JOY SAPORA

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          Joy Sapora, che dire di lei ? vi posso solo dire che nella mia vita ho dei punti fermi, dei personaggi           che  aleggiano come entità a parte nella scena Dark di sempre, lei è una di queste. Scrittrice forte,           istintiva,  dalla rara bellezza sia esteriore che interiore, la ritengo una vera dark, e di veri dark ce           ne  sono pochi. Da sempre impegnata nelle lotte animaliste, da sempre ribelle di natura, è una vera           FataStrega. Joy,  un'entità eterna e importante. (Ann Beccamorti)

 

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Solo occhi lucidi
leggendo della fiamma insana
della nostra fratellanza
della nostra impudica verità.
Brucia nei nostri cuori,
viva e pulsante
creatura assetata di emozioni e parole.
Vorrei essere lì
per accarezzarti il viso mentre pensi,
per baciarti gli occhi quando dormi,
per respirarti sul collo quando sei furiosa...
Vorrei dirti che al mondo
esistono luoghi migliori
e un amore senza tempo
da donare ad ogni carne profumata...
E vorrei stringerti forte
e baciarti la pallida guancia
per dirti che io ci sarò sempre,
anche nell'odio,
anche nella morte...
Vorremmo tante cose nella vita,
tutti... tutti noi...
Soprattutto un'amicizia,
un'unione sincera.
Fratellanza che come l'Amore
s'impossessi di noi senza pietà
per prendere ciò che vuole,
che sia giusto o sbagliato.

(una poesia sull'amicizia che dedico a tutte le persone che ritengo tali, e che per questa occasione dedico profondamente ad un'amica ritrovata nell'ombra... e non occorre che faccia il suo nome perchè lei lo sappia...)

Poesia tratta dalla raccolta REQUIEM di SAPORA JOY.


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Nel "buco"
osservo.
Del "buco"
mastico il sapore audace.
Studio meticolosa
pareti millenarie
corrose da occhi ciechi.
Sfondo nero della nostra esistenza
da cui veniamo e forse torneremo,
il "buco" gorgoglia
millenni di umiliazioni,
millenni di riflessioni.
Deride beffardo,
concavo,
questo cumulo di vite di oggi,
che invece di guardare nel "buco"
nel "buco" stesso si rinchiudono,
e la paura del buio rischia di togliere loro
per sempre
la luce.
Si accontentano di occhi di vetro
che incapaci di trascendere,
riflettono solo lo spettacolo spastico
di una fragile identità standardizzata.

Poesia tratta dalla raccolta REQUIEM di SAPORA JOY.


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E' Notte,
un canto di sirena lenisce il mio piccolo cuore,
mentre nebbia corposa avvolge spiriti dormienti,
in abiti siderali di foglie cristallizzate,
nutrendosi null'altro che di Vento e malinconia.
Sospiro lentamente,
scandendo aliti come attimi vitali,
con il terrore, e il desiderio, e la certezza,
e mille altre sensazioni
solo per uno sciocco istinto risvegliate.
Scompare d'improvviso quella maschera,
e adesso vi è solo il riflesso di me stessa,
colei che si è imposta di credere in qualcosa,
solo per non vagare nell'eterno vuoto,
solo per non essere reietta,
per non essere davvero così diversa...
In fondo soltanto negando la realtà
la mia gelida essenza
che contiene un fuoco impotente
e non si scioglierà mai...

Vedo tutto da lontano, persino l'Amore,
persino la mia inquisitoria coscienza.
Attraverso stanca ed affamata
un dramma esistenziale rafforzato dal tempo,
desiderando solo egoismo
volare via abbandonando tutto senza ritegno.

Non appartenere a niente e nessuno...
...nemmeno a me stessa...
Mi gelo,
ammutolisco,
spaventata stringo gli occhi.

...come una desolata terra di confine,
come il fiume che divide due popoli,
come l'odio che alimenta le guerre da secoli,
come sole che arde d'accidia l'Oriente...

Il canto di sirena riprende lamentoso,
in questa Notte di rivelazioni che non lascia scampo...
" Sii una Vampira:
succhia e vattene,
oppure
ama in eterno."


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Respiro l'aria di un vuoto opaco,
trascendo la vita,
[lontano.]
Un'insospettabile leggerezza dell'essere
mi schiaccia
[senza respiro.]
Quello che sono
[e non posso essere]
quello che gli altri vorrebbero
[che fossi]
la mia impossibilità,
umana e mediocre,
di oppormi
[vendicare le ingiustizie]
il mio senso di eterna inquietudine,
le catene che mi imprigionano
nella bramosia
di denaro per vivere,
di dignità per apprezzarmi,
di Amore per morire in pace...

Non ho niente di tutto questo,
e non esisto
[non posso esistere.]

Ho perduto nella gola
persino la mia voglia di lottare,
la mia forza

così volgare e potente,
il mio desiderio di riscatto,
il senso della Vendetta...
[...mio Dio!]
persino la mia RABBIA,
LEI,
quella mia da sempre,
quella che ha logorato i miei nervi,
quella che ha straziato la mia sudicia anima...


Come il Mostro che uccide senza rimorso.

Come un Mostro sto uccidendo me stessa.


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THE END

: h o m e