...

di antonio fabbri

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(500) giorni insieme
di Marc Webb

 Non splende quasi mai il sole nel film di Marc Webb, a dispetto del titolo (500 Days of Summer), sulla storia d’amore dei suoi protagonisti bloccati in una perenne mite mezza stagione. E la Los Angeles in cui è ambientata non brilla per luoghi noti, si camuffa con il romanticismo che siamo soliti associare a New York, nasconde i suoi pochi edifici riconoscibili per trafugare momenti di confidenza in angoli di verde nascosti tra fiumi d’asfalto. Film spaesato e ingannevole, (500) giorni insieme non si vuole una commedia romantica, perché non ne ha l’esito scontato, non pretende di farsi cronaca di un amore perché non ne possiede l’andatura cronologica. Tra i continui e postmoderni salti nel tempo, avanti ed indietro a cercare i momenti di bellezza all’interno del rancore, per trovare la falla nell’apparente pienezza, il film brilla per stile e armonia, a dispetto del sole che latita ad illuminare una felicità che si sottrae progressivamente. Perché non tutte le storie sono condivise e di fonte al muro non si può che andare a sbattere, con eleganza o con disperazione, per rassegnazione o per tormento, o, semplicemente, alternando i vari sentimenti alla ricerca di una spiegazione assente ma con le orecchie immerse in un mondo di suoni e canzoni che mitighi il furore e il dolore. E poi andare oltre.

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