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                   Manifesto de

          "La Nuova Scapigliatura"

 

 

SIAMO NOI, nati con un ritardo di centotrenta anni circa, impossibilitati a godere a pieno della nostra sensibilità post romantica, che ci dibattiamo affannosamente in un presente che ci deride, o peggio/meglio ci ignora completamente. Le nostre grida non vengono sentite, i nostri pianti non vengono consolati, le nostre gioie ed esuberanze condivise da pochi.

SIAMO NOI, vestiti il più delle volte di nero, a rappresentanza del lutto per la morte dell’ Idea, a rappresentanza della condivisione dello Spleen di Baudelaire e della Nausèe di Sartre.

Vestiti di nero come l’Amleto, di cui noi possediamo (mal)volentieri i dubbi,, le angosce e le incertezze.

SIAMO NOI, quella certa razza di gente fra i venti e i trentacinque anni, non più, d’ingegno quasi sempre; più avanzati, o più arretrati, del nostro secolo; inclini al bene quanto al male; inquieti, turbolenti, travagliati; quella razza di gente che, per certe contraddizioni tra la nostra condizione e il nostro stato, per una nostra maniera eccentrica e disordinata di vivere, merita di essere classificata in una nuova suddivisione della grande famiglia civile.

SIAMO NOI, quella classe, personificazione della sregolatezza e della follia, serbatoio del disordine, dello spirito d’ indipendenza e di opposizione a tutti gli ordini prestabiliti, siano essi in ambito politico o clericale.

SIAMO NOI, quella classe, che include individui di ogni ceto, di ogni condizione, di ogni grado della scala sociale:Tutti riuniti nel disordine. Classe operaia, borghesia e aristocrazia; lavoratori, disoccupati e sognatori. Sposati, divorziati, separati e solitari impenitenti.

SIAMO NOI, tra i pochi che ancora considerano le Arti come non solo proiezioni soggettive dell’Artista, ma come rabbiosa, angosciante e sincera testimonianza della nostra condizione: Per questo i nostri scritti saranno anche sgrammaticati, i nostri dipinti asimmetrici e le nostre sculture deformi, come i pensieri che ci spingono a creare.

SIAMO NOI, che attribuiamo alla Musica, in ogni sua espressione non convenzionale e lontana dal Grande Pubblico, un’importanza suprema, non condivisa ovviamente da chi considera questa arte come mero, non necessario sottofondo della propria esistenza. La Musica è tensione, le nostre stesse esistenze necessitano di questa tensione perché noi possiamo continuare a vibrare e ad essere ispirati.

SIAMO NOI, aperti a qualsivoglia innovazione scovata nell’Era in cui viviamo, pronti ad approfittare dei vantaggi offerti da questo nuovo secolo di Luce e Precisione. Ma mai e poi mai dimenticheremo le antiche tradizioni,i miti e i racconti tramandati a voce da padre in figlio, che noi dobbiamo custodire per ricordare da dove veniamo, e il fatto che altri come noi hanno vissuto una vita alienante e incompresa dai Contemporanei.

NOI SIAMO tutto ciò che fino a qui è stato detto e di tutto ciò il contrario, perché la nostra prima inclinazione è proprio quella di essere INDIPENDENTI, ANARCHICI, DIVERSI PER SCELTA.

Seguaci orgogliosi di coloro che nel XIX Secolo a Milano furono definiti Scapigliati. Vessilliferi delle ansie del Praga, delle nevrosi del Tarchetti, delle visioni del Camerana.

 

 

Eliahu Dolmancè

 

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