Perieghesis

Viaggio nella storia del paesaggio agrario del Tarantino

La raccolta dei prodotti naturali

Parole chiave: Immagini, rural landscape history, storia del paesaggio agrario, flora, macchia mediterranea, feudalesimo, signoria agraria, demani, usi civici, paludi, saline, trulli, caccia, fiumi, allevamento, Taranto, Puglia, Italia meridionale, gravine, masserie, edilizia rurale

La raccolta della legna

Un diritto naturale

Il legno costituiva l'unico combustibile largamente utilizzato per la cottura dei cibi e per il riscaldamento degli ambienti domestici, oltre ad avere moltissimi altri impieghi nell'edilizia e nella produzione di manufatti di largissimo uso. 
In un contesto ecologico radicalmente trasformato sin dalla preistoria l'approvvigionamento della città di Taranto e degli altri centri abitati ha di frequente incontrato problemi di scarsezza di materia prima. 
Nel complesso il Tarantino era, almeno sin da Età Moderna, importatore netto di legname.
La raccolta della legna degli alberi spontanei da parte della popolazione costituiva originariamente una attività libera, su base consuetudinaria (il cosiddetto legnatico), anche se in alcune epoche era stata sottoposta a tassazione da parte dello Stato

La volta di molti edifici minori era costituita da una incannicciata, fabbricata con l'impiego di canne e travi di legno, al di sopra della quale si stendeva uno strato di fango argilloso e, a contatto con l'esterno, la copertura di tegole (imbrici)

Sommario:

La raccolta della legna

Un diritto naturale

Le limitazioni

Il lavoro

Le altre attività

 

Le limitazioni

Nel Medioevo la scarsezza della risorsa-bosco e le pressioni di signori e di feudatari, che cercavano in tutti i modi di limitare ancestrali diritti per poter sfruttare più adeguatamente le risorse territoriali, condussero alla formulazione di regolamenti ed a crescenti limitazioni. Una delle norme più frequenti ammetteva, ad esempio, di legnare a secco, la raccolta, cioè, della sola necromassa caduta dagli alberi, e vietava esplicitamente di legnare a verde, di poter cioè tagliare rami vivi
Un'altra limitazione prevedeva che la raccolta della legna potesse esercitarsi solo per alcuni periodi dell'anno, mentre per la restante parte il bosco rimaneva chiuso alla fruizione pubblica. Si parlava in questi casi della cosiddetta parata, che, trattandosi in genere di querceti, veniva data in locazione per la grassa dei maiali).
Le crescenti limitazioni si tradussero in un evidente peggioramento delle condizioni di vita quotidiana delle popolazioni, soprattutto per le fascia più povere, che non avevano altro modo di approvvigionarsi se non quello della raccolta diretta. 

Il lavoro

In ogni centro abitato, ma soprattutto nei maggiori,esistevano persone  che della raccolta della legna facevano la propria professione (i cosiddetti macchiaruli); questi provvedevano al taglio dei rami, sistemavano la legna sui propri carretti e li conducevano ai mercati
La legna poteva essere utilizzata tal quale raccolta, ma spesso la si sottoponeva ad un processo di combustione parziale; la carbonella, che se ne ricavava costituiva un prodotto più facile da conservare e meglio trasportabile. 

La necessità di ricorrere al mondo vegetale per l'approvvigionamento di materie prime e di alimenti ha ispirato quell'insieme di conoscenze e di pratiche che informano la cultura delle piante.Tale patrimonio, unanimemente condiviso, si è venuto consolidando nel corso di secoli secondo modalità che sfuggivano per lo più alla moderna criteriologia scientifica. Si passava quindi  dalla primitiva attività dei macchiaruli e dei carbonai alla abilità degli artigiani che fabbricavano panieri e nasse, ai guaritori (masciari), padroni dei segreti medicinali gelosamente custoditi all'interno delle piante. 
Nelle immagini dall'alto e a sinistra: un Lentisco (la migliore pianta per la produzione di carbonella) di insolite dimensioni arboree, un Giunco (adoperato per la preparazione delle nasse per la pesca) e due piante medicinali: la Camomilla, di largo impiego familiare, e la Mandragora, che rappresenta, con tutta probabilità, la pianta che più ha ispirato miti e leggende. 

Le altre attività

Altri prodotti naturali che in qualche maniera contribuivano all'economia domestica erano le erbe commestibili (foglie), alcuni frutti selvatici (come i corbezzoli, cioè i russoli), i funghi, gli asparagi e le ghiande (per l'allevamento domestico del maiale).
Molte piante avevano un utilizzo medicinale, per cui erano ricercate e  raccolte da persone esperte nel loro riconoscimento e da questi rivendute agli speziali.
Tra le piante più largamente utilizzate nella preparazione di manufatti ricordiamo i giunchi (adoperati, ad esempio per la preparazione delle nasse) e le canne.
Tra i moltissimi impieghi delle canne ricordiamo la fabbricazione dei sostegni per la vite (la cosiddetta uva inganno, od impalata), dei panieri e dei cannizzi (per seccare i fichi). Le canne erano, tuttavia, utilizzate diffusamente anche in edilizia, per approntare le coperture ad incannicciata

 

26 gennaio 2002 09:09

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