Petronilla-1

1927 - Modello n°77

di Ann Beccamorti

 

Ascolto consigliato: ENDRAUM "re-tanz"

 

Mi hanno concesso di vivere per un po’ di tempo da umana. In realta’ sono una bambola e provengo da un bellissimo negozio di Bambole antiche in centro a Milano, piu’ù che un negozio sembra un museo di bambole, di tutte le ere, di tutte le societa’.

Io sono stata fabbricata nel 1927 , sono una tipica bambola degli anni’20/30, in porcellana fine. Il nostro signore Re delle Bambole ogni tanto ci concede di vivere, esattamente un giorno all’anno. Naturalmente non prendiamo vita tutte insieme, altrimenti il mondo sarebbe invaso da noi .

 

Finalmente e’è arrivato il mio turno.

 

In metropolitana la gente mi guarda male, delle ragazze molto svestite ridono di me. Mi rendo conto di essere fuori luogo, con i miei vestiti invernali in stile liberty ma non bisogna mai giudicare dalle apparenze, io sono una bambola che proviene dal passato, il mondo neanche mi appartiene ma ho anch’io dei sentimenti e capisco bene che non vorrei lo stesso essere come quelle ragazze.

 

Non ho una meta, resto immobile come sono abituata a fare. L’etichetta del negozio mi penzola da un polsino, c’èe’ scritto :"Petronilla-collezione , modello n°.77".

Dei ragazzi vestiti ridicolmente pieni di colori iniziano a prendermi in giro, poi sale lei … bella e strana, vestita di nero, una crocie al petto d’argento. Mi chiedo che bambola sia … "smettetela idioti!", grida e mi porta via.

 

Vorrei essere forte come lei.

 

Mentre camminiamo mi chiede: "pensi di essere una bambola forse ?", resto in silenzio come sono abituata a fare, "sai, ti riesce bene se e’ cosi’, mi piaci, forse perche’é ho una passione per le bambole", resto ancora in silenzio. In realta’ ho paura a parlare, non so come sia la mia voce, poi la osservo, deve far caldo perche’é sulla sua pelle noto delle perline di sudore, una sensazione a me sconosciuta.

"Dove stavi andando di bello?",

finalmente parlo: "non lo so",

una voce vitrea che proviene da un posto lontano,

"come non lo sai? Non hai una casa?"

"certo che ce l’ho", una ventata fredda ci avvolge,

"ma da dove cavolo viene quest’aria gelida ? Ci saranno 33° gradi almeno … mah …se vuoi ti accompagno a casa tua, mi sembri un po’ scossa"

"no, non ora èe’ ancora presto"

"okay allora andiamo a divertirci un po’, sai queste giornate di agosto sono cosi’ noiose e interminabili, forse dove ti porto ora ti sembrera’à strano o macabro ma invece e’ un luogo affascinante e pieno di silenzio e pace", la maestosa entrata del cimitero mi si e’ presentata davanti quasi subito, quella era la casa della morte di cui tanto parlavano le mie amiche bambole?

….Ancora quell’aria gelida….

Entriamo dentro ed iniziamo a correre, ho un po’ le articolazioni indolenzite ed impolverate dal tempo ma ridiamo, balliamo, annusiamo i fiori, lei fa anche delle foto , anche a me, la vedo felice e mi dimentico di ogni cosa, poi arriva il custode con una bicicletta, "non rompere", la mia amica gliela toglie di mano, mi dice di sedermi sulla canna davanti e partiamo, percorriamo tutti i viali cantando e poi la sera… "Ora dovrei andare a casa", ammetto tristemente. La punizione ad una bambola che non ètorna al negozio prima dell’orario di chiusura èe’ terribile, ti mozzano la testa e non esisti piu’, molte scelgono di suicidarsi cosi’, ma io no, ora ho un’amica.

"ah si’ ? che peccato, vorra’ dire che questa volta ti accompagno davvero a casa ", arriviamo davanti al negozio di bambole, la mia casa, ed ancora quel vento gelido e profumato,

"abiti qua ? èe’ il negozio dei tuoi genitori? Che bello ! Ecco perche’é sembri una bambola !", annuisco tristemente, mi sono cosi’ divertita che non vorrei mai tornare bambola ma lei non sembra avvertire la mia malinconia,

"allora io vado, magari tornero’ a trovarti qualche volta", corre via.

 

 

Allora io entro, varco la porta e mi siedo sul mobile, la mia pelle a poco a poco diventa porcellana.

 

Una settimana dopo vedo entrare la mia amica nel negozio. Ma perche’ì e’ tornata ? Forse perche’ sviluppando le foto ha capito ogni cosa ? Noi bambole non possiamo comparire in una foto, non abbiamo ombra e non possiamo specchiarci.

"Scusi c’e’ sua figlia ?"

"cosa ? io non ho figlie "

"ho capito, scusi, posso guardare in giro?"

"va bene ma non toccare", si’ aveva capito tutto, cercava tra tutte quelle bambole quale mi assomigliasse di piu’ e poi .."eccoti Petronilla , volevo solo ringraziarti per essermi stata amica , io aspettero’ , aspettero’ quel giorno, tra un anno verro’ a prenderti, va bene ?Ci divertiremo un sacco, intanto tu aspetta pazientemente come sei abituata a fare", mi ha accarezzato i capelli ed io ho pianto, dentro di me, piu’ forte che potevo,

"ogni tanto verro’ anche a trovarti perche’ sei la mia migliore amica", un bacio sulla mia piccola fronte .

Devo aver sorriso anche fuori in quel momento, perche’ la mia gioia era troppo grande.