“Il biscegliese”

Carissimo Mimì Capurso,

Ti ho trovato in prima pagina su ”il biscegliese” di Dicembre 2005, quale onore…, ma a quale prezzo !

I CANI a BISCEGLIE, i branchi che aggrediscono come fossero impazziti o in preda a rabbia patologica.

Animali che alcuni insistono a considerare privi di sentimenti, privi di esigenze, privi di necessità vitali, privi di bisogni primari, ma solo rifiuti da eliminare, e che le Istituzioni si facciano carico di spazzare via…..

Animali considerati solo ingombri alla libera circolazione di cittadini senza discriminazione di età , ma forse occorrerebbe farla una discriminazione… avendo alcuni dimostrato d’essere privi di cervello avendo perso sbrigativamente …la testa..

Avendo perduto la capacità di ponderare lucidamente gli eventi in cui vengano  a trovarsi, specie e soprattutto in presenza…a distanza…di una muta di pochi cani randagi di differente razza , età o dimensioni.

Alcuni hanno addirittura perso la capacità di accorgersi del pericolo e forse, da super-uomini inattaccabili proiettati a provocare/subire una aggressione andandosela a cercare….

Ma il Dott. G.A. potrebbe benissimo essere il Signor X. Y: dal fatidico nome T. D.C., persona dabbene sicuramente,….ma quanto dabbene ?

Miope col pallino del footing mattutino proprio in villa Vittorio Emanuele per respirare gli umori dell’asfalto bagnato, per “godere” dell’umidità mattutina colta fra gli alberi smilzi ed i prati di recente fattura della amministrazione comunale…., proprio fra i cani che non essendo vincolati a convenzioni civili si sentano in diritto di calpestane il verde manto curato con caparbia volontà estetica.

Qui cani molestati  dalla presenza volutamente provocatoria delle loro dinamiche di gruppo, hanno reagito all’oltraggio protestando con l’unico linguaggio che madre natura ha loro conferito tentando di allontanare T.D.C. protetto nella sua armatura d’ignoranza e prosopopea, pronto a gridare all’aggressione come un galletto spennato.

Tutta questa manfrina mediatica sembra nascondere o palesare una volontà interessata a godere dei vantaggi finanziari derivati dalla custodia obbligata di cani randagi e disponibile a consentire gli onori della cronaca in prima pagina al miope di turno, incapace di cogliere d’essere inconsapevole strumento di una demagogia giocata sulla pelle di animali fondamentalmente innocui e timidi,

desiderosi tutt’al più di vivere liberamente la loro vita di relazione “sociale” rimediando un pasto frugale a giorni alterni ed a cassonetti alterni… accettati e se proprio non è possibile, almeno tollerati.

Arduo pretenderne il rispetto giacchè questa dote neppure i civili riescono ad ottenerla dai loro simili…

Un provvedimento serio ?

Educare, spiegare, interpretare i comportamenti dei randagi, capirli e rispettarli.

 

Condor