TUAREG

IL CONTRARIO DI MORIRE

(non sempre è vivere)

Una esplosione di rabbia, dolore, stupore, compassione, riflessione. Una raccolta di liriche dedicata alla ricerca di una umanità perduta e nello stesso tempo sofferente, non sempre allineata ad uno spirito che si dice cristiano, ma a conti fatti non lo è.

Tuareg, figlio del vento e delle stelle, vive anche lui in un quasi deserto fatto di superficialità e di incomprensioni, vaga in una distesa di sabbia di sentimenti, scava al suo interno per trovare la rotta giusta che dovrebbe riportarlo sulla strada di un mondo con valori e parametri accettabili.

Non è tanto con rabbia cieca che Tuareg sceglie gli argomenti, ma una conscia reazione a comportamenti che, come lui stesso precisa, non ci scandalizzano più. È vero che riusciamo ancora ad alimentarci mentre scorrono le notizie del telegiornale, notizie di stragi, comunicati di attentati, filmati di cadaveri sulle strade, quasi ci fossimo assuefatti alla cattiva notizia.

Tuareg ha ragione quando punta il dito sulla superficialità con cui condividiamo la nostra giornata, non comprendendo che siamo protagonisti di un evento straordinario che è la vita, ignorando anche volutamente che certi nostri comportamenti sono deleteri per chi ci circonda e per il resto dell'umanità, ma di certe nostre azioni siamo convinti che non ci verrà presentato il conto in qualche momento della vita?

Tuareg intanto osserva questa distesa che si sta sempre più desertificando, spera ancora che le oasi di umanità comprensiva si vadano sempre più estendendo per riformare un continuo di mondo vivibile. In fondo è la nostra stessa speranza

Giacomo PICCOLI

 

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