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Viaggio nella storia del paesaggio agrario del Tarantino

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Le cappelle delle masserie

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Le funzioni

La masseria costituiva un importante punto di aggregazione per moltissime persone, specie per le molte ospitate durante momenti particolarmente critici del ciclo agrario, come la mietitura e, soprattutto, la raccolta delle olive (si trattava in questo caso prevalentemente di donne con al seguito i rispettivi bambini): in taluni casi il loro numero poteva giungere sino a centinaia. Provenendo spesso da località anche molto lontane, come la regione del Capo di Lecce e l'Alta Murgia, la loro permanenza in masseria si prolungava anche per alcuni mesi; fra i problemi così posti vi era anche quello di dover provvedere allo svolgimento delle funzioni religiose

Sommario:

Le funzioni

Cappelle e masseria

Non solo chiese

 

wpe74838.gif (43847 bytes)La chiesa di San Michele a Triglie (Crispiano) fu eretta agli inizi del '700, probabilmente su un edificio sacro di età medievale, se non antico, in uno dei punti nevralgici della struttura viaria ed insediativa del Tarantino. Accanto ad essa passava infatti un'importante via istmica per l'attraversamento della Murgia e tutt'intorno si estendeva un vasto insediamento rupestre, nel quale era localizzato almeno  un altro luogo di culto, dedicato a San Giuliano. Si inserisce all'interno delle molte testimonianze del culto micaelico nel Tarantino.

Le cappelle e le masserie

 

La semplice ma suggestiva cappella di masseria San Demetrio (Taranto) wpe53926.gif (60851 bytes)

 

Il riscontro di cappelle all'interno delle masserie è un evento relativamente recente nella storia evolutiva di queste strutture.
Raramente, infatti, queste cappelle preesistevano alla nascita dell'azienda o nascevano insieme alle strutture produttive; il più delle volte, invece, la loro edificazione è da porsi fra il '700 inoltrato e l''800
Questo fenomeno si inserisce quindi nella lunga stagione di ristrutturazione edilizia in funzione residenziale e di rappresentanza che caratterizza non solo la storia della masseria del Tarantino di quel secolo,ma anche i casini di campagna che andavano edificandosi nei poderi vineati di San Donato, Lama e Talsano. Fondando la cappella il proprietario della masseria si impegnava nel contempo ad assicurare una annuale somma di denaro, sufficiente per il mantenimento delle suppellettili della chiesa e per pagare i servigi del prete, che settimanalmente si vi si recava per celebrar messa e somministrare i sacramenti. A garanzia di questa cifra egli impegnava parte dei fondi della masseria. 
L'arredo interno di una cappella era relativamente semplice, e comprendeva l'altare con i relativi arredi sacri, quadri,affreschi o tempere recanti le immagini dei santi cui l'edificio era dedicato (si trattava in genere di figure molto vicine alla religiosità popolare, fra cui particolarmente diffusa quella della Vergine del Carmelo: frequentemente di fattura naive, talvolta invece per la loro esecuzione venivano incaricati gli artisti più in voga) e le panche per il pubblico.   

Alcune cappelle manifestano, nell'architettura e nelle decorazioni, una chiara volontà distintiva. Si tratta in genere di strutture appartenenti a famiglie eminenti, come le cappelle di masseria  Calvello (Crispiano), Felice (Statte) e Badia (Taranto). 

Non solo chiese

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La lapide affissa all'ingresso della cappella di Masseria Giranda ricorda quanto complesso fosse il ruolo della chiesa e della religiosità all'interno della società agricola

Le cappelle riassumevano in sé molto del complesso vissuto del vivere in masseria. Non sorprende quindi il fatto che la storia di molte di esse sia costellata di episodi romanzeschi, come quelli riferentisi al diritto di asilo di cui esse, come tutte le chiese, godevano. Molto spesso, quindi, vi si ritrovarono a vivere, anche per anni, poveracci inseguiti dai creditori o perseguitati dai funzionari del fisco, ma anche assassini più o meno occasionali. Ciò durò sino al concordato stipulato fra Stato e Santa Sede nel 1741, che previde un formale assenso regio alla erezione di nuove cappelle rurali e negava loro in ogni caso il godimento del diritto d'asilo. 
Alcune cappelle, le più antiche in genere, rispondevano, infine, a logiche tutte interne al gruppo nobiliare promotore della erezione, come quelle che erano sede di benefici ecclesiastici

17 dicembre 2001 00:07

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