Rilevamento Geologico dell'area circostante Sega di Ala

Cap. 4 - TETTONICA

4.1 - Inquadramento regionale

L'altipiano dei Monti Lessini rappresenta l'estremo settore meridionale delle Alpi Meridionale (Sudalpino).

Le Alpi Meridionali sono quella parte della catena Alpina che si trova a Sud del Lineamento Periadriatico o Insubrico, un fascio di linee tettoniche che separa il settore sud-vergente (Sudalpino) da quello nord-vergente (Austroalpino).

Le Alpi Meridionali corrispondono alla porzione del margine continentale Africano che maggiormente è avanzato verso Nord (CASTELLARIN & VAI, 1982).

Nel Permo-Trias, tutto il settore Sudalpino è stato interessato da una tettonica distensiva che ha portato alla formazione di Horst e Graben i quali hanno poi condizionato la sedimentazione successiva (DOGLIONI, 1987).

Dopo un evento vulcano-tettonico che nel Triassico ha interessato le Dolomiti, nel Giurassico si instaura una nuova fase di rifting che, nuovamente, ha condizionato la sedimentazione.

Nel Sudalpino l'orogenesi alpina ha inizio nel Cretaceo superiore con sovrascorrimenti Sud-vergenti di direzione E-W, testimoniati però solamente nel settore Lombardo; nel Paleogene (epoca Mesoalpina) le deformazioni avvenute sono state quelle collegate al fronte Dinarico (sovrascorrimenti SW-vergenti che però interessano solo il settore più orientale). In epoca Neoalpina (Neogene e Quaternario) altre deformazioni Sud-vergenti hanno coinvolto la regione, provocando, nell'area dolomitica, un sollevamento di circa 3-5 km (DOGLIONI, 1987).

La zona Dolomitica-Lessinea risulta essere il settore meno deformato della catena sudalpina (CASTELLARIN & VAI, 1982).

4.1.1 L'Altipiano dei Lessini

Il gruppo dei Lessini è posizionato sul margine occidentale della ruga di Trento.

L'altipiano dei Lessini è delimitato ad Ovest dal sistema tettonico della Linea delle Giudicarie (direzione NNE-SSW) e ad Est da quello della Linea Schio-Vicenza (direzione NW-SE).

L'assetto tettonico dell'altipiano dei Lessini si presenta relativamente semplice. Esso è interessato principalmente da deformazione per faglia e, solo in subordine, da pieghe (CORSI & GATTO, 1964).

Gli strati rocciosi sono disposti con una giacitura sub-orizzontale e con una pendenza generale verso sud o sud-ovest; è presente una scarpata denominata Flessura Corno d'Aquiglio - Monte Belfiore ("piega a ginocchio" Auct.) accompagnata da pieghe ad ampio raggio di curvatura. La flessura ha l'asse orientato circa E-W, come anche le pieghe ad essa associate (ARTONI & REBESCO, 1990).

Tutto l'altipiano è solcato dalle faglie del sistema tettonico della Linea Schio-Vicenza, che presentano una orientazione circa NW-SE; ad esse si aggiungono faglie con direzione variabile da NW-SE fino a NE-SW. Queste faglie sono per lo più faglie verticali o sub-verticali e presentano rigetti sia orizzontali che verticali, legati ad una tettonica polifasica (ARTONI & REBESCO, 1989).

In questo modo l'altipiano viene a trovarsi suddiviso in molti blocchi che hanno subito movimenti verticali differenziali talora accompagnati da basculamenti; la struttura, che si può definire ad Horst e Graben, si è prodotta durante l'evento distensivo Paleogenico, contemporaneamente al vulcanismo, con il quale appare collegato; va infatti ricordata la relazione che esiste tra le linee di frattura ed i corpi vulcanici (camini e filoni), che spesso appaiono allineati o allungati lungo le stesse faglie: ciò è chiaramente dovuto al fatto che la presenza di una fascia già disturbata dalla tettonica facilitava l'intrusione dei materiali vulcanici (CORSI & GATTO, 1964).

Il margine occidentale dell'altipiano dei Lessini è interessato anche da alcune faglie appartenenti al sistema tettonico della Linea delle Giudicarie e che ne rappresentano la terminazione orientale (vedi la Faglia del Monte Pastello; ARTONI & REBESCO, 1990).

Il fascio della Linea della Giudicarie viene variamente interpretata dagli Autori: per alcuni, infatti, esso avrebbe avuto un prevalente ruolo transpressivo a partire dall'evento eoalpino (Cretaceo superiore; DOGLIONI & BOSELLINI, 1988), durante l'Eocene (AVANZINI, 1992) o, infine, durante il Miocene superiore (ARTONI & REBESCO, 1990). Per altri, invece, esso avrebbe avuto un ruolo distensivo fino all'inizio del Terziario, mentre movimenti compressivi o transpressivi sarebbero limitati al Serravalliano-Tortoniano (Miocene medio-superiore; CASTELLARIN et al., 1988).

Volendo ricordare anche i movimenti neotettonici si può dire che durante gli ultimi 5 milioni di anni tutto l'altipiano si è mantenuto in continuo sollevamento (ZANFERRARI, 1982); questa tendenza è presente ancora oggi ed è la causa della "freschezza" di alcune scarpate di faglia continuamente soggette a movimento: l'esempio classico è quello del Vajo dell'Anguilla, nei Lessini medio-bassi, a Sud della zona rilevata (SAURO, 1978).

4.2 - Tettonica locale

Per quanto riguarda la zona di Sega di Ala, vi sono due faglie importanti e almeno altre due di carattere secondario. Nell'angolo sud-occidentale della carta geologica di questa Sottotesi di Rilevamento, è presente un breve tratto della Faglia del Monte Pastello, appartenente alla fascia di deformazione della Val d'Adige (ARTONI & REBESCO, 1990); essa fa parte del sistema giudicariense ed è una faglia inversa che ha portato le formazioni del Giurassico medio (Oolite di S. Vigilio) a sovrascorrere sopra il Biancone del Cretaceo inferiore, con direzione di trasporto ESE.

Circa 1 km ad est di Sega di Ala passa la parte settentrionale della Faglia Vaio dei Falconi-Malga Cornafessa (SAURO, 1973, pag. 55), una faglia diretta con direzione complessiva circa NNW-SSE; sul lato occidentale, quello ribassato, si trova il Biancone a contatto con il Gruppo di S. Vigilio del lato orientale. Il rigetto verticale riferito al letto del Rosso Ammonitico da una parte e dall'altra della faglia è di 200 m.

Una faglia di minore importanza si trova nella zona della Malga Lavachione e converge verso la Faglia descritta sopra con direzione NE-SW individuando un cuneo ribassato di circa 150 m rispetto al lembo orientale.

Verosimilmente, queste faglie si sono prodotte durante la fase distensiva pre-alpina sopra ricordata.

Un'altra faglia è situata nella zona di Monte Corno, ha una direzione ENE-WSW e mette a contatto il Gruppo di S. Vigilio (lembo a Nord) con il Rosso Ammonitico del lembo meridionale tramite un piano pressoché verticale.

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Ultimo aggiornamento: 24 febbraio 2000