NO WARNING!
SPAZIO DI MUSICA ALTERNATIVA
- BACK ISSUES
No. 11 - Settembre
2000
(Porcupine Tree, Ben Christophers,
Bluvertigo, Faultline, No-Man, Quintorigo, Elio E Le Storie Tese, news)
No. 12 - Ottobre
2000
(King Crimson, King Crimson,
King Crimson and LOT of news)
No. 13 - Novembre
2000
(King Crimson, Tim Bowness/Samuel
Smiles, Ozric Tentacles, Ex-Wise-Heads, Gong, news)
No. 14
- Dicembre 2000
(The Tenth Planet, Morphine,
Judge Smith, Jeb Loy Nichols, Willard Grant Conspiracy, David Sylvian,
Cipher, Discipline, Bluvertigo, Ozric Tentacles, news)
No. 15 -
Gennaio 2001
(King Crimson, No-Man, Theo
Travis, Theo Travis Quartet, SPLaTTeRCeLL, Radius, Radio Chongching, Mastica,
Trey Gunn, Suzanne Ciani, news)
No. 16 - Febbraio
2001
(Nought, The Wallace/Trainor
Conspiracy, Tim Blake, Pokerface, Lionel Fanthorpe & Jon Downes, Sigur
Ros, Sputnik7, Annie Whitehead, John Wetton, Gentle Giant, Blegvag &
Greaves, Hawkwind, Sleepy People, Mick Greenwood, news)
No. 17
- Marzo 2001
(King Crimson, Jess Crawford,
Monsoon Bassoon, Carbon Boy, Dark Star, Paradogs, In Cahoots, The Rosenbergs,
Hawkwind, Motor Totemist Guild, Jade Warrior, Keith & Julie Tippett,
California Guitar Trio, Keith Tippett, The Fall, Carol Grimes, news)
No. 18 -
Aprile 2001
(Eat Static, Bluvertigo, IQ,
Peter Hammill, news)
No. 19
- Maggio 2001
(King Crimson, Mick Karn, Violet
Indiana, Alex James Muscat, Porcupine Tree, news)
No. 20 - Luglio
2001
(King Crimson, Centrozoon, Markus
Reuter, Rupert Hine, Murray Head, Harry Williamson, The Fall, Ozric Tentacles,
Radiohead, Robert Wyatt tribute, Goldfrapp, Murry The Hump, Blue Apple
Boy, Elf Power, Trashmonk, Hefner, Anja Garbarek, Steve Lawson, Henry Fool,
GP Hall, Porcupine Tree, Bowness / Chilvers, Mescal sampler, Org sampler,
UWU sampler, Theo Travis Quartet, Hertzan Chimera, news)
E se parlassimo di attualità? Non di
argomenti faceti come il calcio-mercato, le vacanze ed il festivalbar (per
questi argomenti vi rimando agli organi di disinformazione televisiva),
non di politica (l’ultima, ed unica, volta che ho trattato molto lontanamente
di questo argomento si è sollevato un mezzo vespaio), non del caro-dischi
(ci ritornerò ancora, non preoccupatevi), ma di un argomento terribilmente
più serio : la globalizzazione, argomento che sempre più
spesso i media trattano con la solita sommaria divisione tra cowboys ed
indiani. Chi di noi non è infatti cresciuto con la convinzione,
inculcata dalla retorica dei films americani, che i cowboys fossero i “buoni”
e gli indiani i “cattivi”, salvo poi scoprire con il passare degli anni
che le cose non stavano esattamente così? Ma la storia recente ha
continuato ad essere scandita dalla divisione tra cowboys ed indiani, e
così pure nel caso dell’argomento in questione : da una parte i
cowboys buoni della globalizzazione che porterà solo vantaggi all’umanità,
a patto che si converta al credo del “mercato”, dall’altra gli indiani
cattivi del cosiddetto “popolo di Seattle”, incivili, selvaggi e sfasciavetrine,
provocatori e fomentatori di scontri e di violenze che vorrebbero che il
mondo tornasse all’era del bue e dell’aratro. Secondo gli ultimi autorevoli
pareri (Berlusconi e Bush) costoro non hanno capito di cosa si parla in
questi incontri ed inoltre sono nemici dei poveri e del mondo occidentale.
Naturalmente, gli indiani sono anche anarchici, comunisti, anticlericali,
atei, abortisti ed omosessuali. Non mi illudo che l’uomo medio occidentale
possa comprendere a breve termine i reali termini della questione come
ha capito che gli indiani d’America sono stati vittime innocenti di un
genocidio, sarebbe però già un grosso passo avanti se prima
di subire da spettatore passivo o di parlare per generici “sentito dire”
si informasse minimamente sugli scenari che si delineano all’orizzonte,
un orizzonte che è molto più vicino di quanto possiamo immaginare.
Per una dettagliata spiegazione dei principi su cui si fonda il WTO vi
dirotto da qui sulla porzione del sito web dei Pokerface
che tratta dell’argomento (e posso assicurarvi che i membri di questo gruppo
tutto sono tranne che comunisti, atei o anarchici …), mentre per quanto
mi riguarda vorrei solo illustrare alcune delle strategie perseguite dal
padronato Italiano, tanto per rimanere in casa nostra ma per capire al
contempo come si ragioni in termini di mercato in uno dei paesi del cosiddetto
G8. Le recenti manovre della Fiat, ad esempio, che dopo l’accordo con l’americana
General Motors ed il costante, inesorabile disimpegno dal settore automobilistico
(per il quale nel corso dei decenni è stata abbondantemente foraggiata
dallo Stato senza creare seri benefici per il paese) nega la redistribuzione
sui salari dei dipendenti di 200 miliardi ma nel frattempo di miliardi
ne trova diverse migliaia da investire nell’acquisto della Montedison.
O le continue pressioni della Confindustria sui governi (quello attuale
e quello precedente) per ottenere sgravi fiscali alle imprese e contemporaneamente
riduzioni dei salari e taglio indiscriminato dei diritti, unico tipo di
strategia industriale a cui hanno saputo pensare da quando, con l’introduzione
della moneta unica, non hanno potuto più rendere il loro prodotto
competitivo mediante svalutazioni addomesticate della moneta nazionale.
Ma non voglio essere prolisso, altrimenti di queste tattiche da brigante
potrei illustrarne molte altre, il cui senso comune è facilmente
intuibile ed è parte integrante del grande disegno globale che si
appresta a governare le sorti del pianeta : i profitti dei “pochi” devono
essere sempre maggiori, a scapito delle condizioni di vita dei “tanti”
che devono accontentarsi di avere sempre di meno, e coloro che già
oggi hanno di meno devono semplicemente scomparire! In modo forse confuso,
disarticolato e disorganizzato molti milioni di persone l’hanno capito,
quelli che a Seattle, a Praga, a Nizza, a Porto Alegre, a Genova hanno
espresso il proprio “No” a questo disegno di globalizzazione auspicando
tutt’altro tipo di globalizzazione, quella dei diritti fondamentali e di
uno sviluppo equo ed etico. Milioni di persone che hanno compreso i pericoli
derivanti dall’espansionismo di un mercato senza regole, forte dell’appoggio
interessato delle elites del capitale che non esita ad impiegare gli eserciti
dei paesi più forti in funzione di gendarmi dell’ordine globale,
in cui chi tiene il coltello dalla parte del manico può anche permettersi
di stracciare gli accordi di Kyoto a tutela del già disastrato ambiente.
Se anche l’uomo della strada vede in questi milioni di persone solo dei
teppisti che tirano le pietre sulle vetrine di McDonald’s, allora vuol
dire che il culto dell’apparire e delle apparenze ha fatto tali danni alla
sua capacità critica ed analitica da impedire persino di riconoscere
la dimensione macroscopica di queste insidie al nostro futuro. Intanto,
un ragazzo di ventitre anni è morto assassinato da un suo coetaneo
che ha scelto l'altra parte della barricata, mentre diverse decine se non
centinaia di altri "indiani" venivano assaliti e malmenati dai "cowboys"
del nuovo ordine mondiale. Quasi un secolo fa Jack London, nel suo splendido
libro Il Tallone Di Ferro di cui vi consiglio la lettura, aveva già
previsto l’avvento di un sistema simile a quello che si sta affermando.
Buona riflessione!
In questo numero di NO
WARNING! :
- German Diamond : the Live In Mainz King Crimson
Collectors' Club release
- German Oracle : the Centrozoon new album
promo review
- German Soundscapes : the new Markus Reuter
solo album
- Before Spin 1ne 2wo : the Rupert Hine album
reissues
- Music For The Head? : the Murray Head album
reissue
- Life In A World Unheard : the Harry Williamson
collection
- Rough Bootlegs : The Fall Liverpool concert
- Play Like An Egyptian : the new Ozric Tentacles
EP
- Paranoid Kid : the fifth Radiohead album
review
- Freewill And Testament : a tribute to Robert
Wyatt
- Back To Dolce Vita : Goldfrapp debut single
review
- Capone's Fave Band : the Murry The Hump
second single
- Awaking Sleepy People : the Blue Apple Boy
debut single
- Beat Power : the Elf Power single review
- Monk With A Fur Hat : the Trashmonk new
single
- Higher Level : the Hefner new single review
- Smile, Please : the Anja Garbarek album
review
- Steve Goes At The Troubadour : the Steve
Lawson live album
- Come September : Henry Fool album preview
- Industrial Sound Sculptures Pt. One : GP
Hall albums review
- Archive Recordings : the Porcupine Tree
Snapper compilation
- Waiting For Release : the Bowness / Chilvers
California, Norfolk album preview
- Tora! Tora! : the Italian way to rock
- Something New For You : the Organ 17 sampler
- Something More For You : the United World
Underground sampler
- On Stage : Theo Travis Quartet, London,
Lauderdale House June 7th, 2001
- A Little Bit Of Culture : Please, read this
book
- News from the World Central
- News from the World
KING CRIMSON - LIVE IN MAINZ 1974 King Crimson Collectors' Club CLUB15
Un altro importante recupero è stato effettuato dal team del Collectors’ Club con questo quindicesimo volume! La performance in questione sembrava non aver mai avuto luogo, pur se un breve estratto dalla medesima era stato incluso in alcuni “miscellaneous” bootlegs (Elephant Walk e Live In Germany 1973, giusto per citare i primi due che mi vengono in mente). Il confronto con il lungo elenco di concerti tenuti da King Crimson che era stato incluso nello scrapbook di Frame By Frame – The Essential indusse infatti il sottoscritto ed altri collezionisti di live tapes alla conclusione che, non essendo riportata la data del 30 Marzo 1974 in Mainz, quel materiale provenisse dalla registrazione di Dusseldorf del 5 Novembre 1973. La pubblicazione di questo volume dimostra che io ed i miei “colleghi” Inglesi abbiamo clamorosamente toppato, e la cosa in questo caso mi rende felice, perché ci consegna un’altra ora abbondante delle entusiasmanti performances di quel periodo di Crimso, composta da un set per lo meno inusuale se rapportato all’impostazione di massima degli shows di quel periodo. L’opening track, preceduta dall’improvvisazione The Savage che sembra imbastita su un passaggio di The Heavenly Music Corporation, è Dr. Diamond, pezzo del repertorio di Crimso rimasto inedito a livello ufficiale fino alla pubblicazione del box set The Great Deceiver, ma già noto ai fans più accesi in quanto presente su moltissimi bootlegs e live tapes del periodo. Qualcuno è arrivato a sostenere che la sua esclusione dagli albums di quel periodo fosse dovuta ad una eccessiva somiglianza con Pictures Of A City … mah, meno male che c’è ancora qualcuno dotato di fantasia. La successiva improvvisazione Arabica rimanda, per l’uso di sonorità, alla lunga introduzione di Larks’ One e funge da intro alla lirica Exiles. Qui, inutile nasconderlo, fa un certo effetto sentire come Wetton fosse capace di cantare una ballad con pathos senza cadere nel melenso come ha fatto dell’80 in poi. E poi quel solo di Fripp, un vero e proprio manuale del gusto, con quelle lunghe note tirate … ma è nuovamente il momento di un altro viaggio attraverso “territori inesplorati”, un’altra incredibile improvvisazione dal titolo Atria che inizia in sordina con una sovrapposizione di semplici linee melodiche per poi crescere di intensità su un accompagnamento di piano elettrico, e dopo una nuova rarefazione esplode in un breve ma deciso bridge che conduce all’introduzione di Night Watch, altro bellissimo momento lirico del repertorio di Crimso del periodo. Il mellotron di Fripp prepara il terreno alla frase introduttiva di Starless suonata dal violino di Cross; il pezzo, seppur ancora inedito su album, è già eseguito dal vivo in una forma definitiva con tutti i suoi emozionanti momenti. Segue la spigolosa Lament, quindi Trio, improvvisazione rodata e collaudata nel corso dei numerosi concerti seguiti a quello di Amsterdam in cui il pezzo prese vita di fronte ad un’audience in rispettoso silenzio. L’aggressiva Easy Money figura come ultima traccia di questo CD, anche se le ultime note che abbiamo modo di sentire sono quelle di Fracture in cui Easy Money va a sfogare, peccato che siano solo i primi sessanta secondi in fade out, segno che probabilmente nemmeno Fripp è in possesso della registrazione integrale del concerto. Seppur incompleto (come del resto anche l’estratto incluso nei bootlegs di cui parlavamo in apertura), Live In Mainz è l’ennesimo prezioso tesoro fuoriuscito da quel vaso di Pandora che è l’archivio del Monarca. Fate spazio in teca sotto la lettera K, numerose altre meraviglie attendono di esservi alloggiate.
Improv: The Savage / Doctor Diamond / Improv
: Arabica / Exiles / Improv : Atria / The Night Watch / Starless / Lament
/ Improv : Trio / Easy Money
CENTROZOON - THE DIVINE BEAST Centrozoon promo czcdpr01
Un incredibile, tecnologico viaggio negli anfratti più remoti della psiche umana, alla ricerca delle ragioni dell’esistenza spinta al punto da giungere quasi alle origini della vita stessa, quasi a percepire il primo battito pulsante di una pur primitiva forma vivente. Queste sono le sensazioni che scaturiscono dall’ascolto del coraggioso progetto di Markus Reuter e Bernhard Wöstheinrich, e che a livello emozionale ho collegato idealmente ai contenuti di pellicole quali Stati Di Allucinazione e 2001 Odissea Nello Spazio. I due artefici del progetto lo definiscono come un nuovo tentativo di elettronica senza forme, che esplora spazi sonici divergenti. Difficile quindi descrivere il risultato di questa ricerca, proviamoci quindi con alcune considerazioni legate a brevi cenni biografici dei due musicisti. Bernhard è anche pittore e graphic designer, attività che influenzano il suo approccio con la musica, dove combina la complessità della sintesi del suono e del processo di effetti con la spontaneità dell'improvvisazione e dell'azione intuitiva. Come nella pittura, Bernhard comincia creando una struttura aperta a cui apporta continui cambiamenti aggiungendo sempre maggiori dettagli. Markus Reuter, di cui parleremo più diffusamente nella prossima recensione, sviluppa in quest'ambito sonorità che non hanno più le caratteristiche di un normale suono di chitarra e nemmeno la linearità di una chitarra elettronica o sintetizzata. Markus può evitare di trasmettere emozioni e di comunicare in questo contesto. Una riuscita evoluzione di quanto sviluppato con il debut album Blast, uscito nel 2000 su DiN, Centrozoon riescono qui a combinare libera improvvisazione e timbri contemporanei; attendiamo impazienti l'imminente album, i cui mixaggi sono stati recentemente completati con grande soddisfazione di tutto il team. Appuntamento a presto da queste parti, quindi.
The Cult Of : Bibbiboo (edit) / Thúsgg
(skinny and crazed mix)
MARKUS REUTER - THE LONGEST IN TERMS OF BEING MRTL0101
Abbiamo già parlato di Markus Reuter trattando dell'imminente album di Centrozoon; il giovane touch-guitarist tedesco, allievo del Guitar Craft, ha già all'attivo una decina di albums tra lavori solisti, collaborazioni ed il bel Lemon Crash degli Europa String Choir dei quali è membro effettivo da qualche anno. The Longest In Terms Of Being è il suo quarto album di soundscapes, il cui stile risente ovviamente dell'influenza che Robert Fripp ha inevitabilmente avuto sui suoi allievi : una crescente, continua sovrapposizione di loops tesi a creare fragili atmosfere ambient, dai temi di ispirazione religiosa che hanno caratterizzato anche i dischi di soundscapes del maestro. Musica composta interamente in real time, per catturare l'essenza dell'ispirazione con il suo alternarsi di luci ed ombre, lievi variazioni e rarefazioni. Come già dissi in passato, un disco del genere può essere terribilmente affascinante o mortalmente noioso, a seconda della predisposizione all'ascolto del singolo soggetto, ma ad un musicista che accetta la sfida di offrire al pubblico una simile proposta non si può non riconoscere un grande coraggio e grandi capacità. Questo è il tipo di proposta da offrire a coloro che realmente apprezzano la ambient music e a coloro che si spacciano per conoscitori di Philip Glass o di Vangelis solo perchè fa fine e non impegna, Markus Reuter attualmente può offrirvi quanto e più dei suddetti signori, potendo contare su una tecnica ed una preparazione assolutamente fuori discussione e decisamente meritevoli di attenzione.
The Abolition Of Death / A Clue To Reality
/ Read Aloud In Cold Blood / Further Clues To Reality / Demonstration With
The Enemy / Confirmation / The Fear Of Final Falling / The Increase Of
Faith / Angels To Burn / Hold
RUPERT HINE - IMMUNITY, WAVING NOT DROWNING and THE WILDEST WISH TO FLY Misplaced Records MPVP003CD, MPVP004CD, MPVP007CD
Rupert Hine fa parte di quel novero di personaggi poco conosciuti ma di cui sicuramente avrete notato il nome tra i credits di qualche disco della vostra collezione. Musicista e produttore (tra i dischi da lui prodotti ricordiamo Wise After The Event e Sides di Anthony Phillips), titolare di sette albums e tre singoli a suo nome, nell’arco della sua trentennale carriera Rupert Hine ha preso parte anche ai progetti Quantum Jump (tre albums), Thinkman (altri tre albums) e Spin 1ne 2wo, oltre ad aver partecipato come ospite su dischi di Robert Palmer, Caravan, Tom Tom Club e Power Station. I suoi dischi erano diventati ultimamente di difficile reperibilità, ma grazie alle scelte commerciali di Voiceprint oggi l’intero catalogo di Rupert Hine è nuovamente disponibile sotto un’unica etichetta, con tutto il materiale rimasterizzato digitalmente utilizzando i nastri originali, cosa che ha riportato cosi alla luce particolari che erano andati persi nelle versioni in vinile. Immunity è uscito originariamente nel 1981, Phil Collins vi suona le percussioni in Immunity e Another Stranger mentre Marianne Faithfull canta in Misplaced Love. All’album contribuiscono anche Phil Palmer (chitarre), Trevor Morais (batteria e percussioni), l’ex Caravan e Penguin Café Orchestra Geoffrey Richardson (viola) e Ollie W. Tayler (clarinetto e recorder). Waving Not Drowning è un’album del 1982, che Rupert Hine e Arun Chakraverty rimasterizzarono completamente nel 1989 per la versione in CD, che però rimase disponibile in questo formato per soli 18 mesi. L’originale track listing è stato utilizzato per questa versione, con l’aggiunta di Kwok's Quease, rara "B" della versione su cassetta edita nel 1982. Rupert ha voluto includerla per sdrammatizzare l’oscura atmosfera che pervade l’intero album. Tutti gli strumenti sono suonati da Rupert Hine, che si avvale della collaborazione di Phil Collins alle percussioni, Chris Thomson alle voci addizionali, Phil Palmer alle chitarre, Geoffrey Richardson alla chitarra e alla viola, Stephen W. Tayler al sax, Trevor Morais e l’ex Saga Steve Negus alla batteria. La versione originale di Wildest Wish To Fly fu realizzata nel 1983 con l’esclusione del Nord America. Nel 1984 una seconda versione uscì in USA e Canada con due tracce dall’album Immunity, I Hang On To My Vertigo e Misplaced Love, al posto di Victim Of Wonderlust. Una terza versione simile alla prima ma con Blue Flame al posto di Living In Sin fu realizzata in U.K nel 1985. Questa versione di The Wildest Wish To Fly è fedele alla prima versione originale senza nessun remix o editing, l’unica differenza è la presenza di una differente versione di No Yellow Heart come bonus track, che Rupert Hine descrive come “più diretta”. L’album è oggi disponibile per la prima volta in formato CD. Le sonorità di questi tre lavori sono esattamente quelle che hanno caratterizzato i prodotti discografici di quel periodo, ossia un largo uso dell’elettronica per un sound secco e sintetico, quasi plastificato : ricorderete i suoni presenti sui dischi di Man At Work, della New Wave commerciale, dei Buggles, dei Genesis di Abacab, del Peter Gabriel di Third ed anche dei Saga di albums come Heads Or Tales ed Images At Twilight. Rupert Hine si destreggia bene tra la sua strumentazione ed il canto, che a tratti ricorda il timbro vocale di Peter Hammill, ed i suoi pezzi risultano ben confezionati e tutto sommato piacevoli. Tra i tre lavori presi in esame il migliore mi sembra Waving Not Drowning, dove siamo grosso modo nello stesso ambito dei già citati albums dei canadesi Saga, ma anche gli altri due lavori sono dignitosi, grazie alla presenza di ottimi spunti come Firefly In The Night, pezzo con diverse analogie con la Gabrieliana San Jacinto. Meritevoli almeno di un ascolto.
Immunity : I Hang On To My Vertigo / Misplaced Love / Samsara / Surface Tension / I Think A Man Will Hang Soon / Immunity / Another Stranger / Psycho Surrender / Make A Wish / Scratching At Success / Introduction To The Menace
Waving Not Drowning : Eleven Faces / The Curious Kind / The Set Up / Dark Windows / The Sniper / Innocents in Paradise / House Arrest / The Outsider / One Man's Poison / Kwok's Quease
The Wildest Wish To Fly : No Yellow Heart (Original Version) / Living In Sin / The Saturation Of The Video Rat / Firefly In The Night / A Golden Age / Picture-phone / Victim Of Wanderlust / The Most Dangerous Of Men / The Wildest Wish To Fly / Blue Flame (Melt The Ice) / No Yellow Heart (Later Version)
MURRAY HEAD - INNOCENCE Headcase GAH115CD
Murray Head è un attore/cantante che deve la sua (relativa) fama alla sua partecipazione all’album del musical Jesus Christ Super Star. Da allora ha alternato la sua carriera di attore alla realizzazione di alcuni album, che per i più curiosi e per i completisti hanno visto la partecipazione di musicisti di notevole spessore a noi noti. Questo Innocence riunisce estratti rimasterizzati (Nothing To Lose, Move Closer, Ocean e Little Bit Of Loving) dall’omonimo album del 1993 e dal suo predecessore Wave del 1992. Murray Head è qui accompagnato da un manipolo di validi collaboratori del calibro di Geoffrey Richardson (ex Caravan e Penguin Café Orchestra) alla viola, ukulele e percussioni, Phil Palmer alla chitarra, Ian Maidman al basso e alla batteria e Annie Whitehead al trombone. Niente di trascendentale in verità, il buon Murray si muove tra le coordinate di un AOR piuttosto inflazionato, con pochi sbandamenti in direzioni diverse come lo pseudo caribbean di Ocean e la delicata chitarra acustica di Innocence. Con un po di coraggio in più non sarebbe andato molto distante da quanto fatto da Gordon Haskell nel suo delizioso album Hambledon Hill, invece Innocence si mantiene nell’assoluta normalità di un album come ce ne sono tanti, pur se piacevole per un ascolto non molto impegnativo e segnato da alcuni pregevoli seppur brevi passaggi strumentali. Reperibile, anche questo, su Voiceprint.
Nothing To Lose / All Eyes On The West / Move
Closer / Ocean / Innocence / Just Enough / Caprice / Little Bit Of Loving
/ Fear Of Life / Make It Easy
HARRY WILLIAMSON - LIFE IN THE WORLD UNSEEN Voiceprint VP232CD
Il nome di Harry Williamson non risulterà certamente nuovo ai fans dei Gong, band dalla quale è fuoriuscito nel 1993 per intraprendere la carriera solista, e non risulterà nuovo nemmeno ai fans dei Genesis per la collaborazione con Anthony Phillips sul concept album Tarka. Life In The World Unseen è una collection che Williamson ha assemblato tra il 1996 ed il 2000 utilizzando materiale inedito rappresentativo di venti anni di carriera, al quale hanno quindi contribuito numerosi musicisti dei gruppi e progetti a cui il titolare ha partecipato. Tra questi troviamo Didier Malherbe e Gilli Smyth (Gong), Guy Evans (VDGG), Rob Calvert (Hawkwind), Rob George e Conrad Henderson (Mother Gong). Un totale di tredici pezzi prevalentemente strumentali, nei quali viene fatto largo uso di strumenti acustici tesi a ricreare atmosfere “bucoliche” tali da scomodare paragoni con musicisti come il Gandalf di Fantasia, i passaggi più “solari” di Anthony Phillips o il Franco Mussida di Racconti Dalla Tenda Rossa (ascoltate a questo proposito i primi minuti di Life In The World Unseen Part 1). La costante in questo album sembra essere la ricerca di una sensazione di pace e rilassatezza che ben si abbina ai paesaggi delle fotografie riprodotte all’interno del booklet, mantenendosi fortunatamente ben distante dall’asetticità di troppa New Age (o Ambient o musica meditativa o come volete chiamarla): c’è tutta un’altra dinamicità in questo album, che sembra voler emanare il respiro di madre terra, il calore del sole ed i profumi della campagna. A tratti siamo molto vicini ai lavori dei Solstice, anche se in una dimensione ancor meno “elettrica”, e se escludiamo il breve bozzetto per solo piano di Honey Eater ed il samba di Touch The Clouds la quasi totalità del disco si regge sui delicati arpeggi degli strumenti a corda di Williamson. Nonostante si tratti di una collection, Harry Williamson è abilmente riuscito ad assemblarla facendone un insieme che francamente non mi sento di sezionare in lungo ed in largo, ma che ritengo invece debba essere apprezzato integralmente attraverso ascolti ininterrotti dalla prima all’ultima traccia, magari meditando sulla bellissima frase di Oscar Wilde riportata nell'ultima pagina del booklet : "Uno può vivere per anni qualcosa senza vivere affatto ed allora tutta la vita viene a raccogliersi in una singola ora"
Highlands Suite 1 / Highlands Suite 2 / Honey
Eater / Angel Bar / Sega-Stream / Touch The Clouds / Slither And Boobongs
/ Life In The World Unseen Part 1 / Life In The World Unseen Part 2 / Underneath
The Orange Tree / Noonbush Flying / Read Letter Day / Highlands Pt 4 Godabeone
THE FALL - LIVE IN LIVERPOOL '78 Cog Sinister COGVP118CD
Nel momento in cui decisi di creare questo spazio informativo mi posi il fermo proposito di mantenerlo aperto ad ogni forma musicale senza pregiudizi di sorta, cosa che mi ha consentito di scoprire delle interessanti realtà e di proporle ad un pubblico ricettivo e variegato. Purtroppo esistono anche proposte musicali indifendibili, come quella di The Fall, dei quali trattai anche qualche tempo fa trattenendo a fatica giudizi troppo velenosi, ma quando ci si imbatte in un disco come questo, in cui la batteria diventa udibile solo dal settimo pezzo (eppure le note di copertina assicurano che c’è) allora la fatica diventa erculea. Già la proposta musicale è a livello inferiore di quella che si potrebbe riscontrare in un gruppo di dodicenni alla loro prima prova, se poi bisogna ascoltarla attraverso un grezzo bootleg con voce e basso che coprono completamente la batteria e quasi completamente la chitarra, allora l’ascolto diventa un vero e proprio calvario. Registrato dal vivo al Mr. Pickwick’s di Liverpool, questo disco testimonia, come recitano le note di copertina, il periodo in cui la band conosceva per nome ogni singolo membro dell’audience … personalmente penso che sarebbe stato meglio se fossero rimasti fermi a quel livello di notorietà. Nel confinarlo, sempre secondo il mio personale parere, nel limbo dei dieci dischi più brutti che abbia mai sentito, a beneficio di coloro che nonostante tutto fossero interessati all’acquisto il disco è reperibile attraverso Voiceprint.
Like To Blow / Stepping Out / Two Steps Back
/ Mess Of My / It's The New Thing / Various Times / Bingo Master's Breakout
/ Frightened / Industrial Estate / Psycho Mafia / Music Scene / Mother/Sister
OZRIC TENTACLES - PYRAMIDION Stretchy CDEP04
Per celebrare il loro più lungo tour Britannico degli ultimi tre anni, gli Ozric Tentacles hanno realizzato questo nuovo mini-album di 41 minuti (e se consideriamo la durata di molti full lenght albums, questo tanto “mini” non è). Come il precedente The Hidden Step, anche Pyramidion è ispirato dalla passione di Ed Wynne per l’antico Egitto, passione che anche stavolta si riflette persino nell’artwork di copertina (e guardate che simpatica idea hanno avuto all’interno del booklet). La title track è un pezzo di nuova fattura (non una outtake), che prende il nome dalla pietra sulla sommità della Grande Piramide che per gli antichi egizi simboleggiava il punto di incontro tra il mondo spirituale e quello materiale. Pyramidion è giocata su una ritmica scattante su cui si inseriscono efficaci solos di chitarra e dove le parti principali di synth che fungono da tema conduttore si evidenziano per le belle sonorità impiegate. Le altre quattro tracce sono state registrate dal vivo allo Sheffield Boardwalk nel corso del loro tour Britannico dello scorso anno (da notare che era da Live Underslunky del 1992 che gli Ozric Tentacles non realizzavano un prodotto contenente materiale registrato dal vivo), e catturano la vera essenza degli Ozric Tentacles on stage. L’ipnotica Xingu e lo psycho reggae di Sultana Detrii dall’album del 1999 Waterfall Cities, la movimentata e variegata Pixel Dream e l’orientaleggiante Aramanu da The Hidden Step, forniscono un buon quadro di massima di ciò che sono stati i concerti recenti della band dell’immaginario cereale. Da segnalare che Pyramidion è stato realizzato solo nel Regno Unito, quindi se non doveste trovarlo presso il vostro abituale rivenditore potete acquistarlo direttamente presso la band attraverso il sito ufficiale.
Pyramidion / Xingu / Pixel Dream / Sultana
Detrii / Aramanu
RADIOHEAD - AMNESIAC Parlophone 5327651
Tra diffusi mugugni e rimproveri per non essere diventati i nuovi U2 o i nuovi REM (meno male, ne abbiamo già abbastanza degli originali!!) i Radiohead giungono al loro quinto album, pubblicato il 4 Luglio in vari formati (cassetta, doppio vinile 10”, CD e CD con libro) che nei megastores londinesi di Virgin, HMV e Tower venivano graziosamente esposti in tutto il loro splendore spingendo immediatamente Amnesiac verso la vetta delle charts. Un sommario ascolto in cuffia nei listening point dell’HMV e l’entusiastico parere del mio amico Charles Imperatori mi invogliano all’acquisto, avvenuto in quel di Berwick Street da SisterRay che sul prodotto nuovo consente se non altro di risparmiare qualche sterlina sugli esosi prezzi stabiliti dai grossi commercianti Britannici. Un po per nostalgia per i supporti fonici in voga durante la mia adolescenza, un po per cogliere la possibilità per una volta di non perdere la vista sui minuscoli booklets dei CD, l’acquisto si orienta sulla versione in vinile, la cui copertina gatefold consente di apprezzare meglio l’artwork dai tratti surreali ed angoscianti, vagamente alla Twelfth Night di Fact And Fiction, specchio fedele della musica contenuta, proveniente dalle stesse sessions per Kid A. Un sound dai tratti volutamente scarni, quasi ad affermare che con gli scenari all’orizzonte la musica non può essere fatta che così : questo è il massimo che si può fare! Ciò che esce dagli speakers è un suono che attanaglia le viscere, brucia dentro ed è abrasivo fuori, esprime sofferenza e preoccupazione. Persino l’apporto dei pochi ospiti, tra i quali The Orchestra of St. John e il leggendario fiatista canterburiano Jimmy Hastings, è contenuto al minimo, quasi soffocato. Nuvole minacciose sul nostro futuro prossimo (che la frase presente sulla label interna della seconda facciata, The Decline And Fall Of The Roman Empire, voglia essere profetica?) diventano visibili sin dalle prime note di Packt Like Sardines In A Crushd Tin Box, pezzo con reminescenze degli Örang di Heard Of Instinct, accompagnandoci fino al finale bandistico di Life In A Glasshouse, dove si respira una triste atmosfera di festa, celebrata tra dolore e ansie collettive. Che i Radiohead abbiano voluto così esporre i loro timori per gli effetti della globalizzazione, della quale sono antagonisti pubblicamente dichiarati? Una cosa è sicura, Amnesiac non è un disco facile né leggero, ma è anzi di un’urgenza e di una crudezza chiaramente figlie dei nostri giorni. Altrettanto sicuro è che anche la logica del business che anima le majors discografiche sarà stata messa in crisi nel momento in cui si è dovuto scegliere il singolo da estrarre da questo sarcofago di cemento; la scelta è caduta su Pyramid Song, pezzo costruito su pochi accordi di piano che definire “orecchiabile” o comunque adatto all’airplay è quantomeno azzardato. Una plumbea melodia su cui il cantato è a tratti lamentoso, grigio è il colore evocato dall'ascolto di questi solchi. Un affascinante senso di tristezza e pessimismo attraversa in lungo e in largo gli insistenti riffs di I Might Be Wrong e Dollars & Cents, l'acido arpeggio su cui si regge Knives Out, le funeree melodie di Morning Bell e You And Whose Army, il delirio chitarristico di Hunting Bears, i visionari esperimenti elettronici di Pull/Pulk Revolving Doors e Like Spinning Plates. Un disco il cui ascolto è sconsigliato a chi è in crisi depressive, ma di una bellezza interiore che è impossibile non riconoscergli.
Side One : Packt Like Sardines In A Crushd
Tin Box / Pyramid Song / Pull/Pulk Revolving Doors
Side Two : You And Whose Army / I Might Be
Wrong
Side Three : Knives Out / Morning Bell/Amnesiac
/ Dollars & Cents
Side Four : Hunting Bears / Like Spinning
Plates / Life In A Glasshouse
VARIOUS ARTISTS - SOUPSONGS LIVE : THE MUSIC OF ROBERT WYATT Jazzprint JP101CD
Colgo l’occasione della recente performance al Meltdown Festival di Londra (sfuggitami per pochi giorni) per andare a recuperare questo doppio album di tributo alla musica di Robert Wyatt, seconda operazione di questo genere in ordine di tempo dopo quello pubblicato pochi anni or sono dall’etichetta Italiana CSI. L’importanza di questa figura storica della musica di derivazione Canterburiana è ovviamente fuori discussione : abile drummer, cantante dal timbro inconfondibile, fondatore dei leggendari Soft Machine e poi degli eccellenti Matching Moles, ricercato collaboratore di albums fondamentali (ricordiamo almeno Septober Energy della Centipede e l’album di esordio degli Hatfield And The North, fino al recentissimo Smiling And Waving di Anja Garbarek), Robert Wyatt si è distinto anche per il suo impegno socio-politico (per capire di che derivazione date un’occhiata alla copertina del Little Red Record) che lo portò negli anni della feroce repressione nei confronti dei sindacati Britannici ad opera della Thatcher a produrre un disco in sostegno alla causa dei minatori in sciopero. Robert Wyatt da più di vent’anni non appare su un palco, ma la sua lunga carriera è stata celebrata da un nutrito manipolo di musicisti scelti dall’ex Penguin Cafè Orchestra Annie Whitehead tra quelli che hanno suonato con lui. A dare vita a questo tributo, per cui Wyatt ha selezionato i pezzi che Annie Whitehead ha riarrangiato, sono stati chiamati Julie Tippett, Ian Maidman, Harry Beckett, Larry Stabbins, Didier Malherbe, Phil Manzanera, Janette Mason, Steve Lamb e Liam Genockey. Il progetto, commissionato nel 1999 dal London Jazz Festival e dal Nottinghamshire Live & Direct, ebbe inizialmente due live performances, una delle quali (quella di Nottingham) è racchiusa in questo doppio CD. Un’ottima occasione per riassaporare eccellenti estratti da tutti gli albums di Robert, dal leggendario Rock Bottom all’ultimo Shleep passando per Ruth Is Stranger Than Richard e Dondestan, interpretati deliziosamente da questo formidabile ensemble. Ovviamente, su etichetta Voiceprint.
Disc One : Sonia / A Sunday In Madrid / Seasong
/ September The 9th / The Duchess / P.L.A. / Alliance / Left On Man / Muddy
Mouse A / Solar Flares / Muddy Mouse B / 5 Blacknotes & 1 White / Muddy
Mouse C Which In Turn Leads To Muddy Mouth
Disc Two : Freewill And Testament / Team Spirit
/ Vandalusia / Little Red Riding Hood Hit The Road / Alifi – Alifib / The
Sight Of The Wind / Gharbradegh / Soupsong / Dondestan / Heeps Of Sheeps
GOLDFRAPP - LOVELY HEAD Mute Records cdmute247
Il nome di Goldfrapp circola già da qualche tempo nel giro del pop meno convenzionale e quindi più atipico : Alison Goldfrapp e Will Gregory hanno unito le loro forze verso la fine degli anni 90 per perseguire la loro comune passione per le melodie strappalacrime, la sperimentazione elettronica e le musiche da film. L'accordo con l'etichetta Mute li ha portati in breve tempo al debutto discografico. Cominciamo ad occuparcene dal principio, trattando di questo singolo che ha preceduto di qualche mese l’album di debutto Felt Mountain (acclamato da magazines come NME, Muzik, Q, Later, Mojo e Time Out) e contenente tre diverse versioni di Lovely Head, brano all’insegna di una melodia decadente e un po’ retrò, caratteristiche che si accentuano alquanto nei due remix; da segnalare la presenza al violino di Stuart Gordon, in passato già a fianco di Peter Hammill. Un raffinato sottofondo per un ambiente equivoco ai margini della “dolcevita”, luci soffuse … in un angolo Fellini si rilassa davanti ad un Martini, fuori turisti Americani ubriachi schiamazzano per strada … socchiudete appena gli occhi e rilassatevi, i luoghi della vostra fantasia sono a portata di mano.
Lovely Head / Lovely Head (Staré Mêsto
mix) / Lovely Head (Miss World mix)
MURRY THE HUMP – THROWN LIKE A STONE Shifty Disco DISCO.9909
Thrown Like A Stone è il secondo singolo di questo gruppo Gallese proveniente da Aberystwyth, definito tempo fa dai Blur come la miglior band Britannica senza contratto. Murry The Hump ha già un nutrito numero di concerti all’attivo, anche come opening act per The Stereophonics, The Levellers, Bonnie Tyler e Bjiorn Again, solo per citarne alcuni. Il gruppo, attualmente residente in Cardiff, è composto dal fondatore Matthew Evans (voce e chitarra), Gwion Rowlands (voce e chitarra), Bill Coyne (batteria) e Sion Glyn (basso). Siamo in un ambito pop/psichedelico, più definito ed interessante in Don’t Slip Up (buono il bridge rap con tentazioni grunge qui inserito) che nella title track, troppo vicina a mio avviso a Beach Boys et similia. Il singolo è comunque stato votato come Singolo della Settimana dal NME, surclassando il precedente The Green Green Grass Of Home (uscito su etichetta Blue Dog / V2) che aveva venduto un migliaio di copie. Il debut album Songs Of Ignorance è stato pubblicato il 29 Maggio in formato CD e LP dall’etichetta Too Pure Records, maggiori dettagli sul sito ufficiale della band http://www.a-s-p.dircon.co.uk/mth
Thrown Like A Stone / Don’t Slip Up
BLUE APPLE BOY – WHO’S THAT CALLING? Shifty Disco DISCO.0008
Ricorderete che qualche tempo fa in questo spazio parlammo di una nuova band di Newcastle, Blue Apple Boy, generatasi dallo scioglimento degli Sleepy People. Oggi, più che di scioglimento, potremmo più semplicemente parlare di un cambio di denominazione, in quanto con gli ultimi avvicendamenti avvenuti all’interno della band il line-up è ora praticamente lo stesso degli Sleepy People. Questo debut single risale ormai a diversi mesi fa, ma parlando di bands emergenti come questa non lo considererei un prodotto vecchio, anzi lo considererei ancora come un ottimo biglietto da visita. La title track è basata sulla storia vera di un aspirante suicida che tenta a più riprese di gettarsi da un ponte, e che viene ripetutamente salvato dalla polizia che, chiamandolo sul telefonino, lo convince a desistere dal suo intento. Questo fino al giorno in cui il poveretto porta a compimento il suo folle gesto, accompagnato da un ultimo inutile squillo. La definizione di synth-jazz-pop-cabaret che la band da del suo sound ben si applica a questo pezzo, che sicuramente farà la gioia dei fans di Cardiacs ed affini. Riconducibili a grandi linee allo stesso filone di interessanti bands Britanniche quali Nought e The Monsoon Bassoon, Blue Apple Boy evitano però di prendersi troppo sul serio, assemblando partiture sballate e divertenti che non rinunciano ad un effetto complessivo comunque grintoso : per capire meglio cosa intendo dire, ascoltatevi il martellante riff di chitarra che fa da sottofondo al semplice assolo di flauto nella seconda parte di Sunshine Valley Paradise Club. Ne risentirete parlare, per lo meno da queste parti.
Who’s That Calling? / Sunshine Valley Paradise
Club
ELF POWER – JANE Shifty Disco DISCO.0010
Può mica sempre andare bene! Stavo cominciando ad abituarmi al buon livello delle proposte della Shifty, ed eccomi invece tra capo e collo la mazzata di questo singolo degli Elf Power, gruppo dedito ad un inflazionato brit-pop. Non c’è molto da dire, di ballads insipide come Jane ne abbiamo sentite già troppe, ed anche delle schitarrate di Needles In The Camels Eyes (pezzaccio alla Oasis affrontato con piglio un po più punk) ne possiamo fare tranquillamente a meno. Questo tipo di pop, se non viene trattato in maniera più sofisticata come hanno saputo fare The Rosenbergs, ha oramai fatto il suo tempo. Comunque, per coloro che volessero constatare di persona, il loro contatto è http://www.shiftydisco.co.uk/elfpower
Jane / Needles In The Camels Eyes
TRASHMONK – SAPPHIRE Poptones MC5041S
Ci occupiamo con discreto anticipo di questo singolo, previsto inizialmente per il mese di Giugno ma posticipato a Settembre, che uscirà tra l’altro nell’ormai in via di estinzione (almeno in Italia) formato 7”. Non so dirvi molto a proposito di Trashmonk, se non che è un progetto di Nick Laird-Clowes, ex leader dei Dream Academy e che nel 1999 è uscito un album dal titolo Mona Lisa Overdrive su Creation Records al quale ha partecipato l’ex violinista dei No-Man Ben Coleman, album che purtroppo non ho avuto modo di ascoltare. A complicare le cose contribuisce l’assoluta mancanza di informazioni sulla bustina cartonata che contiene il CD promozionale in mio possesso. Spostiamo quindi la nostra attenzione sul contenuto del singolo, due delicati pezzi acustici di durata standard imbastiti entrambi su malinconici arpeggi di chitarra; mentre la title track vede come unici protagonisti voce e chitarra acustica, in Fur Hat fanno capolino qua e là timidi accordi di synth, qualche nota di whistle ed alcuni brevi interventi di violino (ancora Coleman?). Atmosfere vagamente Zeppeliniane (mi riferisco a III e IV), fortemente imparentate con la tradizione folk Britannica. Niente di nuovo, ma sicuramente gradevole.
Sapphire / Fur Hat
HEFNER – LEVEL GREEN Inertia INERT-18CDPRO
E’ finalmente uscito il 18 Giugno questo lungamente atteso primo singolo relativo al debut album Residue, album ad opera del remixer e sperimentatore Lee Jones. Pare che dopo diversi progetti passati praticamente inosservati Lee abbia effettuato questa svolta più poppy, attirando comunque con Residue l’attenzione dello spazio Schizoidman del sito Noisy, spazio dedicato alle più interessanti realtà emergenti della musica Britannica. Il pezzo in sé, qui presente in versione radio edit, non è niente male, con una buona melodia e degli arrangiamenti sufficientemente originali per un pezzo pop, mentre le altre tre versioni presenti rappresentano un bel campionario di differenti manipolazioni della stessa base, a dimostrazione di come una stessa idea possa essere interpretata attraverso molteplici chiavi di lettura quando si è musicisti versatili e sensibili. Un buon biglietto da visita, in attesa di ascoltare l’album.
Level Green (original version – radio edit)
/ Level Green (Blue States Remix) / Level Green (Alternate Version) / Level
Green (Only Child Remix)
ANJA GARBAREK - SMILING & WAVING Virgin Records CDVIR130
Penso di non esagerare nel classificare fin d’ora questo album della cantante Norvegese Anja Garbarek tra i migliori prodotti di quest’anno; l’ascolto di Smiling And Waving ha accresciuto il rimpianto per non aver potuto assistere alla sua data londinese del 12 Giugno nell’ambito del Meltdown Festival, purtroppo i 500 posti della Purcell Room sono andati esauriti in breve tempo, lasciandomi a bocca asciutta già con una ventina di giorni di anticipo. Si sono sprecati i commenti sommari di coloro che sostengono una presunta similitudine tra Anja, figlia del sassofonista jazz Ian Garbarek, e Bjork, ma il raffronto mi sembra assolutamente campato in aria, in quanto i campi di azione delle due vocalist sono lontanissimi. La superba produzione di Steven Wilson ha evidenziato ed esaltato queste differenze, dando un’impronta unica al suono di queste dieci tracce, costruite su parti strumentali accuratamente dosate; episodi come Her Room e The Gown sembrano fuoriuscire dai chiaroscuri di Secrets Of The Beehive, mentre la bellissima Stay Tuned richiama vagamente alla memoria il clima gioioso di Let The Happiness In, con arrangiamenti sobri ed efficaci, dosi farmaceutiche di archi e la tenue, esile voce di Anja appena sopra. Non c’è una virgola fuori posto, persino gli interventi del lussuoso parco ospiti sono ridotti all’essenziale, tanto che per sentire in maniera un po marcata il drumming di Steve Jansen bisogna giungere al terzo minuto di Spin The Context. I fiati di Theo Travis forniscono delle punteggiature invece dei solos che ci si aspetterebbe, come succede in You Know e in Spin The Context. Le curiose, inusuali linee vocali di Big Mouth si accompagnano all’unica traccia ritmica appena più movimentata, con alcuni bei vocalizzi di Anja tenuti volutamente in sottofondo rispetto al cantato principale. The Diver vede protagonista un bel duetto tra Anja e Robert Wyatt su un soffice sottofondo costruito da poche note di contrabbasso e piano : era dai tempi di Now And Forever, ad opera di Alice e Peter Hammill, che non sentivo un duetto di spessore ed intensità simili, anche se il contesto è decisamente rilassato rispetto alla tensione emotiva che caratterizzava l’episodio tratto dal repertorio dell’autrice Italiana. That’s All (no relation con l’omonimo hit single dei Genesis) e It Seems We Talk sono altri due episodi dalle sonorità alla Sylvian scanditi da un’efficace ritmica elettronica, mentre And Then è un melodico episodio giocato su una bella orchestrazione di archi, contrabbasso e arpa. Cosa è realmente stupefacente è il fatto che su simili basi, create con molta attenzione alla qualità ed alla raffinatezza dei suoni, molti altri cantanti (e soprattutto molte altre cantanti) avrebbero scorrazzato a piacimento infestandole di vocalizzi e di testi che consentissero loro acrobazie vocali di ogni genere. Anja Garbarek invece si è calata umilmente nella quiete delle carezzevoli atmosfere create da Wilson con l’apporto esterno di un team di autentici fuoriclasse, tra i quali figurano anche Mark Ollis e Richard Barbieri. Sono certo che anche coloro che non sono degli appassionati dei timbri femminili apprezzeranno questo bellissimo album.
Her Room / The Gown / Spin The Context / Stay
Tuned / You Know / Big Mouth / The Diver / That's All / And Then / It Seems
We Talk
STEVE LAWSON - ...AND NOTHING BUT THE BASS, LIVE @ THE TROUBADOUR Pillow Mountain Records pmr001
E nient’altro che il basso! No, non spaventatevi, non correte il rischio di annoiarvi soltanto perché questo disco vede un solo strumento protagonista, anzi avete la possibilità di scoprire un nuovo universo di suoni e colori fondato sull’intelligente utilizzo del basso, che troppo spesso forse ci si dimentica come possa avere un ruolo principe al di fuori di quello esclusivamente ritmico. D’altronde, senza andare a scomodare i grandi dello strumento in ambito jazz o jazz rock, come dimenticare il ruolo fondamentale nel rock di bassisti come Jack Bruce, Chris Squire, Mark King o Tony Levin? Come non considerare quali e quanti nuovi orizzonti abbiano aperto i coraggiosi che hanno osato abbandonare il “pedale” sulle corde basse per avventurarsi alla ricerca di nuove possibilità su quelle alte? Cosa sarebbe stato dei Gentle Giant con il bassista degli AC/DC nel line up? E dei Clash con Stanley Clark? Ma senza inoltrarci ulteriormente nel campo dei “se” e dei “ma”, avrete capito che Steve Lawson è un bassista che appartiene alla categoria di musicisti che considerano il basso uno strumento capace di creare da solo nuove prospettive, ed il cui approccio è stato lodato da suoi colleghi del calibro di Michael Manring e Danny Thompson. Steve Lawson iniziò la sua carriera come solo performer quando una compagnia di danza londinese gli commissionò delle musiche per una performance di danza contemporanea che si tenne in seguito in un parcheggio nel centro di Londra. Quindi nel 1997, 1998 e 1999 ha partecipato al National Music Shows al Wembley Conference Centre, tenendo nel frattempo diversi seminari sull’uso dell’effettistica, del MIDI e del campionamento in real-time. Il suo metodo di lavoro è basato sulla creazione di layers che si sovrappongono, preferendo però linee melodiche di base su cui innestare fraseggi solisti piuttosto che puntare unicamente sul soundscaping : questo metodo risulta evidente fin dall’iniziale The Inner Game, dove Steve all’inizio suona e sovrappone un paio di linee che formano la base dell’intero pezzo, suonandovi poi sopra delle frasi soliste. In Drifting è invece un bell’arpeggio a fungere da base ai giochi di volume e di delay, agli armonici e ai solos che denotano uno spiccato senso melodico; c’è da notare che in pezzi come Virtue Of The Small e The New Country le melodie assumono connotazioni fortemente mediterranee, cosa veramente sorprendente da parte di un musicista Britannico, e se siete dei fans della Premiata Forneria Marconi periodo Jetlag / Passpartù apprezzerete sicuramente questi meravigliosi, solari episodi. Con Chance, Steve si inoltra in un sounscaping di indescrivibile dolcezza, dove è sempre la melodia a prevalere, mentre in Blue Sticks rielabora alla sua maniera la celebre melodia di Blue Moon. E che dire della dolcissima Bittersweet, trio per due bassi e piano … se con Virtue Of The Small e The New Country Steve è stato in grado di evocare paesaggi della costa tirrenica e l’odore di arance di Sicilia, con Bittersweet la mente focalizza piovosi pomeriggi londinesi, con nuvole grigie che sovrastano eleganti costruzioni vittoriane. Solo un musicista di grande talento e sensibilità è in grado di provocare simili emozioni, regalandoci questi 52 minuti di pathos per soli basso ed effetti. Il disco si chiude con il quadro minimalista di Pillow Mountain, una soffice coltre di sottili layers che Steve Lawson arricchisce con poche manciate di note suonate con gusto. Registrato dal vivo prevalentemente nel corso della serata tenuta al Troubadour in Earl’s Court, London nel Dicembre 1999, And Nothing But The Bass ha già ricevuto positivi riscontri da pubblicazioni come il Global Bass Magazine, Cross Rhythms, Guitarist Magazine e Bass Frontiers. L’album è reperibile direttamente presso l’autore, per ordinarlo e per trovare notizie, immagini e free downloads collegatevi da qui al sito di Steve Lawson, e scoprite un musicista che farà parlare sicuramente di se in futuro.
The Inner Game / Drifting / The Virtue Of The
Small / The New Country / Chance / Bluesticks / Bittersweet / Pillow Mountain
HENRY FOOL – ALBUM ADVANCE TAPE
Un gustoso assaggio dell’ormai imminente debut
album degli Henry Fool (che ricordiamo essere previsto per Settembre su
Cyclops) mi è capitato tra le mani, cinque estratti che bastano
a comprendere quale amalgama sia uscito fuori dall’incontro tra l’ex La
Host Steven Bennett e Tim Bowness : unitisi per suonare del progressive
rock, i due hanno abilmente dribblato la tentazione di trasformarsi nell’ennesimo
combo di British New Prog, optando per una formula dall’ampio respiro con
uno sguardo alla tradizione (quella però che meno ha attratto le
attenzioni della massa di imitatori affetti dalla Genesis/Yes sindrome)
ed i piedi ben piantati in un moderno approccio sperimentale. Dai Soft
Machine ed Hatfield And The North ai Rain Tree Crow passando per King Crimson,
No-Man e (perché no) Samuel Smiles, che di fatto costituiscono i
2/3 di Henry Fool. C’è da rilevare come Fudge Smith alla batteria
si destreggi molto meglio in questo ambito rispetto a quanto fatto con
i Pendragon, mentre l’ex La Host Steven Bennett si cala molto bene in un
ruolo discreto ma essenziale alla Richard Barbieri, per intenderci. Sarà
un album che delizierà le nostre giornate del prossimo autunno,
con i morbidi arpeggi di Grounded, il tellurico incedere di Bass Pig, le
elaborate trame di The David Warner Wish List e ... basta così,
altrimenti di cosa vi parlerò a Settembre?
GP HALL – IMAGINARY SEASONS River Flow Productions CDRFP 11101, FIGMENTS OF IMAGINATION Future Music Records FMR CD31-V0796, MAR-DEL-PLATA Future Music Records FMR CD46-V0997
Nell’immaginario collettivo, quando si parla di pionieri della chitarra immediatamente si focalizza l’immagine di Jimi Hendrix, considerato soprattutto come capostipite dei guitar-heroes senza pensare che l’innovazione da lui portata nel mondo delle sei corde è indissolubilmente legata al fatto che egli ha impiegato il massimo della tecnologia all’epoca disponibile. Sicuramente se Hendrix avesse avuto a disposizione un guitar synth o un processore di effetti li avrebbe impiegati, con buona pace di tutti coloro convinti che l’universo di un chitarrista debba rimanere circoscritto alla sua chitarra e all’amplificatore, preferibilmente valvolare, sogno erotico ricorrente di migliaia di provetti guitar heroes che si immaginano soli sul palco dinnanzi ad un muro di Marshall. Non è un caso che quelli che sono oggi a tutti gli effetti i veri innovatori abbiano nel loro parco strumenti gli ultimi ritrovati della tecnologia abbinati a qualche diavoleria più datata e a qualche aggeggio che li accompagna dall’inizio della carriera, ed utilizzino il tutto per trarne il più ampio ventaglio di possibili sonorità. Avrete capito a questo punto che GP Hall appartiene a questo secondo gruppo di musicisti, uno di quelli animati da un’incontenibile desiderio di ricerca tale da spingerlo ad acquistare un oggetto per l’autoerotismo femminile in un sexy shop di Amsterdam o a frugare in soffitta per trovare una vecchia macchinina a molla o qualche altro arnese da utilizzare per trarre nuove sonorità dalle corde del suo strumento. Polistrumentista, compositore, chitarrista in possesso di una invidiabile tecnica flamenco che gli consente di non utilizzare in maniera assoluta il plettro, GP Hall è anche titolare della tecnica da lui denominata Industrial Sound Sculptures, ossia sovrapposizione di layers creati in tempo reale e miscelati attraverso l’uso di due pedali volume. Tecnica che potrebbe sembrare simile a quella usata da molti altri chitarristi, specialmente in tempi recenti, ma alla prova dell’ascolto il risultato è sostanzialmente diverso, anche perché il sound complessivo è molto più melodico e meno industriale di quanto si possa supporre. GP Hall ha diversi albums all’attivo, sei dei quali hanno recentemente raggiunto il mio domicilio impegnandomi di conseguenza in diverse ore di ascolto dei suoi corposi lavori. Proprio per dare ad ogni album il risalto dovuto prenderemo qui in esame i primi tre in ordine cronologico, rimandando al prossimo numero la trattazione dei tre più recenti. Imaginary Seasons risale al 1992 e, come recita lo sticker sulla confezione, è un doppio album racchiuso in un unico CD che consta di quasi 80 minuti di musica; un totale di 27 pezzi divisi in quattro suites riferite alle quattro stagioni e all’influenza che queste hanno sui sensi dell’uomo. Nello sviluppo di questi temi GP Hall ha cercato di trovare il bilanciamento tra musica classica e musica di avanguardia, avvalendosi della collaborazione di un manipolo di musicisti in alcuni episodi e provvedendo per proprio conto a tutte le parti strumentali di molti altri. Si tratta per lo più di pezzi di breve durata, bozzetti multicolori che visualizzano il passare dei mesi e l’alternarsi delle stagioni. A tratti emergono ipotesi di ritmo più marcate grazie alla presenza della batteria in alcuni passi di Summer, ma a prevalere sono le belle melodie riflessive sapientemente assemblate da GP Hall allo scopo di evocare i suoni, i colori, i profumi e le sensazioni che accompagnano le fasi dell’anno. Figments Of Imagination del 1996 si differenzia alquanto da Imaginary Seasons per la struttura più improvvisativa di alcuni pezzi che assumono forti connotazioni free jazz dal flavour a tratti canterburiano, è il caso dell’iniziale Glider, condotta dal basso a sei corde di Hall (suonato anche con l’ausilio di una barra di acciaio) e solcata dal sax dell'ex Delivery Lol Coxhill, di Full Moon Over Madrid (dove GP Hall suona il basso con tecnica flamenco) e di Saw Mill Adagio. Altrove troviamo affreschi acustici come Rio Magdalena e Mevva Coast, mentre la lunga New Town Suite si snoda attraverso vari mood acustici sostenuti interamente da chitarra, contrabbasso e flauto tesi a ricreare i cambiamenti che hanno trasformato antichi villaggi in moderne città. La title track è una versione elettrica di un pezzo già incluso in Imaginary Seasons, in cui GP Hall fa uso di pinze per biancheria e di un tubo metallico per ottenere alcune sonorità; rispetto alla prima versione, questa risulta molto più ricca di sfumature grazie all’inserimento di partiture di tromba, sax e violino. La delicata Heat Of The Orizon è strutturata, come lo stesso GP Hall descrive nelle relative note, in una “scultura sonora” e può essere esemplificativa di cosa egli intenda con questa formulazione. E’ da notare come non tutto il materiale presente risalga allo stesso periodo, essendo alcuni pezzi provenienti da sessions di registrazione dei primi anni ’80. Idem per Mar-Del-Plata, album del 1997 in cui sono presenti anche un paio di episodi risalenti addirittura agli anni ’70, quando GP Hall poteva contare sull’apporto di un’intera band; nonostante ciò gli episodi migliori in questo album risultano essere quelli in cui il titolare provvede a tutte le parti strumentali, come le iniziali Deep Blue e Spirit Sky Montana o Humidity Despair dove il soundscaping di GP Hall raggiunge livelli di eccellenza ed alta espressività, puro e cristallino come non mai. Episodi come Ionian Water e la title track potrebbero destare l’invidia di Gitbox e California Guitar Trio, più estreme risultano Carmouth Beach ed Enigmatic dove il sound di GP Hall suona più “industriale” del solito, mentre Sorrow e Paths Of The Lonely sono in linea con il repertorio dei due albums precedenti. The Estates, registrata dal vivo in Bracknell nel 1975, purtroppo di rilevante ha solamente la notevole durata (24 minuti), che in questo contesto rende ancor più dispersiva la già fiacca struttura del pezzo (originariamente di 50 minuti!) dove ai bozzetti acustici di GP Hall si intercalano dei goffi interventi della band, ed in breve l’ascoltatore viene sopraffatto dalla noia, cosa che si sarebbe potuta evitare agendo in maniera radicale in fase di editing ed estrapolando un frammento di durata notevolmente inferiore. Un po meglio Plutonium Alert, che però soffre come The Estates della presenza di parti “slegate” tra di loro che danno all’insieme un senso di incompiuto, nonostante una pregevole parte finale con un violino alla Jean-Luc Ponty in evidenza. Ovviamente è sempre possibile gustare la tecnica flamenco di Hall nell’arco dell’intero disco, soprattutto in Sierra Morena Dust Storm, bell’episodio conclusivo di un album che tra luci ed ombre è comunque possibile segnalare a tutti coloro che apprezzano l’operato di musicisti coraggiosi ed inventivi. I CDs sono tutti corredati di booklets con esaurienti note sui singoli pezzi, sulla loro origine e sulla tecnica utilizzata nella loro esecuzione. Maggiori dettagli sulla strumentazione di GP Hall sono reperibili sul suo sito, attraverso il quale è possibile anche acquistare i suoi dischi. Parleremo ancora del chitarrista Inglese sul prossimo numero, tenete d’occhio questo spazio.
Imaginary Seasons : Imagination – Spring ( Avalanche / Bluebell Woods / Waltz At French Cafe / Figments Of The Imagination / Butterfly Hill / Wind Of Change ) / Enjoyment – Summer ( Lessco Lissco / Imaginary Islands / Gypsy Gathering / Italian Traffic Cop / Dawn Chorus (City) / Battery Charger ) / Reflections – Autumn ( Mirrors / Swallows In Flight / Reflections / Sway Of Golden Light / Borrowed Time / Migration / Indian Summer / Moonlit Plains / Majestic Sunset ) / Visions – Winter ( Hostile Landscape / Arctic Lights / Storm At Sea / Tears In A Fridge / Mental Images / White Wilderness )
Figments Of Imagination : Glider / Rio Magdalena / New Town Suite / Figments Of Imagination / Mevva Coast / Full Moon Over Madrid / Heat Of The Horizon / Saw Mill Adagio
Mar-Del-Plata : Deep Blue / Spirit Sky Montana
/ Ionian Water / Carmouth Beach / Sorrow (The Dawn Begins To Break) / The
Estates / Humidity Despair / Plutonium Alert / Paths Of The Lonely / Enigmatic
/ Mar-Del-Plata / Fahrenheit 451 / Sierra Morena Dust Storm
PORCUPINE TREE - RECORDINGS KScope/Snapper SMACD840
L’avevamo più volte annunciato nel corso degli ultimi mesi, il 2001 è l’anno delle compilations per i Porcupine Tree : Recordings, di cui ci accingiamo a trattare, ha già visto la luce mentre è attesa l’altra antologia The Delerium Years. Niente nuovo album quindi, ma nemmeno prodotti inutili : d’altra parte era anche necessario che Steven Wilson rimettesse un po di ordine tra tutto il materiale che ha sciorinato in un’infinita serie di singoli, edizioni limitate e releases esclusive che hanno portato i Porcupine Tree ad essere una delle bands più collezionate ma al tempo stesso hanno costretto i fans a rincorrere faticosamente l’impressionante serie di inediti con cui le summenzionate releases sono state infarcite. Non illudetevi comunque che le due compilation possano esaurire questo compito, anche se un buon numero di tracks rare vi è stato incluso. I sessantadue minuti di recordings ne includono nove, ma con un minimo di impegno in più si sarebbero potuti includere un’altra dozzina di minuti di musica; il disappunto maggiore è però quello che riguarda l’avvenuta pubblicazione di Recordings in edizione limitata e numerata di 20.000 copie : non sarebbe stato meglio farlo in tiratura uguale a quella di un normale album? Perché privare coloro che rimarranno esclusi dai 20mila del piacere di ascoltare queste pregevoli chicche? Si, perché si tratta di materiale di ottima fattura, con l’eccezione di Oceans Have No Memory che non ha tratto giovamento nemmeno dalla rielaborazione della versione demo (presente sulla B side del 7” di Piano Lessons) fatta ad hoc per questo disco. L’origine di tutto il materiale incluso risale alle sessions per gli ultimi due albums Stupid Dream e Lightbulb Sun, compresa l’iniziale Buying New Soul, traccia totalmente inedita proveniente dalle sessions dell’ultimo studio album : oltre dieci minuti in cui la melodia segue la traccia dettata dalla chitarra acustica di Wilson, tra arpeggi di synth e accompagnamenti di piano elettrico che aprono squarci meditativi per lasciare solo in chiusura spazio ad un solo di chitarra con wha-wha su un deciso ingresso della ritmica, prima di una nuova rarefazione che porta il pezzo alla fine. Anche Access Denied proviene dalle stesse sessions ed è totalmente inedita; l’inizio ricorda vagamente la marcetta di Pigeons dei Genesis, ma il genio di Wilson ne risolleva immediatamente le sorti facendone un pezzo dalle molte sfaccettature, con arrangiamenti al limite del grottesco ma veramente efficaci ed inusuali. Le successive Cure For Optimism e Untitled erano invece già apparse sul CD single Shesmovedon : la prima è un pezzo prevalentemente acustico e molto crepuscolare ad opera del solo Steven Wilson, apparsa anche in versione demo sullo split single Tonefloating con The Use Of Ashes, mentre Untitled è un’improvvisazione strumentale di quasi nove minuti, un mid-tempo in cui la chitarra solista prende nuovamente il sopravvento assecondata da una marcata sezione ritmica. Disappear figurava invece sulla versione CD del singolo di Four Chords That Made A Million, una breve traccia che parte da soluzioni acustiche che vanno gradualmente a sfociare in un finale elettrico introdotto da un bel fraseggio del basso di Colin Edwin. Di Ambulance Chasing avevamo già parlato in occasione del singolo di Piano Lessons, nella cui versione in CD single era inclusa. Anche In Formaldehyde era già stata pubblicata sul CD single Four Chords That Made A Million, si tratta di una bella ballad dalle tinte delicate che mi ha riportato alla mente alcuni stupendi passaggi della discografia dei Landmarq, quali Embrace e After I Die Somewhere, con un bel solo di chitarra pennellato con gusto, senza una nota in più o in meno. La penultima traccia, prima dell’insipida Oceans Have No Memory, è la versione integrale di Even Less : la prima parte, ricordiamo, è quella che è stata inclusa nell’album Stupid Dream, la seconda figurava nel CD single di Stranger By The Minute. Quattordici minuti di emozionanti saliscendi che si originano dal riff vincente introduttivo e conclusi da un breve solo di flauto del bravissimo Theo Travis; mi rincresce dover ricorrere ad una frase fatta, nell’affermare che questa versione di Even Less vale da sola il prezzo del disco. Per il momento Recordings è ancora facilmente reperibile presso on line stores quali Amazon e Freak Emporium, quindi affrettatevi ad assicurarvene una copia, ne vale la pena.
Buying New Soul / Access Denied / Cure For
Optimism / Untitled / Disappear / Ambulance Chasing / In Formaldehyde /
Even Less - full length version / Oceans Have No Memory
BOWNESS / CHILVERS – ALBUM ADVANCE TAPE
Strane cose possono succedere in questo spazio,
come parlare di un album che non si sa ancora quando e su quale etichetta
uscirà : è il caso di California, Norfolk, secondo album
del tandem Tim Bowness – Peter Chilvers dopo It’s A Long Way Back From
The Dark, Dark And Dark che è ancora in attesa di pubblicazione
da parte dell’etichetta Italiana Materiali
Sonori. Non smetterò mai di sentirmi indispettito dalle scelte
delle case discografiche, sempre disponibili ad inondare il mercato di
pattume ma stranamente restie a pubblicare prodotti di indubbio valore
come quelli in questione. Cosa stupisce è che anche una label attenta
e coraggiosa come la Materiali Sonori cominci a porre delle difficoltà,
ma sinceramente non conosco i motivi che hanno bloccato la pubblicazione
di It’s A Long Way Back quindi mi astengo dal formulare ipotesi, la deduzione
più pratica che si può facilmente fare però è
che se non è uscito il primo disco difficilmente potrà uscire
il secondo. Al momento l’ipotesi più concreta secondo me è
che California, Norfolk esca su Burning
Shed label, seguiremo comunque con attenzione gli sviluppi. Di sicuro
c’è che il nuovo lavoro di Tim Bowness e Peter Chilvers è
un gran bel disco, dalle atmosfere crepuscolari ed intimiste, parenti prossime
(ovviamente) di quelle che abbiamo potuto apprezzare nei primi due albums
di Samuel Smiles.
Due estratti da California, Norfolk li conosciamo già da qualche
tempo (il sottoscritto aveva provveduto anche ad inserire nello spazio
delle news di qualche mese fa i links da cui effettuare direttamente il
download), si tratta di Hostage e di Days Turn Into Years; il nastro fornitomi
da Dann Chinn
contiene invece le prime tre tracce dell’album, ossia la già citata
Hostage, la title track e Post-Its, che costituiscono un significativo
campione delle atmosfere che pervadono l’album. Atmosfere ora cupe ora
un po più vivaci, comunque rarefatte e melodiche, ed in questo campo
bisogna riconoscere a Peter Chilvers di essere un maestro (ascoltatelo
anche negli Alias
Grace quali affascinanti moods riesca a creare). Atmosfere che inoltre
consentono alla calda voce di Tim Bowness di esprimersi come preferisce,
dosando le sillabe ancor più delle parole, lasciando che il loro
suono si espanda come una goccia d’olio su una superficie liscia, dominando
la quiete delle basi strumentali alla stregua di un aliante che vola governando
le correnti in quota. Sarebbe un vero peccato se il master di questo album
dovesse rimanere negli archivi.
VARIOUS – TORA! TORA! Tutto Musica N°6
Nonostante la totale mancanza di considerazione da parte degli addetti ai lavori di nazionalità Italiana verso questo modesto spazio informativo, ho deciso di fare lo sforzo di dedicare la mia attenzione a questo sampler allegato al pietoso magazine Tutto, sampler dedicato alle bands appartenenti al carrozzone estivo del Tora! Tora! Tour. In teoria queste dovrebbero essere le punte di diamante del nuovo rock Italiano, ma l’ascolto di questi quarantuno minuti non fa altro che rafforzare la mia esterofilia musicale. Sarebbe impietoso da parte mia mettere in piedi un paragone tra la nuova scena underground Britannica e questa che, tra l’altro, tanto underground non è, ma mi chiedo se è proprio impossibile per le bands Italiche raggiungere se non altro un livello di decenza. La risposta che riesco a darmi è, purtroppo, affermativa : se escludiamo i Bluvertigo (dei veri fuoriclasse) ed alcuni buoni spunti di Subsonica e Modho, per il resto c’è poco da stare allegri. Cristina Donà e Francesco-C sono semplicemente pietosi, i Soerba sembrano indecisi tra seguire le orme di Battiato o quelle dei Righeira, Mao sembra invece avere nostalgia della disco music anni ’70, mentre Monovox, Andrea Ra, Mau Mau e Afterhours si perdono nell’utilizzo di formule inflazionate. Inutile sottrarre spazio a prodotti musicali sicuramente più meritevoli della nostra attenzione, escludendo i pochi gruppi che fanno eccezione (totalmente o parzialmente), di questo rock addomesticato se ne può fare tranquillamente a meno. Per i consigli per gli acquisti date uno sguardo ai titoli precedentemente trattati; ben diversi sono i consigli che mi sentirei di dare all’85% dei partecipanti a questo sampler, ma è meglio lasciar perdere : con la crisi occupazionale che stiamo attraversando in questo periodo …
Bluvertigo – L’Assenzio / Subsonica – Aurora
Sogna / Mao – Prima Di Addormentarmi / Cristina Donà – Goccia /
Monovox – Luna Cool / Modho – Liquidi (Radio Edit) / Andrea Ra – Ricominciamo
Adesso / Francesco-C – Contatti / Mau Mau – Conga Milonga / Soerba – Don’t
Think, Love / Afterhours – La Sinfonia Dei Topi
VARIOUS – ORGAN RADIO 17 : HEY I’M DOING SOMETHING Org Records ORG227
Conoscete The Organ, vero? Come sarebbe no! … la leggendaria fanzine Britannica, ma allora cosa li inserisco a fare i links nell’apposito spazio? Beh, per chi proprio non lo sapesse, The Organ è una conosciuta e stimata fanzine dedita all’underground, dall’impaginazione bizzarra ma sicuramente originale, come i suoi contenuti del resto. Verso la metà degli anni ’90 (se la memoria non mi inganna) The Organ creò una sua propria label, che nel corso degli anni ha consentito a numerosissime bands dei più disparati generi di uscire per lo meno dall’anonimato più totale. La ORG Records ha pubblicato finora numerosi cassette albums, CDs e CD singles, ed ha inoltre assemblato una serie di compilations come quella in questione, distribuite gratuitamente a quanti ne facciano richiesta (fino ad esaurimento, naturalmente, quindi affrettatevi ad andare alla pagina dei links per fare click sul banner di Organart). Il ventaglio di proposte incluse nelle compilations è un minimo campionario di quanto proposto sulle pagine della fanzine : dal pronk di Spratley’s Japs (filiazione dei Cardiacs, autentici beniamini di The Organ) al glam rock di DNA Doll e Sack Trick (band presente con ben due pezzi, uno dei quali è una cover acustica di God Of Thunder dei Kiss, gruppo al quale Sack Trick si rifanno pesantemente), dall’heavy anthemico alla Wasp dei Sunlounger alle allucinazioni alla Radiohead dei Serafin, dal brit-pop degli Stingray al post dark-wave di Twist, dall’interessante crossover dei 3 Ant Riot alle varie sfaccettature dell’heavy rock proposte dai vari Ridgeback, Zeenon, Schindler e Coptic Rain. La maggior parte dei brani inclusi provengono da demos o da singoli di difficile reperibilità, altri da albums pubblicati da ORG Records o da altre etichette; ce n’è un po per tutti i gusti, quindi contattate Organart, fatevi spedire il sampler, ascoltatelo, contattate le bands che hanno suscitato il vostro interesse e magari comprate i loro prodotti, darete sicuramente loro una soddisfazione.
7 Cycles – Alien / Serafin : Cowboy Song /
DNA Doll – Happy Valley / Stingray – Scrawny / Sunlounger – The Return
Of The Shoeshine Boy / Spratley’s Japs – Sparrows / Fiel Garvie – Difference
Of Me / Twist – Picture This / Cheese Cake Truck – This Lonely Planet /
3 Ant Riot – Rectify / Sack Trick – We’re On Our Back Way (To Live In The
Snow) / Pornorphans – Filth Dealer / Coptic Rain – After Hours / Ridgeback
– Crucify / Schindler – Gusher / Inhale – Lonely / Fur Circus – Rock My
Top / Sack Trick – God Of Thunder / Little Giant Drug – Overhead Walkways
/ Zeenon – Better If
VARIOUS - UNITED WORLD UNDERGROUND Music & Elsewhere MMATT CD2
Questo interessante sampler mi è giunto
recentemente dalla bellissima e a me familiare contea del Surrey, dove
risiede tale Mick Magic, fautore dell’ammirevole iniziativa denominata
United World Underground che promuove senza scopo di lucro il lavoro di
bands indipendenti provenienti da ogni parte del mondo. Un po quello che
fa anche NO WARNING!,
con la differenza che UWU funge anche da piccolo distributore e rivenditore,
produce un bollettino quadrimestrale in formato cartaceo e periodicamente
assembla delle raccolte come quella in questione. Tratteremo ancora in
futuro di The United World Underground, per il momento passiamo invece
in rassegna le quindici bands che hanno contribuito a questo CD, dedicando
qualche riga di attenzione ad ogniuna.
Into The Abyss
è una band Ateniese capeggiata da Yanis Kalifatidis, già
produttore della fanzine Fight Amnesia. Il pezzo proviene dall’album Cosmogonia
ed è un ottimo frammento di psichedelia acida degno dei migliori
Hawkwind, con tanto di incalzante solo di violino.
Proviene invece da Friburgo Dark
Star, progetto solo di Wolfgang Reffert; sia il nome della band
che il titolo dell’album da cui è tratto questo pezzo, When Twilight
Falls On NGC 891, sono ispirati all’opera di John Carpenter. Anche qui
siamo nel campo della psichedelia, quella più spacey ed elettronica
di scuola squisitamente tedesca. Non male, tutto sommato.
Eye proviene
invece dall’Australia centrale, la sua Perspective sembra ispirata dalle
sballate partiture del suo connazionale Daevid Allen, debitamente modernizzate
ed arricchite da parti di chitarra dallo stile simile a quello di Warren
Cuccurullo e dall’uso delle attuali tecnologie. Gradevole.
Un’altra band tedesca, Earth,
con all’attivo un album la cui title track è qui presente : un hard-progressive
ben suonato ed arrangiato, anche se poco originale. Da ascoltare senza
la pretesa di scoprire chissà cosa.
Ancora una band tedesca, Grass
Harp, con un pezzo in esclusiva per questa compilation nonostante
abbia alcuni albums all’attivo sulla propria etichetta Moonbean Records.
Vertigo è un pezzo che, complici le sonorità di un sitar,
ha un vago andamento orientaleggiante che si colloca a metà strada
tra i Quintessence e i Led Zeppelin degli episodi elettroacustici, con
un refrain forse un po’ troppo simile ad alcuni passi dei Mission e degli
All About Eve che rovina parzialmente il risultato complessivo, comunque
da non disprezzare.
Ras.Al.Ghul è
invece una band di Lisbona, che contribuisce con uno dei pezzi più
interessanti, un ottimo strumentale che sembrerebbe una versione più
etno dei primi episodi di Jansen/Barbieri/Karn quali ad esempio Beginning
To Melt.
Dall’album Fairytales For Those Who Never
Came Down è tratto questo pezzo di Idiom,
band basata a Huddersfield, West Yorkshire; purtroppo questo episodio ingenuamente
“epic” sarebbe stato più adatto alla colonna sonora di Conan che
a questa compilation. Un Bolero come ne abbiamo sentiti fin troppi.
Cosi come abbiamo sentito troppi pezzi come
quello di Blacklight Braille, dall’Ohio, autori
di diversi album che, se corrispondenti alle caratteristiche di questo
svogliato west-coast, non mi sento di consigliare a nessuno.
Lord Litter è
la creatura del Berlinese Jörg Dittmar, autore di questa ballata acustica
di ispirazione folk senza infamia e senza lode.
Da Victoria, Australia arrivano The
Stinking Badger Of Java, band che incide sulla propria etichetta
Yippie Bean. Il pezzo qui incluso riporta alla memoria i migliori Haze
con il loro sound weird ed i loro cambi repentini, con in più qualche
sprazzo zappiano dato dall’impiego dei fiati. Sicuramente uno dei pezzi
migliori di questo sampler.
Neo provengono
da Windsor, nel Berkshire, e ci propongono un’acida miscela di dance elettronica
e new wave, cantata da un vocalist dal timbro baritonale. Quanto meno bizzarro,
ma ascoltare per credere.
Chi ha apprezzato il progetto Splattercell
apprezzerà probabilmente anche i londinesi T.M.R.,
che all’uso di suoni manipolati ad arte abbinano un riff di matrice psichedelica.
Lodevole.
Ancora una presenza tedesca con Cosmic
Dance Society, che coraggiosamente si accollano il rischio di creare
della dance differente da quella che impazza normalmente nelle discoteche,
sconfinando in un avanguardistico blending di elettronica, trance, dance
e pronk che non finirà nelle charts dei dieci pezzi più ballati
della settimana, ma sicuramente attirerà le nostre simpatie.
Love In A Plague,
dalle West Midlands, contribuiscono con una track esclusiva, Freak, un
riuscito connubio tra acid jazz e psych : fans degli Eat Static, fatevi
sotto.
Infine i Gallesi Steve
Andrews & Ned Zero, con questo pezzo dance condotto inizialmente
da un riff di chitarra, con il solito campionario di voci filtrate con
il vocoder e refrain con voce femminile. Clichès ampiamente sfruttati,
per cui mi astengo da ogni commento su questo pezzo. Sicuramente l’album
avrebbe potuto chiudersi in modo migliore.
Le note di copertina recitano che tutte le
bands presenti, ed anche l’autore dell’artwork di copertina, sono disponibili
a valutare eventuali offerte discografiche, da inoltrare attraverso The
United World Underground che non percepirà compenso alcuno per la
sua opera di coordinamento. Per chiunque voglia contattare The United World
Underground gli indirizzi web sono i seguenti : music-elsewhere.hypermart.net
e www.greendragon.demon.co.uk
, qui troverete un buon numero di releases indipendenti a prezzi convenienti
e notizie fresche su queste ed altre interessanti e sconosciute realtà
musicali, oltre ovviamente al sampler di cui abbiamo trattato.
Into The Abyss - Lunar Drive / Dark Star -
Masterplace / Eye - Perspective / Earth - Schlaflos / Grass Harp - Vertigo
/ Ras.Al.Ghul - Qual / Idiom - Joch McGregor / Blacklight Braille - Bottle
Green Waters / Lord Litter - Love Freak / The Stinking Badger Of Java -
Pissing Diamonds / Neo - Master And Slave / T.M.R. - Sister Jodi / Cosmic
Dance Society - Guardian Angel / Love In A Plague - Freak / Steve Andrews
& Ned Zero - Real Love And Communication
THEO TRAVIS QUARTET – Londra, Lauderdale House 7 Giugno 2001
Lauderdale House è una splendida costruzione
d’epoca immersa nel verde di Waterlow Park, nel quartiere residenziale
di Islington. Un tempo residenza londinese di un Lord, Lauderdale House
è oggi una galleria d’arte che occasionalmente ospita manifestazioni
di vario tipo. Nell’ambito di una di queste, denominata Jazz In The House,
si è tenuto questo concerto del Theo Travis Quartet, il cui inizio
era fissato per le ore 8:30 PM : raggiungiamo il luogo prescelto con una
mezz’ora di anticipo, mentre all’ingresso i pochi intervenuti si intrattengono
chiacchierando tra di loro in attesa di prendere posto. Nell’angolo alla
sinistra dell’ingresso si scorge la strumentazione completamente acustica
del quartetto (grand piano, double bass, batteria ed i fiati del leader),
di fronte alla quale sono sistemate una quarantina di sedie ordinatamente
allineate lungo le pareti della sala. Ampie finestre offrono una bellissima
vista sul parco, i cui prati sono attraversati velocemente da alcuni scoiattoli;
c’è ancora molta luce al termine di questa bella giornata dell’instabile
primavera Inglese, cosi è possibile gustarsi il paesaggio ed ammirare
i quadri appesi alle pareti sorseggiando una Labatts, nell’attesa dell’inizio
del concerto. Concerto che inizia puntualmente, con Mark Parnell, Andy
Hamill, David Gordon e Theo Travis che prendono posto davanti alla ristretta
audience ed attaccano con la morbida Lulworth Night; sugli accordi di piano
che Gordon sembra suonare sfiorando appena i tasti si staglia subito il
suono del sassofono di Theo Travis. Il suono naturale degli strumenti si
diffonde nella sala sprigionando una avvolgente sensazione di calore, cancellando
il rammarico per il contemporaneo double gig di Tim Smith con i Nought
a cui ho dovuto forzatamente rinunciare (due concerti interessanti nella
stessa serata, quando si dice sfiga …); il pubblico segue con attenzione,
tributando il suo applauso al termine di ogni parte solista suonata da
ciascuno dei musicisti all’interno di ciascun pezzo. Sarà questa
una costante di tutta l’esibizione : dopo lo sviluppo del tema principale,
piano, contrabbasso e sax si alternano negli interventi, per poi riprendere
il tema e portarlo alla conclusione. Il quartetto prosegue quindi con la
più movimentata Passion Dance, title track dell’omonimo live album
registrato nel Luglio del 1999 al Ronnie Scott’s. La pulizia delle esecuzioni
è impressionante, con i lussuosi ricami di piano che forniscono
al sax di Travis un costante tappeto su cui inserire i suoi gustosi solos;
Hamill è concentratissimo sul suo strumento, mentre Parnell inserisce
con disinvoltura brevi rullate nell’insieme. Il set, che verrà suddiviso
in due parti (durante l’intervallo avrò anche modo di scambiare
due parole con il cortesissimo Theo, sorpreso nel vedere in mezzo al suo
pubblico uno con la T-shirt dei King Crimson), includerà anche un
pezzo di nuova composizione destinato a comparire sul nuovo album oltre
a pezzi quali Dog Days, Black And Crimson e la meravigliosa Tread Softly,
uno dei punti di maggior intensità della serata in cui Theo Travis
si cimenterà elegantemente con il flauto traverso. L’ultimo pezzo
del set è Nightmare In New York, all’interno del quale trova posto
un travolgente solo di Mark Parnell, molto apprezzato dal pubblico in sala,
pubblico che al termine dell’esecuzione richiede il rituale encore, che
Theo Travis presenta scherzosamente come un foxtrot, precisando che il
pavimento è a disposizione di coloro che vogliano ballare. Non sono
nemmeno le 10:30 quando lasciamo Lauderdale House, non senza aver prima
salutato Theo e i suoi giovani musicisti, sicure promesse di un futuro
luminoso per il jazz Britannico. Un nuovo album con relativo tour sono
alle porte, con la speranza che questo possa toccare anche l’Italia. Con
questo augurio nel cuore ripercorriamo in senso inverso la strada che separa
Waterlow Park dalla stazione del metrò di Archway; la strada è
stavolta in discesa, l’aria primaverile è appena fresca, il silenzio
che ci circonda permette a quel suono caldo di strumenti acustici di riecheggiare
ancora per qualche minuto nelle orecchie … che sensazione incredibile …
HERTZAN CHIMERA - SZMONHFU Eraserhead Press of Arizona
Un libro? Che non parla nemmeno di musica? Perchè no, io sono fiducioso verso i lettori di questo modesto spazio e penso che siano così open-minded da non storcere il naso di fronte a questa novità. Hertzan Chimera è un emergente come lo sono molti dei musicisti a cui NO WARNING! ha finora dedicato la sua attenzione, e ciò mi è sufficiente per lasciargli uno spazio per promuovere questa novella che la casa editrice Eraserhead pubblicherà entro l'anno. Nei suoi dodici anni di carriera come scrittore Hertzan Chimera è stato pubblicato in magazines ed e-zines quali Urbanite, Earwig Flesh Factory, Redsine, Suspect Thoughts, Delirium, Psychotrope, Gathering Darkness, Roadworks, Anitpodean Sf e Tantalus Fire. Uno dei soli sei romanzi pubblicati quest'anno dai supervisori della Eraserhead, il romanzo di 104.000 parole SZMONHFU di Hertzan Chimera è uno sguardo preoccupante alla manipolazione corporativa del genere umano, con implicazioni con il tema psico-sessuale descritte in una maniera franca e surreale. Per saperne di più un'intervista esclusiva tra l'editore Greg Wharton e Hertzan Chimera si trova all'indirizzo www.suspectthoughts.com/chimera.htm
FEAR THE MACHINE
it is changing
the change comes not only from the manner
of my life
but from the manner of my death
I WILL DIE FOUR DEATHS
the death of the flesh
the death of the soul
the death of myth
the death of reason
AND ALL OF THOSE DEATHS WILL CONTAIN THE SEED OF RESURRECTION
this is the time of the stomach
this is the time when we expand as a single
cell expands
THE FLESH GROWS BUT THE PSYCHE DOES NOT GROW
THAT IS LIFE
News from the World Central
- The Rosenbergs (http://www.therosenbergs.com)
in tour con Echo And The Bunnymen in Luglio
- Il California Guitar Trio (http://www.cgtrio.com)
sta pianificando un impegnativo tour estivo, le date verranno annunciate
appena confermate
- Il diciassettesimo volume del King Crimson
Collectors' Club, atteso per la fine dell’estate, sarà ProjeKct
Two - Live in Northhampton, MA, July 1, 1998, mentre il diciottesimo riguarderà
quella che il team della DGM ritiene la miglior registrazione mai sentita
della line-up comprendente Fripp, Boz, Collins e Wallace, ossia Live In
Detroit, 13 Novembre 1971
- Il Team della DGM è al lavoro sul
materiale che comporrà Ladies Of The Road, release antologica incentrata
sul periodo 1971/72
- Prime date confermate per King Crimson :
23 Luglio, Cincinnati,
OH - Bogarts
24 Luglio, Knoxville, TN
- Tennessee Theater
25 Luglio, Atlanta, GA
- Variety Playhouse
27 Luglio, Orlando, FL
- House of Blues
28 Luglio, West Palm Beach,
FL - Carefree Theatre
29 Luglio, St Petersburg,
FL - Jannus Landing
31 Luglio, New Orleans,
LA - House Of Blues
2 Agosto, Boulder, CO -
Fox Theatre
3 Agosto, Denver, CO -
Red Rocks (w/TOOL)
6 Agosto, Seattle, WA -
Paramount (w/TOOL)
7 Agosto, Seattle, WA -
Paramount (w/TOOL)
8 Agosto, Portland, OR
- Schnitzer Concert Hall (w/TOOL)
10 Agosto, San Francisco
(Berkeley), CA - Community Theater (w/TOOL)
11 Agosto, San Francisco
(Berkeley), CA - Community Theater (w/TOOL)
13 Agosto, Los Angeles,
CA - Wiltern (w/TOOL)
14 Agosto, Los Angeles,
CA - Wiltern (w/TOOL)
15 Agosto, San Diego, CA
- SDSU Theater (w/TOOL)
17 Agosto, Mexico City,
Mexico - Teatro Metropolitan
18 Agosto, Mexico City,
Mexico - Teatro Metropolitan
News from the World
- Un CDR di outtakes dal titolo The No-Man
Lost Songs : Volume One è disponibile via burningshed.
Il tracklisting è il seguente : Gothgirl
Killer (1997) / All The Reasons (1994) / Samaritan Snare (1997) / The Night
Sky (1994) / Catford Gun Supply (1997) / Days Like These (1994) / Days
In The Trees - Bach (1991) / Paradub (1993) / Hard Shoulder (1994)
/ Love Among The White Trash (1993) / Amateurwahwah (1996) / Drug Me (1996)
/ Pale As Angels (1994) / Coming Through Slaughter (1994)
Il materiale incluso ha visto la partecipazione
di Mel Collins (Sax and flute), Colin Edwin (Double Bass), Robert Fripp
(Guitar), Silas Maitland (Bass), Theo Travis (Sax and flute). Da notare
che l'unica traccia edita precedentemente è Days In The Trees -
Bach, uscita su un'edizione giapponese per la Nippon Columbia.
- E' stato deciso il tracklisting dell'album
di Tim Bowness e Peter Chilvers dal titolo California, Norfolk :
Hostage / California, Norfolk / Post-its /
Chant One / Also Out Of Air / Days Turn Into Years / Rocks On The Green
/ Winter With You / Dreamer's Song
- Il debut album di Henry Fool uscirà
nel Settembre 2001su Cyclops label. Ecco il tracklisting :
Friday Brown / Bass Pig / Poppy Q / Midnight
Days / Blindman One / Poppy Z / Blindman Two / Grounded / The Laughter
That Turned To Ice / Jazz Monkey / Judy On The Brink / The David Warner
Wish List / Heartattack / The Mellow Moods Of Malcolm McDowell / Dreamer's
Song / Tuesday Weld
- Novità su etichetta Apricot : Erster
Alles di Space Kelly (cd apricd019 ed lp aprivin019, limited
edition di 1000 copie in vinile colorato e
numerate a mano) EFA 27337-2/-1
- In arrivo entro l'estate su etichetta Burning
Sheed due albums dei Darkroom, Fallout One e Fallout Two, consistenti di
registrazioni dal vivo; il primo sarà vocale, il secondo strumentale
- Non ha ancora un titolo, ma uscirà
in Settembre un doppio live album dei Porcupine Tree che verrà venduto
solo tramite posta ed ai concerti. Composto di materiale proveniente dal
live broadcast per la Polacca Radio III in Varsavia, 6 Aprile 2001
e London Shepherds Bush Empire 11 Maggio 2001, il doppio CD avrà
il seguente track listing :
CD ONE - Even Less / Slave Called Shiver /
Shesmovedon / Up The Downstair / Lightbulb Sun / Last Chance To Evacuate
Planet Earth Before It Is Recycled / Russia On Ice
CD TWO - Pure Narcotic / Where We Would Be
/ Hatesong / Tinto Brass / Voyage 34 / Stop Swimming / Signify
- Altre releases imminenti su etichetta Burning
Shed : He Wrote This di Peter Chilvers, No Chart No Anchor No Rudder No
Sails di Rothko, Peter Gregory At Home With His Bad Self di Um
- Il nuovo 10,000 Hz. Legend di Air è
accompagnato in alcuni selezionati negozi degli Stati Uniti da un bonus
Source/Astralwerks CD sampler gratuito contenente un Senor Coconut remix
del nuovo singolo Radio #1 con altri estratti di Turin Brakes, Kings Of
Convenience, Sebastien Tellier ed altri
- DiN 10 - iNDEX 01 è un sampler delle
prime 9 releases dell’etichetta DiN che è stato incluso nelle copie
del numero di Giugno di The Wire destinate ai suoi 7000 abbonati. Per coloro
che non sono abbonati al magazine, il sampler è disponibile al prezzo
di $10 inc. P & P presso DiN all’ URL http://www.din.org.uk
Alcuni MP3 di titoli dell’etichetta si trovano
agli indirizzi : http://www.MP3.com/ianboddy
e http://www.mp3.com/stations/din
- Daevid Allen è al lavoro per preparare
un CD di rarità ed inediti della famiglia Gong destinato ai membri
del fan club
- Snapper Music pubblicherà in Settembre
un DVD relativo al Subterreania tour dei Gong
- Il primo disco della serie Gong Archive
recordings, Glastonbury Fayre, è attualmente allo stadio di preparazione
dell’artwork, che sarà probabilmente una confezione digi-pack di
alta qualità. Per questa serie verranno utilizzati i nastri originali
e gli albums, probabilmente, verranno venduti solo via mail order e ai
concerti.
- Daevid Allen's University Of Errors in tour
negli USA (line up composto da Daevid Allen, Josh Pollock, Michael Clare,
Jason Mills) :
17 Agosto - Seattle
18 Agosto - San Juan
Island, Wa, Egg Lake Shake
21 Agosto – Philadelphia
22 Agosto – New York
23 Agosto - Chicago
24 Agosto - Detroit
25 Agosto – Pittsburg
Per info: http://www.universityoferrors.com
- Continua a prendere forma l’assetto definitivo
del prossimo tour dei Gong, con alcune date da confermare in Grecia, Italia,
Austria, Francia e Spagna. Il tour dovrebbe iniziare alla fine di Settembre
in Irlanda per poi continuare con le seguenti date già confermate
:
3 Ottobre, London,
Royal Festival Hall, plus The Orb e Acid Temple Mothers
4 Ottobre, Exeter,
Phoenix
10 Ottobre, Brighton,
Concorde II
11 Ottobre, Southampton,The
Brook
12 Ottobre, Aldershot,
Princess Hall
13 Ottobre, Harlow,
The Square
15 Ottobre, Norwich,
Arts Centre
17 Ottobre, Leicester,
The Charlotte
18 Ottobre, Wolverhampton,
The Robin
19 Ottobre, Sheffield,
Boardwalk
20 Ottobre, Milton
Keynes, Wavendon Stables
21 Ottobre, Glastonbury,
tbc
22 Ottobre, Penzance,
Acorn Theatre
24 Ottobre, Wrexham,
Central Station
25 Ottobre, Leeds,
Irish Centre
26 Ottobre, Manchester,
University
27 Ottobre, Widnes,
Queens Hall
28 Ottobre, Crewe,
Limelight
29 Ottobre, Stockton,
The Arc
31 Ottobre, Newcastle,
University, Student Union
2 Novembre, Glasgow,
Renfrew Ferry
3 Novembre, Aberdeen,
Glow 303
4 Novembre, Edinburgh,
Liquid Room
7 Novembre, Belgium
8 Novembre, Netherlands,
Zoetermeer, De Boerderij
9 Novembre, Germany,
Karlsruhe
10 Novembre, Germany,
Geseke
11 Novembre, Germany,
Hilsesheim
12 Novembre, Germany,
Berlin
13 Novembre, Germany,
Hamburg
15 Novembre, Norway,
Kristiansand
16 Novembre, Norway,
Stavanger
17 Novembre, Norway,
Bergen, The Garage
19 Novembre, Norway,
Oslo, So What!
21 Novembre, Sweden,
Gothenburg
22 Novembre, Denmark,
Copenhagen
23 Novembre, Denmark,
Odense
8 Dicembre, Switzerland,
Winterthur
- Un riepilogo delle ultime uscite sulle etichette
del gruppo Voiceprint : Talk Talk - Missing Pieces (PLVP004CD); Billy Currie
- Stand Up And Walk (PZLCD001); Rick Wakeman - New Gospels (HOPEVP103CD);
Rick Wakeman - The Word And Music (HOPEVP104CD); Rick Wakeman – Orisons
(HOPEVP105CD); Rick Wakeman - Can You Hear Me? (HOPEVP107CD); Claire Hamill
– Abracadabra (BP305CD); Claire Hamill – Voices (BP308CD); Murray Head
- Greatest Hits (GAH112CD); T-Rextasy - Trip & Glide In The Ballroom
Of Glitz (MAMA004); Tangerine Dream - Dream Mixes III (TDICD031); Brian
Hopper/Robert Fenner – Virtuality (VP228CD); Happy Accidents – Scitatics
(VP229CD); Lloyd Langton Group - Night Air (LLG8CD); Lloyd Langton Group
- Time, Space & LLG (LLG9CD); Lloyd Langton Group - Like An Arrow (LLG10CD);
The Fall - Live In Zagreb (COGVP109CD); Stray – 10 (MYSCD147); Westbrook
And Company – Platterback (JPVP117CD); John Etheridge – Ash (JPVP102CD);
Jim Mullen - Live In Glasgow (JPVP103CD); Howard Riley – Singleness (JPVP110CD);
Howard Riley/Keith Tippett - First Encounter (JPVP114CD); John Cale - Words
For The Dying (ASCD09); Laraaji - Flow Goes The Universe (ASCD10); John
Hassell - City: Works Of Fiction (ASCD11); Brian Eno/John Cale - Wrong
Way Up (ASCD12); Roger Eno/Kate St John - The Familiar (ASCD13); Djivan
Gasparyan - Moon Shines At Night (ASCD16); John Hassell vs 808 State –
Voiceprint (ASCD17); Roger Eno - Lost In Translation (ASCD18); Channel
Light Vessel – Automatic (ASCD19); Andy Partridge/Harold budd - Through
The Hill (ASCD21); Bill Nelson - Practically Wired (ASCD22); Brian Eno/Jah
Wobble – Spinner (ASCD23); Various Artists - Future Perfect (ASCD24); Audio
Active/Laraaji - The Way Out Is The Way In (ASCD26); Channel Light Vessel
- Excellent Spirits (ASCD27); Roger Eno – Swimming (ASCD28); Harold Budd
– Luxa (ASCD30); Various Artists - Glitters Is Gold (ASCD31); Biosphere
– Substrsta (ASCD33); Kate St. John - Second Sight (ASCD34); Roedelius
– Aquarello (ASCD35); Roger Eno – Flatlands (ASCD36); Roger Eno/Lol Hammond
– Damage (ASCD37); Hugo Largo – Drum (ASCD38); Peter Blegvad - Choices
Under Pressure (RES143CD); Lindisfarne - BT3 (SRNC202CD); Rod Clements
- One Track Mind (SRNA209CD); Jah Wobble/Evan Parker - Passage To Hades
(30HZCD14); Fish - For Whom The Bells Toll (CFVP002CD); Fish - Derek Dick
And His Amazing Electric Bear (CFVP003CD); Atlanta Rhythm Section - Live
At The Savoy, New York City 1981 (PNXG5001); The Tubes - Dawn Of The Tubes
(PNXG4001); Spirit - Cosmic Smile (PNXG4002); Derringer - Live At Paradise
Theatre (PNXG4004); Molly Hatchet - Live At The Agora Ballroom (PNXG5002);
Rick Wakeman - Simply Acoustic (HOPEVP101CD); Rick Wakeman - The Piano
Tour Live (HOPEVP102CD); Andrew Downes - Concerto For Two Guitars (CPVP013CD);
Tom Robinson - Smelling Dogs (CNWVP013CD); Billy Currie – Transportation
(PZLCD101); Anthony Phillips - The Sky Road (BP329CD); Steve Phillips -
Just Pickin (SRNC201CD); Various Artists - Radio Wonderlust (WLUSTCDA1);
Elton Dean/Paul Dunmall - If Dubois Only Knew (BP194CD); Boon - Tin Man
(RES106CD); Danny Thompson/Peter Knight - Danny Thompson/Peter Knight (BP194CD);
Vincent Crane/ Arthur Brown - Faster Than The Speed Of Light (BP228CD);
Tom Newman - Hotel Splendide (VP195CD); Michael Chapman – Heartbeat (BP315CD);
Karnataka - The Storm (KTKCD002); Becky Duke - Like It Like This (PIX101CD)
- Buone nuove per i fans di Francis Dunnery
: è uscito il nuovo album del chitarrista Inglese, dal titolo Man,
ed è stato ristampato il suo primo album solista Welcome To The
Wild Country con l'aggiunta di due bonus tracks
- In occasione del "Ferro Battuto Tour" di
Franco Battiato, ritorna in libreria "Franco Battiato,
pronipote dei padri del deserto" di Luca Cozzari
(Editrice ZONA, pagg. 64). Attraverso una lunga intervista all'artista
siciliano ed un saggio scorrevole ed approfondito - ricco di citazioni
"battiatiane", illustrato dalle bellissime foto di Carmelo Bongiorno -
Luca Cozzàri analizza la produzione testuale di uno dei maggiori
compositori italiani contemporanei. Completa l'opera una ricca sezione
d'apparato (discografia, sitografia, notizie e curiosità). Il libro
è contenuto in un tipico box da CD, ed è suddiviso in : Genealogia,
Percorsi evolutivi, La "Babele" di Franco, Ethica fon Ethica (la musica
della parola). Conclude il volume una sezione d'apparato, contenente: Discografia,
Rarità e Curiosità, Bibliografia, Videografia, Sitografia.
Per informazioni su come poter visionare e acquistare il libro http://www.editricezona.it
- Date dello Heart Of The Sun tour 2001del
Theo Travis Quartet con Phil Peskett (piano/organ), Andy Hamill (bass)
e Marc Parnell (drums) :
26 Agosto, Croydon, The
Gun, 83 Church St
1 Settembre, Farnham, the
Pit, Itchel Lane, Crondall
3 Settembre, London, Ronnie
Scotts 47 Frith St, Soho (020 7439 0747)
4 Settembre, London, Ronnie
Scotts 47 Frith St, Soho
5 Settembre, London, Ronnie
Scotts 47 Frith St, Soho
6 Settembre, London, Ronnie
Scotts 47 Frith St, Soho
7 Settembre, London, Ronnie
Scotts 47 Frith St, Soho
8 Settembre, London, Ronnie
Scotts 47 Frith St, Soho
9 Settembre, Barnet, Bull
Arts Centre, 68 High St
12 Settembre, Teignmouth,
London Hotel, Bank St
13 Settembre, St Austell,
Cliff Head Hotel, Sea Rd, Carlyon Bay
14 Settembre, Launceton,
White Hart Hotel, Broad St
15 Settembre, Falmouth,
Arts Centre, Church St
16 Settembre, Bristol,
Albert Inn, 1 West St
17 Settembre, Bath, the
Bell
20 Settembre, Nottingham,
Bonnington Theatre, High St. Arnold
21 Settembre, Boxford,
The Fleece, Broad St
22 Settembre, London, 606
club, 90 Lots Rd, Chelsea
23 Settembre, Lincoln,
Festival In The Castle
24 Settembre, Watford,
Pizza Express, High St
27 Settembre, Coventry,
Biggin Hall Hotel, Binley Rd
28 Settembre, Cambridge,
Sophbeck Sessions, 14 Tredgold Lane
30 Settembre, Ascot, JAGZ,
Station Hill
4 Ottobre, Edinburgh -
Henry's Jazz Cellar, Morrisson St
5 Ottobre, Montrose - Links
Hotel, Mid Links
6 Ottobre, Paisley - Arts
Centre, New St
7 Ottobre, Aberdeen - Lemon
Tree, 5 West North St
8 Ottobre, Durham - University,
Dunelm House, New Elvet
Alcune date vedranno come special guest Roger
Beaujolais (vibes), mentre le date di Ottobre vedranno Dave Frankel sostituire
Phil Peskett (piano) e Alex Keen sostituire AndyHamill (bass)
- Previsto per il 25 Settembre all' Amersham
Pizza Express un concerto del Theo Travis/ Roger Beaujolais Trio
- GEW GAW è una fanzine di musica psichedelica
prodotta in Grecia a cadenza quadrimestrale, stampata in Inglese e Greco
in tiratura di 2000 copie per numero e con un CD compilation in allegato
comprendente molte bands della scena space/psychedelic. GEW GAW è
distribuita attraverso lo psychedelic network in tutto il mondo e può
essere acquistata anche tramite richiesta via e-mail. Il numero attualmente
in circolazione contiene interviste con Mother Superior, Carrots, Into
The Abyss, Grass Harp, un articolo sul Mellotron, decine di recensioni
e molto altro. Per contatti scrivete a Georg Markou e Iannis Kalifatidis
all'indirizzo e-mail abyss@pair.com
- E' previsto per il 5 Settembre l'inizio
del tour degli Ozric Tentacles, maggiori dettagli sul prossimo numero
Esisteva una volta la fanzine, spesso non era
bella da vedere, ma la sua bellezza risiedeva nella capacità che
aveva di andare diritta al cuore del lettore. Fotocopiata, ciclostilata,
poi stampata, inizialmente piena di errori, alcuni bianchettati e corretti
a mano, alcuni trascurati, con quelle foto troppo scure ritagliate ed incollate,
difficilmente decifrabili a prodotto finito : tutto questo ed altro concorreva
a “fare” la fanzine, giornalino amatoriale che trasudava sincera passione.
La fanzine crebbe e si moltiplicò, ma l’inarrestabile incedere del
progresso ne segnò il destino : alcune vollero evolversi e diventare
rivista, bella, patinata ma vuota ed altera, altre si estinsero, altre
ancora svilupparono caratteri che gli consentirono di sopravvivere, almeno
fino al boom delle E-zines. Recentemente ha cessato di esistere anche una
delle ultime vere fanzines, la senese Arlequins, per oltre dieci anni punto
di riferimento per gli appassionati di progressive rock in Italia ed un
po in tutto il mondo. Personalmente non ne sono mai stato un grande estimatore,
pur avendone acquistati diversi numeri, ma ho sempre riconosciuto nel team
guidato da Alberto Nucci una dedizione, una sincera passione nel loro lavoro
che molte altre testate hanno smarrito nel corso del tempo e che ha lasciato
spazio a ben altri e meno nobili valori. C’era anche ingenuità tra
le pagine di Arlequins, ma questa è da intendersi come virtù
inconiugabile con boria, falsità, arroganza e viltà : ai
redattori di Arlequins piaceva parlare di prog rock e solo di quello, era
il genere che gli piaceva e per questo si sono spesi per dieci lunghi anni
in un ambiente dove è tutt’altro che agevole muoversi a causa della
negatività che lo ha sempre attraversato, ma Alberto Nucci e soci
hanno tirato sempre dritto, con una dedizione ammirevole, fedeli fino in
fondo alla loro causa. Il commiato è avvenuto con un ultimo numero
il cui editoriale è intriso di un’amarezza tale che mi ha spinto
immediatamente a contattare Alberto per esprimergli la mia solidarietà
in un momento che, per mie esperienze passate, sapevo essere tutt’altro
che facile. Con Arlequins non se ne va solo una delle ultime fanzines “cartacee”
(con il web, di carta se ne farà sempre meno …), ma anche un pezzo
di storia e di cultura : Arlequins è stata testimone dell’espansione
del prog rock Italiano e mittel Europeo, quindi della effimera rinascita
del British prog rock, senza contare il suo oscuro lavoro alla ricerca
di vecchie e nuove realtà in paesi dell’America Latina e dell’Europa
Orientale. Ha continuato la sua opera anche in questi ultimi anni di declino
della scena, sopravvivendo ad altre zines, a bands, etichette, ed oggi
si ritira con dignità, preferendo questa soluzione ad una lenta
agonia. Ad Alberto e al suo staff vanno i miei migliori auguri di buon
proseguimento sul web (http://www.arlequins.net)
In questo numero di NO
WARNING! :
- Three Of An Unlike Pair : the eighties King
Crimson remasters
- Feta Funk : the fifth Mick Karn album review
- Faites Vos Jeux : the Violet Indiana album
review
- One Man Rock'n'Roll Band : the Alex James
Muscat album review
- On Stage : Porcupine Tree, Turin, Barrumba
April 24th, 2001
- Age Of Information : Please, read this
- News from the World Central
- News from the World
KING CRIMSON - DISCIPLINE, BEAT and THREE OF A PERFECT PAIR 30th Anniversary Edition 24 bit remasters VIRGIN CDVKCX8, CDVKCX9, CDVKCX10
Quando si dice “i casi della vita”! Già anni addietro mi era capitato di scrivere riguardo agli albums degli eighties di King Crimson, quando mi venne chiesto di scrivere la seconda parte di una retrospettiva sul Monarca per la fanzine milanese Paperlate (# 29, Febbraio 1993). Il lungo articolo che ne venne fuori risultò inevitabilmente incentrato sulla trilogia definita da Fripp “declino al 1984”, anche se non mancai di includere cenni alle carriere soliste, alle raccolte e ad altri fatti rilevanti legati all'esistenza di Crimso. Eravamo ancora in una fase di “interregno”, molte cose dovevano ancora accadere : la costituzione del Double Trio, il ritorno al servizio attivo con le due settimane di concerti in Argentina, la pubblicazione di VROOOM e di THRaK, l’incredibile esperienza (anche mia personale) del THRaK tour 1995/96, i ProjeKcts, l’abbandono di Bruford e Levin, e via fino ai giorni nostri. Nonostante ci fossero poche nebulose notizie circolanti, con il rischio concreto paventato dallo stesso Fripp che la “finestra temporale adatta al ritorno al servizio attivo di Crimso si chiudesse”, io aveva la sensazione o meglio la convinzione che, scrivendo quell’articolo, non stavo parlando di storia morta ma di un processo in evoluzione. Oggi, probabilmente, quell’articolo lo scriverei in maniera diversa : con tutta la passione e la dedizione impiegata nella stesura, inclusi però anche diverse inesattezze (senza contare che la successiva battitura dell’articolo fece ulteriori danni, evitabili con un po di attenzione in più). Oggi come allora, però, non è possibile parlare di storia morta, perché la portata di quei tre dischi è la stessa di allora ed è la stessa del periodo della loro uscita, tre dischi che hanno segnato un’epoca e quelle successive, che hanno fatto da spartiacque nella storia della musica. In essi erano riconoscibili i tratti sfumati delle origini degli artefici, rigorosamente trasformati in una visione ultramoderna che fondeva il background dei quattro musicisti con i nuovi linguaggi musicali degli anni ottanta, stravolgendoli, radicalizzandoli e creando uno stile che è tutt’ora all’avanguardia. Un approccio cosi rivoluzionario che traspare fin dalle spartane copertine, cosi rigorose nell’urgente ed enigmatico messaggio di quei simboli adagiati su sfondi vivacemente monocromatici : ricordo ancora quando, poco più che ventenne, mi accostavo timoroso a quelle covers senza mai trovare il coraggio di esplorarne il contenuto, indugiando sugli acoustic and electronic drumming di Bruford, sulle fretted and fretless guitars di Belew, sullo stick di Levin, sui frippertronics di Fripp. “Cosa saranno mai?”, mi chiedevo. Fino a quel giorno per me il massimo della modernità, in campo musicale, era stato Defenders Of The Faith dei Judas Priest, ma nel metallico combo di Birmingham tutti quegli aggeggi non c’erano. Alcune approssimative recensioni su Rockstar non mi aiutarono a dissipare i dubbi, avevo nel frattempo esaurito la mia ricerca di tutti i dischi di Crimso da In The Court a USA, ma continuavo a rigirarmi tra le mani quelle tre copertine, una rossa, una blue, una gialla, finchè un giorno ruppi gli indugi e rincasai con Three Of A Perfect Pair sotto il braccio. Iniziai dal fondo, forse perché incuriosito dalla suddivisione tra lato destro e lato sinistro, forse perché questo era stato il disco più bistrattato dalle recensioni che avevo recuperato. La conclusione è facilmente desumibile, ancora oggi questi dischi sono tra quelli che considero irrinunciabili, e addirittura 3OAPP è un disco che non dovrebbe mancare in nessuna collezione che si rispetti. Ma, al di là di quella che è solo la mia personale aneddotica, come si è arrivati al “declino al 1984”? E’ importante analizzare il cammino percorso dal Monarca da quel lontano 1 Luglio del 1974 al 30 Aprile del 1981, da Central Park in NY al Moles Club in Bath : esaurita la fase creativa del cosiddetto “progressive rock”, Robert Fripp per primo intravede gli imminenti cambiamenti (non solo in campo musicale) e mette a riposo King Crimson, ritirandosi per un periodo sabbatico alla Sherborne House dove segue gli insegnamenti delle teorie di Gurdjeff. Dalla Sherborne House escono un uomo ed un musicista completamente diversi, ed il ritorno sulle scene di Robert Fripp non potrebbe avvenire in maniera più significativa : nel 1977 David Bowie, al lavoro con Brian Eno in quel di Berlino sul materiale che comporrà il capolavoro a titolo Heroes, chiama Fripp a darvi il suo inconfondibile contributo. Seguiranno le collaborazioni e produzioni con Peter Gabriel e Daryl Hall, preludio alla famosa “esposizione” Frippiana del 1978. Si delinea qui la “guida al 1981”, che Fripp completa con gli albums God Save The Queen / Under Heavy Manners e Let The Power Fall. C’è ancora lo spazio per la sfida della League Of Gentlemen, ma nei piani di Fripp “Next step is Discipline” : Fripp richiama il vecchio amico Bruford, che nel frattempo ha lasciato il segno in svariate bands ed in decine di dischi, e vuole al suo fianco l’incredibile Tony Levin (con cui ha già lavorato nella touring band di Gabriel e in Exposure) e Adrian Belew, ex collaboratore con Zappa, Bowie e Talking Heads. Probabilmente coloro che assistettero ai primi concerti di Discipline rimasero sorpresi dall’incredibile miscela profusa dalla band che Fripp non tarderà a riconoscere come King Crimson : Discipline diventa cosi il titolo dell’album, un album dalla struttura forte, comprendente pezzi di uno spessore tale che per lungo tempo hanno composto l’ossatura dei live act di Crimso. Urgente, teso e diretto, tanto da richiamare idealmente alla struttura di Larks Tongues In Aspic, con il quale condivide l’origine dei pezzi nati dal work in progress di improvvisazione. Dalla contrapposizione tra l’anarcoide nervosismo di Indiscipline e l’asfissiante e meticoloso incedere di Discipline, le soffocanti spire di Thela Hun Ginjeet e l’alienante The Sheltering Sky, l’obliquo formato canzone di Elephant Talk e della stupenda Frame By Frame : tutto ciò prende forma dal lavoro di improvvisazione, la sola Matte Kudasai è frutto di un’idea di canzone di Belew rielaborata con il lavoro di gruppo. La prima volta che Robert Fripp rimise le mani sul materiale di Discipline, eliminò alcune sue parti soliste da Matte Kudasai per lasciare in evidenza il lavoro di slide ad opera di Belew, e questa versione è presente nel track listing originale dell’album, con la prima versione inclusa in coda come bonus track. Cosi il successivo Beat appare, a posteriori, in perfetta antitesi rispetto a Discipline : otto canzoni, per una durata complessiva di poco superiore ai trenta minuti, delle quali la sola Requiem parrebbe non rientrare in questa sommaria classificazione. Ma dal pop plastificato che impazzava in quegli anni (era infatti, come già ho ricordato nella summenzionata retrospettiva, il periodo della riscossa del metallo pesante e del grande successo della new wave più commerciale, dei Police e dei Man At Work) alle canzoni dei King Crimson ne passa di differenza! Crimso dimostra anche ai più scettici come ha saputo reinventarsi senza riciclarsi, accantonando i mellotron e puntando sulle possibilità date dalle combinazioni di sonorità che possono scaturire dalle chitarre di due tra i più coraggiosi pionieri dello strumento. Qualcuno in quel periodo ebbe la fantasiosa idea di coniare nuove etichette da affibbiare a questi dischi di King Crimson, tipo Free Metal o Heavy Jazz (era proprio un periodo in cui la fantasia di certi pseudo giornalisti si sbizzarriva in geniali trovate, mi ritorna in mente il Reggae ‘n’ Roll dei Police), a dimostrazione di quanta poca propensione a trattare di musica abbiano certi personaggi, senza analizzare il fatto che se i meccanismi del music-biz non fossero cosi perversi come sono allora Neal And Jack And Me avrebbe potuto anche essere un grande hit-single, come pure Heartbeat e Waiting Man. Non che The Howler, Neurotica e la strumentale Sartori In Tangier fossero di valore inferiore, semmai più avventurose ma pur sempre canzoni, cosi come la geniale, atipica ballad Two Hands. La sola Requiem si discosta dalla formula canzone adottata in Beat per fungere da ideale anello di congiunzione con il successivo Three Of A Perfect Pair, album per cui Fripp usò la definizione “Un lato è accessibile, l’altro lato è eccessivo”. Bistrattato dalla critica del periodo (ebbi modo di leggere una recensione dove in un passaggio l’autore diceva di non capire come mai, a differenza di quanto accadesse nei suoi dischi solo, in quelli di King Crimson Adrian Belew cantasse come un usignolo ferito, mentre un’altra recensione reputava insufficiente la presenza di Larks Three come motivo di interesse per questo disco), Three Of A Perfect Pair è in realtà un grande disco di sintesi tra i suoi due predecessori : il lato “sinistro” è infatti song-oriented (con la sola eccezione del plumbeo strumentale Nuages), mentre il lato “destro” è quanto di più radicale si possa trovare in giro in quel periodo. Alla futuristica dance track Sleepless, alle cristalline songs Model Man e Man With An Open Heart, all’elegante hit in 6/8 della title track si contrappongono l’asfissiante incedere di Industry, il riff al vetriolo di Dig Me, il minaccioso soundscape di No Warning (vi ricorda qualcosa questo titolo?), ed infine l’apoteosi di Larks’ Tongues In Aspic Part Three, introdotta da una reprise dell’intricato fraseggio centrale della Part One e sviluppata su un entusiasmante dialogo tra le chitarre di Fripp e Belew. E, sorpresa delle sorprese, ad integrare questo remaster fino a portarlo a una durata prossima ai 70 minuti troviamo una serie di bonus tracks raggruppate sotto la definizione The Other Side. Una è il divertissement vocale ad opera di Tony Levin dal titolo The King Crimson Barber Shop, già presente nel box antologico Frame By Frame - The Essential e nel suo companion single Heartbeat - The Abbreviated, in cui il calvo strumentista esegue quattro parti vocali su diverse tonalità sovrapposte. Industrial Zone A ed Industrial Zone B sono due tracce totalmente inedite, probabilmente outtakes dalle sessions per Three Of A Perfect Pair, ed azzarderei addirittura l’ipotesi che fossero versioni provvisorie di No Warning, con cui hanno in comune la struttura free e la scelta di sonorità. In qualunque caso saranno sicuramente motivo di interesse per i fans di Crimso, al pari delle tre versioni di Sleepless poste in chiusura di album. Due di queste, se non erro, erano già state pubblicate sul mercato statunitense in formato 12” : mi riferisco a quella denominata Tony Levin Mix (sul 12” era definita Instrumental) e al Dance Mix, mentre per quanto riguarda il Bob Clearmountain Mix non sono sicuro se sia già stato pubblicato in precedenza. La versione migliore rimane, a mio avviso, quella presente nel track listing originale, ma ha fatto bene Mr. Fripp ad includere anche queste versioni alternative per dare modo al pubblico di Crimson di poter fare i dovuti confronti. I tre remasters sono, inutile dirlo, corredati da libretti con foto e press clips dell’epoca, con copertine gatefold e dischetti colorati come le rispettive copertine (rosso, blue e giallo), ovviamente a 24 bit, e stavolta avete anche le bonus tracks, che volete di più?
Discipline : Elephant Talk / Frame By Frame / Matte Kudasai / Indiscipline / Thela Hun Ginjeet / The Sheltering Sky / Discipline / Matte Kudasai (alternative version)
Beat : Neal And Jack And Me / Heartbeat / Sartori In Tangier / Waiting Man / Neurotica / Two Hands / The Howler / Requiem
Three Of A Perfect Pair : Three Of A Perfect
Pair / Model Man / Sleepless / Man With An Open Heart / Nuages (That Which
Passes, Passes Like Clouds) / Industry / Dig Me / No Warning / Lark's Tongues
In Aspic Part III / The King Crimson Barber Shop / Industrial Zone A /
Industrial Zone B / Sleepless (Tony Levin Mix) / Sleepless (Bob Clearmountain
Mix) / Sleepless (Dance Mix - F. Kevorkian)
MICK KARN - EACH EYE A PATH Medium Productions MPCD12
Each Eye A Path è il quinto album solo di Mick Karn (il primo su etichetta Medium), che prosegue degnamente il discorso iniziato nel periodo post-Japan con Titles, per evolversi attraverso Dreams Of Reason Produce Monsters negli albums della piena maturità (Bestial Cluster e l’incredibile The Tooth Mother). Composto da dieci tracce scritte, arrangiate e registrate con spirito autarchico tra il 1995 ed il 1999, Each Eye A Path ci mostra un Mick Karn alle prese con composizioni dalle atmosfere più disparate. E se non è un mistero che le origini cipriote dell’ ex Japan abbiano contribuito alla creazione del suo unico e inconfondibile stile (pezzi come Up To Nil o Latin Mastock, che tra l’altro sono le uniche tracce cantate ad opera dello stesso Karn, non lasciano dubbi sulla paternità delle composizioni), è anche vero che in questo album si evidenzia una vena più soffusa ed intimista : ascoltate ad esempio The Forgotten Puppeteer, un bel pezzo condotto da una semplice base di piano che ben figurerebbe nel repertorio di Sakamoto, oppure My Mrs. T e The Night We Never Met, dove è sorprendente riconoscere i geni presenti nella parte strumentale dell’album Gone To Earth dell’ex collega Sylvian. Angel's Got A Lotus è invece incentrata su un insistente tema, che riporta vagamente ad alcuni passaggi del bellissimo Stone To Flesh degli amici Richard Barbieri e Steve Jansen (quest’ultimo presente in veste di guest insieme al solo Mieko Shimizu, a comporre un ristrettissimo parco ospiti), mentre la riflessiva Serves You Rice potrebbe tranquillamente essere una outtake dal capolavoro Polytown di Torn/Karn/Bozzio, complici un hammond usato con dovuta parsimonia ed il distintivo basso di Karn a condurre la melodia. Non si pensi comunque ad un passo indietro rispetto a The Tooth Mother solo perché in molti pezzi prevale la melodia rispetto alle formule avventurose dell’album citato in precedenza, Venus Monkey giunge a proposito a ricordarci che Karn è sempre un musicista dalle scelte coraggiose (sentite ad esempio che frase di chitarra à la David Torn abbia tirato fuori in questo pezzo). Il soundscape per tastiere e samples di Left Big suggella quest’album di indiscutibile valore, raffinato ed innovativo. Un must per chi già conosce e apprezza Karn, ma anche un acquisto consigliato a coloro che vogliano accostarsi per la prima volta alla musica del geniale cipriota : gli strani suoni dosati con cura alchemica dal bravo Mick vi conquisteranno. Reperibile attraverso Medium Production.
Up To Nil / The Salmon Of Knowledge / Latin
Mastock / The Forgotten Puppeteer / My Mrs. T / Angel's Got A Lotus / Serves
You Rice / The Night We Never Met / Venus Monkey / Left Big
VIOLET INDIANA – ROULETTE Bella Union bellacd24
Roulette è il primo full length album di Violet Indiana, band composta da Robin Guthrie (Cocteau Twins) e Siobhan De Mare (Mono). Undici pezzi racchiusi in un’elegante confezione digi-pack in edizione limitata, pezzi all’insegna di una elegante, raffinata decadenza. La chitarra di Robin Guthrie e la voce di Siobhan De Mare ne sono gli assoluti protagonisti, ma senza strafare : le atmosfere sono levigate ed eteree, il tutto è giocato sull’intelligenza di scelte piuttosto che sulla loro quantità. Raramente il ritmo decolla, come avviene nella superlativa Sundance, sicuramente il pezzo migliore dell’album con le sue atmosfere “solari” che rischiarano la rassicurante penombra nella quale giacciono le altre composizioni. Con l’iniziale Air Kissing siamo molto vicini ad alcuni episodi dei No-Man quali Watching Over Me ed alcuni passi del recente Returning Jesus, ed in generale i pezzi di Violet Indiana possono proprio reggere un confronto con il repertorio di bands come Samuel Smiles, mentre solo occasionalmente il termine di paragone può essere qualche passaggio degli All About Eve (Poison Gorgeous e Killer Eyes). Avrete capito che non c’è niente di estremo o di “cattivo” tra le tracce digitali di Roulette, album consacrato ad un’eleganza formale dal gusto a tratti volutamente retrò, ma che dietro l’apparente fragilità delle strutture lascia trasparire una forte identità che eleva il duo Guthrie/De Mare parecchie spanne al di sopra delle folle di alfieri dell’ultramelodia. Da gustare in solitudine, possibilmente guardando un vecchio film muto in bianco e nero.
Air Kissing / Feline Or Famine / Sundance /
Powder River / Little Echo / Angel / Poison Gorgeous / Hiding / Rage Days
/ Liar / Killer Eyes
ALEX JAMES MUSCAT – BLUEPRINT self produced, no catalogue number
Devo ancora riuscire a capire perché noi Italiani riusciamo sempre (o quasi) a distinguerci in maniera negativa rispetto agli altri. Non si tratta di esterofilia, e voglio chiarire subito di cosa sto parlando. Io ricordo che, nel periodo della mia adolescenza (stiamo quindi parlando della fine degli anni ‘70 / inizio ’80), quando la presenza di gruppi stranieri sembrava essere stata bandita su tutto il territorio nazionale, spopolò il fenomeno cantautorale, che per il sottoscritto divenne un vero incubo. A distanza di anni mi capita ancora di ironizzare su quei personaggi, che un mio arguto conoscente ha chiamato “compagni … di merende”, canticchiando un motivo del tipo “Evo un opevaio che andava a lavovave alla Fiat” con l’accompagnamento di due accordi in croce “zappati” su una chitarra scordata, ma al di là delle facili ironie su simili individui che si sono fatti una fortuna approfittando del vuoto lasciato dai musicisti stranieri per un lungo periodo, ancora una volta il passare del tempo (grande consigliere) mi ha dato modo di fare delle riflessioni. Quella che pensavo essere una figura tipicamente Italiana (il cantautore) è invece sempre esistita ed è ancora esistente anche all’estero (il songwriter). Qualcuno in questo momento potrà pensare “Beh, se tu sei ignorante che colpa ne abbiamo noi”, e non avrebbe nemmeno tutti i torti, ma ammetterete che in quel periodo un ragazzino che non avesse un fratello maggiore o un amico più grandicello preparato in materia, sotto il bombardamento radiofonico che propinava solo Dalla, De Gregori, De Andrè e compagnia bella ben difficilmente poteva formarsi musicalmente. Solo con il passare degli anni i nomi di Bob Dylan, Cat Stevens, Tim Buckley, Nick Drake, Roy Harper hanno acquistato un significato, e soprattutto mi hanno fatto capire la natura dell’anomalia Italica : un sostanziale vuoto compositivo e strumentale, mascherato da un impegno di facciata che permetteva a chiunque di cantare storielle di vario tipo strimpellando pochi accordi su una chitarra. Nel periodo a cui facevo riferimento in precedenza, mentre all’estero i nuovi linguaggi del punk e della new wave andavano soppiantando le complicate sintassi dei movimenti preesistenti, in Italia il cantautorato diventava espressione istituzionalizzata di autarchia musicale, con risultati cosi disastrosi da far quasi gridare al miracolo quando si affacciò sulle scene il “vero rock” di Vasco Rossi. E’ improprio mettere in piedi simili paragoni? Non so, certamente la figura del songwriter all’estero ha maggior spessore, capacità e dignità di quanto abbia nel Bel Paese, e per un Alex Britti che si “rigira nella vasca” c’è un Ben Christopher che tesse raffinate trame sonore. E’ solo uno dei tanti esempi che si possono fare, ma dopo questo lungo preambolo entriamo nel merito. Alex James Muscat, musicista proveniente da San Francisco, ex membro di Ten To Six e Shrug con diversi demos all'attivo, rientra a pieno titolo nella categoria delle “one-man rock’n’roll band” : Blueprint è stato scritto, arrangiato, suonato, registrato e prodotto interamente dal titolare del lavoro, che nell’arco delle quattordici tracce di questo disco si diverte a spaziare tra gli stili più svariati, dall’hard rock dell’iniziale Motordrive e della successiva Easy (dove non è difficile cogliere echi dei Kiss d’epoca) alla ballad elettroacustica di Falldown e The Game (quest’ultima con delle somiglianze con il Francis Dunnery più “americano”), mentre altrove siamo vicini alle formule sempliciotte di bands come Green Day (è il caso di Old School e Address Book). Ma Muscat è capace anche di confezionare gustosi e pregevoli arrangiamenti, come gli archi presenti nella gradevole ballad Innocence o il bel giro di basso in Down The Road, pezzo che riporta alla memoria il Lou Reed di Rock’n’Roll Animal. Massicce dosi di hard zeppeliniano e delle sue filiazioni statunitensi sono rintracciabili in Earache #9 e Under Ground, reinterpretate con un approccio grunge che pervade l’intero lavoro, incentrato sulla voce ruvida e sulle efficaci schitarrate di Alex James Muscat, al quale bisogna riconoscere il merito di aver assemblato un lavoro all’insegna di una efficace semplicità, diretto e “urbano”, a cominciare dalla foto di copertina. Sempre meglio che “libevave le classi oppvesse” dalla propria villa sul lago … Vi lascio come al solito un indirizzo web http://www.alexjamesmuscat.com/ajm.htm
Motordrive / Easy / Falldown / The Game / Old
School / Address Book / Innocence / Down The Road / Earache #9 / Under
Ground / Free Society / Looking For You / Bittersweet / Make My Day
PORCUPINE TREE – Torino, Barrumba 24 Aprile 2001
Sembrava quasi impossibile che in una grande
città come Torino nessun locale fosse interessato ad organizzare
una data di un gruppo che pare proprio stia spopolando ovunque. Si preferisce
puntare sul sicuro, salvo poi “bucare” clamorosamente proprio con un gruppo
scritturato ad occhi chiusi. Ma finalmente, grazie alla lungimiranza dei
manager del Barrumba, è stato possibile vedere il gruppo Inglese
all'ombra della mole (effettivamente distante pochi isolati dal locale).
All’orario convenuto, Steven Wilson & Co. occupano il palco e subito
le note acide di Even Less si riversano sul pubblico del Barrumba : la
struttura della musica dei Porcupine Tree diventa subito evidente all’ascolto
dei neofiti. Grande protagonista la chitarra di Wilson, in bilico tra marcate
tentazioni Floydiane e la psichedelia più lisergica, anche se il
resto della band si rivela non meno indispensabile nell’economia del sound
globale. Colin Edwin é il bassista essenziale che molte bands vorrebbero
avere; Richard Barbieri suona apparentemente molto poco, ma in realtà
le sue parti di tastiere sono il collante che si insinua nelle giunzioni
delle altrui partiture, cementandole insieme; ma ciò che mi ha veramente
impressionato é stato il drumming di Chris Maitland. Un drumming
potente, preciso, fantasioso, veramente inusuale, che Maitland fa scaturire
da un drum-kit con numerosissimi pezzi, utilizzandoli tutti per trarne
il più vasto numero di combinazioni di timbri possibile. Nel set
hanno trovato posto principalmente estratti da Stupid Dream e da Lightbulb
Sun, i brani tratti da quest'ultimo hanno occupato una lunga porzione del
set subito dopo il secondo pezzo Slave Called Shiver. Shesmovedon, Lightbulb
Sun, Russia On Ice e Last Chance To Evacuate Planet Earth Before It Is
Recycled hanno occupato questa parte della scaletta prima di una pausa
acustica composta da Pure Narcotic e Where We Would Be, dove forse sono
venute un po più marcatamente fuori le influenze floydiane. Ciò
che mi sento di dire é che anche nei passaggi più marcatamente
floydiani, la musica dei Porcupine Tree risulta di gran lunga più
interessante e vitale di quella passata alla storia con i sopravvalutatissimi
“Dark Side Of The Moon” e “Wish You Were Here”. Il paragone diventa poi
impietoso se prendiamo in considerazione l’ultima parte della discografia
dei già citati dinosauri. Hatesong e Tinto Brass sono tra i titoli
che compongono l'ultima parte del set, alla fine del quale Porcupine Tree
lasciano il palco, per riguadagnarlo dopo pochi minuti di ovazioni da parte
del pubblico in cerca degli encores. Il primo bis è Voyage 34, antico
cavallo di battaglia che Wilson pare non voglia proprio abbandonare, mentre
per la seconda uscita il gruppo si riserva il feroce assalto frontale di
Signify. Lo sviluppo perseguito da Wilson nell’arco della produzione dei
Porcupine Tree, da On The Sunday Of Life a Lightbulb Sun é tangibile,
ed il successo ottenuto in questi anni ne é il giusto premio. Il
pubblico di Torino ha continuato a chiamare a gran voce il gruppo anche
dopo il secondo encore, segno che la formula di Wilson funziona.
DIRITTI D'AUTORE E DIRITTI DEL FRUITORE
Non è un discorso nuovo, per questo
spazio, quello più volte affrontato del "prezzo della cultura" :
ne abbiamo già parlato quando trattammo
del crollo delle vendite di dischi, ne abbiamo parlato
trattando del caso Napster ed in altre varie
occasioni. Ma in quest'occasione voglio fornire dei
dati su cui riflettere, e per non essere tacciato
di pressappochismo o peggio, colgo l'occasione
datami direttamente dalla SIAE (alla quale
per motivi a qualcuno noti sono iscritto da qualche
anno) e nella fattispecie dal bollettino bimestrale
che la Società stessa invia ai suoi iscritti.
Sfogliando il numero 6 del bimestre Novembre
- Dicembre 2000, mi imbatto sin dal frontespizio in
alcuni dati interessanti, inclusi in una lettera
del Commissario Straordinario al personale e ai
mandatari della SIAE. Cito testualmente "Il
2000 è stato un esercizio assolutamente straordinario
per la SIAE (...) Nel periodo Aprile - Ottobre
1999, la SIAE è stata più volte sull'orlo di una crisi
definitiva (...) mentre si approssimava l'abolizione
dell'imposta sullo spettacolo (che portava introiti in bilancio per 130
miliardi annui) senza che fossero stati concretamente definiti servizi
o funzioni
alternativi (...)" Incredibile ma vero, siamo
stati prossimi all'abbattimento di uno dei pilastri su cui si regge il
mastodontico apparato, ma ad inizio anno il Ministero delle Finanze offre
un'ancora di
salvezza alla SIAE sotto forma di una convenzione
della durata di dieci anni. Proseguendo nella
lettura, scopriamo che tra le misure adottate
figurano anche "approvazione del bilancio
previsionale della SIAE per il 2001 con un
avanzo netto di gestione record di 24,5 miliardi di lire" ed inoltre "approvazione
nella Legge Finanziaria 2001 di un articolo che fissa, tra l'altro, l'obbligo
di collaborazione fra l'INPS e la SIAE per lo scambio e l'acquisizione
di informazioni utili
all'accertamento e alla riscossione dei contributi.
Questa collaborazione valorizzerà a pieno la
struttura territoriale della SIAE, soprattutto
avendo la legge sostanzialmente equiparata l'attività
degli operatori SIAE a quella dell'INPS."
Alle inefficenze di gestione di un apparato sproporzionato nelle sue dimensioni
rispetto alla sua operatività, lo Stato supplisce avvallando manovre
in sede di bilancio e sancendo di fatto una parità di importanza
tra un ente legato all’intrattenimento ed uno legato ai bisogni sociali
della popolazione. Diventa così possibile distogliere energie dalla
caccia alle cosiddette “pensioni d’oro” per andare a rintracciare un gestore
di locale di periferia che non ha consegnato un paio di “borderò”
per l’esibizione di un gruppo di ragazzini che suonano qualche cover. Ma
l’Ente ha altre frecce nel suo arco : nell’editoriale della pagina seguente,
dal titolo “Il Diritto d’Autore Al Tramonto?”, si legge in conclusione
“Il rischio che bisogna evitare è che con il pretesto della libera
diffusione delle idee si metta in questione la tutela dei legittimi interessi
degli autori” e ancora “Esso (il diritto d’autore ndr) è, quindi,
simbolo di libertà di espressione del proprio pensiero. Gli autori
e le Società di autore devono vigilare per la salvaguardia di questa
libertà che è stimolo all’attività di creazione intellettuale
e di produzione e promozione di nuove opere.” Nel mirino c’è Internet,
la meraviglia che solo poco tempo fa Bill Clinton (sponsor di lusso per
l’impero di Gates) auspicava che varcasse la soglia di tutte le case del
mondo industrializzato e che adesso, a metà del processo, i poteri
forti si accorgono di quanto ingombrante per loro stia diventando. Opportunità
di sviluppo e di lavoro, va bene, ma purchè dirotti ingenti flussi
di denaro sempre verso i soliti conti bancari! Ma su questa questione torneremo
ancora, e non solo nell’ambito di questo articolo. Ma proseguiamo nella
lettura del bollettino, per renderci conto che le risorse del colosso di
Viale Della Letteratura sono infinite. Ci imbattiamo in un articoletto
dal titolo “Fotocopie : raggiunto l’accordo tra SIAE e associazioni” in
cui è possibile leggere che “(…) L’intesa dà seguito ad un
articolo della legge 248/2000 che, recependo disposizioni già in
vigore da tempo in altri Paesi Europei, tra cui Francia, Germania, Danimarca
e Paesi Scandinavi, stabilisce il principio secondo il quale gli autori
e gli editori delle opere fotocopiate hanno diritto ad un compenso. La
SIAE, per conto degli autori e degli editori, incasserà pertanto
65 lire per pagina, diritto che nel 2005 arriverà a 135 lire. (…)
Il fenomeno delle fotocopie selvagge ha assunto negli anni tali dimensioni
da comportare la crisi di diverse imprese editoriali. Secondo quanto rilevato
dall’AIE, il danno subito a causa delle fotocopie illegali è stato
per i soli editori di oltre 570 miliardi, di 30 miliardi per gli autori,
di 190 miliardi per le librerie e di 100 miliardi per i distributori.”
Stessa solfa già conosciuta per quanto riguarda i supporti musicali
: anzicchè intervenire sui prezzi vergognosamente stratosferici
dei libri, all’origine del fenomeno della fotocopiatura delle opere, si
impiegano costose risorse per andare ad individuarne i responsabili per
punirli o per incassare i compensi. Per capire le dimensioni dell’inutile
sforzo profuso (inutile perché diretto nella direzione sbagliata)
è utile proseguire a sfogliare le pagine del bollettino, fino ad
imbattersi in un articolo incentrato sul Piano d’azione della comunità
su “Contraffazione e Pirateria nel mercato interno”. Qui si legge “(…)
E’ stato anche riconosciuto il carattere prioritario della lotta alla contraffazione
e alla pirateria nei negoziati per l’allargamento della Comunità
ai Paesi dell’Europa centro-orientale. (…) La Commissione inoltre sottolinea
che la contraffazione e la pirateria su Internet costituiscono motivo di
crescente preoccupazione e non esclude che sarà necessario intervenire,
a breve, con iniziative adeguate anche nel settore della trasmissione digitale.
Non è superfluo ricordare che la pirateria nel 1999 ha riguardato,
solo in campo musicale, un giro d’affari di 4,5 miliardi di Euro. In termini
di supporti, è stato quantificato che un CD su tre è contraffatto
e che, già nel 1999, sono stati scaricati abusivamente da Internet
oltre un miliardo di file musicali.” E nella pagina seguente troviamo
un trafiletto dal titolo “Sequestri 2000 : bilancio di un anno” in cui
sono riportati i seguenti dati : “Nel 2000 i Servizi di Antipirateria della
SIAE hanno portato a termine, in collaborazione con le forze dell’ordine,
3156 operazioni, disattivando 47 impianti pirata artigianali e 23 professionali,
sequestrando circa un milione e mezzo di CD, 1.267.637 videocassette, 452.338
musicassette, 278.099 CD ROM, 232.190 play station, 2327 floppy disc, 773
DVD e circa 600 libri.” Solo un idiota può non giungere alla conclusione
che questi dati evidenziano che la domanda di musica c’è, ed è
anche grande, peccato che si debba scontrare con dei prezzi sul mercato
proibitivi. Ma nel palazzo si preferisce tenere spesse fette di mortadella
sugli occhi per non leggere i succitati dati in questa chiave di lettura,
impiegando invece enormi risorse (quanto saranno costate, agli iscritti
SIAE ed ai contribuenti, le 3156 operazioni antipirateria? Quei soldi non
potevano essere risparmiati ed impiegati per una riduzione di prezzo su
almeno una parte di prodotti, che so io, ad esempio i dischi più
vecchi di cinque anni?) per contrastare un fenomeno che io comunque, sia
ben inteso, non sto cercando di giustificare. Quella che giustifico io
è la legittima richiesta di cultura ed intrattenimento, che può
e deve essere se non gratuita per lo meno a buon mercato (Frank Zappa disse,
a proposito del prezzo dei dischi “Se non possono essere gratuiti almeno
possono essere convenienti”). Invece, con delle politiche repressive, si
sta cercando di intervenire anche contro quelle poche isole di distribuzione
di musica gratuita presenti sul web. A conferma di ciò, dall’editoriale
del numero di Gennaio-Febbraio 2001 ho tratto il seguente passaggio : “(…)
A fronte della minaccia di un’anarchia globale e del diffondersi dell’idea
che tutto ciò che si trova su Internet sia in libera disponibilità
come in una sorta di zona franca, la Direttiva tende a regolamentare il
nuovo mercato digitale, salvaguardando il principio di tutela del diritto
d’autore, ma al tempo stesso ponendo vincoli ed eccezioni. Queste eccezioni
sono state limitate e ridotte rispetto alle ultime proposte (che erano
state ottenute dalle lobbies interessate al libero sfruttamento delle opere)
grazie agli appelli di noti artisti e di intellettuali dei diversi Paesi
dell’Unione Europea (…)”. Come potete vedere, seguendo una logica imperante
che sta portando al completo ribaltamento delle posizioni (per cui ciò
che è o è stato giusto diventa sbagliato e viceversa), la
legittima richiesta di cui parlavo in precedenza diventa pretesa infondata
e illegittima (come osate chiedere cultura senza pagarla a caro prezzo?
Se non potete permettervela rimanete ignoranti!) e chi questa pretesa avanza
fa addirittura parte di una lobbie organizzata, anarcoide e destabilizzante.
Siamo alla follia, siamo di fronte ad una vera e propria offensiva reazionaria
tendente a ristabilire una condizione di oscurantismo per la quale l’unico
modo per impegnare il tempo libero è quello di saturare il cervello
con TV spazzatura, supermarket muzak e giornaletti idioti reperibili alle
casse dei supermercati medesimi. C’è di che essere realmente preoccupati,
se a simili concezioni di “difesa dell’arte” sommiamo gli aspetti legislativi
attualmente allo studio sulle tematiche legate all’uso di Internet da me
sommariamente esposte lo scorso mese. Si delinea un disegno che tende a
limitare fortemente le libertà individuali in tema di informazione
e cultura, disegno al quale è necessario contrapporsi da subito,
senza perdere ulteriore tempo.
News from the World Central
- Larks' Tongues In Aspic, Part Five, ElecKtriKc
e A Virtuous CirKcle sono i titoli di lavorazione di alcuni dei nuovi pezzi
su cui King Crimson sta attualmente lavorando. Robert Fripp ne ha parlato
come del "processo di Crimson di reinventare la ruota, un'altra volta"
...
- Confermate le prime quattro date del tour
estivo di Crimso, dal 14 al 17 Giugno al 12th. & Porter di Nashville,
TN
- Sembra che anche Earthbound, oltre ad USA,
debba finalmente tornare disponibile in edizione remaster a 24 bit
News from the World
- Beth Orton, vincitrice del Brit Award, ha
firmato con l’etichetta Astralwerks Records per realizzare il suo prossimo
album in Nord America ed è attualmente al lavoro sul nuovo materiale,
che vedrà probabilmente la luce il prossimo anno.
- Air promuoveranno il loro nuovo album 10,000
Hz. Legend con un tour estivo negli States (opening act Sebastien Tellier),
le cui date sono riportate qui di seguito :
14 Giugno, Dallas, TX Deep
Ellum Live
15 Giugno, Austin, TX La
Zona Rosa
18 Giugno, Atlanta, GA
Earthlink Live Center Stage
19 Giugno, Washington,
DC 9:30 Club
21 Giugno, New York, NY
Hammerstein Ballroom
23 Giugno, Philadelphia,
PA Electric Factory
24 Giugno, Boston, MA Avalon
28 Giugno, Pontiac, MI
Clutch Cargo
30 Giugno, Chicago, IL
Vic Theatre
01 Luglio, Minneapolis,
MN First Avenue
03 Luglio, Denver, CO Ogden
07 Luglio, Seattle, WA
Skychurch/EMP
09 Luglio, San Francisco,
CA The Warfield
10 Luglio, San Francisco,
CA The Warfield
11 Luglio, Los Angeles,
CA Mayan Theatre
12 Luglio, Los Angeles,
CA Mayan Theatre
- Le imminenti releases dell’etichetta Astralwerks
sono : Hot Shots II, secondo album di The Beta Band (previsto per il 3
Luglio); Drawn From Life, frutto della collaborazione tra Brian Eno ed
il DJ tedesco J. Peter Schawlm, atteso per il 15 Maggio; Faith In The Future,
debut album degli Überzone (7 Agosto); Rooty del duo Basement Jaxx,
atteso per il 26 Giugno; Invisible Airline del remixer Q-Burns Abstract
Message (26 Giugno); The Optimist, debut album dei londinesi Turin Brakes
(Source/Astralwerks, 1 Maggio); Mine To Give, cd single con remixes di
Photek (15 Maggio); i primi tre albums dei tedeschi Neu! in versione remaster
(Caroline/Astralwerks 15 Maggio); Star 69, CD & 12" single con remixes
di Fatboy Slim (8 Maggio); This One, 12" single di Scanty Sandwich (15
Maggio); L'Incroyable Verite, debut album di Sebastien Tellier (Record
Makers/Astralwerks, 12 Giugno)
- Novità su etichetta Bella Union :
il doppio concept CD The Texas-Jerusalem Crossroads dei Lift To Experience
(bellacd23) disponibile dal 15 Maggio, oltre a In The Pulse Of An Artery
di Rothko (bellacd702) e Pelican di Bonnevill (bellacd703). Maggiori informazioni
sul sito http://www.bellaunion.com/
- Gli appassionati del glorioso filone hard
che è passato alla storia sotto il nome di New Wave Of British Heavy
Metal (o più familiarmente NWOBHM) possono trovare pane per i loro
denti all’indirizzo http://www.nwobhm.com
, dove sono presenti notizie, discografie e contatti riguardanti i gruppi
di questo genere. Si va dai mostri sacri come i fortunati Iron Maiden,
Def Leppard e Saxon alle bands da culto come Angel Witch, Witchfinder General,
Satan e Diamond Head, passando per bands a torto ritenute minori come Shiva,
Trespass, AIIZ, Tytan e Geddes Axe. Sono incluse anche bands della contemporanea
e meno fortunata New Wave Of British Prog Rock quali Dagaband, Tamarisk,
Airbridge, Pallas e Twelfth Night. Un ottimo sito per rivivere (anche un
po nostalgicamente) le emozioni di un periodo aureo ed importante per gli
sviluppi della musica degli anni a venire
- Steve Wilson ha completato il secondo album
di Incredible Expanding Mindfuck dal titolo Arcadia Son. L'album sarà
pubblicato alla fine di Maggio dall'etichetta americana Gates Of Dawn in
un quantitativo limitato di 500 copie in vinile (queste cose però
non le capisco). 300 di queste saranno in vendita attraverso The Freak
Emporium (www.freakemporium.com)
che le porrà in vendita alla "modica" somma di £15.00 più
spese di spedizione. Gli interessati possono prenotare la loro copia all'URL
http://www.freakemporium.com/special/iem
oppure via E-mail all'indirizzo sales@freakemporium.com
- Cardiacs hanno confermato la loro presenza
al festival di Whitchurch 2001 : saranno gli headliners il giorno 3 Agosto
- Heart Of The Sun è il titolo provvisorio
del prossimo CD di Theo Travis, atteso per la fine dell'estate su etichetta
33 Records
- Un paio di date dal vivo per il Theo Travis
Quartet sono state confermate : 3 Giugno Rochester, The Ship Inn; 7 Giugno
London, Lauderdale House, Waterlow Park, Highgate Hill
- Anja Garbarek Band (Anja Garbarek - voice,
Susan Balingall - backing vocals, Theo Travis - tenor/ soprano saxophones,
flute, alto flute, Lawrence Pendrous - piano/ keyboards/ guitars, Ellen
Blair - viola / violin, Dudley Phillips - double bass, Steve Jansen - percussion
/ electronics) in tour :
25 Maggio Oslo, Norway,
Rockefeller Hall
27 Maggio Bergen, Norway,
Natt festival
10 Giugno London, The Ocean,
Hackney
15 Giugno London, Purcell
Room, South Bank, Meltdown Festival
27 Giugno London, The Ocean,
Hackney, Broadcast for Mixing It (Radio3)
7 Luglio Norway, Quartz
festival
19 Luglio London, The Jazz
Cafe, Camden
21 Luglio Norway, Molde
festival
24 Luglio Nice, France,
Jazz festival
- Il tour dei Gong attualmente in allestimento
si svolgerà tra Settembre e Dicembre, e toccherà Usa, Canada,
Sud America, Israele ed Europa, per concludersi con un mega concerto a
Londra o con un all day/night festival con altre bands. Le date confermate,
per il momento, sono le seguenti :
5 Ottobre, Athens
6 Ottobre, Salonika
10 Ottobre, Brighton, Concorde
II
11 - Ottobre, Southampton,
The Brook
12 Ottobre, Aldershot,
Princess Hall
13 Ottobre, Harlow, The
Square
15 Ottobre, Norwich Arts
Centre
18 Ottobre, Wolverhampton
Robin
20 Ottobre, Milton Keynes,
Wavendon Stables
24 Ottobre, Wrexham, Central
Station
25 Ottobre, Leeds, Irish
Centre
26 Ottobre, Manchester,
University
27 Ottobre, Widnes, Queens
Hall
28 Ottobre, Crewe, Limelight
29 Ottobre, Stockton, The
Arc
31 Ottobre, Newcastle,
Opera House
2 Novembre, Glasgow, Renfrew
Ferry
3 Novembre, Aberdeen, Glow
303
- E' dato per imminente il debut solo album
di William D. Drake, tastierista membro fondatore dei Cardiacs
- Il mini-album Pyramidion degli Ozric Tentacles
uscirà il 21 Maggio in coincidenza con il loro tour Britannico.
Oltre alla title track Pyramidion nell'EP saranno incluse Aramanu, Pixel
Dream, Xingu e Sultana Detrii, tutte registrate dal vivo al Boardwalk di
Sheffield lo scorso anno
- Date dal vivo previste per Violet Indiana
: la band di Robin Guthrie (Cocteau Twins) e Siobhan De Mare (Mono) sarà
in tour nei mesi di Maggio e Giugno. Maggiori dettagli appena possibile
- Uscirà nel mese di Giugno il nuovo
album di Francis Dunnery
- L'imminente nuovo album dei Djam Karet,
New Dark Age, è atteso per il 22 Maggio su etichetta Cuneiform Records
- Si intitola It's All A Dream (Gliss CD006)
il nuovo album di Gilli Smyth
- Circolano voci su una prossima realizzazione
di un DVD dei Gong su etichetta Snapper. Nel frattempo viene confermata
la notizia che i nastri dell’archivio della band di Daevid Allen verranno
rimasterizzati per future releases, a cominciare dalla loro partecipazione
all’album Glastonbury Fayre del 1972
- Harry Williamson è attualmente al
lavoro con il musicista afgano Khalil Gudaz per un album di musiche etniche
Australiane ed Afgane; maggiori informazioni sui siti http://ourworld.compuserve.com/homepages/springstudio
e
http://www.farawaymusic.com/harry.html
- Zorch, definiti “ the UK's first all synthesiser
band”, dal vivo sabato 12 Maggio in Glastonbury, Assembly Rooms, High St.
Maggiori info: http://www.isleofavalon.co.uk/assembly-rooms
e http://www.zorchmusic.com
- Didier Malherbe suonerà dal vivo
in Francia con Loy Ehrlich (hajaj & synth) e Steve Shehan (percussion)
:
20 Maggio, Mantes-la-Ville,
Festival Ventissime
31 Maggio, Paris, Auditorium
St.Germain
Per informazioni : http://www.malherbedidier.com
- Qui di seguito ecco le date del tour dei
Kangaroo Moon :
18 Maggio, Aberystwyrth
Football Club
19 Maggio, Bath, Window
Arts Centre
25 Maggio, Switzerland,
Thun, Café Mokka http://www.mokka.ch
26 Maggio, Switzerland,
Delemont, SaS http://www.hugo.ch/clubs/sas
2 Giugno, Switzerland,
Wetzikon, Kulti Wetzikon
14 Giugno, Austria, Hochst,
Q-V Stadel Festival http://www.stadel.at
15 Giugno, Austria, Breitenbach,
Kulturzeldt
16 Giugno, Austria, Vienna,
Szene http://www.szenewien.com
28 Giugno, Sussex, Stone
Circle Camp
29 Giugno, Glastonbury
Assembly Rooms
1 Luglio, Bridport, The
Bull
3 Luglio, Exeter, Cavern
4 Luglio, Bristol, Fleece
And Firkin
5 Luglio, Upton Cross,
Liskeard, Sterts Arts Centre
6 Luglio, Winchester, Tower
Arts Centre http://www.towerarts.co.uk
7 Luglio, Wiltshire, Larmertree
Fest http://www.larmertree.co.uk
11 Luglio, Brighton, Komedia
14 Luglio, Hebden Bridge,
Trades Club
15 Luglio, Ashton under
Lymne, Wychwood
20 Luglio, Chester, Telfords
21 Luglio, Sheffield, Lakeside
Festival (da confermare)
Maggiori informazioni : http://www.kangaroomoon.com
- Daevid Allen's University Of Errors (Daevid
Allen, Josh Pollock, Michael Clare, Jason Mills) in tour negli USA tra
Agosto e Settembre, date da confermare. Per aggiornamenti http://www.universityoferrors.com
- Un paio di date dal vivo in Francia per
In Cahoots Quartet (Phil Miller, Peter Lemer, Fred Baker, Pip Pyle)
1 Giugno, Lillers, Theatre
de l'Abattoir
2 Giugno, St. Jean-aux-Bois,
Les Naiades
mentre In Cahoots Sextet (Phil Miller, Peter
Lemer, Fred Baker, Pip Pyle, Elton Dean, Jim Dvorak) hanno confermato le
seguenti date sul suolo Britannico :
25 Settembre, Newcastle
27 Settembre, Nottingham
28 Settembre, Hull
3 Ottobre, Leeds
4 Ottobre, Birminham
8 Ottobre, London, Vortex
Jazz Bar
Altre date in Francia, Italia e Olanda sono
da confermare. Informazioni sul sito : http://www.philmiller-incahoots.co.uk
- E’ in fase di registrazione l’album di Absolute
Zero con Pip Pyle; la band è anche alla ricerca di un buon contratto
discografico (auguri!)
- Cipher stanno terminando le registrazioni
del secondo album al quale ha contribuito Daevid Allen e che dovrebbe essere
pronto per il prossimo autunno
- E’ in fase avanzata di registrazione il
secondo volume di Bubbled Up On Dub, atteso per fine anno
- Daevid Allen sta apportando gli ultimi ritocchi
all’artwork del suo album Seven Drones (Gliss/2032), previsto per il prossimo
autunno
- Un live album di Daevid Allen's University
Of Errors è in fase di ultimazione e dovrebbe uscire verso la fine
di Luglio, mentre è ancora allo studio la possibilità di
iniziare la registrazione del terzo studio album
- Sono in corso i mixaggi finali di It Just
Is, debut album della nuova band statunitense di Gilli Smyth Gong Matrix,
album atteso per il prossimo autunno
- E’ previsto per il prossimo anno un album
della Glissando Orchestra
- Anche Hawkwind alla ricerca di un accordo
con una label per pubblicare Live At The Astoria 2000
- E’ in corso il mastering dell’album della
Invisible Opera Co. Of Tibet dal titolo Open For Is-ness, del quale non
si conosce però la data di uscita
- Uscirà all’inizio di Giugno Between
Two Worlds di Kangaroo Moon
- E’ in preparazione l’artwork di Rebela,
concept album di Lady June e Mark Hewins con la partecipazione di moltissimi
altri musicisti della “scuola di Canterbury”
- In uscita su etichetta Magnet Music il live
album Bar Torque di Mark Hewins ed Elton Dean registrato lo scorso album
al Jazz Café in London
- Mark Hewins sta registrando insieme a Theo
Travis un album di musica ambient, Coldec, di cui però non è
ancora prevista la data di pubblicazione
- Vedrà la luce nel mese di Giugno
Pig Part Project (Voiceprint VP225CD) di Pip Pyle e John Greaves
- Brian Hopper sta scrivendo le note per il
booklet di Turn On (Voiceprint VP231CD), doppio CD di registrazioni dal
vivo dei Soft Machine risalenti al 1967
- System 7 in studio di registrazione, un
12” single è previsto per Agosto, l’album per Settembre
- Dovrebbe essere pronta prima dell’autunno
una retrospettiva di Zorch
- E’ in fase di mixing l’album di Visitation,
dal titolo Arena
Anche stavolta è andata, e purtroppo
come sempre quando passa si lascia dietro la sua scia fatta di tormenti
radiofonici e televisivi. A cosa mi riferisco? Al festival di San Remo,
ovviamente. I mesi successivi a quella settimana di tortura sono segnati
dall’ascolto forzato degli ultimi prodotti discografici presentati nella
cittadina ligure, è praticamente impossibile sfuggire : supermercati,
negozi, centri commerciali hanno la filodiffusione sintonizzata su stazioni
che li fanno andare a rotazione continua; colleghi, amici e conoscenti
li fischiettano o li cantano in continuazione. Ma è possibile che
la formula funzioni ancora? Sono cosi irresistibili quelle canzoncine?
Erano anni che evitavo con cura di assistere a quello scempio denominato
“festival della canzone Italiana”, a parte gli spezzoni relativi alla partecipazione
di Elio E Le Storie Tese alcuni anni or sono. Quest’anno ho voluto mettermi
alla prova, senza preconcetti, se non altro per salvare il salvabile. Va
detto subito che non ce l’ho fatta a sorbirmelo per intero, quando è
troppo è troppo, ma un campione significativo l’ho senz’altro visionato.
Iniziamo con il lasciare da parte la vergognosa conduzione nazional-popolare
di Nonna Carrà, sbrodolatasi in incredibili difese d’ufficio per
quel ragazzino viziato di Eminem, ed il patetico passaggio delle consegne
tra Mike “Matuzalem” Bongiorno e la summenzionata cariatide che sembra
avere in Evita Peron il suo massimo punto di ispirazione. Lasciamo anche
da parte la divertente arguzia di Piero Chiambretti e le dissacranti incursioni
del comico toscano Ceccherini (tra le poche cose divertenti), ignoriamo
anche gli ospiti stranieri, soprattutto quell’idiota dei Placebo che per
scandalizzare il più che scandalizzabile pubblico non ha trovato
di meglio che ricorrere a trovate sceniche che già gli avi degli
Who utilizzavano prima dell’ultima glaciazione. Atteniamoci strettamente
al contesto sanremese, quello della canzone Italiana : il primo a dare
aria alla bocca è Gigi D’Alessio, ed apriti cielo. Melenso, sdolcinato
e melenso fino alla nausea, ho già le mani tra i capelli, quando
ad un certo punto uno stacco orchestrale mi illude che … niente da fare,
è durato un battito di ciglia, la mielosa melodia ha ripreso il
sopravvento. E, povere le mie orecchie, nel prosieguo della serata, e delle
serate, non andrà meglio : tra squallide imitazioni della già
squallida Suzanne Vega, plagi vari come quello clamoroso di Syria (non
si è accorta che i Four Tops quella melodia l’hanno già utilizzata
qualche annetto fa, il pezzo era Reach Out, I’ll Be There) disseminati
di arrangiamenti tipo disco music anni settanta, incredibili riesumazioni
di zombies come Gianni Bella (che ha provato a plagiare se stesso) e Peppino
Di Capri, e poi le solite insopportabili voci femminili che non sanno fare
altro che vocalizzi sulle tonalità più alte convinte che
basti questo a fare una canzone, e poi vi raccomando i giovani (tra i turuturutu
di due mocciosi e l’ennesimo tentativo di imitazione della zeppeliniana
Kashmir perpetrato dai vincitori Gazosa). A parte le scontate eccezioni
dei Quintorigo (ed una pacca sulla spalla per l’insinuazione della calza
della befana …) e dei Bluvertigo, naturalmente relegati dal voto nelle
ultime posizioni, tutto il resto è a dir poco sconcertante, desolante.
Ma cazzo, è cosi difficile scrivere una canzone? E’ un’impresa titanica?
Ma se il livello è questo, allora andate all’estero e fatevele scrivere
da qualcuno, che so, David Bowie, Brian Ferry, Bob Dylan, chi volete, ma
non propinateci questa merda! O altrimenti, per cortesia, dopo 51 anni
mettete in soffitta questa manifestazione che ha fatto il suo tempo : una
volta aveva un senso, quando da Liverpool non era ancora giunto niente
di nuovo e la canzone italiana era l’unica realtà nazionale, ma
oggi chi vuole emergere o chi vuole presentare i suoi nuovi prodotti può
rivolgersi a platee di manifestazioni molto più qualificate e soprattutto
al passo con i tempi. Due nomi a caso : Arezzo Wave e l’Heineken Jamming
Festival, ma non sono le uniche. Girare pagina si può, si deve.
Le nostre orecchie ce ne saranno grate.
In questo numero di NO
WARNING! :
- You Should Be Dancing : the new Eat Static
album review
- The Power Of Morgan : the new Bluvertigo
single review
- The Hitmakers : the Bluvertigo "besto of"
review
- Tales From The Dusty Attic : the "new" I.Q.
album review
- On Stage : Peter Hammill, Turin, Zoo Bar
April 3rd, 2001
- Age Of Information : Please, read this
- Age Of Information pt. 2 : Please, read
this too
- News from the World Central
- News from the World
EAT STATIC - IN THE NUDE! Mesmobeat MESMOCD5
E’ ancora possibile, al giorno d’oggi, esplorare le possibilità della musica dance ed uscire con un prodotto interessante? A questa domanda rispondono con i fatti gli Eat Static, gruppo formato a Londra nel 1989 dagli ormai ex membri di Ozric Tentacles Joie Hinton e Merv Pepler e con 19 releases all'attivo tra albums e singoli, senza contare le numerose partecipazioni a varie compilations. Eat Static vanno oltre la logica usa e getta dell’attuale musica dance, orientandosi moderatamente verso la trance degli Orb e dei FFWD ma distinguendosi in maniera marcata dalle degenerazioni alla The Grid. In verità elementi che richiamano alla mente The Grid ve ne sono, specialmente in pezzi come Epidemic, Monstro e Critical Mass, dove la costante è un’asfissiante cassa in 4/4, ma altrove, come in Byronic, questi elementi si fondono con trip psichedelici del tipo Voyage 34 dei Porcupine Tree, creando un qualcosa di particolare. Altrove è possibile imbattersi in atmosfere che coniugano i No-Man di Loveblows And Lovecries con i treatments di Faultline (Follow That Camel!) oppure il già citato progetto di David Kosten con i Darkroom più ritmati (quelli di Carpetworld per intenderci) come accade in Moonbeat e Mandrake. Con questo non voglio dire che siamo di fronte ad un assemblaggio di plagi, semplicemente la ricerca di Eat Static sul versante dance della musica moderna è arrivata ad incrociare percorsi simili a quelli tracciati in altri ambiti. E’ facile che succeda quando non ci si pone limiti e ci si affaccia su un mondo variegato invece che sempre sullo stesso angusto cortile : cosi si spiegano le marcate tentazioni latino-americane dell’opening track Salon Kitty o la rockeggiante Our Man In Nirvana, con una roboante chitarra che si libra su un tempaccio cassa-rullante tutti registrati con volumi a picco, il tutto seguito da un solo di chitarra con wha-wha e da un finale più tranquillo con abbellimenti di piano ed un bel sax in evidenza. Altrettanto interessante Temponaut, dove Eat Static strizzano l’occhio a certe formule funky e dance fine anni ’70, dando spazio ad un bel solo di chitarra e coniugando il tutto con passaggi che ricordano lo Steve Vai dell’album Flexable. Un disco interessante, sicuramente di non facile ascolto per chi non è abituato ai ritmi dance, ma che con il succedersi degli ascolti acquista fascino e spessore. Per concludere, vi invito ad esplorare l’incredibile sito di Eat Static all’indirizzo www.eatstatic.com , rimarrete sbalorditi!
Salon Kitty / Epidemic / Follow That Camel
/ Monstro / Our Man In Nirvana / In The Nude / Byronic / Temponaut / Moonbeat
/ Mandrake / Critical Mass (Kinetic Overflow Mix)
BLUVERTIGO – L'ASSENZIO (THE POWER OF NOTHING) Noys Columbia COL 670846 2 - 6708462000
Un’introduzione di piano elettrico Rhodes, alla quale la band non ha voluto rinunciare nemmeno in occasione dell’apparizione sanremese tanto da optare per una pausa (resa imbarazzante dalla distratta regia di Iapino) che consentisse a Morgan di passare dal piano al basso : si apre in questo modo l’ultimo hit-single di Bluvertigo, brano che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai fans del gruppo che temevano un compromesso con la logica del festival. Invece L’Assenzio è un bel pezzo che incorpora, come d’abitudine per il quartetto, influenze tra le più disparate : new wave, rock dei seventies, i Duran Duran di Big Thing. Pregevole l’inserimento di arrangiamenti di archi che evocano le parti di mellotron di diversi passaggi dei King Crimson (quelli del periodo 1972/74, ma anche quelli più recenti di Dinosaur), sempre eccellenti le lyrics di Morgan, colte ed alternative come sua abitudine. A rendere interessante questo singolo contribuisce anche la presenza di altre tracce appetibili soprattutto per i completisti, ossia una bella versione live di Zero (che ricordiamo essere stata l’opening track di tutte le date dello scorso tour) eseguita in maniera marcatamente “loud”, ed un’altra traccia che va ad arricchire l’elenco delle covers eseguite dal quartetto : si tratta di Sister Europe, brano incluso nell’album dei Psychedelic Furs risalente al 1980. Dall’album Metallo Non Metallo proviene invece Il Nucleo, che viene qui incluso in una versione priva della sua parte conclusiva. Per ultima troviamo la versione Midi de L’Assenzio, non viene specificato se si tratta di un demo o di una versione successiva; in ogni caso si tratta di un pezzo con parecchie differenze a livello di arrangiamenti che ne fanno un brano altrettanto interessante rispetto alla sua versione, diciamo cosi, “ufficiale” inclusa nell’album Pop Tools. Con questo singolo i Bluvertigo salgono un altro significativo scalino della scala che porta all’olimpo dei grandi gruppi Italiani, non molto popolato in verità ma caratterizzato da uno spessore non indifferente. Speriamo solo che il gruppo riesca ad ottenere l’attenzione che merita anche da parte di un pubblico non limitato solo alle teenagers.
L'assenzio (The Power Of Nothing) / Zero (electric
live-milanosuona 2000) / Sister Europe (hallowen night soundcheck) / Il
Nucleo / L'assenzio (midi version)
BLUVERTIGO – POP TOOLS Noys Columbia COL 501928 2 5019282000
Le mie attese sono state, diciamo cosi, tradite : ricorderete che in passato ho più volte caldeggiato la possibilità che Bluvertigo realizzassero un live album, visto anche l’impressionante numero di concerti tenuti lo scorso anno. Invece, non so quanto opportunamente, il nuovo prodotto discografico della band monzese di nuovo ha ben poco. Trattasi di una compilation di brani tratti dai loro primi tre albums, la cosiddetta “trilogia chimica”; se trascuriamo il fatto, puramente personale, che non ho mai avuto una grande simpatia per le raccolte (a meno che non siano arricchite da materiale raro, inedito o altro), mi chiedo come mai un gruppo ancora nel vivo della sua fase ascendente debba immettere sul mercato un simile prodotto. Almeno avessero attinto dal materiale incluso nei loro singoli, includendo versioni alternative dei loro principali hits o pregevoli inediti come Canone Inverso, anche per utilizzare al meglio tutto lo spazio che la tecnologia digitale consente …, invece nell’oretta o poco più di Pop Tools hanno trovato posto prevalentemente i singoli che la band ha fin qui realizzato. Ma, considerato che una cosa sono i nostri desideri ed un’altra le scelte delle case discografiche, prendiamoci quello che viene (naturalmente a prezzo pieno, e mi si perdoni la nota polemica, ma scucire 39500 lire per ritrovarsi tra le mani un disco composto all’85% da materiale di cui si è già in possesso non è una cosa che mi faccia fare i salti di gioia). E cosi ripercorriamo a grandi linee le tappe discografiche fondamentali del gruppo guidato da Morgan, e dal debut album Acidi E Basi è tratto il “quasi” anthem Iodio, pezzo in verità ancora piuttosto ingenuo ma impreziosito dalle rifiniture frippiane ad opera del primo chitarrista della band Pancaldi. Molto meglio, a mio avviso, La Sua Dimensione, pezzo che viene tuttora eseguito spesso on stage e dove è nuovamente possibile apprezzare le linee volutamente in sottofondo di chitarra dalle lunghe note sature. Non è fortunatamente stato omesso quello che io ritengo il miglior pezzo in assoluto di Acidi E Basi, ossia Decadenza, pezzo che riflette gli insegnamenti della migliore New Wave e che Morgan ha reso memorabile con un bellissimo testo ricco di citazioni. Tra le bands che più hanno influenzato i Bluvertigo figurano sicuramente i Depeche Mode, tanto che nel primo album venne inclusa una versione di Here Is The House ribattezzata Complicità, con testo in Italiano (da notare che nel repertorio dei Bluvertigo figura un altro pezzo dei Depeche Mode, Never Let Me Down Again), pezzo che ha trovato posto anche in questa raccolta. Dal fortunato secondo album Metallo Non Metallo è tratta Il Mio Malditesta, grintosa opening track, ed ancora Fuori Dal Tempo, altro pezzo dalle influenze New Wave meno conosciute (ricordate i Punishment Of Luxury?). Ancora da Metallo Non Metallo proviene la stupenda Cieli Neri, gioiello che evoca i King Crimson di I Talk To The Wind complice il flauto magico di Mauro Pagani, e l’hit single e video Altre Forme Di Vita. Da Zero, oltre alla title track (con quell’imperdibile rifinitura di Red Guitar), sono state selezionate La Crisi (primo singolo tratto dall’album, dalle pesanti tinte “berlinesi” alla Bowie), Sovrappensiero e Sono Come Sono (divertente pezzo che rimanda ai migliori Devo). Le uniche due tracce inedite presenti sono l’iniziale Comequando, acido rock and roll costruito anche nelle sonorità ad immagine dei primi Roxy Music (quelli con Eno), e la “sanremese” L’Assenzio, di cui abbiamo già parlato trattando del relativo singolo. In definitiva Pop Tools è un buono strumento per chi ancora non conosca questo gruppo che a tutt’oggi rimane una delle più belle realtà del panorama musicale Italiano, inutile però dire che l’attesa per un prodotto totalmente nuovo rimane.
Comequando / Iodio / L.S.D. La Sua Dimensione
/ Decadenza / Complicità / Il Mio Malditesta / Fuori Dal Tempo /
Cieli Neri / Altre Forme Di Vita / La Crisi / Sovrappensiero / Sono=Sono
/ Zero / L'Assenzio (The Power Of Nothing)
IQ – THE SEVENTH HOUSE Giant Electric Pea GEPCD1028
Gli IQ evocano, per il sottoscritto, bei ricordi di gioventù : come dimenticare un periodo di speranze, gioie, esperienze vissute alla fine degli anni 80, quando la New Wave Of British Prog Rock era già in fase calante ma aveva gettato i suoi germogli sul continente, influenzando sparuti manipoli di musicisti affascinati da quei moderni epigoni della grande tradizione romantica dei seventies. Ricordo i pomeriggi trascorsi ad ascoltare ripetutamente dischi che, per me, hanno segnato quegli anni : The Sentinel, Live At The Target, Real To Reel e, non ultimi, Tales From The Lush Attic, The Wake e Living Proof, i primi tre albums degli IQ. Immaginatevi come potessero colpire la mente di un ventiduenne cresciuto a pane e metallo pesante quelle lunghe sequenze di temi rarefatti, condotti da fiumi di tastiere e spessi strati di chitarre arpeggiate, con quelle ritmiche leggermente irregolari e quei testi fantasiosi. Seguii a lungo le vicende del quintetto britannico, tra i pochi a sopravvivere alla moria di bands di quegli anni, rimanendo piacevolmente sorpreso dalla coraggiosa svolta pop attuata grazie alla presenza del bravo vocalist Paul Menel, subentrato al dimissionario Peter Nichols. Poi il ritorno al “prog” che più prog non si può, in realtà una grossa involuzione. Confesso di aver comprato l’ultimo disco anni or sono, si intitolava Ever, ed assomigliava tanto, troppo agli IQ che avevo conosciuto anni prima. E la progressione dov’era? Un concerto alle porte di Milano, ricco di pathos ma troppo lacunoso dal punto di vista esecutivo, mi allontanò dal gruppo, complice anche il fatto che il mio campo di interessi si era ampliato in tutt’altre direzioni. Oggi mi imbatto casualmente in questo album, The Seventh House, e dopo vari tentennamenti decido di prestargli attenzione nella speranza che sia cambiato qualcosa. La formazione è invariata rispetto al periodo del mio ultimo contatto (Orford, Holmes, Jowitt, Nichols e Cook); infilo il dischetto nel lettore e quando, un’ora più tardi lo estraggo, mi rendo conto che non è solo il line up ad essere rimasto uguale. Evidentemente il gruppo si è accontentato di aver creato un suo marchio di fabbrica, che applica però sempre e solo a prodotti tutti uguali tra loro. Evidentemente per gli IQ il tempo si è fermato, e come in quel famoso film in cui il protagonista continuava a rivivere sempre la stessa giornata, il gruppo continua ad incidere sempre lo stesso disco. Ad aggravare la situazione, rispetto ai primi dischi degli eighties, c’è anche la mancanza di episodi coraggiosi come furono Corners e Barbell Is In : gli IQ si sono semplicemente accartocciati su se stessi, confidando sul loro seguito di fedelissimi che continueranno ad acquistare qualunque cosa il gruppo produca, incuranti del “progresso” o semplicemente della necessità di ampliare il proprio mercato prima che anche gli irriducibili si stufino di collezionare doppioni. Salvare il salvabile? E’ una parola, signori! Non c’è uno spunto, dico uno, che faccia intravedere un seppur timido tentativo di distacco da formule usurate dallo scorrere degli anni. Sempre i soliti accorgimenti ritmici, sempre i soliti cori proprio li dove uno se li aspetta, sempre i soliti solos di chitarra a condurre i pezzi al finale in fade out, sempre i soliti solos di tastiere su basi ritmiche che abbiamo sentito tante, troppe volte. E poi testi torrenziali, lunghissimi, magari anche belli ma che costringono il fan a perdere la vista sui booklet dove i caratteri sono sempre più piccoli per stare su un numero ridotto di pagine (eh, i costi …). Sto spaccando il capello in quattro? Si, altrimenti che ci sto a fare qui? Ad incensare tutto indiscriminatamente? No, anche se questo vuol dire dare addosso ad un gruppo che ha contribuito notevolmente alla mia formazione musicale in un determinato periodo della mia esistenza. Non ho dimenticato, l’ho detto prima, quei pomeriggi passati ad inebriarmi di cascate di note, ma sono passati tanti anni, e non solo per me. Pollice verso, quindi, e guardiamo avanti fiduciosi : c’è gente in grado di darvi molto di più in cambio delle vostre quarantamila lire …
The Wrong Side Of Weird / Erosion / The Seventh
House / Zero Hour / Shooting Angels / Guiding Light
PETER HAMMILL – Torino, Zoo Bar 3 Aprile 2001
A nessun altro cantante potrebbe calzare la
definizione di “voce dell’animo umano” come a Peter Hammill. Lo studente
universitario di Manchester che in gioventù si era posto l’obiettivo
di diventare l’equivalente canoro di Jimi Hendrix ha caratterizzato con
la sua voce l’epopea dei Van Der Graaf Generator, cantando di sentimenti
e di questioni esistenziali calandosi con estrema lucidità nei profondi
meandri creati dalle sue lyrics. Dopo il definitivo split del “generatore”
Peter Hammill ha prodotto una impressionante serie di dischi solo (ad oggi
se ne contano una trentina) ed ha collaborato a diversi altri lavori (cito
a caso il fondamentale Exposure di Robert Fripp, Exiles di David Cross,
Il Sole Nella Pioggia di Alice e recentemente il capolavoro Curly’s Airships
di Judge Smith) lasciando in ogniuno la sua inconfondibile impronta. Mancava
da diversi anni da Torino, ed infatti il clima che si respirava tra la
piccola folla in coda fuori dallo Zoo Bar era di grande attesa. Un pubblico
stimabile intorno alle centocinquanta persone ha rapidamente occupato il
ridotto spazio a disposizione tra il bancone del bar ed il rialzo su cui
era sistemata la strumentazione : nostalgici di un epoca irrimediabilmente
passata, attempati signori, qualche faccia giovane, tutti li riuniti per
riascoltare quella voce. Sono circa le ventitrè quando inizia lo
spettacolo. Peter Hammill, pantaloni e camicia (e capelli) bianchi, si
sistema al piano, mentre Stuart Gordon, maglione scuro ed un improponibile
paio di pantaloni a scacchi, imbraccia il suo violino. Quando Hammill apre
l’ugola è impossibile non lasciare spazio ad una certa emozione,
quella voce è proprio come ce la ricordiamo dai tempi di Pawn Hearts,
piena, sicura, vibrante : Hammill ora sussurra le parole, ora le fa scaturire
con pienezza dai suoi polmoni, ora le urla con rabbia e disperazione, quasi
volesse farle sentire al cielo. Alternando piano e chitarra acustica per
gli accompagnamenti, Hammill canta supportato dal bravo Gordon che sottolinea
le lyrics con passaggi che assecondano gli stati d’animo espressi nelle
varie canzoni. Un’ora e mezza di emozioni intense (più un solo encore),
con dei punti focali del calibro di Ophelia, Nothing Comes ed una stupenda
Still Life posta in chiusura, quanto basta per rendere memorabile una tiepida
serata primaverile.
CAMPAGNA CONTRO LE MODIFICHE ALLA LEGGE SULLA STAMPA
NO WARNING! si sente in dovere, in questo particolare frangente, di esulare dal discorso strettamente musicale per dedicare parte del suo spazio ad un argomento degno dell'attenzione di tutti coloro che hanno a cuore la libertà di espressione. A questo proposito riportiamo integralmente il comunicato stampa dell'Associazione PeaceLink - Telematica per la Pace - del 19 febbraio 2001.
Mentre sulle prime pagine dei giornali si celebra
la "societa' dell'informazione", la legge sulla stampa sta per essere modificata
nel silenzio dei media. La proposta di legge Anedda (7292/2000), apparentemente
dedicata al reato di diffamazione a mezzo stampa, contiene alcuni pericolosi
emendamenti che potrebbero modificare la legge sulla stampa (47/1948) in
senso fortemente repressivo, estendendo il reato di stampa clandestina
a qualsiasi "periodico, anche se diffuso a mezzo di trasmissioni informatiche
o telematiche, senza che sia stata eseguita la registrazione".
L'associazione PeaceLink ha lanciato una campagna
contro le modifiche alla legge sulla stampa, raccogliendo una serie di
articoli, documenti e atti parlamenteri all'indirizzo http://www.peacelink.it/censura
dove e' presente anche un "Appello per la
Liberta' di Espressione, di Comunicazione e di Informazione in rete", che
finora ha raccolto centinaia di adesioni.
L'appello e' stato raccolto dal Consiglio
Regionale della Toscana, che il 13 febbraio 2001 ha approvato all'unanimità
una mozione in cui si chiede al Parlamento italiano "la promulgazione di
una vera e propria legge di riforma del sistema informativo, nello spirito
del dettato costituzionale, tale da incentivare e salvaguardare, stante
il processo di radicale rinnovamento e adeguamento alle nuove esigenze
telematiche ed informatiche, anche la produzione di informazione indipendente
quale difesa del diritto di espressione".
Il testo integrale della mozione e' disponibile
all'indirizzo http://www.peacelink.it/censura/toscana.htm
Per maggiori informazioni:
http://www.peacelink.it/censura
Associazione Peacelink, Telematica per la
Pace - Volontariato dell'Informazione, C.P. 2009 - 74100 Taranto
www.peacelink.it
info@peacelink.it
Tel. 0349-2258342 Fax. 1782279059
AVANZA L'ASSURDA LEGGE SUI DOMINI
La proposta di legge Passigli 4594 è
tutta sbagliata ma, nonostante contenga tutta una serie di errori grossolani
che dimostrano la completa ignoranza di molti nostri politici in materia
di nuove
tecnologie, viene difesa a spada tratta dal
parlamento che ha ignorato le proteste degli operatori del settore. Per
maggiori informazioni leggete i seguenti articoli :
http://www.interlex.it/010305.htm
http://www.interlex.it/regole/salvare.htm
E ancora, una tua firma contro i brevetti sul
software
http://petition.eurolinux.org/
Sulla rete siamo tutti criminali ?
http://www.interlex.it/675/contrglo.htm
News from the World Central
- Sono previste per il 16 Aprile le edizioni
remasters di Discipline, Beat e Three Of A Perfect Pair
- Sono state rese note le date del tour dei
Bill Bruford's Earthworks :
29 Maggio, Sculler's, Boston
30 Maggio, Bottom Line,
NYC
31 Maggio, Bottom Line,
NYC
1 Giugno, Magic Bag, Ferndale,
Detroit
2 Giugno, Martyr's, Chicago
3 Giugno, Shank Hall, Milwaukee
4 Giugno, Dakota Bar And
Grill, Minneapolis ST. Paul
5 Giugno, Jazz Alley, Seattle
6 Giugno, Jazz Alley, Seattle
7 Giugno, Portland (venue
to be announced)
8 Giugno, Catalina's Bar
And Grill, Los Angeles
9 Giugno, Catalina's Bar
And Grill, Los Angeles
10 Giugno, Catalina's Bar
And Grill, Los Angeles
11 Giugno, Kuumbwa Jazz
Centre, Santa Cruz
12 Giugno, Yoshi's, San
Francisco
13 Giugno, Yoshi's, San
Francisco
20-24 Giugno, Pizza Express
jazz club, Dean St., London
- Pare che, a 12 anni di distanza dalla precedente
release, un nuovo album di The Bears dal titolo Omnivore sia in procinto
di vedere la luce
- Adrian Belew parteciperà al nuovo
album di Tori Amos, programmato per il mese di Settembre
- Si intitola Full Catastrophe l'album di
prossima uscita a nome Howard, Ried, Gunn & Hayward
- E' in preparazione un best of del California
Guitar Trio che dovrebbe uscire verso la fine dell'anno, ovviamente su
etichetta DGM
- E' stata purtroppo rilevata l'inattendibilità
di diverse notizie diffuse dal sito Krimson-news, prese per buone e conseguentemente
diffuse da NO WARNING!
: ci scusiamo con quanti dovessero constatare l'infondatezza di tali notizie,
e prendiamo l'impegno di non attingere più alcuna news dal succitato
sito
- Dopo anni e anni di vane attese, sembra
giunta l'ora dell'uscita in formato CD del live album USA, che dovrebbe
vedere la luce verso la fine dell'anno in edizione remastered a 24 bit
- Pare che King Crimson sarà in tour
la prossima estate con lo scopo di provare del nuovo materiale in vista
delle recording sessions per il nuovo lavoro, che dovrebbero avere luogo
subito dopo; rimanete sintonizzati ...
News from the World
- Monkey Steals The Drum sono stati costretti
a cancellare tutte le date del loro prossimo tour.
Il van della band e la maggior parte della
strumentazione sono stati rubati di recente. La band si scusa con i fans
e spera di tornare on the road appena verrà rimpiazzato l'equipaggiamento.
Intanto un concerto di beneficienza è stato organizzato per il 22
di Marzo al W.D.Suttons di Southport, ed un'altra data è prevista
per il 26 Aprile al The Brewery Arts Centre in Kendal
- Qui di seguito le date finora confermate
del tour di David Sylvian :
24 Settembre - Coliseum,
Lisbon, Portugal
25 Settembre - Coliseum,
Oporto, Portugal
27 Settembre - Barcelona,
Spain
29 Settembre - Teatro Carlo
Felice, Genova
30 Settembre - Teatro Colosseo,
Torino
1 Ottobre - Teatro Smeraldo,
Milano
2 Ottobre - Teatro Medica,
Bologna
4 Ottobre - Palacisalfa,
Roma
5 Ottobre - Auditorium
Comunale, Pistoia
6 Ottobre - Teatro Tenda,
Verona
7 Ottobre - Palafenice,
Venezia
10 Ottobre - La Salle Maubert
Mutualite, Paris, France
17 Ottobre - Olympia Theatre,
Dublin, Ireland
La touring band è composta, oltre che
da David Sylvian, da Steve Jansen (drums), Matt Cooper (keyboards), Tim
Young (guitar), Keith Lowe (bass)
- Dovrebbe uscire per la metà del 2001
il nuovo album (forse un live) di Elio E Le Storie Tese
- Novità su etichetta Shifty : è
uscito il 12 Marzo A Dream In Sound degli Elf Power, band proveniente da
Athens, Georgia. L'album è stato prodotto da Dave Friedman, che
ha lavorato in passato con Mercury Rev e Flaming Lips
- Contrariamente a quanto annunciato in precedenza,
il live album di Jansen, Barbieri e Karn dal titolo Playing In A Room With
People non uscirà a fine Aprile ma il 18 Giugno
- Un breve accenno ad un altro argomento che
esula dai nostri consueti ambiti, un dossier sull'uranio impoverito, disponibile
al seguente link :
http://www.peacelink.it/dossier/strasburgo/index.html
- Il nuovo batterista degli Ozric Tentacles
è il 25enne Stuart Fisher, conosciuto come Schoo, ex membro dei
Rhythmites
- Ecco l'elenco aggiornato delle date del
tour degli Ozric Tentacles :
3 Maggio, Bristol, New
Trinity
4 Maggio, Penzance, Acorn
Theatre
5 Maggio, Exeter, Phoenix
A/C
6 Maggio, Plymouth, Cooperage,
Vauxhall Street
9 Maggio, Cambridge, Junction
10 Maggio, Northampton,
Roadmender
11 Maggio, Leicester, Charlotte
12 Maggio, Harlow, Square
13 Maggio, Oxford, Bullingdon
Arms, Cowley Road
14 Maggio, Norwich, Arts
Centre
16 Maggio, Birmingham,
The Foundry
17 Maggio, Ashton Under
Lyme, The Witchwood
18 Maggio, St. Helens,
The Citadel
21 Maggio, Middlesborough,
The Dickens
22 Maggio, Manchester,
University Hop And Grape
23 Maggio, Leeds, Irish
Centre
24 Maggio, Edinburgh, Liquid
Room
25 Maggio, Glasgow, Renfrew
Ferry
26 Maggio, Aberdeen, Glow
303, Belmont Street
27 Maggio, Crewe
28 Maggio, Wrexham, Central
Station
29 Maggio, Sheffield, Boardwalk
30 Maggio, Southampton,
The Brook
31 Maggio, London, The
Scala
15 Giugno, 5th Ephebia
Rock Festival, Giardini La Passeggiata, Terni (www.ephebiarock.net)
E' stata invece cancellata la prevista data
al Solipse festival in Zambia.
- Nuove uscite del gruppo Voiceprint : Rick
Wakeman - Simply Acoustic (HOPEVP101CD); Rick Wakeman - The Piano Tour
Live (HOPEVP102CD); Andrew Downes - Concerto for Two Guitars (Classicprint
CPVPO13CD); Tom Robinson - Smelling Dogs (Castaway North West CNWVP013CD);
Billy Currie featuring Steve Howe - Transportation (Puzzle PZLCD101); Anthony
Phillips - The Sky Road: Missing Links Volume 2 (Blueprint BP329CD); Rupert
Hine - Immunity (Misplaced Records MPVP003CD); Rupert Hine - Waving Not
Drowning (Misplaced Records MPVP004CD); Rupert Hine - The Wildest Wish
To Fly (Misplaced Records MPVP007CD); Various Artists - Radio Wonderlust:
Volume 1 (Wonderlust WLUSTCDA1); Becky Duke - Like It Like This (Pixel
Records PIX101CD); Karnataka - The Storm (Immrama Records KTKCD002); Steve
Phillips - Just Pickin (Completist/Siren Music SRNC201CD); Billy Currie
- Stand Up And Walk (PUZZLE PZLCD102); Rick Wakeman - The New Gospels -
A Modern Oratio (Hope Records HOPEVP103CD); Rick Wakeman - The Word And
His Music (Hope Records HOPEVP104CD); Rick Wakeman – Orisons (Hope Records
HOPEVP105CD); Rick Wakeman - Can You Hear Me? (Hope Records HOPEVP107CD);
Claire Hamill – Abracadabra (Blueprint BP305CD); Claire Hamill – Voices
(Blueprint BP308CD); Murray Head – Innocence (Headcase GAH115CD); T. Rextasy
- Trip And Glide In The Ballrooms Of T. Rextasy (Madman MAMA004); Tangerine
Dream - Dream Mixes III (TDI TDICD031); Brian Hopper/Robert Fenner - Virtuality
(Voiceprint VP228CD); Happy Accidents - Scitatics (Voiceprint VP229CD);
Lloyd-Langton Group - Night Air (Allegro LLG8CD); Lloyd-Lang Group - Time,
Space & LLG (Allegro LLG9CD); Lloyd-Langton Group - Like An Arrow (Allegro
LLG10CD); The Fall - Live In Zagreb (Cog Sinister COGVP109CD); The Fall
- Live In Liverpool '78 (Cog Sinister COGVP118CD); Stray – 10 (Mystic Records
MYSCD147); John Etheridge – Ash (Jazzprint JPVP102CD); Jim Mullen - Live
In Glasgow (Jazzprint JPVP103CD); Howard Riley – Singleness (Jazzprint
JPVP110CD); Howard Riley – Singleness (Jazzprint JPVP110CD); Murray Head
- Greatest Hits (Headcase GAH112CD); Westbrook & Company – Platterback
(Jazzprint JPVP117CD)
- Matthew Parmenter, vocalist e polistrumentista
degli statunitensi Discipline, è al lavoro per il suo disco solista
che dovrebbe vedere la luce entro l'anno
- L'album dei Porcupine Tree Recordings uscirà
il 21 Maggio 2001
- Dal 17 Aprile è nuovamente disponibile
Kings Of Oblivion (RWY001CD), terzo album di The Pink Fairies realizzato
originariamente nel 1973 dal line up composto da Duncan Sanderson, Russell
Hunter e Larry Wallis
- Segnaliamo un evento organizzato per venerdì
20 Aprile al The New Trinity Community Centre, Old Market, Bristol : si
tratta di Greatness Of Magnificence, una notte di “easy-listening noir,
cabaret toilet poetry, orchestras and choirs, dance, installation art,
and projections”. L’evento sarà diviso in tre parti : una prima
parte di cabaret comprendente anche concerti acustici, dance acts e poesia;
una seconda parte dedicata all’esibizione di due bands, Mooz e They Came
From The Stars (I Saw Them); una terza parte in cui l’audience potrà
ballare senza dover guardare niente di particolare, sotto la guida di Twonk
Soundsystem, dj’s del 'Kosmiche' di Londra. Per maggiori dettagli visitate
il sito www.coloursandsounds.co.uk
- Roadworks è un tour organizzato per
promuovere autori britannici. Con Tom McRae come headliner, Thea Gilmore
e Jont come ospiti principali, ogniuna delle dieci date vedrà di
scena musicisti locali. Ecco le date :
1 Maggio, Komedia, Brighton
2 Maggio, The Stables,
Wavendon
3 Maggio, Zodiac, Oxford
6 Maggio, Phoenix Arts
Centre, Exeter
8 Maggio, Dingwalls, London
9 Maggio, Life Cafe, Manchester
10 Maggio, University,
Newcastle
11 Maggio, Fibbers, York
13 Maggio, Lomax, Liverpool
14 Maggio, Ronnie Scotts,
Birmingham
Per maggiori informazioni e tickets : http://www.acoustic-roadworks.co.uk
Correva l’anno 1978, erano gli anni delle prime
classi di scuola superiore e dei primi approcci con l’universo delle sette
note. Su una cassettina da 90 minuti mi feci registrare da un amico il
mio primo album (per la cronaca, si trattava di Spirits Having Flown dei
Bee Gees). L’anno successivo acquistai la cassetta originale di In Through
The Out Door dei Led Zeppelin, quindi a seguito del regalo del mio primo
giradischi fattomi dai miei genitori acquistai il mio primo LP (Dynasty
dei Kiss). Quando il lettore CD cominciò a diffondersi in maniera
abbastanza capillare eravamo giunti alla fine degli anni ’80, e nel 1988
potei acquistare il mio primo album in Compact Disc (si trattava di Nomzamo
degli IQ). Dove voglio arrivare? Ripercorrendo cronologicamente i passi
della mia formazione musicale riesco a risalire persino ad alcuni particolari
accessori su cui vale la pena soffermarsi : il costo della cassetta vergine
nel 1978 era intorno alle 1.500 lire, quello della cassetta originale nel
1979 era di lire 6.500, pochi mesi dopo il vinile costava 7.000 lire, nel
1988 un CD viaggiava tra le 23.000 e le 25.000 lire. Facciamo un raffronto
con i giorni nostri : il vinile è praticamente scomparso, qualora
ci si imbatta in un LP nuovo siamo quasi sicuramente di fronte ad un’edizione
limitata che in virtù di ciò ci verrà offerta a prezzi
da strozzini (l’ultima volta che ho trovato un vinile nuovo sul patrio
suolo ho lasciato alla cassa 23.000 lire, e questo è accaduto cinque-sei
anni fa); la cassetta originale sopravvive, a che prezzo sinceramente non
so; il prezzo del nastro vergine è rimasto sostanzialmente invariato
rispetto a vent’anni fa, mentre il prezzo del CD è lievitato inesorabilmente
fino a varcare il tetto delle 40 carte. Se 21 anni fa il rapporto di prezzo
tra il nastro vergine e il disco LP era di 1 a 4,7 oggi il rapporto tra
nastro vergine e CD è circa 1 a 20 (senza trascurare il fatto che
alla produzione un CD ha un costo sensibilmente inferiore rispetto ai vecchi
LPs): significa che se alla fine degli anni ’70 un adolescente con poche
lire in tasca poteva con un minimo sacrificio rinunciare a farsi copiare
cinque albums su cassetta per ritrovarsi tra le mani allo stesso prezzo
un bel padellone formato 12 pollici con tanto di copertina multicolore
in cartone molto spesso apribile e chi più ne ha più ne metta,
all’adolescente di oggi è richiesta una pazienza quasi certosina
per fare un simile ragionamento. Conti da verduriere? No, conti che la
maggior parte degli utenti, ragazzini e non, fanno quotidianamente. Anzi,
con l’aiuto della tecnologia che ha varcato la soglia di molte abitazioni,
il nastro vergine si può ritenere destinato alla pensione, la gente
oggi con quarantamila lire si può fare una quindicina di copie su
CDR, perfettamente uguali all’originale come qualità sonora e corredabili
di fotocopia a colori del libretto. La mia non vuole essere una lode alla
pirateria, mi pare in proposito di essere stato molto chiaro già
in passato, ma debbo constatare con amarezza che l’industria discografica
da quell’orecchio proprio non ci sente. Tutte le misure che è in
grado di adottare sono quelle dirette contro il fenomeno della musica gratis
sotto forma di mp3! L’ultima sentenza contro Napster è emblematica
: all’imputato è stato concesso di sopravvivere a patto che diventi
parte del grande meccanismo vampirico che continua a dirottare fiumi di
denaro sempre verso i soliti già cospicui conti bancari. Non c’è
proprio via di scampo allora? I lunghi tentacoli delle multinazionali del
capitale si stanno già insinuando tra le pieghe della libertà
virtuale? Pare proprio di si, a noi sta il compito di allargare il più
possibile le sacche di resistenza.
In questo numero di NO
WARNING! :
- The Sailor's Tale : the KCCC 14th volume
- Young Lions : the Jess Crawford's demo CD
- Dig Me : the Monsoon Bassoon album review
- Solitary Witness : the Carbon Boy E.P. review
- When You Wish Upon A Star : the Dark Star
debut album review
- Space Ritual : the Paradogs debut album
- Friends from Canterbury : the In Cahoots
album review
- Mission Top Ten : The Rosenbergs album review
- Sonic Attack : the latest Hawkwind releases
- Music For Films : the Motor Totemist Guild
album
- Calling The Wind : the Jade Warrior reissues
- A Perfect Pair : the Keith & Julie Tippett
live album review
- Rockin' In The USA : the California Guitar
Trio live album
- Blueprint Energy : a Keith Tippett album
reissue
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KING CRIMSON - LIVE AT PLYMOUTH 1971 King Crimson Collectors' Club CLUB14
Continua il viaggio nel tempo attraverso l’archivio della DGM, e come già annunciato nello spazio dedicato alle notizie provenienti dalle stanze della residenza reale, il quattordicesimo volume del KCCC è la riproduzione integrale del concerto tenutosi alla Guildhall di Plymouth l’11 Maggio 1971, quinta data del tour e prima sul suolo Britannico per questa incarnazione di Crimso. Alla pubblicazione di In The Wake Of Poseidon e Lizard non ha fatto seguito nessun tour promozionale a causa dell’assenza di una formazione stabile in grado di andare on the road (anche se un line up composto da Fripp, Mel Collins, Andy McCullough e Gordon Haskell aveva provato per un certo periodo un set per un tour che non ha avuto luogo), toccò quindi alla formazione Fripp/Collins/Burrell/Wallace portare on stage il materiale di quegli albums insieme a quello di In The Court e Islands. Ed infatti l’opening track del concerto è la bellissima Cirkus, da Lizard, seguita a ruota dalla grintosa Pictures Of A City, tratta da Poseidon ed evoluzione di quella A Man A City già proposta dal vivo dalla prima incarnazione di King Crimson. C’è da notare che la band non pare avere nessun problema nel riprodurre pezzi come questi, alla cui stesura alcuni dei componenti non hanno partecipato e di cui si sono dovuti “impadronire” per dare continuità alla storia del Monarca. Il terzo pezzo in scaletta è una ancora non definitiva versione di The Sailor’s Tale della durata di circa un quarto d’ora, con un lungo solo di flauto di Collins nella parte centrale e Fripp che dispensa massicce dosi di mellotron (fate un confronto con la versione più marcatamente chitarristica inclusa in Earthbound). Segue The Letters, brano eseguito raramente dal vivo e che deriva da un altro pezzo del primo line up intitolato Drop In; non si tratta ancora della versione definitiva, ma è sicuramente migliore della sua versione embrionale. La delicata Lady Of The Dancing Water (un altro pezzo eseguito raramente on stage) viene eseguita in medley con l’altro lirico episodio dal titolo Cadence And Cascade : contrariamente a quanto accadrà in seguito, qui Boz pare trovarsi a suo agio nel cantare queste due piccole gemme abbellite dal meraviglioso flauto di Collins. Una versione di Get Thy Bearings di Donovan apre il secondo CD (la prima parte, mancante sul nastro registrato da Sinfield attraverso il mixer, è stata qui ricostruita utilizzando un bootleg che è servito anche, come si evince dalle note di copertina, per dare più “atmosfera” al disco), e nel corso del suo svolgimento si colloca un solo di Ian Wallace filtrato attraverso un VCS3, all’epoca del concerto in questione ultimo grido nel campo dei sintetizzatori. Tocca quindi alla epica title track del primo album essere rivisitata in una forma praticamente fedele all’originale, unica sostanziale differenza è il solo di flauto del geniale Collins che solo nella sua parte conclusiva si riallaccia a quello di Ian McDonald. Il bluesaccio di Ladies Of The Road precede la sempre eccelsa 21st Century Schizoid Man, mentre a chiudere il concerto troviamo Mars (strano l’utilizzo del titolo originale di questo estratto dai Pianeti di Holst in luogo del riadattamento incluso in Poseidon sotto la denominazione di The Devil’s Triangle …). Come potete dedurre dalla scaletta del concerto, questo volume del KCCC ha un grosso valore storico in quanto in questa fase Crimso propone pezzi destinati molto presto a sparire; è impossibile poi non notare come la coesione del gruppo sia maggiore in questo periodo rispetto ai mesi a venire, quando le diversità stilistiche porteranno King Crimson ad includere parecchie jams nei loro live acts per supplire al vuoto in fase compositiva che ha portato i quattro musicisti allo stallo ben prima dello scioglimento definitivo. Una formazione ancora vitale, considerato che l’album Islands infatti deve ancora essere pubblicato (cosa che avverrà nel mese di Dicembre) e la crisi è ancora abbastanza lontana. Per i collezionisti più accaniti, la registrazione in questione è ben presente nelle liste di scambio di live tapes, ma stranamente è stata abbastanza ignorata dai bootleggers, infatti per quanto ne sa il sottoscritto esiste un solo bootleg, ovviamente doppio, dal titolo Court Of The '71, ma come ho detto all'inizio il prodotto ufficiale include l'intera performance, rendendo praticamente inutile la ricerca dei prodotti pirata.
Disc One : Cirkus / Pictures Of A City / Sailor's
Tale / The Letters / Lady Of The Dancing Water / Cadence And Cascade
Disc Two : Get Thy Bearings / In The Court
Of The Crimson King / Ladies Of The Road / 21st Century Schizoid Man /
Mars
JESS CRAWFORD – DEMO CD mp3.com 70820
Se penso che solo pochi anni fa ci si presentava al pubblico ancora con i cosiddetti demo tapes (le gloriose e fruscianti cassettine dalle copertine fotocopiate racchiudenti i primi sudatissimi sforzi musicali delle giovani promesse) ed oggi invece siamo al cospetto di musicisti che ci propongono i loro primi prodotti in formato digitale, con tanto di rassegna stampa, biografia e foto incluse nel luccicante dischetto, possiamo avere la misura dei passi in avanti fatti dalla tecnologia in un limitato spazio temporale. Jess Crawford è un giovane musicista proveniente da Salt Lake City, dove nel 1995 ha vinto il premio “Friend Of The Arts” con una performance acustica alla West Valley Courthouse, che cita tra le sue influenze principali Led Zeppelin, Michael Hedges e Nine Inch Nails e che nella sua scheda informativa alla voce “stili musicali” ha segnato “tutti”. Bravo Jess, questa si che è un’attitudine positiva! Ed infatti le cinque tracce presenti rappresentano un ventaglio di stili abbastanza ampio, che risulta ancora più ampio se ci inoltriamo nell’ascolto delle altre tracce prodotte da Jess e presenti sulla sua pagina del sito mp3.com (come la metallica Draining Molars e la variegata Ill Upset). Cinque pezzi che, pur se disseminati di qualche ingenuità, ci mostrano un musicista volenteroso e promettente. Ottima ad esempio l’iniziale Light Rain God Of Trance, avventurosa traccia costruita con l’utilizzo di loops e samples, sicuramente un buon punto di partenza da cui sviluppare un discorso personale. Dalla successiva Paragliding Blindfolder viene fuori l’attitudine di Jess all’utilizzo della chitarra acustica, ed il pezzo non è neanche male, anche se io consiglierei di rivedere la metrica delle lyrics, che a tratti sembrano forzate all’interno delle singole battute, e magari di provvedere qualche piccolo arrangiamento che sottolinei meglio alcuni passaggi movimentando leggermente l’insieme. Bodyslide si regge su un convincente riff di basso che la fa da padrone su una ritmica molto marcata, su cui svetta a tratti un accordo di synth, una frase campionata di uno strumento a fiato orientale e un fraseggio di chitarra acustica, quest’ultimo forse necessiterebbe di essere un po più variegato ed espanso per dare quel quid in più ad un pezzo sicuramente interessante. Lo stesso Jess mi ha segnalato tra i suoi pezzi migliori 80 Days, e probabilmente a livello di arrangiamenti questo è uno dei più riusciti assieme a Light Rain God Of Trance, pur muovendosi su coordinate completamente diverse : si tratta di un pezzo elettro-acustico piacevole e dove anche le parti vocali sono particolarmente curate, cosi come gli arrangiamenti. La conclusiva Dispell è una gradevole ballad effettivamente intrisa di influenze Zeppeliniane che riportano alla memoria alcuni passaggi di Stairway To Heaven. Jess Crawford, che pare abbia all’attivo una intensa attività concertistica nell’area di Salt Lake City e in Las Vegas, è attualmente alla ricerca di un contratto discografico che gli permetta di realizzare il suo debut album. Se, come credo, riuscirà ad affinare il suo stile per renderlo più definito, personale e maturo, ne sentiremo parlare nuovamente in futuro. Nel frattempo vi lascio gli indirizzi dei suoi siti web : http://www.mp3.com/crawford - http://jessecrawford.iuma.com - http://stage.vitaminic.com/jesse_crawford
Light Rain God Of Trance / Paragliding Blindfolder
/ Bodyslide / 80 Days / Dispell
MONSOON BASSOON – I DIG YOUR VOODOO Weird Neighbourhood Recordings WNRS4
Prodotto non recentissimo questo I Dig Your Voodoo, primo e fino ad oggi unico album dei Monsoon Bassoon, quintetto britannico proveniente da Plymouth fuoriuscito dal sempre vitale underground di Albione e con diverse releases (per lo più cassette e singoli) già all'attivo, ma certamente rappresentativo del valore della band che è mia intenzione presentare ai lettori di questo spazio. Monsoon Bassoon fanno parte di quella schiera di bands che, alla pari dei vari Cardiacs, Poisoned Electric Head, Frog, Izon Paradise e Sleepy People (tanto per citarne alcuni e darvi un'idea di ciò che intendo dire), hanno rielaborato alla loro maniera il concetto di progressive rock incontrando (in Italia sicuramente) l'ostracismo dei fans del mellotron rock sempre alla ricerca di bands affette dalla sindrome di Wakeman (o di Emerson, o di Banks o di chi volete voi). Avrete quindi capito che nella musica dei Monsoon Bassoon ci sono pochi fronzoli, il tutto è giocato su un sound prevalentemente affidato alle chitarre di Daniel Chudley e Kavus Torabi; se proprio bisogna fare dei nomi, io citerei King Crimson e Citizen Cain, ma non quelli simil Genesis che hanno ricevuto consensi a livello mondiale, bensi quelli del periodo precedente (1984/87) che parteciparono alla compilation Fire In Harmony e dei quali venne realizzata una cassetta postuma dal titolo Ghost Dance, contenente materiale sicuramente molto più interessante ed originale di quello che ha fatto le loro fortune. Un sound marcatamente chitarristico, abbiamo detto, che non disdegna affatto di inoltrarsi in intricate partiture sorrette da tempi dispari risultando comunque sempre diretto ed essenziale. La produzione di Tim Smith, leader dei Cardiacs, contribuisce a rendere al massimo l'impatto dei pezzi, ma non vi è attinenza con il sound dei ben più illustri pronk-masters : l'unica similitudine riscontrabile è il taglio abrasivo delle composizioni, ma mentre i Cardiacs la mettono sull'ironico e sul grottesco, i Monsoon Bassoon la prendono terribilmente sul serio. Le dieci tracce del disco si susseguono implacabili, incalzando l'ascoltatore con un entusiasmo che solo le nuove leve più convinte sembrano avere. Monsoon Bassoon non prendono prigionieri, e sono sicuro che quando sentirete sfumare le ultime note della epica In The Iceman's Back Garden vi metterete ansiosamente in attesa delle prossime imminenti releases. Uno split-single ed un mini album sono attesi a breve, per saperne di più : http://www.themonsoonbassoon.co.uk
The King Of Evil / The Very Best Of Badluck
'97 / Soda Pop And Ash / Commando / Volcano / Wise Guy / Fuck You Fuck
Your Telescope / Blue Junction / The Constrictor / In The Iceman's Back
Garden
CARBON BOY – THE CARBON BOY EP no catalogue number
Carbon Boy è, in ordine di tempo, il penultimo progetto solo di Os (al secolo Andrew Ostler) antecedente all’ultimo denominato Expert Sleepers. Già titolare di quattro cassette facenti parte di una serie denominata Colours, co-titolare del progetto Collective (poi Darkroom) con Tim Bowness e Michael Bearpark, nonché webmaster del sito www.collective.co.uk (che raggruppa oltre ai suoi progetti anche No-Man, Alias Grace, GPHall, Henry Fool, le e-zines Misfit City e Altair 5 e molto altro ancora), Os prosegue con Carbon Boy la sua ricerca attraverso quattro pezzi di media durata, prodotti ovviamente con un massiccio uso di loops e samples, cosa che accomuna praticamente tutti gli architetti sonici di cui trattiamo abitualmente in questo spazio. Quindi, fans di Bass Communion e The Tenth Planet, fatevi sotto, Os vi aiuterà a sgombrarvi la testa da tutte le insulse melodie che si sono vostro malgrado insinuate nelle vostre orecchie durante il periodo del festival della canzone Italiana. Rimarrete affascinati dalle sottili trame che compongono questa mezz’oretta di glaciale purezzapurezza : suoni di incerta provenienza che si diffondono in spazi senza uscita, scie siderali che solcano un immacolato pack, echi che riemergono dalle profondità cosmiche rincorrendo se stessi in un gioco senza fine. Continua cosi, Andrew. Per maggiori dettagli vi rimando al sito www.carbonboy.co.uk
Mash / Rye / Rox / Tickled
DARK STAR – TWENTY TWENTY SOUND EMI Records LTD 7 24349 72012
Dark Star è un trio nato dalle ceneri dei Levitation, band che nel corso degli anni '90 ha avuto modo di farsi conoscere ed apprezzare, pur non raggiungendo livelli di eccellenza. Twenty Twenty Sound è il loro debut album, pubblicato nel 1999, preceduto e seguito da una corposa serie di singoli, promos e remixes. La copertina ha una vaga somiglianza con il retro di Starless And Bible Black, ma ulteriori similitudini non esistono : la formula dei Dark Star è piuttosto grezza e lineare, non esaltante in verità ma tutto sommato piacevole. Di psichedelia non ne ho riscontrata molta, almeno secondo me, direi piuttosto che il gruppo si richiama ad una formula blues adattata ai nostri tempi. Un approccio se vogliamo alla Cream (come suonerebbe Crossroad se fosse stata scritta ieri da un gruppo grunge?) anche se in alcuni passaggi il trio si avvicina al rifferama dei primi Black Sabbath mentre altrove riecheggiano i Police dei primi due albums. Tra i nove pezzi del disco quello che mi è rimasto maggiormente in testa è I Am The Sun, comunque l'album nell'insieme risulta apprezzabile. Attendiamo quindi ulteriori sviluppi della situazione, e possibilmente un follow up di Twenty Twenty Sound. A seguire quindi.
Ninety-Six Days / I Am The Sun / About 3 a.m.
/ Vertigo / Graceadelica / A Disaffection / Lies / What In The World's
Wrong? / The Sound Of Awake
PARADOGS - FOUL PLAY AT THE EARTH LAB Hawk Records HAWKVP15CD
Paradogs è il (sembra lungamente atteso) progetto di Jerry Richards, membro degli Hawkwind, in coppia con Alf Hardy. Superfluo dire che i fans degli Hawkwind troveranno pane per i loro denti con questo disco di un’ora abbondante di durata, contrassegnato da alcuni episodi che risultano persino superiori a buona parte dell’ultima produzione del gruppo madre. Prendiamo ad esempio la sostenuta Nile, marcata da un riff vincente, o la seguente Noctis Labyrinthus, con il suo andamento quasi “respirato” : siamo in entrambi i casi a livelli più alti di quelli del tutto sommato dignitoso Spacebrock. Eccessivamente prolungata mi sembra la martellante Flesh And Blood, infarcita di solos di chitarra su una ritmica monocorde (cosa in comune anche a Excerpt From Can't Play Today), mentre risulta interessante la successiva AIM, claustrofobico episodio che sarebbe adattissimo come soundtrack per un film fanta-horror. C’è un gran dispendio di elettronica in questo lavoro, come testimoniano pezzi quali Trance Of Sorrow e Loose Coupled Freight, quest’ultima contenente elementi che mi ricordano The Brazilian dei Genesis, con largo impiego di voci filtrate e campionate che sono divenute nel tempo un segno distintivo della spacey/psych music (e che forse sarebbe ora di accantonare per un po di tempo). Buono il soundscaping di Dreams Of Cydonia, ancora meglio la successiva Kent Artisian dove emergono echi dei Porcupine Tree del periodo Moonloop EP/Signify. Il disco si chiude con i sei minuti di Light At The Edge Of The World, probabilmente uno dei migliori pezzi dell’album dove i migliori spunti delle due tracce precedenti vengono sviluppati a dovere, raggiungendo un delicato equilibrio tra durata temporale ed utilizzo delle sonorità. Un lavoro interessante che mi auguro abbia un prossimo ed ulteriore sviluppo.
Blue Filters For Orographic Clouds / Nile (edit
mix) / Noctis Labyrinthus / Deeper Fix / Flesh And Blood / AIM / Trance
Of Sorrow / Loose Coupled Freight / Excerpt From Can't Play Today / Dreams
Of Cydonia / Kent Artisian / Light At The Edge Of The World
IN CAHOOTS – OUT OF THE BLUE Crescent Discs CD5CD
Il fascino discreto della scuola di Canterbury! Eh si, anche un disco come questo Out Of The Blue, ultimo prodotto di questa filiazione del giro di musicisti della “Canterbury School” realizzato con l’intento di esplorare al meglio i tratti fondamentali del blues, riesce ad emanare quel flavour, quel fascino senza età che contraddistingue questo filone musicale. Un modo inconfondibile di fare musica, che ha generato capolavori assoluti come Third, In The Land Of Grey And Pink, The Rotters Club, Little Red Record e tanti altri che impreziosiscono le nostre collezioni di dischi e che si mantiene inalterato nell’essenza, ora più marcata ora più sfumata, anche nel corso dei decenni. Phil Miller, ex chitarrista degli Hatfield And The North e attuale leader degli In Cahoots, scrive nelle note di copertina che durante la composizione del nuovo materiale si è accorto che questo aveva una forte impronta blues, ed ha pensato allora di realizzare un disco all’insegna della semplicità. In effetti il disco è accessibile, rispetto a quanto da me ascoltato in passato del repertorio In Cahoots, ma la tecnica di questi abili musicisti fa si che sia blues ma ben lungi dalla tediosità delle migliaia di standards in “twelve bars”. E’ quell’essenza di Canterbury che salta fuori, dalle note della calda chitarra di Miller, dal sax di Elton Dean, dal drumming di Pip Pyle, dallo spirito jazzy che anima Phrygian Blues : inutile dirlo, la classe non è acqua, e questi musicisti di classe ne hanno da vendere. Quando poi in un disco come questo ci si imbatte in due perle come Delta Borderline e Slime Divas allora si riscopre il piacere che ci è stato dato in passato dai capolavori di Hatfield And The North e National Health, quel (come lo ha chiamato qualcuno in passato) “gusto pittorico” di deliziosi assemblaggi di sonorità “da gustare con il tea del pomeriggio” : saliscendi sonori su basi ritmiche leggermente irregolari, incalzanti linee di basso, pianoforti “ispezionati” dal primo all’ultimo tasto. E’ sempre un immenso piacere ascoltare musica siffatta, eseguita da strumentisti che sanno dove posizionare gli accenti, eseguire elastiche linee di basso fretless, arrangiare una sezione fiati, swingare etc senza sconfinare nel jazz puro, unire romanticismo a tecnica formale con semplicità. Ieri come oggi, questa è la scuola di Canterbury! Disco consigliatissimo, reperibile attraverso Voiceprint e Amazon.
Early Days / No More Mr Nice Guy / Delta Borderline
/ Phrygian Intro / Phrygian Blues / Open Sea / Slime Divas
THE ROSENBERGS – MISSION : YOU Discipline Global Mobile DGM0102
Che la Discipline si voglia mettere in concorrenza con la Creator e sfondare nel campo del pop, lanciando sul mercato un’alternativa americana agli Oasis? Scherzi a parte, se cosi fosse questa alternativa è senza dubbio più meritevole di attenzione rispetto al fortunato e sopravvalutato gruppo dei fratelli Gallagher, e ben ha operato Mr. Fripp nell’aggregarli alla scuderia che tante gioie ha dato ai fans della band dalla testa coronata, anche perché The Rosenbergs ha tutte le carte in regola per centrare un grosso successo commerciale. Ma cosa ha in comune un gruppo pop con Crimso, o con gli Earthworks, o con il California Guitar Trio o con il resto della produzione DGM? E’ musica di qualità, ben suonata, ben arrangiata, ben prodotta etc, proprio come gli altri prodotti dell’etichetta dell’uomo del Dorset. Ma entriamo nel merito, ripercorrendo a grandi linee la storia di questo quartetto. Sei anni or sono il chitarrista/cantante David Fagin è in cerca di un bassista che rimpiazzi l'ultimo dei frequenti abbandoni, e a seguito di un ennesimo annuncio pubblicato sul Village Voice, richiama un numero registrato sulla segreteria telefonica : Evan Silverman non è in casa, ma sua madre convince David a prendere nella formazione suo figlio. Con il tempo la formazione si assesta con l'innesto di Joe Darone e Joe Mahoney, ex membri della punk band The Fiendz. Il debutto discografico avviene nel 1999 con l'album Ameripop, su etichetta Pomonasounds, che The Rosenbergs promuovono con due tour in Gran Bretagna. Dopo aver gettato alle ortiche un contratto con l'etichetta Farmclub.com, internet label della Capitol, il gruppo agguanta l'accordo con DGM all'Internet Music Expo di New York. Ed i contenuti di Mission : You? Beh, l’ho detto in precedenza che si tratta di pop, rigorosamente in 4/4, chitarroni dai riffs elementari e ritornelli con coretti, ma ripeto che siamo ben lontani dall’irritante semplicità del brit-pop evidente anche a livello di arrangiamenti ed esecuzione. Le canzoni incluse in Mission : You hanno tutte, dalla prima all’ultima, qualche elemento che riesce ad innalzarle dal rango di semplici canzonette a quello di composizioni meritevoli di attenzione; è la cura dei particolari, fosse anche solo un arpeggino o una timida linea di synth, a fare la differenza. E poi che melodie, tutte allegre e dalle potenzialità dell’hit single : è davvero impresa ardua scegliere un titolo su tutti, per un disco che DGM potrebbe tranquillamente sezionare fino all’osso in funzione del mercato dei singoli. Un album con tutte le carte in regola per sfondare, e gli stessi Rosenbergs ne sono cosi convinti che a tutti gli acquirenti di Mission : You, grazie ad un accordo con Napster, verrà inviata una copia extra da regalare ad un amico o comunque da diffondere. Accostatevi fiduciosi, vedrete che rimarrete anche voi catturati da queste undici belle canzoni, e quando giungerete alla conclusiva Overboard verrete presi da una irrefrenabile voglia di riascoltare il disco dall’inizio. Se non dovesse essere cosi accetto da parte vostra sputi e percosse, purchè sopra la cintola : avrete capito che gioco pressocchè sul sicuro, anche perché non voglio indirizzare i lettori di questo spazio verso prodotti insoddisfacenti. E poi, a garanzia di qualità, c’è pur sempre il marchio DGM! L'indirizzo del loro sito è www.therosenbergs.com
Sucking On A Plum / Paper And Plastic / A Little
Lie / In Pursuit / Secret / Houseboat / Drug Of Choice / Fast Asleep /
After All / Soaked In Polyester / Overboard
HAWKWIND - FAMILY TREE Hawk Records HAWKVP13CD - WEIRD TAPES 7 ( DAVE BROCK DEMOS ) Hawk Records HAWKVP14CD - ATOMHENGE 76 Hawk Records HAWKVP5CD
Come si suol dire, a volte il troppo stroppia. L’etichetta Hawk Records continua, per la felicità dei fans, a buttare fuori dischi ad un ritmo impressionante, allungando il già esteso elenco di titoli nella discografia degli Hawkwind, ma mi sembra doveroso in questo ambito precisare che purtroppo non è tutto oro quello che luccica. L’album Family Tree vuole dare un segno di continuità alla serie Friends and Relations pubblicata su etichetta Flick - Knife Records , e comprende tredici tracce per lo più inedite di solisti e progetti in relazione con l’universo Hawkwind : Paradogs, Ron Tree, Liz Gizzad, Dave Brock ed altri. Ci sono diverse cose interessanti, come i pezzi dei Paradogs e Moonbeams On Mars di Dave Brock, oppure come la versione live di Motorway City, ma ci sono anche boiate tremende come Voice Inside My Head ed altre cose che scivolano via senza lasciare il segno. Con il settimo volume dei Weird Tapes la situazione precipita addirittura : si tratta di demos del solo Dave Brock, quarantasei minuti di riffs stiracchiati in lungo ed in largo conditi dai soliti effetti “space-rock” dei synths e dai quali emerge una noia mortale. Cosa salvare in questo disco? Non saprei, preferisco astenermi da un giudizio critico su un prodotto destinato ai completisti e da sconsigliare assolutamente ai neofiti e a chi debba ancora approfondire la conoscenza della discografia essenziale. Il dubbio è questo: ma gli archivi di Brock e soci non contengono niente di un po più stimolante, che possa interessare una platea più ampia di quella dei fans più agguerriti? E’ quindi sicuramente preferibile dirottare le attenzioni dei più sul terzo disco in questione, il doppio live Atomhenge 76, che ci offre una memorabile performance risalente al 1976 con la presenza del vocalist Bob Calvert alle prese con i classici della band di quel periodo. Un’ora e venticinque minuti di space rock dalle tinte ora metalliche ora psichedeliche, il tutto accompagnato da un booklet che riproduce il tour program di quello stesso tour degli Hawkwind. Cosa altro aggiungere, se non che anche questi dischi sono reperibili attraverso Voiceprint.
Family Tree : Nile - The Paradogs / Noctis Labyrinthus - The Paradogs / Jetstream - The Paradogs / Squall - The Little Big Men / Tuff On De Street - Ron Tree & Vital Chi / Another Day - Liz Gizzad / Tripping Shipping - Ron Tree / The Auctioneer - Dave Brock / Space Show Biz - Dave Brock / Voice Inside My Head - Dave Brock / Moonbeams On Mars - Dave Brock / Only Time Will Tell - Dave Brock, Alan Davey & Richard Chadwick / Motorway City - Brock (performed by Hawkwind '79)
Weird Tapes 7 : Choose Your Masks / Looking In The Future / Looking In The Future ( Take 2 ) / Space Travellers / Disintegration / Circles / Speed Of Light / Bombed Out / Streets Of Fear / First Landing On Medusa - Touchdown / Winter Of Discontent
Atomhenge 76, disc one : Intro / Reefer Madness
/ Paradox / Chronoglide Skyway / Hassan I Sahba / Brainstorm / Wind Of
Change
Atomhenge 76, disc two : Instrumental / Steppenwolf
/ Uncle Sam's On Mars / Time For Sale / Back On The Streets / Sonic Attack
/ Kerb Crawler
MOTOR TOTEMIST GUILD - ALL AMERICA CITY Rotary Totem IR01552
Pensavo di essermi imbattuto in un disco di blues, vista la copertina e letto il nome del gruppo (quanti pessimi dischi mi è toccato sorbirmi, in cui bands di bikers in Harley Davidson cantavano la loro passione per donne e strade polverose al suono di pallosissimi blues in twelve bar), invece l’ascolto di All America City mi ha sorpreso come un temporale estivo : era tanto che non ascoltavo un disco di questa portata, un disco che Chris Cutler ha definito come “la cosa più prossima alla complessità degli Henry Cow che mi sia capitato di sentire”. Non ditemi che non vi è venuta l’acquolina in bocca, che non morite dalla voglia di tuffarvi in questa serie di piccoli gioiellini per lo più di breve durata, animati da quello stesso spirito di avventura che animò lavori come In Praise Of Learning e gli zappiani Grand Wazoo e Civilization Phase III. James Grigsby ha senza dubbio realizzato un capolavoro con questo soundtrack per Yu Gakusei, uno screenplay di cui lo stesso Grigsby è autore. La maggior parte dei ventitre pezzi presenti ha una lunghezza compresa tra i 18 secondi ed i tre minuti scarsi, ma non pensate a nessuna soluzione spartana o incompiuta : ogni singolo pezzo è un prezioso tassello minuziosamente lavorato che prende posto nel grande mosaico ideato da Grigsby e realizzato con l’ausilio del suo corrispettivo all’Ensemble Modern. Ma se Zappa, nel suo titanico progetto Civilization Phase III, intercalava dei dialoghi ai pezzi strumentali per meglio descrivere l’andamento dell’opera, Grigsby si affida per questo soundtrack esclusivamente alla musica ed assembla intricate, complesse partiture affidate ad una strumentazione interamente (e sorprendentemente) acustica che il computer ed i campionatori dello stesso Grigsby manipolano e cementano dando luogo ad un incredibile composizione d’avanguardia. Una buona porzione del disco è occupata dalla lunghissima Yamatonadeshiko, della durata di oltre 27 minuti ma tutt’altro che monolitica : la ripetizione sembra anzi bandita da questa opera, che vive di brevi sequenze sconnesse di piano e archi, di samples e di pause. Se vogliamo si possono fare delle analogie con i lavori di improvvisazione di Keith Tippett o con le live performances del Fred Frith Guitar Quartet, l’esplorazione pura e semplice delle possibilità date dai suoni liberati dalle costrizioni delle formule musicali che vanno per la maggiore, ma qui l’esplorazione diventa forma, in questo caso diventa soundtrack : una forma immortalata, fruibile per chiunque abbia la volontà di accostarvisi. Date a All America City uno dei posti d'onore nella vostra collezione. E visitate il sito http://home.netcom.com/~takatek
The Blue Lantern / Close Shot Of Attache Case
/ Stardust Mobile Estates / Parachute Kids / Friendly Liquors / Hostess
With Whipped Cream Cannister / Shocks Hardware / Exterior Dilapidated Shack
/ Ron's Barbary Coast / Strip Mall With Gas Station And Izakaya / Nader's
Furniture / Ron's Barbary Coast Nude / Edge Of The Cliff / Hinoki / Donut
King / Obese Mice / Town Motel / D.J. Tiki Torch / Sandy Vitale Dance Studio
/ Chapatsu Girls / Amaterasu / Yamatonadeshiko / From Reiko's P.O.V.
JADE WARRIOR - BREATHING THE STORM Blueprint BP342CD - DISTANT ECHOES Blueprint BP343CD
Jade Warrior è uno di quei gruppi inglesi considerati “minori” in quella scena progressive dei seventies che ha visto lo strapotere della triade Genesis/Yes/ELP, strapotere che ha confinato in seconda serie bands seminali quali King Crimson, Van Der Graaf Generator, Gentle Giant ed addirittura in terza battuta bands come Jade Warrior. Il gruppo di Jon Field è rimasto quindi in quel limbo a cui si sono rivolte le attenzioni di un pubblico più ristretto prima ed in seguito di cultori delle “opere minori” in cerca di ampliare collezioni di dischi ormai saturate dai classici. Non mi dilungherò sulla storia e sulla discografia della band (cosa per cui vi rimando all’ottimo sito www.radagast.org/jade-warrior), bensì tratterò di queste ristampe ad opera della Blueprint di due albums usciti rispettivamente nel 1992 e 1993 sull’etichetta londinese Red Hot, la stessa che ha pubblicato gli albums di David Cross. La formazione di Jade Warrior responsabile di questi due lavori comprende, oltre al flautista Jon Field, Colin Henson alle chitarre e tastiere e Dave Sturt (ossia il 50% di Cipher) al basso fretless, percussioni e tastiere. Una formazione che può apparire scarna (anche se in Distant Echoes c’è una nutrita schiera di ospiti tra cui spiccano David Cross e Theo Travis) ma assolutamente sufficiente a reggere la costruzione di una musica lieve, delicata, decisamente poco progressive e semmai molto più prossima all’ambient. L’ascolto di questi due albums, che per le loro similitudini non mi faccio problemi a trattare come un unico insieme, mi ha ricordato molto da vicino gli ATMO, il progetto ambient di Mario Gulisano, leader della band siciliana Edith. Alcuni passaggi, ma questo lo dico solo per darvi un’idea di massima, possono ricordare anche i grandi Camel del capolavoro Nude e i pionieristici The Enid di The Seed And The Sower. Insomma atmosfere rarefatte e rilassate, grandi spazi dove lo sguardo può perdersi lontano fino a cogliere visioni d’oriente : monasteri tibetani, la grande muraglia, fiori di loto e magari un samurai (Jade Warrior, appunto …) in meditazione. Un piacevolissimo ascolto …
Breathing The Storm : Gaia / Breathing The Storm / Over Ice And Water / Gift Of Wings / Songs Of The Air / Memory Of The Deep / Reflecting Stars / Asa No Kiri / Circle Of Wisdom
Distant Echoes : Evocation / Into The Sunlight
/ Calling The Wind / Snake Goddess / Timeless Journey / Night Of The Shamen
/ Standing Stones / Village Dance / Spirits Of The Water
KEITH AND JULIE TIPPETT - COUPLE IN SPIRIT II La Cooka Ratcha LCVP137CD
Probabilmente chi ha visitato Torino 15 o 20 anni fa oggi farebbe un po di fatica a riconoscere molti luoghi del capoluogo subalpino : la capitale dell’automobile è andata sempre di più perdendo la sua caratteristica di città operaia immersa nel grigiore della sua moltitudine di impianti industriali che l’avevano posta a paragone con Detroit per aprirsi al verde, ai grandi viali ed all’edilizia residenziale. Tra le tante aree interessate alla riconversione c’è anche una porzione dello stabilimento del Lingotto, all’interno del quale sono stati ricavati un auditorium, un centro congressi, aree espositive ed un centro commerciale, quest’ultimo costituito da un grande porticato con in mezzo un vasto cortile occasionalmente utilizzato per spettacoli. La riconversione non ha fatto miracoli, nel senso che il grigiore è rimasto ad attanagliare quei muri che hanno visto tanta fatica operaia, tante speranze di cambiamento e dolorose sconfitte. Ma a volte i miracoli succedono, ed una sera d’estate del 1996 anche quei muri si sono colorati di vita, di vibrazioni positive, di energia vitale. Era la sera in cui Keith e Julie Tippett salirono sul palco allestito in quel cortile : i due coniugi si esibirono in un’improvvisazione di quasi un’ora, che io e poche decine di persone ascoltammo in riverente silenzio, rapiti, estasiati dal miracolo della musica che prendeva vita davanti a noi. Fu incredibile ascoltare quale gamma di vocalizzi e gorgheggi produceva l’ugola di quell’esile figura femminile in piedi dinnanzi a noi, mentre Keith Tippett strappava dal suo pianoforte ogni possibile suono e rumore, stoppandone le corde con l’ausilio di alcuni blocchetti di legno e percuotendo occasionalmente una serie di campanellini. E tra rumori e sequenze di accordi dissonanti fu possibile avere anche qualche saggio delle capacità delle velocissime dita di Keith Tippett, con accenni di melodie che rimandarono la memoria ad alcuni magici episodi delle “isole” cremisi. In silenzio ascoltammo l’intera performance, in silenzio rimanemmo anche per qualche interminabile secondo quando la musica fini, poi tutti in piedi ad applaudire mentre Keith e Julie Tippett ringraziavano e salutavano il pubblico. Non suonarono encores, la musa se n’era andata cosi come era arrivata, in silenzio. L’unico rammarico era quello di sapere che si era trattato di una performance di improvvisazione spontanea, unica ed irripetibile, e che quindi non l’avrei mai più ascoltata. Couple In Spirit II giunge quindi a colmare almeno parzialmente un vuoto altrimenti destinato a rimanere tale : si tratta infatti di una registrazione effettuata nello stesso periodo al Stadtgarten di Colonia, simile ma ovviamente differente da tutte le altre (qui è presente anche un breve encore), sicuramente funzionale alla comprensione dell’universo sonoro dei coniugi Tippett, fatto di impavide esplorazioni delle possibilità offerte dai suoni di un pianoforte e di una voce. Un ascolto essenziale per tutti coloro affascinati da questo tipo di sfide, e magari da ascoltare meditando su una frase riportata nel booklet del CD : “possa la musica non diventare mai un altro modo per fare denaro”.
Together / Rain-bow
CALIFORNIA GUITAR TRIO - ROCKS THE WEST Discipline Global Mobile DGM0003
Parlare del California Guitar Trio significa per me, inevitabilmente, fare un viaggio nei miei ricordi : la prima volta che li vidi fu al Teatro Smeraldo di Milano, come opening act per The First Day (Sylvian, Fripp e Gunn) con i quali suonarono anche un paio di encores dando vita ad una estemporanea performance del Robert Fripp String Quintet. Poi nuovamente nelle tre date italiane del THRaK tour dei King Crimson del 1995 (anche se in quel di Firenze più che vederli li ascoltai dall’esterno del Teatro Tenda, aspettando che Alberto Nucci arrivasse con il mio biglietto di ingresso), e poi ancora l’anno seguente al seguito delle cinque date italiane del THRaKaTTaK tour, quando addirittura viaggiammo sullo stesso treno da Monfalcone a Roma e potemmo contare, sia loro che io, sul supporto logistico fornitoci in ogni città dai membri locali del Guitar Craft (tanti per ricordarli tutti : Roberto Duse, Alessandro Bruno, Antonio De Honestis …). Quando li salutai, la sera del 26 Giugno del 1996 nei pressi del mixing desk montato nel centro di Piazza Cavalieri a Pisa, di fronte al palco su cui avevano appena finito di suonare i King Crimson versione double trio, mi prese il classico magone : io ero in procinto di riprendere la strada di casa, loro avrebbero continuato il tour al seguito del Monarca. Da allora non ho più avuto modo di incontrarli, ma ho sempre cercato di seguirne gli sviluppi della carriera. Dopo quel tour è stato dato alle stampe il loro terzo studio album Pathways, poi il live An Opening Act (registrato proprio nel corso del tour con King Crimson), mentre il Trio ha continuato instancabile ad inanellare concerti a ripetizione soprattutto negli States, arrivando a dividere il palco in diverse occasioni con Tony Levin e più recentemente anche con Pat Mastelotto. Ora il California Guitar Trio (di cui nessun componente è Californiano) è giunto al decimo anno di attività, e Rocks The West è il loro quinto disco su etichetta DGM : registrato dal vivo nel corso di quattro date del tour americano del 1999, Rocks The West ci mostra Bert Lams (dal Belgio), Paul Richards (dallo Utah) e Hideyo Moriya (dal Giappone) affiancati da Tony Levin e dal sassofonista Bill Janssen alle prese con un repertorio composto come sempre da materiale di propria composizione alternato a rielaborazioni di brani di musica classica e pezzi rock rivisitati per sole chitarre acustiche. So che alcuni definiscono questa loro propensione per i remake un limite, ma la formula funziona ed è gradita al pubblico : i riarrangiamenti di Bach e Beethoven, cosi come quelli dei meno inflazionati Mussorgski e Duke Ellington hanno sempre significato la conquista di nuovi fans per il trio, come anche le loro versioni del classico dei Queen Bohemian Rhapsody e del tema dal film Pulp Fiction Misirlou. Il disco ci da anche la possibilità di apprezzare un paio di composizioni degli ospiti, ossia Waters Of Eden di Levin e Blue-eyed Monkey di Janssen, accanto alla collaudata Blockhead (sicuramente un classico per coloro che da sempre seguono l’attività della League Of Crafty Guitarists e filiazioni varie), alla bellissima Punta Patri e alla grintosa Scramble. Se già conoscete il California Guitar Trio a questo punto altre parole sono superflue, se invece ancora non conoscete questa piccola orchestra di sole chitarre scaturita dalla galassia Frippiana del Guitar Craft, allora cominciate da questo live album, e presto vi troverete ad andare a recuperare una bella serie di dischi trascurati dai più ma sicuramente meritevoli di attenzione. Web site : http://www.cgtrio.com
Scramble / Symphony No. 9 / Bohemian Rhapsody
/ Caravan Moroccan Roll w/ drum solo / Punta Patri / Waters Of Eden / Blue-eyed
Monkey / Pathways / Pictures At An Exhibition : Hut Of The Baba Yaga and
The Great Gate Of Kiev / Happy Time In Fun Town / Misirlou / Rokudan /
Blockhead
KEITH TIPPETT – BLUEPRINT La Cooka Ratcha LCVP146CD
Cogliamo l’occasione dell’avvenuta ristampa in CD su etichetta La Cooka Ratcha (del gruppo Voiceprint) per parlare di Blueprint, album che uscì nel 1972, anno successivo a quello in cui venne pubblicato il mastodontico Septober Energy della Centipede, l’orchestra rock di cinquanta elementi di cui Keith Tippett era il deus-ex-machina. Con un parco musicisti notevolmente ridotto (Julie Tippett come vocalist, Roy Babbington al basso, Keith Bailey e Frank Perry alle percussioni) e la produzione di Robert Fripp (in continuità con il lavoro fatto per Centipede), Keith Tippett registrò questa serie di improvvisazioni nello spazio di due giorni ai Command Studios di Londra. Il comunicato stampa della Voiceprint recita, esemplificando molto bene lo spirito dell’album : “Benchè la calma iniziale dell’album sia sconcertante, Tippett e gli altri musicisti sottopongono la musica al microscopio esaminando i particolari che si possono trovare nel piccolo mondo interiore che esiste tra le note, i musicisti e l’ascoltatore”. Ed in effetti Blueprint si può considerare un esperimento condotto utilizzando il suono del silenzio, libero di prendere le sfumature date da rumori, clangori, suoni dissonanti e dall’incredibile voce di Julie Tippett, il tutto amalgamato dall’inconfondibile pianoforte di Keith Tippett. Un disco free form e senza compromessi, che a distanza di quasi trent’anni vale la pena andare a recuperare.
Song / Dance / Glimpse / Blues I / Woodcut
/ Blues II
THE FALL – LIVE IN CAMBRIDGE 1988 Cog Sinister COGVP115CD - LIVE IN REYKJAVIK Cog Sinister COGVP125CD - BACKDROP Cog Sinister COGVP127CD
Ricordo che diversi anni fa, nel corso di una conversazione tra amici, si finì a parlare di punk : io dissi la mia, ed espressi la convinzione che il fenomeno punk ha dato la possibilità di suonare anche a chi non ne è in grado. Un amico replicò : " ... ed è giusto che sia così!" Beh, è anche vero che le opinioni sono come le palle, ogniuno ha le sue, però ... mettiamola cosi, siccome questo spazio è mio e praticamente qui ho sempre espresso le mie di opinioni, farò qui prevalere la mia! Perchè? Semplice, io sono dell'idea che non bisogna ostinarsi a fare cose che non si è in grado di fare : io ad esempio non so dipingere, quindi non mi cimento nella pittura! Quindi mi si conceda di non inoltrarmi in una critica impietosa nei riguardi della proposta di questo che pare fosse il gruppo preferito di John Peel, io forme cosi primordiali di organizzazione sonica proprio non le concepisco. Magari però tra i lettori di NO WARNING! c'è qualcuno più open-minded del sottoscritto, e quindi ecco qui di seguito qualche cenno riguardante queste releases. Live In Cambridge pare essere l'unica live release del line up di quel periodo, e include diverse extended versions e numerosi classici della band. Live In Reykjavik invece è il remaster ufficiale di quello che venne votato dal fan club di The Fall come migliore registrazione pirata della band, e cattura una performance del 1983; il booklet include note di copertina scritte da Tony Herrington, editore del magazine The Wire. Backdrop è invece un prodotto di quelli che ogni gruppo periodicamente dovrebbe realizzare, se non altro per togliere dalle grinfie dei mercanti senza scrupoli tutte quelle rarità che fanno passare notti insonni ai veri fans : una collection, inizialmente realizzata informa illegale nel 1994, di outtakes, rare live versions, pezzi provenienti da rari E.P.'s e singoli allegati ai magazines, ed addirittura una cover di Gene Vincent suonata su richiesta di John Peel durante il party per il suo cinquantesimo compleanno. Finisco di adempiere al mio compito dirottando tutti gli interessati a queste e molte altre releases di The Fall sul sito dell'etichetta Voiceprint.
Live In Cambridge 1988 : Shoulder Pads / 2 x 4 / Get A Hotel / Cab It Up / Hit The North / Bremen Nacht / Frenz / Pay Your Rates / Hey ! Luciani / Oswald Defence Lawyer / L.A. / Carry Bag Man / Victoria / Mr. Pharmacist ( 2nd Half ) / U.S. 80's - 90's / Lucifer Over Lancashire
Live In Reykjavik : Tempo House / The Classical / Eat Y'Self Fitter / Hexen Definitive / I Feel Voxish / The Man Whose Hand Expanded / Garden / Kicker Conspiracy / Look, Know / Backdrop
Backdrop : Marquis Cha-Cha / Bremen Nacht Run
Out / Mark'll Sink Us / Lucifer Over Lancashire / Hey! Luciani / Wings
/ L.A. / U.S. 80's - 90's / Guest Informant / The Man Whose Head Expanded
/ Backdrop / Dresden Dolls / Strychine / Race With The Devil / Plaster
On The Hands
CAROL GRIMES – CAROL GRIMES La Cooka Ratcha LCVP123CD - WHY DON'T THEY DANCE? La Cooka Ratcha LCVP125CD - DAYDREAMS AND DANGER La Cooka Ratcha LCVP126CD
Per coloro che hanno radici musicali che affondano nella tradizione della musica di estrazione americana il nome di Carol Grimes non suonerà certamente nuovo : vocalist londinese dotata di una voce piena e con una grande passione per il blues ed i classici di Otis Redding e suoi contemporanei, iniziò la sua carriera nei sixties. Formò quindi la sua prima band The Race, con cui suonò parecchi concerti in clubs e colleges dell’area londinese e nell’ambito di festivals blues nell’Europa continentale, aprendo per Yardbirds, John Mayall, Graham Bond ed altri. Nel periodo 1969/71 è con i Delivery delle leggende canterburiane Phil Miller, Pip Pyle e Lol Coxhill; quindi nel 1972 forma gli Uncle Dog al cui album omonimo partecipano il futuro membro dei Free Paul Kossoff e la sezione fiati della Average White Band. Nei mid seventies Carol è nel gruppo aperto The London Boogie Band, in cui figurano anche Paul Carrack e Mel Collins. Sono di questo periodo due dischi registrati negli States, Warm Blood (1974) e Carol Grimes (1975). La sua carriera è proseguita quindi con le bands Sweet FA, The Blockheads, The Crocodiles e Eyes Wide Open. Parte della sua produzione è stata recentemente ristampata dall’etichetta La Cooka Ratcha in formato CD, dischi che non deluderanno gli estimatori della musica nera americana. Sia l’album omonimo che Why Don’t They Dance sono infatti all’insegna del blues, del funky ed episodicamente anche dello spiritual, il tutto condito da cori a pieni polmoni e dai celebri Memphis Horns, sia che si tratti di standards che di composizioni originali; niente che mi faccia spellare le mani, sinceramente, anche se qualche episodio piacevole riesco anche a trovarlo all’interno dei succitati dischi (come I Betcha Didn’t Know That e Living For Life). Se poi ci inoltriamo nell’ascolto di Daydreams & Danger, (registrato dal vivo nel corso dello show An Audience With Carol Grimes) allora il discorso cambia : siamo qui in presenza di un songwriting raffinato, supportato esclusivamente da tastiere, sicuramente indirizzato ad un pubblico adulto, dove episodicamente siamo prossimi ad atmosfere da night club (è il caso della title track e di Never Gonna See Me Cry) mentre altrove non siamo molto distanti da alcuni episodi del progetto Strangers On A Train ed in Walls, addirittura, risuonano echi dei Genesis di Abacab. Sicuramente un piacevole disco da alternare a più impegnativi ascolti.
Carol Grimes : I've Been Used / You Make My Life / Up Hill Peace Of Mind / I Betcha Didn't Know That / Brand New Tomorrow / My Baby Specializes / That's The Time I Feel Like Going Home / Private Number / Dynamite / No More Tears
Why Don't They Dance? : Cool Fire / Turning The Worm / Why Don't They Dance / Mind The Gap / Heart In My Hands / Two Step / Drive Me Crazy / Chain Of Fools / Stay With Me Baby / Living For Life / Good Friends
Daydreams & Danger : Overture / Heart To
Heart / Over The Moon / Daydreamer & Danger / Walls / Never Gonna See
Me Cry / Mental Mood / I'm Scared / You Drive Me Crazy / Overture
News from the World Central
- E' in preparazione il terzo sampler della
DGM
- Pat Mastelotto è coinvolto in un
nuovo progetto con Mike Keneally, Bryan Beller e Evan Francis.
- Pare che dopo due anni di battaglie legali
Toyah Willcox sia rientrata in possesso dei diritti di due suoi albums,
Ophelia's Shadow e Prostitute, che a questo punto potrebbero essere pubblicati
(e soprattutto distribuiti decentemente) su etichetta DGM
News from the World
- Due estratti dall'album California, Norfolk
di Tim Bowness & Peter Chilvers sono disponibili in formato mp3 agli
indirizzi http://dialspace.dial.pipex.com/town/plaza/gk04/no-man/hostage.mp3
e http://dialspace.dial.pipex.com/town/plaza/gk04/no-man/days
turn into years.mp3
- Prime date dal vivo del 2001 per gli Hawkwind
:
25 Marzo, Fairfield Halls, Croydon
1 Aprile, Aldershot
2 Aprile, Nottingham
Agosto, Canterbury Festival (data da definire)
- Si intitola Pop Tools il nuovo album dei
Bluvertigo, uscito in data 27 Febbraio. Essenzialmente si tratta di una
raccolta di brani dai loro tre albums più due brani inediti, tra
i quali figura L'assenzio, presentato all'ultimo festival di San Remo.
Il track listing è il seguente : Comequando / Iodio / l.s.d. La
Sua Dimensione / Decadenza / Complicità / Il Mio Malditesta / Fuori
Dal Tempo / Cieli Neri / Altre Forme Di Vita / La Crisi / Sovrappensiero
/ Sono=Sono / Zero / L'Assenzio (The Power Of Nothing)
- Voiceprint rende noto che dal 1° Marzo
l'etichetta Stallion Records non è più distribuita da Voiceprint
Group Of Companies
- Due nuovi pezzi disponibili sul sito di
Jess Crawford, la jazzy oriented 'Ninja Of Swing' e l'acustica 'FIC' con
la voce di Jess in grande evidenza
- I primi quattro CDs in programma su etichetta
Burning Sheed sono : un album di materiale inedito di Bass Communion (dal
fantasioso titolo di ... Bass Communion); Storm Blue Evening, secondo album
degli Alias Grace; la collection Noisebox Singles 96-97 di Navigator, consigliato
ai fans di Tortoise e Bark Psychosis; Live Archive One di Tim Bowness &
Samuel Smiles, collection di sessions registrate tra il 1991 ed il 1999.
Maggiori info sul sito www.burningshed.com
- Novità di Marzo del gruppo Voiceprint
: Roger Eno “Between Tides” (All Saints Records ASCD01); Harold Budd “The
White Arcades” (All Saints Records ASCD03); Djivan Gasparyan “I Will Not
Be Sad In This World” (All Saints Records ASCD06); Harold Budd “The Serpent
( In Quicksilver ) / Abandoned Cities” (All Saints Records ASCD08); John
Cale “Words For The Dying” (All Saints Records ASCD09); Laraaji “Flow Goes
The Universe” (All Saints Records ASCD10); Jon Hassell “City : Works Of
Fiction” (All Saints Records ASCD11); Brian Eno & John Cale “Wrong
Way Up” (All Saints Records ASCD12); Harold Budd / Ruben Garcia / Daniel
Lentz “Music For 3 Pianos” (All Saints Records ASCD14); Roger Eno / Kate
St. John “The Familar” (All Saints Records ASCD13); Djivan Gasparyan “Moon
Shines At Night” (All Saints Records ASCD16); Jon Hassell vs 808 State
“Voiceprint” (All Saints Records ASCD17); Roger Eno “Lost In Translation”
(All Saints Records ASCD18); Channel Light Vessel “Automatic” (All Saints
Records ASCD19); Andy Partridge / Harold Budd “Through The Hill” (All Saints
Records ASCD21); Bill Nelson “Practically Wired” (All Saints Records ASCD22);
Brian Eno & Jah Wobble “Spinner” (All Saints Records ASCD23); Various
Artists “Future Perfect” (All Saints Records ASCD24); Kate St. John “Indescribable
Night” (All Saints Records ASCD25); Audio Active And Laraaji “The Way Out
Is The Way In” (All Saints Records ASCD26); Channel Light Vessel “Excellent
Spirits” (All Saints Records ASCD27); Roger Eno “Swimming” (All Saints
Records ASCD28); Harold Budd “Luxa” (All Saints Records ASCD30); Various
Artists “Glitters Is Gold” (All Saints Records ASCD31); Biosphere “Substrata”
(All Saints Records ASCD33); Kate St John “Second Sight” (All Saints Records
ASCD34); Roedelius “Aquarello” (All Saints Records ASCD35); Roger Eno “The
Flatlands” (All Saints Records ASCD36); Roger Eno & Lol Hammond “Damage”
(All Saints Records ASCD37); Hugo Largo “Drum” (All Saints Records ASCD38);
Peter Blegvad “Choices Under Pressure” (Resurgence RES143CD); Rod Clements
“One Track Mind” (Apropos / Siren Music); Jah Wobble & Evan Parker
“Passage To Hades” (30 Hertz Records 30HZCD14); Roger Chapman “Rollin’
And Tumblin” (Mystic MYSCD146); Fish “For Whom The Bells Toll” (Chocolate
Frog CFVP002CD); Fish “Derek Dick And His Amazing Dancing Bear” (Chocolate
Frog CFVP003CD); Southside Johnny & The Asbury Jukes “Live At The Paradise
Theater 1978” (Phoenix Gems PNXG5003)
- Uscirà il 30 Aprile su etichetta
Medium il live album Playing In A Room With People di Jansen, Karn e Barbieri,
a cui partecipano anche Steven Wilson, Theo Travis e Natasha Atlas
- In concomitanza con il lancio del nuovo
album In The Nude, previsto per il 2 Aprile, Eat Static (side project degli
Ozric Tentacles) e Mesmobeat presentano il nuovo, rivoluzionario all-flash
web-site www.eatstatic.com
- Sono disponibili le date aggiornate del
tour dei Porcupine Tree :
14 Marzo, Paradiso, Amsterdam,
The Netherlands
15 Marzo, 013, Tilburg,
The Netherlands
16 Marzo, De Boerderij,
Zoetermeer, The Netherlands
17 Marzo, Biebob, Vosselaar,
Belgium
18 Marzo, MTC, Cologne,
Germany
20 Marzo, Knust, Hamburg,
Germany
22 Marzo, Stengade 30,
Copenhagen, Denmark
23 Marzo, Kashmir, Boras,
Sweden (with special guests Opeth)
24 Marzo, Rytemposte, Odense,
Denmark
26 Marzo, Jazz Haus, Freibourg,
Germany
27 Marzo, Kulturzentrum
KUZ, Mainz, Germany
28 Marzo, Outpost, Gottingen,
Germany
29 Marzo, Carl Zeche, Essen,
Germany
30 Marzo, Substage, Karlsruhe,
Germany
31 Marzo, Colos Saal, Aschaffenbourg,
Germany
1 Aprile, Knaack, Berlin,
Germany
2 Aprile, Moritzbastei,
Leipzig, Germany
3 Aprile, Star Club, Dresden,
Germany
4 Aprile, Centrum Kultury
Zamek, Poznan, Poland
5 Aprile, Proxima, Warszawa,
Poland
6 Aprile, Polish Radio
III, Warszawa, Poland (radio broadcast)
7 Aprile, Faraon, Lodz,
Poland
8 Aprile, UPC Theatre,
Krakow, Poland
20 Aprile, Rodon, Athens,
Greece
21 Aprile, Rodon, Athens,
Greece
22 Aprile, Mylos, Salonika,
Greece
24 Aprile, Barrumba, Torino
25 Aprile, Tenax, Firenze
26 Aprile, Palacisalfa,
Roma
27 Aprile, Magic Bus, Venezia
28 Aprile, Leonkavallo,
Milano
23 Maggio, Paris Bataclan,
Paris, France - As special guests with Marillion
20 Luglio, Burg Herzberg
Festival, Herzberg, Germany
18 Agosto, Canterbury Festival,
Canterbury, UK
Eccolo qui! Finalmente il mondo ha il suo nuovo
padrone! Non importa se eletto con mezzo milione di voti in meno rispetto
al rivale Gore (la sostanza non sarebbe comunque cambiata anche in caso
di vittoria dell’altro candidato), l’importante è che rappresenti
al meglio, pur nell’alternanza di schieramento politico, quell’America
bacchettona, bigotta, falsamente perbenista ed aggressiva nella politica
estera a cui siamo purtroppo da tempo abituati e sottomessi. Che me ne
frega, vi starete chiedendo? Beh, come onesto cittadino del Bel Paese,
che lavora e paga le tasse, e in base a questo avrebbe il diritto di vivere
in un ambiente salubre e sicuro, senza ritrovarsi l’aria, il territorio
ed i mari contaminati da materiale radioattivo gentilmente regalatoci dai
figli dello zio Sam, e di guidare tranquillamente senza rischiare un frontale
con un aereo che gioca alla guerra diretto verso un pericoloso bersaglio
nemico quale una cabina di funicolare, considerando queste ed altre cose
me ne frega eccome di chi è il nuovo inquilino della Casa Bianca.
Il popolo americano aveva un’altra alternativa oltre al solito bipolarismo
repubblicani – democratici, un candidato ambientalista di cui peraltro
non ricordo il nome (i media non lo hanno mai nominato), alla fine è
stato eletto un reazionario antiabortista che ha tra i punti principali
del suo programma l’aumento delle spese militari. Mi preoccupa seriamente
il fatto che ci siano più soldi per far volare dei dementi su arsenali
volanti lanciati all’inseguimento di aerei civili, anche perché
non vorrei mai, come credo anche voi, trovarmi su un volo di linea in una
simile situazione. Aspettiamo con fiducia che il nuovo presidente, figlio
d’arte, dichiari guerra al “cattivone” di turno, magari nuovamente nei
dintorni di casa nostra, dopo essersi consultato con la sua rassicurante
e non invadente First Lady e magari anche con le figliolette, con il Primo
Cane, il Primo Gatto ed il Primo Canarino degli States, ma non con il suo
popolo. God Bless America, e qualcun altro protegga noi!
In questo numero di NO
WARNING! :
- Nought Warning : the Nought debut album review
- My Hobby : the Wallace / Trainor Conspiracy
album
- Swimming Against The Tide : Tim Blake's
new album
- United States of Amerika? : the third Pokerface
album
- On A Storytellers Night : the Fanthorpe/Downes
album review
- Postcards From Iceland : the Sigur Rós
album review
- In Search Of Space : the Sputnik7 sampler
- Naked : the Annie Whitehead album reissue
- Danger Money : the sixth John Wetton live
album
- Memories Of Old Days : Gentle Giant official
bootlegs
- In Praise Of Learning : the Blegvad &
Greaves Unearthed album
- Space Heroes : the new Hawkwind album review
- Boys From Newcastle : Sleepy People album
reissue
- To Friends : the second Mick Greenwood's
album reissue
- News from the World Central
- News from the World
NOUGHT - NOUGHT Shifty Disco SHIFTY.0000
Se Zero, nel nostro paese, corrisponde al nome di un ambiguo cantautore romano dal grande vocione e dalla misera proposta musicale, in Gran Bretagna corrisponde ad un incredibile band originaria di Oxford che sembra scaturita da uno degli incubi rossi di Mr. Fripp. Formatisi nel 1996, con due EPs all'attivo e un paio di cambi di formazione alle spalle, Nought (James Sedwards alla chitarra, Johnny Mitchell al drum kit, Santiago Horro al basso e Susi O'Neil alle tastiere) si sono rivelati grazie anche all'interessamento del celebre John Peel una delle bands di punta della scena londinese. Dimenticatevi Anekdoten, Landberk e Anglagard vari, questa band è andata notevolmente oltre la pedissequa riproposizione di clichès ricavati dalla trilogia Cremisi periodo 72/74 attuata dai giovani cloni nordici. Stupisce la ferocia con cui la musica di Nought fuoriesce dagli speakers, paragonabile a quella che ci inchiodò al muro all’ascolto di VROOOM : un suono completamente strumentale, prevalentemente chitarristico, intriso di dissonanze, che viaggia lungo percorsi aspri e sconnessi. Il rifferama di James Sedwards è veramente molto diversificato, ed ingloba numerose influenze, compresa la migliore NWOBHM, quella di bands come AIIZ, Tytan, Satan ed Avenger. A tratti nel ribollente magma sonoro dei Nought emergono richiami ai migliori Cardiacs (All The Time Ha-Ha e Cough Cap Kitty Cat) e alla Premiata Forneria Marconi di Photos Of Ghosts (alcuni passaggi della lunga Goddes Awakes), episodici spazi in cui il feroce assalto frontale del gruppo lascia intravedere una sorta di rilassatezza tra le cortine metalliche create dall’incalzante incedere degli strumenti. Ma a condurre le danze per tutta la durata del disco è lo spietato fuoco di fila che si abbatte sull’ascoltatore a partire dall’iniziale The Fans; ascoltate le brevi, brucianti Nought e Nought II, due staffilate fiammeggianti dirette alla bocca dello stomaco. Redrag mostra i Nought osare dove non hanno osato i Metallica di Ride The Lightning, sconfinando in territori dall’inconfondibile colore cremisi, ma l’accanimento sugli strumenti sembra addirittura perdere ogni umana connotazione, giungendo a farmi usare come termine di paragone “l’ultra-violenza” che faceva da tema al film “Arancia Meccanica”. E sentite che varietà di temi riescono ad assemblare in Stain Stones, giocando con un grande ventaglio di suoni che mitigano in parte le asperità dei pezzi precedenti. Heart Stops Twice coniuga felicemente i Cardiacs di albums come The Seaside con i King Crimson di Starless And Bible Black, in più l’uso di alcune sonorità chitarristiche ricorda il miglior Jimmy Page, quello dei passaggi più sperimentali del capolavoro The Song Remains The Same. Introdotta da un basso distorto alla Wetton (quello dei tempi andati), Ignatius pone fine a questi cinquantasette minuti di musica dall’impatto abrasivo con un ultimo assalto al calor bianco che si conclude tra il suono di campane a festa. Festeggiamo anche noi la rivelazione di una band formidabile, che non mancherà di farci assaporare altri saporiti bocconi come questo incredibile debut album.
The Fans / Nought / Cough Cap Kitty Cat / Redrag
/ Goddes Awakes : (i) The Tricks Of Strangers (ii) Locker (iii) Widow’s
Lament / Stain Stones / All The Time Ha-Ha / Heart Stops Twice / Nought
II / Ignatius
THE WALLACE / TRAINOR CONSPIRACY – TAKE A TRAIN Artist Road Records ARR-9801
Un album di musica jazz, chi l’avrebbe detto! Il caro vecchio Ian Wallace ha deciso di stupire tutti coloro che per anni hanno gettato la croce sulla formazione di King Crimson del periodo Islands, tacciandola di carenza di preparazione musicale e di inconsistenza. Ma Ian Wallace, cosi come Mel Collins e Boz Burrell, ha avuto una onorata carriera con Jackson Heights, Alexis Korner, Alvin Lee, Streetwalkers, Steve Marriot, Bob Dylan, Humble Pie, cosa un po difficile da fare per un musicista senza preparazione. E ben venga un album come Take A Train a suggellare questa carriera, per di più pubblicato dall’etichetta dello stesso Ian nel corso del 1998. I quarantotto minuti di Take A Train sono all’insegna di un jazz molto articolato, condotto principalmente dal piano elettrico del co-titolare Brian Trainor, su cui lo stile swing di Wallace può avere libero sfogo. Addirittura gli uditi più affinati possono cogliere nella ritmica di Giant Crabs elementi di quel capolavoro che è The Sailor’s Tale, anche se i fans di Crimso saranno maggiormente attratti da Evidoid Suite, medley che comprende passaggi di 21st Century Schizoid Man e di Evidence di Thelonious Monk, e che vede la partecipazione di Ian McDonals al sax. Sia comunque ben chiaro che non è questo l’unico motivo di interesse di questo album, l’intero disco è decisamente gradevole, sia negli episodi più movimentati come la già citata Giant Crabs e Three Separatist Elephants che in quelli più morbidi come il “quasi samba” di Smallwood. Una spanna sopra mi sembra la delicata Love Hates Me, pezzo nel filone di Palewell Park di Bill Bruford, proprio colui che prese il posto di Ian nei King Crimson. Ottimo il contributo del sassofonista Steve Marcus e del bassista John Belzaguy, che come nella migliore tradizione di questo genere si mettono sovente in luce con dei solos in quasi tutte le composizioni. Un prodotto abbondantemente sopra la media, sicuramente di non facilissima reperibilità, quindi il consiglio è di contattare direttamente la Artist Road all’indirizzo www.finemusic.com
T. Left M. Right / Giant Crabs / Love Hates
Me / Three Separatist Elephants / Six Puppies / Evidoid Suite / Smallwood
TIM BLAKE – THE TIDE OF THE CENTURY Voiceprint / Blueprint BP340CD
Credo che non ci sia bisogno di grandi presentazioni per questo personaggio, un’autentica istituzione nel panorama dello space-rock e della psichedelia : decine di albums con Gong, Hawkwind, Steve Hillage, quattro album solo precedenti questo Tide Of The Century, registrato con il metodo direct-to-disc allo Studio Virtuel, studio situato nel mulino a vento di Coet-Bihan, nella località francese di Questembert. Disco che si apre con Nature ‘L’, pezzo dalle caratteristiche interessanti rovinato purtroppo da un cantato filtrato attraverso il vocoder, strumento per il quale non ho mai avuto una grande simpatia. Fortunatamente riprendiamo subito quota con la title track, otto minuti ricchi di pathos condotti da pianoforte e voce, con un solo di synth tipicamente space rock ed un finale dall’andamento che ricorda antiche ballate bretoni. Molto bella anche la dolcissima St. Dolay, anche questa incentrata su piano e voce, e la successiva Crystal Island, un’altra lunga traccia dove le sonorità dei synth usati testimoniano l’importanza della permanenza negli Hawkwind da parte del titolare. Decisamente buona anche Byzantium Dancing, pezzo un po più movimentato rispetto ai precedenti e con delle interessanti inflessioni in bilico tra i primi Twelfth Night ed i Talk Talk più commerciali. Peccato che con Sarajevo forse Tim Blake abbia voluto tentare la carta del pezzo “anthem” alla Biko di Gabrieliana memoria, cadendo in fallo con una canzone certamente non trascendentale. Al confronto è decisamente meglio la conclusiva Tribulations, collocabile nello stesso filone del reggae bianco sperimentale in cui si cimentarono gli I.Q. di Barbell Is In. The Tide Of The Century è un disco comunque dignitoso, nonostante alcuni episodi minori che sicuramente non possono sminuire il valore di un musicista in grado di dare ancora molto negli anni a venire. In programma, nei mesi a venire, una versione in francese di quest'album dal titolo 'La Marée Du Siécle' e una versione live acustica con musicisti celtici.
Nature ‘L’ / The Tide Of The Century / St.
Dolay / Crystal Island / Byzantium Dancing / Sarajevo (Remember) / Tribulations
POKERFACE – SEX, LIES & POLITIKS PhD Music PF100
Rock alternativo politicizzato! Questo è il filone in cui si è riconosciuto questo gruppo proveniente da Allentown. No, calma, non agitatevi inutilmente prima che abbia finito la presentazione. Non siamo al cospetto dei nuovi Area, ne dei nuovi Henry Cow, ne di nessun altro gruppo in grado di rinverdire i fasti del movimento Rock In Opposition. I quattro giovanotti, giunti al terzo album dopo due lavori più melodici e maggiormente incentrati sulle tastiere, propongono un buon AOR dal taglio più chitarristico che svaria dai Liftiba più recenti negli episodi più tirati a gruppi come Boston o Blue Oyster Cult in quelli più melodici, con frequenti puntate verso le lande già battute con successo da Bon Jovi, Dokken, Europe e similari. Risulta persino difficile individuare un titolo rappresentativo all’interno dell’album, ben suonato, ben arrangiato etc. Cosa risulta effettivamente inusuale è il messaggio non tanto dei testi (in verità intriso di luoghi comuni dovuti alle necessità di metrica indissolubilmente legate a questo filone musicale, sul genere dei testi che possono essere scritti da bands di teenagers con un minimo bagaglio di termini inglesi, e proprio per questo più adatti a far presa sui ragazzini che non su un pubblico adulto), quanto dei proclami sparsi un po ovunque, anche nella porzione interattiva del CD, che per quanto mi risulta è assolutamente in controtendenza rispetto ai contenuti che vanno per la maggiore nella musica a stelle e strisce. Certo, bisogna fare una considerazione. Tempo fa ho avuto modo di vedere un libro che parlava del rock in Unione Sovietica e di come il regime condizionasse e censurasse il contenuto dei testi prodotti dai musicisti di oltre cortina. Comportamento deprecabile ed antidemocratico, OK, siamo d’accordo. Ma, domanda, siamo sicuri che un libro del genere non potrebbe essere scritto anche per il rock statunitense? L’industria discografica americana ha prodotto gruppi di Christian rock come gli Stryper, ha assecondato i voleri di associazioni di genitori bacchettoni che appiccicavano etichette Xrated sui dischi e li bruciavano in piazza, ha boicottato in più occasioni l’operato di Frank Zappa e via di questo passo. Ora che un blocco non esiste praticamente più, il blocco rimanente può imperversare a suo piacimento in tutto ciò che fa parte del vivere quotidiano del pianeta. Il corso della storia di questi ultimi anni ha sancito una frettolosa e sommaria divisione tra buono e cattivo : tutto ciò che è stato fatto dagli uni era nel segno del male, ciò che han fatto e stanno facendo gli altri va bene, giocoforza. Non mi sembra che le cose stiano esattamente cosi. Tornando al nocciolo della questione, e fatte queste premesse, l’impegno dei Pockerface costituisce un elemento di novità assoluta, e a dire la verità mi ha portato via molto più tempo la lettura dei loro scritti (il gruppo ha addirittura due siti distinti, uno riguardante l’aspetto strettamente musicale www.pokerface.com e l’altro quello politico www.pokerface.org) che non l’ascolto della loro musica. Al di là della proposta puramente musicale, ed al di là delle tante belle parole diffuse attraverso i loro testi, una analisi critica del loro messaggio si impone, se non altro alla mia coscienza. L’ispirarsi ai principi fondatori della costituzione statunitense, sicuramente disattesi nel corso della storia, e criminalizzare altre ideologie solo per sentito dire, non costituisce un bagaglio sufficiente per un’azione politica che risvegli attraverso la musica le coscienze sopite delle grandi masse. Non mi dilungo sull’uso fatto a sproposito di “Comunista”, “Bolscevico”, “KGB” e “Lenin” (ci mancavano solo “Vopos”, “Gulag”, “foibe” e “Brigate Rosse” per destare l’invidia di Berlusconi), intendo però rinfrescare la memoria dei quattro giovanotti che si dichiarano patrioti e che, se non ho capito male, non disdegnano neanche l’uso delle armi. Sorvolando sui primordi della storia del popolo americano quando, come molti altri popoli della terra, fondarono la loro nazione su una sanguinosa rivolta contro Sua Maestà Britannica, parliamo dell’unica guerra che il territorio americano ha conosciuto, quella di secessione in cui gli abitanti del nuovo mondo non trovarono di meglio che massacrarsi a vicenda in nome degli interessi supremi delle loro tipologie industriali. Parliamo del genocidio dei nativi perpetrato con metodo scientifico e sistematico (roba da far impallidire persino Hitler …), parliamo delle continue ingerenze negli affari prima dei paesi confinanti ed adesso di tutti quelli che non eseguono le volontà della Casa Bianca. Parliamo delle guerre portate in giro per il mondo in nome della libertà (cosa che ha accomunato praticamente tutti i presidenti degli USA che ne hanno dichiarata per lo meno una), delle atomiche sul Giappone, delle aggressioni al Vietnam, alla Libia, all’Iraq, alla Yugoslavia. Parliamo degli embarghi a Cuba e all’Iraq, dell’assassinio di Allende e di Ernesto Guevara, della complicità con tutti i sanguinari regimi dell’America Latina e con la Turchia, ultimo regime Europeo colpevole del genocidio del popolo Kurdo; del Ku Klux Klan, della detenzione immotivata di Silvia Baraldini, dell’esecuzione di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti e delle persecuzioni politiche verso anarchici e simpatizzanti di sinistra; dei giochini da top gun tra le cabine della funicolare del Cermis cariche di civili inermi, dell’abbattimento dell’aereo di linea ad Ustica e della complicità con il disegno stragista in Italia. Parliamo del colonialismo monopolista dei vari McDonalds, Microsoft, delle grandi industrie del tabacco, del dollaro che detta legge incontrastato sui mercati mondiali, delle forniture di armi ai paesi che avrebbero bisogno di pane e non di piombo. Ne abbiamo di cose di cui parlare, oltre a quelle di cui avete riempito il booklet del vostro CD, cari Pokerface; non basta sostenere una battaglia per la liberalizzazione delle droghe leggere a scopo terapeutico e la (per altro da me condivisa) marcata presa di posizione contro il WTO per innalzarsi allo status di alfieri della libertà. A tutti i lettori di NO WARNING! consiglio in alternativa di andare a ripescare il bellissimo On The Right Track dei Different Trains, album uscito diversi anni fa su etichetta GEP.
Illuminati / Don’t Walk Away / Watchman / Tear
It Down / Jordan / Freedom / Jesus Forgive Me / Please Brother Dear Brother
/ Because Of You / Rather Die Than Be Your Slave / I Can See It In Your
Eyes / Illuminati (Spanish) / Jordan (Acoustic)
LIONEL FANTHORPE AND JON DOWNES – THE WEIRD WORLD OF LIONEL FANTHORPE AND JON DOWNES 231E47ST 231E47ST101
Lionel Fanthorpe cominciò la sua carriera nel mondo dello spettacolo negli anni ‘50,con delle apparizioni su Anglia TV e BBC Look East. Nelle sue trasmissioni di quel periodo Lionel indagava su leggende e misteri della Gran Bretagna e le presentava al pubblico, cantando poi delle canzoni a riguardo. Nei quaranta anni successivi la sua popolarità è notevolmente cresciuta, e la sua presenza nei programmi dell’emittente Channel 4 è pressocchè costante. Qui, in coppia con Jon Downes, presenta una raccolta di canzoni basate su leggende popolari, quali il mostro di Loch Ness, Yeti, lupi mannari e vascelli fantasma. Ai due, che per lungo tempo si sono divertiti a cantare “silly songs” (come le definiscono loro), è sembrato più che logico fare un disco delle stesse, confezionato in una variopinta copertina che avrebbe ben figurato su un disco delle Mothers Of Inventions; immaginatevi quindi una banda di bikers che si diverte a suonare un po di sporco rock’n’roll cantando fantasiose storielle sulle arie di famose canzoni popolari come Greensleeves, The British Grenadiers, Molly Malone, Red River Valley, The Rising Of The Moon ed altre ancora. Niente di particolarmente impegnativo, ma il divertimento è assicurato.
Cereal Killers / The Loch Ness Monster / The
Werewolf's Lament / Sea Serpent Shanty / The Boys From The CFZ / Hunting
For The Yeti / Cate On Bodmin / The Sasquatch Song / Spring Heeled Jack
/ The Count Of St. Germain / The Marie Celeste / Streets Of La Roswell
/ The Owlman In The Sky / The Lighthouse Keepers Of Flannan Isles / The
Ermine Joke
SIGUR ROS – ÁGæTIS BYRJUN Fat-Cat Records FATLP11 / FATCD11
Una bella rivelazione dalle fredde latitudini dell’Islanda! Sigur Ros è una band con quattro singoli e altri due albums all’attivo, quello di cui trattiamo in questa sede è la ristampa ad opera dell’etichetta Inglese Fat-Cat dell’album già pubblicato nella sola Islanda nel 1999 su Smekkleysa label, album che ha stazionato per diverso tempo al primo posto delle charts Islandesi. Con il nome Victory Rose (traduzione in lingua Inglese dell'attuale nome) il quartetto nasce nel 1994 e debutta partecipando ad una compilation intesa per celebrare i 50 anni di indipendenza dalla Danimarca, compilation alla quale prendono parte anche Bjork, Unun ed altri musicisti indipendenti dell'isola. Nel 1998 registrano il debut album Von, dal quale viene tratto il singolo Leit Af Lifi che raggiunge il primo posto in classifica e significa per il gruppo il riconoscimento di migliore promessa dell'anno. Nell'estate del 1998 Sigur Rós iniziano le registrazioni di Ágætis Byrjun con Ken Thomas, conosciuto per il suo lavoro con Sugarcubes, e l'album frutta alla band una serie di premi che attirano l'interesse dell'etichetta britannica Fat-Cat. A seguito della realizzazione di due EPs sulla nuova etichetta, Sigur Rós hanno suonato diversi concerti sold-out in Gran Bretagna sui palchi di Union Chapel, Astoria e Royal Festival Hall. Un alone di mistero è dato dall’impenetrabilità dei testi in lingua madre, ma la musica di questo gruppo rischiara l’orizzonte e ci mostra paesaggi sonori incontaminati, lontani dalle commistioni derivanti da influenze continentali. Dolcissime nenie occasionalmente sfregiate da un rullante riverberato e da un accordo di chitarra, arrangiamenti di archi che creano piccole sinfonie, pezzi fragili e delicati come cristalli di Boemia, piccoli monumenti ad un autocompiacente edonismo. Brani dagli spazi larghissimi, sterminate distese di tranquillità rischiarate da incredibili aurore artiche, spettrali terreni vulcanici la cui quiete viene bruscamente spezzata dall’improvviso soffio di un geyser. Dall’isola di Bjork un altro gruppo da tenere d'occhio negli anni a venire. Maggiori informazioni sul sito www.sigur-ros.com
Into / Svefn-G-Englar / Starálfur /
Flugufrelsarinn / Ný Batterí / Hjartað Hamast (Bamm Bamm
Bamm) / Viðar Vel Tl Loftárasa / Olsen Olsen / Ágætis
Byrjun / Avalon
VARIOUS - SPUTNIK7 SAMPLER s7d 003
Ogni tanto mi sia concesso di non spendere aggettivi iperbolici per commentare un disco, anche perché un sampler come questo, comprensivo di materiale proveniente dalle recenti produzioni delle etichette Palm Pictures, Kan-Du, Rough Trade e Rykodisc, altro non può essere che un catalogo sonoro rappresentante le variegate proposte delle etichette in questione. Di tutto per tutti, quindi, compreso il blues di Alvin Youngblood Hart e Taj Mahal & The Phantom Blues Band, il latin di Sidestepper, Da Lata e Cubanismo, il reggae di Quantum Dub Forces (tutti generi che non mi appassionano per niente), passando per il metal degli Speedealer e per il pop latino-americano di Nava (vuole essere un’alternativa a Ricky Martin per caso?). Ovviamente ci sono anche cose interessanti come Jeb Loy Nichols e Willard Grant Conspiracy (di cui abbiamo trattato un paio di mesi fa), Paul Brady, Tabla Beat Science e Cousteau, fautori questi ultimi di morbide atmosfere a metà strada tra Supertramp ed il miglior AOR, oltre a buoni popsters come Elwood e Jess Klein. Per maggiori delucidazioni preferisco comunque indirizzarvi verso i siti www.sputnik7.com , www.palmpictures.com e www.rykodisc.com
Cousteau – She Don’t Hear Your Prayer / Elwood
– Slow / Sidestepper – Hoy Tenemos / Taj Mahal & The Phantom Blues
Band – Stranger In My Own Home Town / Jeb Loy Nichols – Midnight (All Night
Long) / Da Lata – Cores / Quantum Dub Forces – Assymetric / Willard Grant
Conspiracy – Christmas In Nevada / Nava – Agua Bendita / Supreme Beings
Of Leisure – Strange Love Addiction / Speedealer – Hit It And Run / Cubanismo
– Paso En Tampa / Jess Klein – Goodbye, Goodbye / Grits – Return Of The
Antagonist / Tom Tom Club – Soul Fire / Jacknife Lee – I Think About You
/ Paul Brady – I Believe In Magic / Alvin Youngblood Hart – Will I Ever
Get Back Home? / Tabla Beat Science – Palmistry
ANNIE WHITEHEAD – NAKED La Cooka Ratcha LCVP129CD
Molti di voi conosceranno il nome di Annie Whitehead per la sua presenza nei Penguin Café Orchestra, o per la sua recente attività live con Soupsongs (un progetto che verte sulla musica di Robert Wyatt). Ma Annie Whitehead è anche conosciuta come la First Lady del British Jazz. Naked fu il suo primo ed acclamato studio album, pubblicato dall’etichetta FCZ che successivamente chiuse i battenti. Questa ristampa giunge a noi con un rinnovato artwork e la limpidezza di un sound estremamente raffinato; Naked è uno di quegli albums che si apprezzano sempre di più con il succedersi degli ascolti, che devono necessariamente essere ripetuti per poter apprezzare a fondo le levigate, lunghe composizioni presenti. Si va dal caribbean dell’opening track To Dudu all’acid jazz “nero” di Sanctimonius Funk, passando per la fusion “leggera” di Tranquility Base, il più classico jazz di Platform One, ed una Hubble che, complice il suono della chitarra di Ian Maidman, ricorda certi passaggi di Santana. Molto bella anche Chalk And Cheese, la traccia più lunga dell’album con i suoi quattordici minuti, una ballad molto soffusa con un’atmosfera da night club, adattissima per un ballo cheek-to-cheek con la propria bella. Il trombone di Annie è ovviamente grande protagonista in tutte le tracce, ma grande spazio hanno anche il già citato Maidman e gli altri bravissimi collaboratori, Jasper Van’t Hof alle tastiere (sentite che solo di piano in Chalk And Cheese), Dudley Phillips al basso e Liam Genockey al drum kit. Quest’album è disponibile attraverso Voiceprint, mentre un nuovo album dal titolo The Gathering è recentemente uscito su etichetta Provocateur.
To Dudu / Platform One / Hubble / Interspace
Gal / Chalk And Cheese / Tranquility Base / Sanctimonious Funk / See You
Dudu
JOHN WETTON - LIVE AT THE SUN PLAZA TOKYO 1999 Blueprint BP335CD
Se c’è una cosa che mi ha sempre mandato in bestia è quando le persone applicano il metodo dei “due pesi e due misure” : ad esempio vorrei che qualcuno, magari dell’ambiente del prog-rock, mi spiegasse perché su Phil Collins sono state rovesciate tonnellate di merda mentre John Wetton continua ad essere celebrato come un eroe ed ogni cosa che fa viene accolta positivamente. Forse perché Collins è stato “solamente” il batterista dei Genesis e quello che ne ha decretato la svolta commerciale, mentre Wetton ha avuto una invidiabile carriera come membro di Mogul Thrash, Family, King Crimson, Uriah Heep, Roxy Music, UK e come session man di lusso? Se queste sono le reali motivazioni, il giudizio è impietoso e piuttosto sommario. Sarà che il piccolo londinese a me è molto simpatico, ma ci tengo a ricordare anche la sua brillante carriera come sideman e produttore, oltre all’avventurosa produzione con i Brand X e l’essenziale contributo nei “vecchi” Genesis a livello compositivo e di soluzioni ritmiche. Inoltre solo una mente geniale come quella di Collins avrebbe potuto cambiare pelle al gruppo come ha fatto lui negli anni ’80 avviando contemporaneamente una brillante carriera solista all’insegna del pop di classe. Mr. Wetton in questo non è riuscito : scioltisi gli UK, ha inanellato una serie di mediocri dischi con gli Asia (campioni di vendite, però), un disco in comproprietà con Phil Manzanera da dimenticare completamente ed una sequenza di dischi da solista iniziata con il lontanissimo Caught In A Crossfire, tutti all’insegna di un pop sdolcinato e melenso, con pochi episodi degni di nota. Ma inspiegabilmente il suo nome rimane a galla nel panorama “prog”, e John Wetton può tagliare felicemente il traguardo del sesto (si, il sesto) disco live pubblicato nell’ultima decade, questo addirittura doppio. Come si spiega? Questo non lo so. So però che queste cose ho già provato a dirle in passato nell’ambito di una recensione dell’album Battle Lines da me scritta per una fanzine di progressive rock e che venne censurata per l’impietosa stroncatura da me decretata e che evidentemente non ha trovato d’accordo i redattori “conservatori” della fanzine stessa. Già in quell’occasione sostenni che non credevo di essere l’unico fan a non sapere che farsene di canzoncine come Hold Me Now e Battle Lines, ed il tempo non ha mutato la mia opinione. Penso che in fondo anche lo stesso Wetton sia conscio dell’abisso che separa la sua attuale produzione dai fasti degli anni ’70, ed infatti questo doppio registrato nel 1999 al Sun Plaza Hall di Tokyo è infarcito di pezzi del repertorio dei King Crimson e degli UK, oltre ad una sostanziosa porzione di cavalli di battaglia degli Asia. Se questi ultimi sono resi al meglio, come sempre, ed in fondo non sono neanche tanto male (cito ad esempio Only Time Will Tell, Sole Survivor e Heat Of The Moment), è anche vero che ho faticato parecchio a riconoscere The Night Watch, e quando ci sono riuscito c’è mancato poco che mi prendesse un colpo. Non ne esce meglio Book Of Saturday, dove è lo stesso Wetton a cimentarsi alla chitarra acustica, ed anche Easy Money viene notevolmente maltrattata in una lunga versione che non ha niente da spartire con quelle contenute nel box The Great Deceiver. Le cose vanno meglio con Starless, eseguita in una versione molto più prossima all’originale rispetto a quella tronca inclusa nel live Chasing The Dragon e nel Live In Mockba degli Asia. Ottima invece la versione resa di In The Dead Of Night, dove il chitarrista David Kilminster riproduce al meglio l’impegnativo solo di Allan Holdsworth, cosa che in tutti i live tapes degli UK in mio possesso non avevo mai sentito replicare nemmeno dal titolare. Buona anche Rendezvous 6:02, uno dei migliori pezzi del secondo studio album degli UK orfani di Bruford e Holdsworth, nonostante il drumming di Steve Christey non sia nemmeno lontano parente di quello di Terry Bozzio. In conclusione si tratta di un must per i fans accaniti di Mr. Wetton, e di una buona presentazione alla sua carriera solista per chi non la conoscesse, oltre ad essere un prodotto interessante per i fans del new-prog data la presenza del tastierista Martin Orford degli IQ e di Steve Christey dei Jadis; inoltre la qualità sonora della registrazione è eccellente. Per le sfide e le innovazioni in campo musicale, prego, rivolgersi altrove …
disc one : The Circle Of St. Giles / The Last
Thing On My Mind / Sole Survivor / Battle Lines / Book Of Saturday / Martin
Orford's Solo / Emma / The Smile Has Left Your Eyes / Hold Me Now / The
Night Watch / Only Time Will Tell / In The Dead Of Night
disc two : Easy Money / After All / Rendezvous
6:02 / Time Again / Starless / Heat Of The Moment / Don't Cry
GENTLE GIANT - IN A PALESPORT HOUSE Glasshouse GLASS102CD - INTERVIEW IN CONCERT Glasshouse GLASS103CD
“Ah, i Gentle Giant!” Se vi è già capitato di accennare il nome di questo gruppo a qualche non più giovanissimo appassionato di rock sinfonico lo avrete sicuramente sentito proferire questa breve frase mentre un sorriso beato gli distendeva i lineamenti del viso. Si, perché il gruppo dei fratelli Shulman è stato uno dei vertici più alti di quello che all’epoca si definiva come rock sinfonico o romantico ed che in seguito è stato classificato come progressive. Composto di polistrumentisti dalla tecnica strabiliante e dalle geniali intuizioni, molte delle quali ancora attualissime nonostante il quarto di secolo trascorso da quel periodo aureo, il Gigante Gentile si distinse con il suo stile da tutti i gruppi suoi contemporanei, divenendo punto di riferimento difficilmente emulabile dalle generazioni a seguire. Una decina di studio albums all’attivo, tutti ad altissimo livello se si eccettua l’inevitabile flessione degli ultimi tre lavori usciti in piena rivoluzione punk/new wave (cosa che segnò il destino e la carriera di moltissimi altri gruppi rimasti spiazzati dai nuovi e più diretti linguaggi musicali) poi lo scioglimento nel 1980 : ai fans dell’epoca rimangono i dischi ed i ricordi dei loro concerti (il gruppo era popolarissimo in Italia, dove ha suonato molto spesso), a quelli successivi tocca mettersi a caccia dei loro ricercatissimi dischi finiti nelle grinfie dei mercanti di vinile e dei bootlegs che, in epoca del CD, cominciano a spuntare fuori seppur con parsimonia. La seconda metà degli anni ’90 ha visto però diverso materiale uscire dagli archivi e diventare prodotto ufficiale, ed ultimi (per il momento) della serie giungono questi due volumi usciti per la Glass House Recordings, etichetta del gruppo Voiceprint. Le sorgenti sonore per entrambi sono dei bootlegs già editi dall'etichetta Highland alla fine degli anni '90 dei quali sono state riprodotte anche le copertine e sui quali è stato fatto il possibile per migliorarne la qualità, cosa riuscita meglio per Interview In Concert che per l’altro disco; i booklets e le note sono molto scarni, ma il contenuto sonoro non deluderà gli appassionati. Registrati rispettivamente al Palasport di Torino nel Gennaio 1973 e a New York il 7 Marzo 1976, questi due CD ci offrono l’occasione di riascoltare in versione live classici della band come Knots, The Advent Of Panurge, Proclamation, Funny Ways accanto a pezzi più sconosciuti come Interview, Timing e Way Of Life. Per collezionisti e per chiunque voglia integrare la propria discografia di questo mai troppo compianto gruppo.
In A Palesport House - The Runaway / Way Of Life / Funny Ways / Knots / The Advent Of Panurge / Nothing At All (inc. drum solo) / Plain Truth (inc. violin solo) / Knots / The Advent Of Panurge
Interview In Concert - Proclamation / On Reflection
/ Interview / The Runaway - Experience / So Sincere / Excerpts From "Octopus"
: 1) The Boys In The Band 2) Dog's Life (acoustic) 3) Raconteur Troubador
(acoustic) 4) Knots 5) The Advent Of Panurge (inc. River) / Give It Back
/ Timing (inc. violin solo) / Free Hand
PETER BLEGVAD & JOHN GREAVES - UNEARTHED 231E47ST 231E47ST102
Accogliamo con piacere la pubblicazione su scala commerciale di questa collaborazione tra Peter Blegvad, ex membro degli Slapp Happy, e John Greaves, ex bassista degli Henry Cow. Si tratta praticamente del remaster di una vera e propria rarità, già pubblicata nel 1995 come stampa privata a tiratura limitata e che presenta un nuovo artwork ad opera di Peter Blegvad. Unearthed è una analisi della condizione umana narrata da Blegvad sulle musiche di Greaves, una serie di bizzarre allegorie alcune delle quali veramente imperdibili, come quella del cane che confonde la voce di una pulce presente sul suo pelo con la voce della sua coscienza. Surreali basi musicali al limite del minimale accompagnano le storie del veliero in bottiglia che diventa molotov, del fazzoletto sporco che prende vita, della depressione di Winston Churchill che sotto le sembianze di un cane nero alla morte del grande statista va in cerca di un nuovo padrone. L’unica traccia, chiamiamola cosi, orecchiabile è The Only Song; il breve, apocalittico testo cantato da Blegvad recita : “Immagina un mondo dove questa è l’unica canzone, e contro il tuo volere devi sederti ed ascoltarla tutto il giorno, fino a quando ti fa irritare” (mi sento pressappoco nella stessa situazione quando son costretto all’ascolto delle più famose canzoni di Gino Paoli, Rita Pavone e via di questo passo). La ricerca di Blegvad e Greaves è estremamente lontana dai trascorsi con Slapp Happy ed Henry Cow, ma coloro che hanno apprezzato i dischi con i “calzini” in copertina rimarrano sicuramente affascinati da questo lavoro intrigante, misterioso ed intelligente. Reperibile, anche questo, attraverso Voiceprint …
Bottle / The Gynaecologist / The New Liquid
/ Linh - le / The Only Song / Hardware / Children / Christmas Past / Handkerchief
/ The Dog With A Conscience / The Black Dog
HAWKWIND - SPACEBROCK Hawk Records HAWKVP18CD
Gli Hawkwind appartengono senza ombra di dubbio a quella categoria di bands che non hanno mai deluso le aspettative dei loro fans. Mai realmente giunti all’interno del grande music-biz, ma con una impressionante serie di dischi all’attivo ed un seguito da culto, gli Hawkwind possono essere considerati a tutti gli effetti delle leggende viventi (a distanza di anni ancora rimpiango di essermeli persi nel 1992 alla Brixton Academy di Londra, la stessa sera in cui finii all’Underworld a sentire i Sundial). Neanche questo Spacebrock deluderà le attese dei fans degli Hawkwind : quintali di sintetizzatori e sequencers, effetti quanto più “spaziali” possibile, martellanti ritmi cassa-rullante, voci filtrate e chitarre con fuzz in queste diciassette tracce che potrebbero assomigliare a tutti o a nessun altro pezzo della precedente produzione della band. Alcuni pezzi poi sono veramente ottimi, come la sognante Earth Breath e Kauai, con quei vaghi riferimenti ambient, peccato che durino cosi poco, cosi come l’iniziale Life Form (dal soundtrack di Any Given Sunday). Citazioni illustri sono presenti nella cadenzata To Be Or Not, basata sul celebre passaggio dell’Amleto di William Shakespeare, mentre i migliori Gong riecheggiano nell’intro di glissando-guitar di Earth Calling, che prosegue poi con una marcata impronta punk ed un meditativo finale “spacey”. Avrete capito che il disco è molto variegato negli stili proposti, come dimostra anche il bizzarro valzer di Behind The Face. Voglio citare ancora tra i pezzi migliori The Starkness Of The Capsule e la title track, condotta da un efficace riff di chitarra vicino ai classici cavalli di battaglia dei primi Motorhead (non a caso …). Gli Hawkwind stanno attualmente ricevendo un notevole interesse generale dopo un concerto sold-out alla Brixton Academy ed il Christmas Party Concert del 29 Dicembre scorso all'Astoria in London. Ai neofiti ed appassionati consiglio di dare uno sguardo al sito www.hawkwind.com , per conoscere meglio il meraviglioso universo di Dave Brock e soci.
Life Form (From the film Any Given Sunday)
/ Some People Never Die (From the film Assasination) / Dreamers / Earth
Breath / You Burn Me Up / The Right Way / Sex Dreams / To Be Or Not / Kauai
/ Earth Calling / The Starkness Of The Capsule / Behind The Face / Space
Brock / Space Pilots / 1st Landing / The Journey / Do You Want This Body
SLEEPY PEOPLE – BLUNT NAILS IN A SHARP WALL Org Records Ltd ORG073CD
Una proposta non recentissima ma interessante proveniente da Newcastle : Sleepy People, sestetto con all'attivo tre cassette, un singolo 7" ed un CD album, oltre ad un nuovo singolo atteso invano fino all'Ottobre del 2000 quando la band firma per la Shifty Records cambiando nome in Blue Apple Boy. Quello di cui trattiamo in questa sede è un CD edito dalla Org Records, successivo all'album Typhoid And Swans uscito nel 1997 su etichetta Edgy ma costituito in realtà da materiale più datato già uscito in cassette album. I pezzi di Blunt Nails In A Sharp Wall risalgono al 1993-94 e, rispetto al "pronk" di Typhoid And Swans in un marcato stile Cardiacs, offrono una prospettiva un pò più ingenua di questo radicale approccio, diluito con influenze più romantiche che ricordano a tratti i Genesis del periodo Trespass/Nursery Crime, complice il flauto di Rachel Theresa. Entrambi gli albums, seppur non eccezionali, sono consigliabili per un piacevole ascolto, essendo entrambi contenenti spunti interessanti che speriamo di ritrovare nell'imminente debut album dei Blue Apple Boy
Mr. Marconi's Unusual Theory / Heroes And Sheroes
/ Strawberries / Sordid Sentimental / Invisible Wires / Nicky's Little
Army / Rare Bird At The Window
MICK GREENWOOD – TO FRIENDS Voiceprint VP223
Dedichiamo un piccolo spazio anche a questa ristampa del secondo album di Mick Greenwood, cantautore Inglese trapiantato negli States. Voiceprint ha ristampato nell'ambito di una piccola collana intitolata The Mick Greenwood Teenage Trilogy, per la prima volta in CD, tutti i tre album che Mick realizzò negli anni '70. All'album contribuirono Barry de Souza alla batteria, Dave Peacock al basso e banjo, Jerry Donahue alle chitarre, Tony Cox (famoso per alcuni arrangiamenti d'archi per gli Yes) al piano, synths e accordion, Barrie St.John, Doris Troy e Jimmy Helms alle backing vocals. Un pop tutto sommato gradevole, pur non rientrando nei campi a me più graditi, che potrà interessare ai fans di Donovan, Dylan e soprattutto Peter Frampton, con il quale lo stile di Greenwood sembra avere molte analogie.
To Friends / Spooked / See Yourself / Mother
Earth / All Aboard The Train / Share The Load / Show Your Colors / Charlie
/ Berzerk / Space Captain / How Do You Feel In Your Bones
News from the World Central
- Robert Fripp ha annunciato che le versioni
rimasterizzate di Discipline e Three Of A Perfect Pair conterranno delle
bonus tracks, rispettivamente una versione alternativa di Matte Kudasai
e un alternative mix di Sleepless più due improvvisazioni inedite
e il divertissement The King Crimson Barbershop
- Qui di seguito le date del tour giapponese
della Tony Levin Band :
20 Aprile - Chicken
George, Kobe
21 Aprile - "Tribute
To The Love Generation" in Tokyo
22 Aprile - "Tribute
To The Love Generation" in Tokyo
23 Aprile - Ginza
Lion, Hamamatsu
24 Aprile - Bottom
Line, Nagoya
- Noisy Records ha ristampato Forever Blowing
Bubbles dei Clearlight in versione remastered con tre brani inediti
- Il prestigioso mensile italiano Musica Jazz
ha dedicato la copertina del numero di Febbraio a Keith Tippett
- Pat Mastelotto ha partecipato alle sessions
di registrazione dell'album Resin di The Sugarplastic, una band di Los
Angeles il cui sound pare abbia molto in comune con XTC. Delle due tracce
in cui è presente Pat una è stata inclusa nell'album uscito,
pare, circa sei mesi fa
- Il New Jersey Guitar Circle (che ha organizzato
i corsi di Guitar Craft Level I & II lo scorso anno) ha organizzato
un New Standard Tuning Weekend Retreat nel New Jersey per l'ultimo weekend
di Marzo. Gli instruttori saranno Tony Geballe, Curt Golden e Frank Sheldon
News from the World
- L'ex batterista dei Ministry Bill Rieflin
ha realizzato due nuovi albums : un lavoro dei LAND ed un cd in coppia
con Chris Connelly (ex Ministry e Revolting Cocks) dal titolo Largo
- L'edizione speciale di Lightbulb Sun dei
Porcupine Tree sarà pubblicata in Germania il 19 Febbraio (numero
di catalogo SMACD 841X). Il bonus CD conterrà tre tracce, più
una traccia enhanced contenente il video di Piano Lessons, la discografia
completa ed una serie di immagini. I tre pezzi del bonus CD sono :
1. Buying New Soul - edit (dalla compilation
di prossima pubblicazione "Recordings")
2. Pure Narcotic (da "Stupid Dream")
3. Tinto Brass - live at Southampton (dal
"Pure Narcotic" CD single)
Una quantità limitata di copie verranno
esportate e saranno disponibili per la vendita per corrispondenza presso
Delerium. L'etichetta israeliana Helicon Records dovrebbe pubblicare il
doppio CD verso fine Marzo.
- La già citata raccolta "Recordings"
è attesa nei prossimi mesi
- Theo Travis (con David Gordon, Andy Hamill
e Marc Parnell) ha suonato dal 5 al 10 Febbraio al Ronnie Scott's Club,
47 Frith St, Soho, London. Theo ha già iniziato a registrare un
nuovo album che dovrebbe uscire verso la fine dell'estate; alle sessions
partecipano David Gordon, Andy Hamill, Marc Parnell, Mark Wood, Stefan
Weeke, Bjorn Lucker ed un altro ospite di fama internazionale di cui Theo
non ha al momento fornito il nome.
- Il debut album del Theo Travis' Berlin Vibe
(con Roger Beaujolais, Stefan Weeke e Bjorn Lucker), registrato lo scorso
Dicembre, verrà pubblicato in Marzo e sarà inizialmente
disponibile via mail order e attraverso il sito di Theo Travis www.theotravis.com
- Il power trio improvvisativo Marshall Travis
Wood suonerà in Leeds al Wardrobe (St Peters Square LS9) il 28 Febbraio.
- Si intitola Smiling And Waving l'album di
Anja Garbarek in uscita su Virgin questo mese. Tra gli ospiti figurano
Robert Wyatt, Mark Hollis, Steven Wilson, Theo Travis e Steve Jansen.
- E' Recreator il nome della band composta
dal percussionista Steve Hubback, da Theo Travis e dall'Industrial DJ Nick
Intent. Un album è già stato registrato in Olanda ed è
previsto a breve su etichetta FMR con il titolo di Cloudreader. Steve Hubback
oltre ad essere uno stimato percussionista è anche un artigiano
autodidatta in grado di costruirsi i propri strumenti, che sono pezzi unici
apprezzati anche da percussionisti come Marilyn Mazur e Evelyn Glennie
che ne hanno acquistati in passato.
- E' in preparazione il live album di Steve
Jansen, Mick Karn e Richard Barbieri con Steven Wilson, Theo Travis e Natacha
Atlas, incentrato prevalentemente sulle registrazioni di una data in Tokyo
del 1997.
- Cipher hanno recentemente registrato con
Daevid Allen del materiale per il nuovo album previsto per l'anno in corso.
- Ecco le prossime date dal vivo di Theo Travis
:
18 Febbraio, Surrey Boaters
- Lower Ham Rd, Kingston (con Simon Carter trio)
23 Febbraio, Bristol Bebop
Club - Hotwells Rd (con Andy Hague quartet)
28 Febbraio, Leeds Wardrobe
(con Marshall Travis Wood)
29 Marzo, Oxford The Spin
- Wheatsheaf Hotel (con Pete Oxley trio)
- La band islandese Sigur Rós sta registrando
il suo nuovo album, intanto il singolo Svefn-G-Englar uscirà il
19 Marzo
- Ecco tutte le date confermate dei Porcupine
Tree per la prima parte del 2001 :
14 Febbraio, Bristol,
New Trinity Centre
15 Febbraio, Leeds,
Irish Centre
16 Febbraio, Glasgow,
King Tuts
17 Febbraio, Widnes,
Queens Hall
18 Febbraio, Northampton,
Roadmender
19 Febbraio, Norwich,
Arts Centre
14 Marzo, Amsterdam,
Paradiso
15 Marzo, Tilburg,
013
16 Marzo, Zoetermeer,
De Boerderij
17 Marzo, Vosselaar,
Biebob
18 Marzo, Cologne,
MTC
20 Marzo, Hamburg,
Knust
22 Marzo, Copenhagen,
Stengade 30
23 Marzo, Boras,
Kashmir
24 Marzo, Odense,
Rytemposte
26 Marzo, Freibourg,
Jazz Haus
27 Marzo, Mainz,
Kulturzentrum KUZ
28 Marzo, Gottingen,
Outpost
29 Marzo, Essen,
Carl Zeche
30 Marzo, Karlsruhe,
Substage
31 Marzo, Aschaffenbourg,
Colos Saal
1 Aprile, Berlin,
Knaack
2 Aprile, Leipzig,
Moritzbastei
3 Aprile, Dresden,
Star Club
4 Aprile, Poznan,
Zamek
5 Aprile, Warsaw,
Proxima
6 Aprile, Warsaw,
Polish Radio 3 (live radio broadcast)
7 Aprile, Lodz, Faraon
8 Aprile, Krakow,
UPC Theatre
20 Aprile, Athens,
Rodon
21 Aprile, Athens,
Rodon
22 Aprile, Salonika,
Mylos
24 Aprile, Torino,
Barrumba
25 Aprile, Firenze,
Tenax
26 Aprile, Roma,
Palacisalfa
27 Aprile, Venezia,
Magic Bus
28 Aprile, Milano,
Leonkavallo
11 Maggio, London,
Shepherds Bush Empire
23 Giugno, USA Bethlehem,
PA NEAR Fest / Lehigh University
Opening act delle date britanniche saranno
Rothko, tranne in London, dove saranno Anathema e Rothko. Opeth supporteranno
le date svedesi. Il concerto in London verrà registrato per un live
album. Altre date negli Stati Uniti sono probabili.
- Tim Blake ha scritto una 'Suite on Celtic
Airs' per bombarda e organo per conto di Roland Becker
- Tim Bowness / Samuel Smiles apriranno per
i Marillion in occasione di due date del loro prossimo tour, precisamente
:
22 Febbraio, Cambridge,
Boat Race
26 Febbraio, London,
Dingwalls
- Prossime uscite su Voiceprint Group Of Companies
: Mick Karn - Each Eye A Path (Medium MPCD12); Jade Warrior – Breathing
The Storm (Blueprint BP342CD); Harry Williamson – Life In The World Unseen
(Voiceprint VP232CD); Roy Hollingworth – In The Flesh (DJC Records DJC015);
Paradogs – Foul Play At The Earth Lab (Hawk Records HAWKVP15CD); Lindisfarne
– Buried Treasures Vol. 3 (Siren Music SRNC202CD); Hawkwind – Family Tree
(Hawk Records HAWKVP13CD); Hawkwind – Atomhenge (Hawk Records HAWKVP5CD);
Brian Eno – Neroli (All Saints Records ASCD15); Brian Eno - The Drop (All
Saints Records ASCD32); Brian Eno - Music For Films III (All Saints Records
ASCD04); Brian Eno / John Cale - Wrong Way Up (All Saints Records ASCD12);
Jah Wobble - The Inspiration Of William Blake (30 Hertz 30HZCD13); Hugo
Largo – Mettle (All Saints Records ASCD39); The Membranes – Kiss Ass Godhead
(Overground OVER86VPCD); 999 – English Wipeout (Overground OVER90VPCD);
The Tubes – Dawn Of The Tubes (Phoenix Gems PNXG4001); Spirit – Cosmic
Smile (Phoenix Gems PNXG4002); Keith Tippett – Blueprint (La Cooka Ratcha
LCVP146CD); Derringer – Live At The Paradise Theater, Boston Massachussetts,
July 7, 1978 (Phoenix Gems PNXG4004); Molly Hatchet – Live At The Agora
Ballroom 1979 (Phoenix Gems PNXG5002); Amon Duul II - Best Of 1969-1999
(Mystic Records MYSCD144); Greenslade - Live 1973-75 (Mystic Records MYSCD136);
Greenslade - Large Afternoon (Mystic Records MYSCD142); Curved Air - Alive
1990 (Mystic Records MYSCD141)
- Il musicista francese Cyrille Verdeaux ha
realizzato due nuovi albums : Journey To Tantraland (atteso per il 25 Febbraio)
e Nocturnes Digitales (previsto per il 14 Marzo)
- Jess Crawford ha alcuni nuovi pezzi disponibili
per il download : 'Draining Molars' e ' Heavy Fire Trance Devil'. Disponibili
sul sito www.mp3.com/crawford
- Una delle prime releases dell'etichetta
Burning Shed sarà incentrata su una session di Tim Bowness / Samuel
Smiles agli Amazon Studios nel 1991, 11 pezzi registrati direttamente su
DAT e quasi totalmente inediti
- Mentre si attende la pubblicazione da parte
della Materiali Sonori del primo album di Tim Bowness & Peter Chilvers,
il duo negli scorsi sei mesi ha registrato un altro album. Intitolato California,
Norfolk viene descritto come una logica prosecuzione della title track
dell'album World Of Bright Futures
- Un'eccellente outtake da Wild Opera, All
The Reasons, è disponibile in download all'indirizzo www.collective.co.uk/noman/mp3/reasons.mp3
- Gli Ozric Tentacles annunciano con dispiacere
che il loro ultimo batterista, Rad, ha lasciato la band per motivi di salute;
nel frattempo è in preparazione il tour primaverile
Prossima tappa, 1000! No, non ho perso la cognizione
del tempo, so benissimo che siamo nel 2001, e che in questo modo ci siamo
buttati alle spalle anche il tormentone “siamo - non siamo nel terzo millennio”.
Il 1000 a cui mi riferisco è il numero di collegamenti a questo
spazio web : raggiunta quota 500 grazie ad un cambio di marcia che ha consentito
a NO WARNING!
di attirare l’interesse di varie etichette e di svariati gruppi, nonché
di un sempre crescente numero di appassionati, l’attuale aspettativa è
quella di superare a breve termine questo totale di accessi. I risultati
raggiunti in quest’ultimo periodo mi hanno riempito di soddisfazione e
di entusiasmo, che io continuerò a riversare in misura ancora maggiore
in questa attività, naturalmente per quanto sia consentito ad un
comune mortale che per tirare avanti passa otto ore al giorno sul posto
di lavoro. Come già detto siamo giunti nel 2001, l’anno dell’Odissea
di Kubrikiana memoria; letteratura e cinema per decenni hanno condensato
nel periodo a cavallo tra il secondo e il terzo millennio tutta una serie
di scenari e di avvenimenti apocalittici. La realtà è stata
ben diversa, di apocalittico in questo periodo abbiamo solo il becero,
degradante, irrefrenabile dilagare dell’ignoranza : sempre più persone
scelgono di “spegnere” il cervello, guidati in questa operazione dalla
sapiente e convincente mano dei media. Guardatevi intorno, ascoltate :
canzoncine che parlano di dementi a mollo nella vasca da bagno; nuove proposte
musicali che, guardandone anche solo il look, sembrano costruite in linea
di montaggio, tutte maledettamente uguali; filmetti da quattro soldi che
incassano miliardi; spettacoli che, revival dietro revival, continuano
a propinarci le cose di quando eravamo bambini, e spesso per mano di presentatori
e subrettes che c’erano già quando eravamo bambini. E poi ci si
stupisce di quanto succede agli alti livelli della politica e della finanza!
Il tutto è sempre più simile ad un infido e maleodorante
acquitrino, che anzicchè essere bonificato, sommerge anche quel
poco di buono che c’è intorno. Non c’è scampo? Non c’è
speranza? La speranza deve essere nell’agire, nel pensare di ogniuno di
noi. Per costruire si parte sempre dalle fondamenta, mai dal tetto. Una
visione alternativa della cultura, del pensiero, del vivere quotidiano
può diventare un pilastro per un domani diverso, e ben difficilmente
peggiore. Diffondere ed aiutare a diffondere, questo può essere
un modo per strappare terreno all’acquitrino, per diventare protagonisti
del proprio vivere e non semplici comparse nel grande gioco delle cose.
Auguro a tutti voi un costruttivo 2001.
In questo numero di NO
WARNING! :
- Before The ProjeKcts : the 1997 Crimson rehearsals
- Another Heaven Taste : the new No-Man album
- Discovering Islands : Theo Travis's Secret
Island album
- One Night At Ronnie Scott's Club : the Theo
Travis Quartet live album
- What Means Music, David? : the new David
Torn's album review
- What Means Remiksis, Traveller? : the SPLaTTeRCeLL
remixes album
- In The Sign Of The Cross : the fifth Radius
album
- Video Didn't Killed This Radio : the Radio
Chongching album review
- Pat's ProjeKct : the Mastica album review
- Top Gunn : the Raw Power collection album
- The Enchantress : the eleventh Suzanne Ciani's
album
- News from the World Central
- News from the World
KING CRIMSON - NASHVILLE REHEARSALS 1997 King Crimson Collectors' Club CLUB13
Dopo rinvii, ritardi ed inconvenienti di varia natura, siamo finalmente qui con il tredicesimo volume del King Crimson Collectors’ Club tra le mani, un volume per me tra i più attesi in quanto relativo alle sessions di prove tenutesi nel Maggio del 1997 ai S.I.R. Studios di Nashville e che avrebbero dovuto fruttare il secondo full lenght album del double trio. Cosi non è stato, qualcosa in quel frangente non funzionò a dovere e si avviò cosi il processo di frattalizzazione dei King Crimson, che portò prima ai ProjeKcts e poi all’attuale formazione a quattro responsabile dei recenti The ConstruKction Of Light e Heavy ConstruKction. I reali motivi che hanno condotto il double trio a terminare la sua apparentemente inarrestabile corsa in quel di Nashville, buttando via un mucchio di soldi, sono oscuri : forse una sopraggiunta condizione di insofferenza da parte di Bruford, forse l’attesa di un contratto miliardario con Peter Gabriel per Levin … Fatto sta che il materiale incluso in questo volume risulta essere ad uno stato veramente troppo embrionale per pensare che da queste sessions fosse possibile far uscire un album finito. L’impressione è che in questa fase i sei musicisti non fossero sufficientemente motivati, e che le loro pur valide idee venissero stiracchiate in lungo e in largo senza giungere ad una soluzione definitiva. Ascoltando queste tracce è facile rendersi conto di quanto distanti fossero i King Crimson nel 1997 da ciò che risulterà nel 2000 in The ConstruKction Of Light : uno dei riffs portanti della title track è qui presente sotto varie forme in ben tre episodi (Presidents, Off Sets e Circulation), ma ci vorrà ancora tutto il successivo lavoro di sgrossatura dei ProjeKcts per raggiungere lo splendido risultato che abbiamo potuto apprezzare lo scorso anno. Lo stesso discorso vale anche per Too Many Eeee’s e Split Hands, dove si intravedono passaggi della futura Larks’ Tongues In Aspic Part Four, e per Ragin’ Drone, embrione di Into The Frying Pan. Intendiamoci, non è che questi spunti sono disprezzabili (ad esempio Jimmy Bond e Tony’s Jam meriterebbero di essere recuperate e sistemate per un futuro album), se però facciamo un raffronto tra queste e le VROOOM sessions è impossibile non rilevare il differente feeling che le anima : le une sono alla camomilla, le altre al vetriolo! Dispiace non solo che da queste sessions non siano uscite schegge taglienti come Cage, Thrak e When I Say Stop Continue, ma soprattutto che per poter continuare a regnare il Monarca abbia dovuto fare a meno di due pezzi da novanta come Bruford e Levin, che hanno portato il loro positivo input nel fenomenale progetto BLUE ed in altre collaborazioni. La storia recente di King Crimson ci ha mostrato come il gruppo di Fripp abbia brillantemente superato questa fase di stallo, e alla luce di ciò possiamo anche dispiacerci del fatto che non tutto il materiale selezionato per questa release abbia trovato posto su un singolo CD (l’inclusione di tutti i 29 pezzi avrebbe comportato la realizzazione di un doppio album). Siamo comunque in presenza di un must per tutti coloro che hanno aderito all'iniziativa del Collectors' Club, e sicuramente anche molti altri fans si ritroveranno con l'acquolina in bocca alla ricerca di queste preziose registrazioni incompiute.
Presidents / Scapeplay / Snugel / Off Sets
/ Big Funk / Jimmy Bond / Have U Got? / Mulundrum / Too Many eeee's / Nice
To Start / Pat's Mechanikal Fives / Seizure / Circulation / KCF / Ragin'
Drone / JB In 7 / Split Hands / Sad Woman Jam / Tony's Jam / Trey, Pat
& Bill
NO-MAN - RETURNING JESUS 3rd Stone Records STONE038CD
Hanno dovuto pazientare per ben quattro anni, ma alla fine i fans dei No-Man sono stati ripagati per tale attesa con un disco che apre nel migliore dei modi questo 2001 musicale. Il più volte annunciato ed immancabilmente rimandato Returning Jesus (inizialmente previsto con il titolo di Lighthouse) succede al ruvido Wild Opera ed ai successivi EPs Dry Cleaning Ray e Carolina Skeletons, collocandosi differentemente sia rispetto ai primi lavori che a quelli precedentemente citati. Qualche legame può essere ravvisato con alcuni episodi di Flowermouth, quelli più melodici e d’atmosfera. Registrato e mixato da Steven Wilson al solito No Man's Land, Returning Jesus è infatti totalmente incentrato sulla melodia di nove ballads assemblate con gusto, in una dimensione meno ambient rispetto a Samuel Smiles e meno pop-oriented rispetto agli ultimi singoli dei Porcupine Tree. Un nutrito stuolo di ospiti accompagna Bowness e Wilson lungo l’arco della durata del disco, con Steve Jansen e Colin Edwin che affiancano stabilmente il duo, facendoci sperare che un simile assetto venga mantenuto almeno per lo svolgimento di un tour. Un giro di morbidi suoni di synth apre Only Rain, pezzo che vede la collaborazione anche come autore di David Kosten, deus ex machina del progetto Faultline : l’inconfondibile e calda voce di Tim Bowness ha buon gioco a muoversi su questi spazi infiniti, appena punteggiati dalla tromba di Ian Carr, con timidi accordi della chitarra di Ben Christophers che fanno la loro comparsa a metà del pezzo supportati da una ritmica dettata dai solitari cimbali di Kosten. No Defence farà la gioia degli amanti dei lenti strappalacrime (sul genere del tormentone incluso nel soundtrack di Ghost), ma quanta classe sono in grado di dispensare i No-Man anche su una formula ampiamente sfruttata come questa. Close Your Eyes e Carolina Skeletons sono già note agli appassionati in quanto facenti parte dell’EP uscito nel 1998, ma qui presenti in nuove versioni, specialmente Close Your Eyes che è stata riproposta in una versione dilatata, ancora con Rick Edwards a dettare il ritmo con le sue percussioni e delle belle parti di tromba ad opera di Ian Dixon che impreziosiscono la coda del pezzo. Outside The Machine è sinceramente una delle più belle ballads che abbia sentito nel corso degli ultimi anni, e sentite che bella combinazione di solos di chitarra, uno con lunghe note sature, l’altro con fraseggi puliti che divergono dal primo, per un effetto finale molto suggestivo. La title track risente felicemente delle esperienze soliste di Bowness e Wilson, con delle basi che ricordano sia il progetto Bass Communion che i Darkroom, su cui si inseriscono degli abbellimenti di chitarra in stile Porcupine Tree, e su cui la voce di Tim può svettare imperiosa. Slow It All Down, pezzo strumentale scritto da Wilson, ricorda i migliori Talk Talk, quelli di Spirit Of Eden e Laughin Stocks, con una miscellanea di sonorità moderne su cui risaltano alcuni accordi di organo simil Hammond. Hammond che, insieme ad un timido piano elettrico e ad un mellotron, fa capolino anche nello svolgimento di Lighthouse, sicuramente il vertice più alto dell’intero album, con un lungo bridge strumentale in cui si mettono in evidenza Steve Jansen e Theo Travis e che non ho timore ad iscrivere tra le cose più belle mai fatte dai No-Man (tra l’altro non vorrei peccare di modestia, ma a me piace anche perché ricorda alcuni passaggi dell’ultimo repertorio dei Circle Of Fairies, che pochi intimi hanno avuto il piacere di sentire). La conclusiva All That You Are per i più attenti non è una novità assoluta, in quanto già suonata dal vivo dai Samuel Smiles ed inclusa nel recente The Way We Used To Live, il che non toglie che sia un’altra ottima ballad che chiude in maniera degna questo grande album. I No-Man proseguono indisturbati il cammino intrapreso quattordici anni fa con le prime partecipazioni alle compilations Exposure, e si confermano tra gli appartenenti al gotha dei grandi innovatori. E' possibile prenotare l'album direttamente dalla Third Stone, al prezzo di 10 sterline (spese postali incluse) per il Regno Unito. Per l'Europa è previsto un carico addizionale di 50p per copia, per il resto del mondo £1 per copia. Per ordini via carta di credito è possibile chiamare il numero di telefono 01536-202295, mandare un fax allo 01536-266246 o inviare una e-mail all'indirizzo 3rdstone@adasam.demon.co.uk. Third Stone accetta Visa, Mastercard e American Express e le carte di debito Visa Delta. Assegni, vaglia postali internazionali in GBPounds o international money orders devono essere intestati a Third Stone Limited e spediti al PO Box 8, Corby, Northamptonshire, NN17 2XZ, England.
Only Rain / No Defence / Close Your Eyes /
Carolina Skeletons / Outside The Machine / Returning Jesus / Slow It All
Down / Lighthouse / All That You Are
THEO TRAVIS - SECRET ISLAND 33 Records 33JAZZ033
Come sarebbe a dire "Chi è 'sto Theo Travis"? Su, ragazzi, non scherziamo! Descritto come "Uno dei migliori giovani fiatisti di questa o di qualunque altra generazione in Gran Bretagna" da Digby Fairweather di BBC Radio 2, Theo Travis può vantare al suo attivo diversi albums di jazz a suo nome o come co-titolare, oltre al bellissimo progetto sperimentale Cipher di cui abbiamo trattato il mese scorso e ad una serie di riuscite collaborazioni con No-Man, Porcupine Tree, Jansen/Karn/Barbieri, Bass Communion. Inoltre come trascurare il positivo input portato ai rinnovati Gong di cui Theo è oggi un membro effettivo (e chi abbia assistito ad un concerto dell'ultimo tour si sarà reso conto di quale spessore sia il suo contributo all'interno del gruppo del folle australiano ...). Ecco in sintesi spiegato il motivo per cui oggi siamo qui a parlare di questo disco a quattro anni dalla sua uscita : Secret Island è uno di quei dischi che non risente del passare del tempo, e ciò non è affatto poco. Un ottimo album di musica jazz dove è possibile scoprire il piacere di ascoltare un pezzo come Waterlily Boogie, che richiama alla mente l’atmosfera di fumosi locali notturni, con un carezzevole sax che suona accompagnato da caldi accordi di pianoforte e da una batteria suonata con le spazzole. Fatevi trascinare dall’incalzante ritmo di Out Of Sight, Out Of Mind, gustatevi l’elaborata The Crow Road dalle sonorità che, complice la chitarra di John Etheridge, richiamano alcuni passaggi dei Soft Machine, e la rendition di Nostalgia In Times Square di Charles Mingus, unico tra i nove pezzi presenti a non essere firmato da Travis. Un disco di altissimo livello a partire dall’iniziale Lulworth Night, che ci consente di apprezzare il talento di un musicista abile e versatile, sicuramente tra i migliori talenti emersi dalla scena mondiale negli ultimi anni.
Lulworth Night / The Crow Road / After The
Storm / Waterlily Boogie / Details / Out Of Sight, Out Of Mind / Three
People / Full Moon Rising / Nostalgia In Times Square
THEO TRAVIS QUARTET – PASSION DANCE LIVE AT RONNIES Rykodisc RCD 10495
Registrato nel corso di tre serate consecutive nel Luglio 1999 al rinomato Ronnie Scott’s Club (prestigioso jazz club al 47 di Frith Street, nel cuore di Soho), questo live album ci offre l’opportunità di apprezzare l’abilità del quartetto di Theo Travis nell’esecuzione di dieci pezzi, in cui largo spazio è lasciato all’improvvisazione. Chi imputa al jazz di possedere una patina di freddezza formale non potrà non ricredersi ascoltando il caldo suono di insieme prodotto da una strumentazione interamente acustica, alle prese con un set comprensivo di quattro standards che integrano il repertorio firmato da Travis. Immergiamoci nell’atmosfera del club londinese, trainati dalla dinamica di brani movimentati come Dog Days e Black And Crimson : anche se, come nel mio caso, non siete dei competenti appassionati come i frequentatori del Ronnie Scott, rimarrete sbalorditi all’ascolto della versione di Impressions di John Coltrane, cercando di immaginare le dita del pianista David Gordon che volano leggere come libellule sulla tastiera dello strumento. Il sax di Travis è, inutile dirlo, protagonista di queste dieci tracce, anche se largo spazio è lasciato agli altri membri della formazione, come nel bel solo di piano ad opera di David Gordon in Passion Dance, brano di McCoy Tyner, o in Just One Of Those Things di Cole Porter, dove la resa d’insieme sembra quella di una Big Band. Molto belle anche le soffuse atmosfere di Shore Thing e di Everything Matters, stupendi sottofondo per una cena a lume di candela, con il mormorante sax di Travis che si alterna con il piano di Gordon nella conduzione della melodia, e con il pastoso suono del “legno” di Hamill a dare delle suggestive sfumature a questi pezzi. Con Off The Wagon Travis concede un suo personale tributo all’autore del pezzo, Tubby Hayes, una delle sue prime fondamentali influenze nell’uso del flauto, strumento protagonista assoluto di questa traccia costruita su un tempo swing e nel cui sviluppo trova posto anche un solo di Andy Hamill al basso. Il flauto di Travis è nuovamente protagonista in Tread Softly, altro morbido brano di atmosfera con un piano quasi sospirante e delle indispensabili spazzole abilmente maneggiate dal drummer Marc Parnell. La conclusiva Nightmare In New York è una piece de resistence di quattordici minuti composta di parti con differenti moods dove tutti e quattro i musicisti si possono cimentare nel dare un saggio della loro invidiabile tecnica. Bellissimo e trascinante il tema condotto dal sax del leader che troviamo in testa ed in coda al pezzo e nei bridge che separano i solos di piano e sax, prima di lasciar spazio alla batteria di Parnell che a sua volta si ricollega in chiusura al tema. Passion Dance è un live album intenso e coinvolgente, consigliabile non solo agli appassionati ma a chiunque voglia valicare le sterili barriere create dalle classificazioni operate da discografici e mercanti di vinile. Per maggiori dettagli sull’attività di Theo Travis visitate il sito www.travis33.demon.co.uk
Dog Days / Passion Dance / Shore Thing / Off
The Wagon / Black And Crimson / Impressions / Everything Matters / Just
One Of Those Things / Tread Softly / Nightmare In New York
SPLaTTeRCeLL - OAH CeLLDiViSioN CAT # 75028
Nel panorama mondiale dei pionieri delle sei corde (che, nota polemica personale, secondo i più continua ad annoverare anche le tribù di metallici tritanote tutti fischio-e-leva ed imitatori di primordiali axemen il cui ricordo si fa sempre più polveroso) David Torn è sicuramente uno dei più rilevanti. Sideman di lusso con David Sylvian, Mark Isham, Jansen/Karn/Barbieri, solo per citarne alcuni, co-titolare di audaci progetti quali BLUE e Torn/Karn/Bozzio, il chitarrista americano può vantare anche una brillante serie di dischi da solista (come non citare almeno l’indispensabile Cloud About Mercury, con Bill Bruford, Mark Isham e Tony Levin). C’è da rilevare che gli ultimi lavori Tripping Over God e What Means Solid, Traveller? denotavano una vena sperimentale ancora più accentuata ed ostica per il grande pubblico avvezzo al ruolo di chitarrista inteso come eroe avvinghiato al suo strumento dinnanzi ad un muro di Marshall. Non è questo il ruolo di Torn, che qualche anno fa ebbi la fortuna di vedere come opening act per Trilok Gurthu. Il buon Torn, solo sul palco con le sue modernissime apparecchiature, si avventurò in tre quarti d’ora di esplorazioni sonore partendo da alcuni spunti inclusi nell’allora recentissimo Tripping Over God. Alcuni allievi del Guitar Craft che assistettero con me al concerto si dichiararono insoddisfatti della performance, asserendo che Torn sembrava legato in quello che stava facendo dalla probabile preoccupazione del funzionamento di tutti i suoi marchingegni, e forzando un secondo me improponibile paragone con i soundscapes di Robert Fripp. Niente di più sbagliato a mio avviso, i due chitarristi si muovono probabilmente nella stessa direzione ma seguendo strade differenti : Fripp elabora le sue composizioni sovrapponendo layers di suoni fondamentalmente uguali e generati dallo stesso strumento in lunghe improvvisazioni, mentre Torn si sbizzarrisce nella manipolazione di suoni, loops e rumori utilizzati all’interno di una seppur atipica forma di composizione con un capo ed una coda. Il suo nuovo progetto SPLaTTeRCeLL è un ulteriore passo in questa direzione con un approccio più simile a quello di una band : diversi ospiti infatti contribuiscono alle parti percussive, mentre Torn si assume l'onere della maggior parte della strumentazione, comprese ovviamente le sue incredibili parti di chitarra. Torn macina suoni, li spezza, li tritura, li riassembla, li mescola con altri suoni e rumori : ed ecco che quando il tutto è molto prossimo a scadere in una semplice ridda di irritanti sonorità, il genio di Torn gli conferisce una forma, che magicamente diventa composizione. E sentite come riesce a trasformare una semplice linea melodica di pianoforte in Romance w/Space Also Letted Go ... , o come fa decollare il ritmo partendo da un'idea di mantra in Shumri. Non si può non ammirarne l'abilità nello strapazzare i suoni, nell'aprire improvvisi squarci di melodia in mezzo ad impenetrabili cortine di rumori. Un pezzo su tutti? No, questa volta non ci riesco. Procuratevelo, e cimentatevi anche voi nella creazione di musiche possibili con il software incluso nel CD ed i loops di SPLaTTeRCeLL. Buon divertimento!
Hedewa / Romance w/Space Also Letted Go ...
/ Shumri / Wave From Water / Busy Cutting Crap / Is Love / A Dozen Books
To Break The Fall / Idiomsnacktreat / Chrysanthemum Bang / Unravelled /
Wake Up & Smell The Corpses
SPLaTTeRCeLL – ReMiKSiS AH CeLLDiViSioN CAT # 75026
Arte sonica o bricolage entusiasta eppur sconclusionato? Prendo spunto dalle divergenze di opinioni a riguardo del remix Double "U" Slash Space, ad opera di Yoshihiro Hanno, che hanno avuto gli amici Dann Chinn e Charles Imperatori commentando questo album di remixes incentrato sul materiale incluso nell’album di SPLaTTeRCeLL, e che curiosamente è uscito prima dell’album stesso. Quale delle due posizioni assumere? Difficile rispondere quando si tratta di prodotti nati dalla manipolazione tecnologica di idee altrimenti sviluppate e che sono intesi per offrire visioni alternative di pezzi sviluppati nell’ottica univoca dell’autore. E’ comunque innegabile che spesso questi esperimenti di rielaborazione offrono motivi di interesse all’ascoltatore in cerca di soluzioni musicali diverse, figuriamoci quindi in un occasione come questa, dove l’estrema ricerca di David Torn nel suo ultimo progetto viene qui ulteriormente estremizzata. Personaggi come Ryuichi Sakamoto, Charlie Clouser dei Nine Inch Nails, Tim Bowness (con la collaborazione di Stephen Bennett e Robby Aceto) ed altri si cimentano in quest’opera di ricostruzione che costituisce gli 8/10 di questo disco (gli altri due pezzi sono l’album version di Is Love e l’altrimenti inedita Kinda). Proprio Is Love risulta essere, insieme a Romance w/Space Also Letted Go ... e a Chrysanthemum Bang, tra i pezzi più manipolati dai remixers che hanno contribuito a questo lavoro. Lavoro che rappresenta un catalogo delle infinite possibilità di sviluppo che la tecnologia, unita alla creatività, può offrire alla musica contemporanea : l’assemblage dance/rumoristico di Dan The Automator in Cutting; le acide intuizioni di Charlie Clouser che manipola frammenti di Is Love e Romance partendo da soluzioni vicine al drum’n’bass attraversando le lande sci-fi del Brian Eno di Nerve Net; l’angosciante atmosfera fanta-horror creata da Fernando Aponte in Chrysanthemum. Tim Bowness regala il suo inconfondibile stile vocale a Romance Refined, un ennesimo saggio di come pochi versi sapientemente collocati possono cambiare faccia ad un brano. Certo, bisogna essere un vocalist espressivo e creativo come Tim per riuscire ad ottenere un simile risultato, ma sentite che effetto con una nuova ritmica, un atipico cameo ad opera di Robby Aceto, qualche tocco di Synth dell’ex La Host Stephen Bennett e, soprattutto, quella voce! Gareth Williams rivisita a sua volta Is Love, offrendone una versione dal titolo Was Love che si colloca a metà strada tra gli Orb ed i Porcupine Tree di Voyage 34. Ed eccoci al pezzo del nipponico Yoshihiro Hanno, che pare sia una vera celebrità nel paese del Sol Levante; la sua Double ‘U’ Slash Space è indubbiamente uno dei remixes più radicali di questo disco, con una pioggia di suoni sminuzzati sul cui sfondo è possibile ancora distinguere gli accordi di piano di Romance. Estremo, eccessivo, ai limiti dello stridente, sicuramente da non sottovalutare. Carter Burwell è autore di un altro interessante remix, una Bang Romantik che sembra quasi un ibrido tra i Japan meno commerciali ed i King Crimson di VROOOM, con frequenti rullate e frasi di sax baritono. A Dozen Breaks To Brook The Fall è tra gli episodi più riusciti di questo riuscitissimo disco, con Ryuichi Sakamoto che supera se stesso nel creare un ipnotico tappeto su cui si libera un solo di chitarra dalle inconfondibili sonorità alla Torn. Un disco a cui avvicinarsi senza timori, ma con la consapevolezza che si tratta di un prodotto non facile, da sottoporre a ripetuti ed attenti ascolti per scoprirne i più profondi misteri.
Is Love (SPLaTTeRCeLL) / Cutting (Dan The Automator)
/ Multisplat (Charlie Clouser) / Chrysanthemum (Fernando Aponte) / Romance
Refined (SPLaTTeRCeLL w/Tim Bowness) / Was Love (Gareth Williams) / Double
"U" Slash Space (Yoshihiro Hanno) / Bang Romantik (Carter Burwell) / A
Dozen Breaks To Brook The Fall (Ryuichi Sakamoto) / Kinda (SPLaTTeRCeLL)
(extra track n/a on OAH album)
RADIUS – CIVILIZATIONS Noisy Records NOISY 002
Il nome di David Cross, è innegabile, è indissolubilmente legato a quello che da molti viene definito il migliore periodo dei King Crimson, quello di albums indimenticabili come Larks’ Tongues In Aspic, Starless And Bible Black e Red. Ci sarà sicuramente qualcuno che riterrà comunque marginale il suo ruolo, soffocato tra la roboante sezione ritmica Bruford/Wetton e tra le cortine metalliche della chitarra di Fripp, dimenticando il suo ruolo fondamentale nella creazione di pezzi come Trio e Providence, o il ruolo trainante del suo violino in pezzi come Great Deceiver e Larks’ One. I suoi lavori solisti, in particolare The Big Picture e Testing For Destruction, hanno fatto la gioia degli aficionados di quelle spigolose sonorità e soprattutto hanno sottratto ad un ingiusto oblio un musicista che aveva ancora molto da esprimere. Anche il progetto Radius, in collaborazione con Geoff Serle (produttore/programmatore con quattordici albums di musica sperimentale all'attivo sotto varie denominazioni), non ha avuto un grosso riscontro nonostante sia giunto con questo Civilizations al quinto prodotto. Un peccato questo, in quanto pur conoscendo poco o nulla dei precedenti lavori, ritengo che Radius abbia delle caratteristiche interessanti. Se si eccettuano due tracce poco brillanti, a causa di parti vocali affidate ad un vocalist dal timbro molto sgradevole, quali The Prairies e Casale Valley, il materiale incluso in questo disco vede protagonista proprio lo strumento di Cross, libero di avventurarsi in lunghe cavalcate solitarie sulle basi programmate di Serle, come avviene in Floating e nella lunghissima title track posta in chiusura. Ebbs And Flows è molto vicina a Cakes, pezzo incluso nell’album Exiles, ed é un claustrofobico affresco che ha come unici protagonisti i soundscapes ed il violino di Cross: a questo punto molti Crimheads potrebbero chiedersi cosa sarebbero state le improvvisazioni dal vivo dei King Crimson periodo 1972-74 se suonate con le moderne tecnologie. Si, anche Ebbs And Flows é un viaggio all’interno di territori inesplorati come lo furono Voyage To The Centre Of The Cosmos oppure Is There Life Out There?, e risulta, assieme alla già citata Floating e al remix di There Is No Peace, tra le cose migliori dell’album. Album che forse manca di omogeneità, essendo profondamente diviso tra le cupe atmosfere ambient di Serle e le incontrastate schermaglie del violino dell’ex membro dei King Crimson, e a cui avrebbe sicuramente giovato la presenza di un altro strumentista, come si avverte in There Is No Peace dove le tastiere di Sheila Maloney danno un po più di respiro all’insieme. Forse, rispetto ai migliori albums solisti di Cross, Civilizations manca di quella punta di ironia che trovavo sparsa qua e la tra i solchi, e che a tratti mi rimandava ad atmosfere tipiche dei Cardiacs. Comunque David Cross con questo disco continua la sua serie positiva, e regala ai fans di “Larks” e “Red” qualche nuova emozione.
Floating / There Is No Peace (Tok-sin remix)
/ The Prairies / Ether Dreams / New England In The Fall / Ebbs And Flows
/ Casale Valley / Civilizations
RADIO CHONGCHING - RADIO CHONGCHING First World FWD 99.04
Appassionati delle atmosfere rarefatte e meditative, questo disco non potete proprio perdervelo! Radio Chongching (ossia Greg Gilmore alle percussioni, George Soler allo stick e Lesli Dalaba alla tromba) propongono un raffinato intreccio interamente strumentale di sottili teorie melodiche accompagnate da ritmiche tribali, che richiamano a tratti alcuni passaggi del repertorio di David Sylvian o degli albums solo di Mark Isham. Questo solo per inquadrare sommariamente l’ambito in cui si muove il trio, capace di sviluppare una ricerca molto personale. Qualcosa di simile lo hanno fatto anche Nicola Alesini & Pier Luigi Andreoni nel loro concept Marco Polo, utilizzando però un parco musicisti molto più ampio rispetto a quello dei Radio Chongching. L’uso delle percussioni è parente prossimo di quello sperimentato da Steve Jansen in pezzi come Sons Of Pioneers e da Jerry Marotta nel progetto Gorn/Levin/Marotta, quindi nessun uso dei piatti e dello hi-hat, ma viceversa grande utilizzo di campanellini e tamburi dal suono ovattato ed assolutamente non invadente, per non spezzare l’incantesimo creato dalle tenui linee di stick e dalle lunghe note di tromba con sordina. Le note di copertina sono scarne a riguardo, ma credo che in particolar modo nei pezzi più lunghi (come On Fire) sia fatto uso di loops creati con lo stick, alla maniera del Trey Gunn di 1000 Years e di 9:47 - pm Eastern Time. Un disco che Bill Frisell ha definito come "...oscuro, misterioso, ricco e meraviglioso ...", definizione che penso troverà molti di voi pienamente d'accordo.
Reveille / The Drill / The Crawler / One Sharp
Tooth / Mask / Wake Up, Ivan / Passing / Nanjing 37 / Dance Of The Floating
Needle / On Fire / Halcyon In Flight
MASTICA - '99 First World FWD 99
Vi siete mai chiesti come suonerebbe un disco come Septober Energy dei Centipede se scritto e suonato ai giorni nostri? Forse non se lo è chiesto nemmeno Pat Mastelotto quando ha assemblato questo trio, fautore di un sound marcatamente percussivo ma da cui spesso traspaiono elementi che sembrano strettamente imparentati con le atmosfere create dal supergruppo di cinquanta elementi guidato da Keith Tippett. Questa non è una costante dell’album, ovviamente : le citate similitudini sono rintracciabili in pezzi come Crescent Moon e You, mentre altrove il sound è più legato ai nuovi linguaggi sonori americani (fortunatamente in maniera diluita, in quanto il sottoscritto non è mai stato un estimatore di scene tanto decantate come quella di Seattle, e non mi riferisco al Guitar Circle, preferendo semmai i più radicali newyorkesi come John Zorn o l’oriundo Arto Lindsay). Pezzi come Queen e Hush possono addirittura far felici i fans di gruppi come i Can o i più recenti Orang, mentre tinte di jazz “nero” colorano Prison, pezzo incentrato su vecchi canti delle carceri del Mississippi. I King Crimson più “accessibili” e la League Of Gentlemen fanno capolino in Day Older, pezzo dalla ritmica molto regolare in cui un guitar sinth quasi Frippiano si produce in un paio di brevi solos. Ad essere sincero avrei preferito che la proposta di Mastica fosse un po’ più “diretta” come lo fu in passato l’entusiasmante album omonimo dei Prometheus, il gruppo di Steve Ball che vide coinvolto lo stesso Mastelotto, ma i quasi settanta minuti di questo ’99 non sono certo da disprezzare, anzi. In attesa del nuovo album per cui il gruppo ha già iniziato a comporre materiale, ai completisti consiglio di collegarsi al sito ufficiale del gruppo (http://www.mastica.net) per scaricare il file mp3 di Sacrificador, un buon pezzo appartenente alle sessions di ’99 rimasto escluso dall’album per un inconveniente avvenuto in fase di lavorazione.
Queen / Munecos de Palo / Crescent Moon / 7teen / Seven Marys / Hush / You / 4 A.M. / Prison / Day Older + Idiot
TREY GUNN - RAW POWER Surfacings 1 First World FWD 99.01
Non sono stato molto tenero in tempi recenti verso Trey Gunn, motivando ampiamente i dubbi da me espressi nei confronti delle sue ultime produzioni e collaborazioni. In particolare ho insistito sul fatto che il pupillo di Fripp, a forza di suonare assiduamente con il maestro, abbia finito per diventare un clone sonoro dell’uomo del Dorset. In particolare l’album The Joy Of Molybdenum aveva pesantemente deluso le mie aspettative, rivelandosi lavoro noioso e privo di mordente. Questa collection di outtakes pubblicate insieme a materiale proveniente da una delle prime cassette ad opera di Trey Gunn ci riconcilia con questo che rimane comunque uno dei migliori allievi del Guitar Craft, mostrandocene il versante migliore, quello che il musicista texano aveva espresso nei suoi albums One Thousand Years e The Third Star. Ed allora ben vengano altri volumi di questa serie denominata Surfacings, considerato che Trey Gunn ha pubblicato altre cassette prima dei due succitati albums, e che se il materiale ivi incluso è di questo livello possiamo tranquillamente ingannare una più protratta attesa affinchè allo stick player ritorni l’ispirazione giusta per cimentarsi nella composizione di nuova musica, possibilmente più ispirata di quella inclusa in The Joy Of Molybdenum. Questa operazione ci riconsegna il Trey Gunn più pionieristico, armato di portastudio a 4 piste e di stick, intento a costruire la sua tecnica personale su questo difficile strumento, e poco importa se in questi primi tentativi Hard Winds finisca per somigliare marcatamente a Reprise, pezzo strumentale degli ultimi It Bites, sia nella struttura che nella scelta delle sonorità. Oltre al materiale tratto dal Soundtrack For Raw Power, Gunn ha incluso anche due tracce altrimenti inedite della sua precedente band Believe What You Please. Tra le outtakes si segnala invece una versione più estesa della title track del suo primo album su etichetta DGM, anche se non si tratta ancora della versione integrale che lo stesso Gunn nelle note di copertina rivela essere di oltre venti minuti. Se al tutto aggiungiamo che in due tracce è presente l'altro membro di Crimso Pat Mastelotto, possiamo concludere che questo disco oltre ad essere una preziosa testimonianza dell'attività della attuale sezione ritmica dei King Crimson ancora prima che diventasse tale, è anche un apprezzabile prodotto di ricerca condotta attraverso episodi prevalentemente di breve durata in cui le innumerevoli possibilità dello strumento vengono esplorate con spirito di avventura e nessuna concessione alla visione mainstream della musica. Reperibile attraverso l'etichetta First World ...
Hard Winds / The Shimmering / Puttin' On The
White Shirt / Anastasis / Kukuriku / Laguna Morena / Heavenly Groove /
Hawaii 2 OH / Megrez / Indira Opening / August 1997 / One Thousand Years
: Second Traverse
SUZANNE CIANI - TURNING Seventh Wave Productions SWP7006-2
Undici albums, tre piano books, due colonne sonore, cinque nominations per i Grammy e numerosi altri premi e riconoscimenti : questo è solo un sommario spaccato della carriera di Suzanne Ciani, cinquantaquattrenne pianista e compositrice americana sicuramente già nota in Italia all'attento pubblico delle riviste specializzate di New Age. Pare che in passato, dopo essersi formata con studi classici, si sia guadagnata da vivere dando lezioni di musica elettronica a Philip Glass e Patrick Moraz, prima di fondare una società di produzioni musicali. La storia recente è quella del trasferimento in California, dove ha costruito il suo home studio per poter creare la sua musica in un confortevole ambiente familiare. E' qui che Suzanne Ciani ha registrato Turning, album che è uscito nel 1999 a distanza di tre anni da Pianissimo II (album per solo pianoforte con molti punti di contatto con alcuni passi di Rick Wakeman ed Anthony Phillips, contenente il suo brano più noto, The Velocity Of Love) e a due dal buon disco live a nome di Suzanne Ciani And The Wave. La title track, presente in due versioni, una delle quali è posta in apertura ed è affidata (unica traccia vocale del disco) alla voce della cantante giapponese Chyi-Yu, farà felici i fans di Enya e dei Clannad più recenti. Il resto dell’album è composto di pezzi strumentali di durata standard, tutti cioè intorno ai quattro minuti, giocati prevalentemente dal pianoforte della titolare. Tra tutti spicca, secondo il mio gusto, il brano The Enchantress, pezzo dalla melodia molto ricercata. C’è da dire che le carenze che ho riscontrato non si possono certamente imputare alla tecnica di Suzanne Ciani, semmai agli arrangiamenti degli altri strumenti che tendono ad appiattire l’insieme, per giungere a risultati di pessimo gusto come avviene nella conclusiva Midnight Rendezvous storpiata da un sax alla Fausto Papetti. Senza forzare paragoni con musicisti come Gandalf e simili, l’ambient music (o New Age) proposta dalla musicista americana non le consente di sfruttare a pieno la sua indubbia preparazione e la pregevole tecnica strumentale che ho avuto modo di ascoltare in altri suoi lavori, ma questa sembra essere una costante all’interno della summenzionata scena dove anzi moltissimi altri musicisti tendono ad offrire una proposta assolutamente piatta e priva di coloriture e di differenti moods, cosa che li fa scivolare nell’anonimato a distanze abissali dai veri innovatori come Eno. In attesa di un prodotto più avventuroso, gustiamoci questo Turning nei nostri momenti di relax, il pianoforte di Suzanne ci guiderà fuori dalla nostra condizione di stress quotidiano, almeno per la durata di questo disco.
Turning / Ocean Avenue / If I Could / Yang
Ming Shen / I Believe In Love / Soaring / The Enchantress / Bird And Fish
/ La Mer / Waltz For Julia / Turning (instrumental) / Midnight Rendezvous
News from the World Central
- Il nuovo album di Bill Bruford's Earthworks,
dal titolo The Sound Of Surprise, uscirà in Giappone su etichetta
Pony Canyon Records il 7 Febbraio. In coincidenza con l'uscita del disco,
dal 9 all' 11 Febbraio gli Earthworks saranno in concerto a Tokyo. L'uscita
dell'album per il resto del mondo è prevista per il 14 Marzo. Il
disco includerà 7 minuti di enhanced live video footage, la password
per l'accesso è "discipline" e sarà la stessa per tutti i
prossimi prodotti DGM che conterranno elementi enhanced.
- Oltre al nuovo album dei Bill Bruford's
Earthworks, è atteso su etichetta DGM entro la fine di febbraio
l'album dei newyorkesi The Rosenbergs, dal titolo Mission : You.
- Il quindicesimo volume del KC Collectors'
Club riguarderà il concerto in Mainz del 1974. Ancora nessuna notizia
sul dodicesimo volume Live In Hyde Park ...
- Il quattordicesimo volume del Collectors'
Club, Live at Plymouth 1971, sarà inviato ai membri del Club stesso
all'inizio di Febbraio.
- Il California Guitar Trio sarà in
tour negli stati occidentali degli USA in Gennaio e Febbraio, con Tony
Levin e Pat Mastelotto. Le seguenti date sono già confermate :
26 Gennaio, Ventura, CA
- Ventura Theater
27 Gennaio, San Jose, CA
- The Usual
28 Gennaio, Cotati, CA
- Inn of the Beginning
29 Gennaio, San Francisco,
CA - Great American Music Hall
2 Febbraio, San Diego,
CA - Brick by Brick
3 Febbraio, Los Angeles,
CA - Key Club
4 Febbraio, San Juan Capistrano,
CA - Coach House
- Trey Gunn Band in tour sulla costa del Pacifico,
ecco le date confermate :
2 Febbraio, OK Hotel, 212
Alaskan Way, Seattle, WA
3 Febbraio, The Cobalt
Lounge, 32 NW Couch Street, Portland, OR
4 Febbraio, WOW Hall, 291
W. 8th, Eugene, OR, 97401
5 Febbraio, Caf=E9 Tomo,
773 8th St., Arcata, CA
6 Febbraio, Inn of the
Beginning, Cotati, CA
8 Febbraio, Sam Ash, Canogo
Park, CA (In-store performance and clinic)
9 Febbraio, The Baked Potato,
6266-1/2 Sunset Boulevard, Los Angeles, CA 90028 (2 Shows)
- Anche Steve Hancoff, dopo i concerti del
Dicembre scorso in Europa, continuerà la sua attività live
in Africa durante il mese in corso. In Febbraio sarà la volta della
California, in Marzo Wyoming e Santa Fe.
- Jacob Heringman in tour negli USA in Febbraio
e Marzo.
News from the World
- Causa varie considerazioni, sia finanziarie
che etiche, Steven Wilson ha deciso di rinunciare alla pubblicazione della
versione in vinile della compilation Delerium Years. Rimane invece in programma
la versione in doppio CD, prevista per la prossima primavera.
- Anche la versione in doppio vinile delle
Radio Sessions dei No-Man è stata annullata, rimane però
disponibile quella in CDR.
- Appello di Slow Food : sostieni anche tu
la battaglia di Slow Food per la sicurezza alimentare e la
tutela della cultura europea. Firma l'appello
contro le viti e il vino geneticamente modificati.
Trovate sul sito internet http://www.slowfood.it
il modulo da firmare. Grazie e passa parola.
- Sono già previste diverse nuove uscite
riguardanti gli Ozric Tentacles : oltre ad un album previsto per gli ultimi
mesi dell'anno, il 2001 vedrà l'uscita di una video compilation
e del loro primo CD single. E' intanto disponibile in quantità limitata
il CD "Live Underslunky", il prezzo è di 7 sterline e può
essere acquistato attraverso il loro sito. Il gruppo si scusa inoltre con
i fans giunti sul luogo del concerto annullato a Milano, causa problemi
dovuti all'organizzazione Italiana del tour. Gli Ozrics sperano di poter
riprogrammare la data nell'arco dei primi mesi dell'anno, prima delle date
del tour britannico che sono ancora da confermare.
- Riportiamo le date aggiornate del tour dei
Porcupine
Tree :
14 Febbraio, New Trinity
Centre, Bristol
15 Febbraio, Irish Centre,
Leeds
16 Febbraio, King Tuts'
Wah Wah Hut, Glasgow
17 Febbraio, Queens Hall,
Widnes
18 Febbraio, Roadmenders,
Northampton
19 Febbraio, Arts Centre,
Norwich
14 Marzo, Paradiso, Amsterdam,
The Netherlands
15 Marzo, 013, Tilburg,
The Netherlands
16 Marzo, De Boerderij,
Zoetermeer, The Netherlands
17 Marzo, Biebob, Vosselaar,
Belgium
(19-31 German dates to
be confirmed)
4 Aprile, Centrum Kultury
Zamek, Poznan, Poland
5 Aprile, Proxima, Warszawa,
Poland
6 Aprile, Polish Radio
III, Warszawa, Poland (radio broadcast)
7 Aprile, Faraon, Lodz,
Poland
8 Aprile, UPC Theatre,
Krakow, Poland
20 Aprile, Rodon, Athens,
Greece
21 Aprile, Rodon, Athens,
Greece
22 Aprile, Mylos, Salonika,
Greece
24 Aprile, Barrumba, Torino,
Italy
25 Aprile, Tenax, Florence,
Italy
26 Aprile, Palacisalfa,
Rome, Italy
27 Aprile, Magic Bus, Venice,
Italy
28 Aprile, Leonkavallo,
Milan, Italy
11Maggio, Shepherds Bush
Empire, London, UK
- Prossime uscite su Voiceprint : Hawkwind
"Spacebrock" (HAWK RECORDS HAWKVP18CD); Czech Philharmonic Horns "Downes,Beethoven,Danielsson
and Feld" (Classicprint CPVP012CD); Carol Grimes "Memphis" (LA COOKA RATCHA
LCVP123CD); Carol Grimes "Why Don't They Dance?" (LA COOKA RATCHA
LCVP125CD); Carol Grimes "Daydreams And Danger" (LA COOKA RATCHA LCVP126CD);
The Fall "Live In Reykjavik" (COG SINISTER COGVP125CD); The Fall "Backdrop"
(COG SINISTER COGVP127CD); Mick Greenwood "Living Game" (Voiceprint VP222CD);
Mick Greenwood "To Friends" (Voiceprint VP223CD); Mick Greenwood "Midnight
Dreamer" (Voiceprint VP224CD); Stackridge "Pick Of The Crop" (Dap Records
DAP104CD); John Wetton "Live At The Sun Plaza Tokyo 1999" (BLUEPRINT BP335CD);
Hugh Hopper "Parabolic Versions" (Voiceprint VP209CD); Gentle Giant "In
A Palasport House" (GLASS HOUSE GLASS102CD); Gentle Giant "Interview In
Concert" (GLASS HOUSE GLASS103CD); Phil Miller : Out of the Blue (Cat No
CD5CD)
- Sunscape è una band milanese che
si definisce "psycho/pop/post" e che ha suonato insieme a Ozric Tentacles,
Porcupine Tree e Poisoned Electrick Head. La band ha un cd all'attivo per
la Mellow Records ed attualmente è alla ricerca di una nuova etichetta
interessata a pubblicare il loro nuovo materiale. Per saperne di più
date uno sguardo al sito www.mp3.com/sunscape
- Coloro che sono interessati a partecipare
all'Herzburg Festival in Germania possono contattare la Ticket Line (0049)
668 4919 388 o consultare il sito web www.think-progressive.de
Il vento dei giorni scorsi ha spinto fino alla
mia porta una busta da lettera, che la pioggia della notte scorsa ha inzuppato
completamente. L’ho raccolta, insieme alle foglie e a tutto ciò
che il freddo vento autunnale ha accumulato nelle immediate vicinanze della
mia dimora, e prima di depositare il tutto nel cassonetto della spazzatura
l’ho esaminata più attentamente. Il francobollo, semidistrutto dalle
intemperie, non presentava nessun segno dell’avvenuto annullo. Sul retro
non era segnalato il mittente, ho quindi girato la busta per leggere a
chi fosse indirizzata. Una grafia tipicamente infantile aveva scritto al
centro della busta “Per Babbo Natale”. L’acqua aveva scollato la linguetta
di chiusura della busta, una irrefrenabile curiosità mi ha spinto
a sfilare la lettera, completamente impregnata di pioggia; facendo molta
attenzione a non farla spappolare, l’ho aperta. La firma in calce, come
tutto il resto del contenuto, era difficilmente decifrabile : Marco, o
forse Hans, o Alan, o Vassili, Pedro, Isaac, Pedrag, Didier … poteva essere
un nome qualsiasi. Ho lasciato che la lettera si asciugasse, poi l’ho inserita
nello scanner e, grazie alle potentissime tecnologie che ben presto mi
consentiranno di produrre NO WARNING!
in tutti gli idiomi conosciuti sulla terra, ho potuto leggerne il contenuto.
“Caro Babbo Natale, anche quest’anno non sono stato particolarmente buono.
Ho rubato, ucciso, corrotto, stuprato, ingannato. Ho affamato intere popolazioni,
ho impedito loro di avere una patria, una religione, un’ideologia, una
storia. Mio padre ha sfruttato il lavoro di bambini e di persone bisognose
ripagandole con un tozzo di pane, mio fratello ha picchiato le mie sorelle
e le ha costrette a vendersi per strada. Altri miei fratelli hanno disboscato
e bruciato grandi distese di vegetazione, avvelenato l’aria e le acque.
Ho predicato pace e democrazia, ho portato per le strade del mondo guerra
e repressione. Ma vorrei ugualmente, come tutti i bambini del mondo, chiederti
qualche regalino per il prossimo Natale. Vorrei serenità e sicurezza
per tutte le famiglie, un tetto ed un lavoro sicuro per tutti; vorrei che
libertà e dignità non siano più solo parole vuote
con cui riempire carte costituzionali, ma diritti inviolabili ed esigibili;
vorrei camminare per le strade del mondo senza paura di esternare il mio
credo, la mia ideologia, la mia cultura, la mia nazionalità; vorrei
camminare per quelle strade respirando aria pulita, contemplando l’azzurro
del cielo, il verde dei prati, la limpidezza dell’acqua. Vorrei … un mondo
migliore. Grazie.”
Ho ripiegato la lettera, l’ho rimessa nella
sua busta e l’ho sigillata nuovamente. Vi ho attaccato un nuovo francobollo
e, raggiunta la più vicina cassetta postale, l’ho lasciata scivolare
nella fessura con la targhetta “per tutte le altre destinazioni”. Mentre
percorrevo in senso inverso la strada di casa, tra luminarie, alberi addobbati
e vetrine illuminate, sentivo ancora le parole di quel bambino riecheggiare
nella mia testa. A tutti voi, Buon Natale!
In questo numero di NO
WARNING! :
- A Journey To The End Of The Cosmos : The
Tenth Planet new release
- Detroit Rock City : Morphine live album
- I Prophesy Disasters : the Curly's Airships
songstory
- It's Time To Sing A Tune : the Jeb Loy Nichols
second studio album
- Go West Young Man : Willard Grant Conspiracy
album review
- Visions Of Japan : David Sylvian retrospective
album
- No Ordinary Music : the Cipher album review
- Discipline Is Never An End In Itself : the
Unfolded Like Staircase album review
- You Are What You Is? : another Bluvertigo
single
- On Stage : Ozric Tentacles, Turin, Barrumba
December 4th, 2000
- News from the World Central
- News from the World
THE TENTH PLANET - THE TENTH PLANET (no catalogue number)
Dedichiamo un po di attenzione all’interessante progetto di Charles Jowett, giunto al quarto prodotto ufficiale nel giro degli ultimi quattro anni (due cassette albums nel 1997 e 1998, ed il CD Adventures In E-Space nel 1999). La proposta musicale di The Tenth Planet farà felici coloro che nel corso di questi ultimi anni hanno apprezzato i lavori di FFWD e Bass Communion, una ambient music creata con un massiccio ma sapiente uso delle moderne tecnologie, con poche percussioni e molti loops e sequenze ripetute, che concorrono a formare geometrie e forme affascinanti. Suoni come gocce che, lentamente, creano stalattiti in un paesaggio di emozionante bellezza, da ammirare in un incantato silenzio. Non ho altre parole per descrivere le sensazioni derivanti dall’ascolto di pezzi come Sitting, Watching e A New Low, i venticinque minuti di durata di questo disco sono una piccola collezione di scintillanti cristalli da apprezzare in tutta la loro purezza. Cos’altro posso aggiungere? Ah, si, una raccomandazione fattami dallo stesso Charles, quella di specificare che questo CD è disponibile gratuitamente (avete letto bene) presso The Tenth Planet. Consultate il sito http://members.tripod.com/the10planet , oppure scrivete all’indirizzo e-mail the10planet@hotmail.com o via posta tradizionale all’indirizzo : Charles Jowett, 118 Walcott St. - Stow, MA - 01775 USA
A Long Week / Hanging By A Thread / Sitting,
Watching / A New Low / Wearing Thin / It’s Happening Again
MORPHINE – BOOTLEG DETROIT Rykodisc RCD 10495
Una copertina scura, una fotografia in bianco e nero della band in azione sul palco, molto simile a quella del doppio live album Vital dei Van Der Graaf Generator : anche questo dei Morphine è un live album, ma non sono queste le sole analogie con il disco citato in precedenza. Con ciò non intendo dire che siamo in presenza di un gruppo di emulatori della storica band di Peter Hammill, infatti ho parlato di analogie, che risiedono in un sound senza fronzoli, all’apparenza scarno ma invece di considerevole spessore, dettato da linee ritmiche essenziali e ben delineate su cui risalta una voce ruvida ed un imponente lavoro di sax. Il sound di Morphine si estrinseca attraverso composizioni brevi, dirette, apparentemente dal sapore grunge, ma da cui traspare una grande intelligenza di scelte. In esso convivono soul, jazz-rock, punk, pop : può sembrare follia, invece ascoltando questo esplosivo trio vi renderete conto che è realtà. Come lascia intuire il titolo, questo official bootleg è stato registrato in Detroit da un componente dell’audience il 7 Marzo 1994, e rende appieno la sensazione di energia che sprigionavano le performances di Morphine : sono quaranta minuti che vanno giù tutti d’un fiato, urgenti, diretti al cervello, persino orecchiabili. Concisi dialoghi e presentazioni riescono a non dissipare l’energia che si mantiene altissima dall’inizio alla fine del concerto e che cattura l’attenzione dell’ascoltatore. Il CD comprende anche due tracce video registrate al Montreaux Jazz Festival del 1995, con delle belle riprese da più angolazioni della band on stage. Un bel disco live postumo per una band che purtroppo non è più : un attacco cardiaco ha stroncato l’esistenza di Mark Sandman proprio nel corso di un tour della nostra penisola l’anno passato. Una parte dei proventi di questo disco verranno destinati al Music Education Fund intitolato alla sua memoria, motivo in più per assicurarsene una copia.
Intro / Come Along / Dana Intro / Mary / Banter
#1 / Candy / Sheila / Billy Intro / Claire / My Brain / Banter #2 / Head
With Wings / Cure For Pain / You Speak My Language / Thursday / Banter
#3 / You Look Like Rain / Buena
Plus enhanced tracks Cure For Pain and The
Saddest Song
JUDGE SMITH - CURLY'S AIRSHIPS Masters Of Art MASTER101
Un imponente monumento musicale! Non trovo
altre parole per sintetizzare un giudizio su questa ambiziosa opera rock,
degnissima erede di storici progetti quali Jesus Christ Superstar o Tommy.
Ha impiegato ben sei anni, il buon Judge Smith, per realizzare questa che
lui ha voluto chiamare una “songstory”, anche perché il gran lavoro
svolto non si è limitato al solo aspetto musicale, ma ha richiesto
anche una paziente ed accurata ricerca storica per ricostruire la vicenda
del grande dirigibile R101 precipitato nel 1930 durante il suo viaggio
inaugurale dall’Inghilterra verso l’India. La struttura di Curly’s Airships
è quella propria di un’opera, con tanto di libretto accluso che
guida l’ascolto passo dopo passo, riportando dettagliatamente la sequenza
dei temi (l’autore ha pensato infatti anche ad un adattamento teatrale
e ad una versione in formato DVD). Musicalmente siamo al cospetto di un
riuscito blending di sonorità, che abbraccia le peculiarità
dei Van Der Graaf Generator, il surreale universo di Frank Zappa, la musica
operistica, la musica popolare degli anni 20/30 e le fanfare militari,
il tutto teso a formare un inscindibile insieme (come fu in passato per
The Lamb Lies Down On Broadway e Thing Fish) da gustare dall’inizio alla
fine lungo gli oltre 140 minuti di durata dell’opera, con l’unica inevitabile
interruzione data dal cambio tra il primo ed il secondo disco. Tra gli
ospiti presenti, in un cast che conta ben diciotto partecipanti, si segnalano
David Jackson, Hugh Banton, Peter Hammill, John Ellis, Arthur Brown e l’ex
Stranglers Paul Roberts. La presenza di buona parte degli ex membri dei
Van Der Graaf Generator si fa ovviamente sentire, soprattutto nelle parti
vocali (e questo anche laddove non è Hammill a cantare) e nelle
parti strumentali ad opera di Banton e Jackson, ma non aspettatevi le oscure
esplorazioni all'interno dell’animo umano che caratterizzarono capolavori
come H To He e Pawn Hearts : la musica è molto “descrittiva” e ben
si fonde con i testi della vicenda, dando quasi una resa visiva che coinvolge
l’ascoltatore e lo catapulta all’indietro nel tempo, nell’Inghilterra degli
anni ’20. Curly's Airships è totalmente intriso di pathos : chiudete
gli occhi dopo aver schiacciato il tasto "play" (it's so strange here ...),
e lasciatevi guidare dal racconto di questa vicenda di uomini coraggiosi,
di ambiziosi politici, di pionieristiche sfide e di ferrei codici d'onore.
Tali saranno le sensazioni che ne ricaverete che non potrete non rimanere
affascinati da questo racconto. Ascoltate, ad esempio, in quello che è
il momento culminante della vicenda (Hastings To Beauvais) come il sax
soprano di David Jackson sull'incalzante base ritmica dia effettivamente
l'idea di un'impavido e folle volo sotto la furia degli elementi, prima
del fatale schianto sul suolo francese. Ci sarebbe da scrivere un mare
di parole per descrivere minuziosamente questo capolavoro scritto in forma
libera da metriche su innumerevoli temi ricorrenti assemblati con rara
maestria, penso che il modo migliore per rendere giustizia a questo disco
sia quello di consigliarvene caldamente l'acquisto, e lasciare che il lavoro
di Judge Smith vi conquisti in breve tempo, costringendovi ad una sua assidua
presenza nel vostro lettore CD. Per maggiori dettagli visitate il sito
http://www.curlysairships.com
disc one : Voices From A Crystal Set / Walking
Her Out / Curly Takes Us Up / Drifting About Like A Bad Smell / Curly In
The Clouds / A Capital Idea / A Shrieking Of Aluminium / Curly On Civvy
Street / That Imperial Airship Scheme / From The Sidelines / A Kindly Sort
Of Cove / Curly At Cardington / A Creature Of Grace / A Byronic Sort Of
Blighter
disc two : Big Chief And Some Minor Bugs /
The Canadian Run / Conan Doyle & The Flying Sieve / Horrors At Hendon
/ As Safe As A House / A Ship Of Fools / The Night Before / The Morning
After / Bedford To Hastings / Hastings To Beauvais / The Muffled Drum /
The Final Taboo
JEB LOY NICHOLS – JUST WHAT TIME IT IS Rough Trade Records / Rykodisc RCD 10605
Contrariamente a quanto sostengono in molti, ossia che tutto ciò che poteva essere inventato in campo musicale è già stato fatto, capita invece spesso di imbattersi in prodotti nuovi, freschi ed originali. E’ il caso di questo Just What Time It Is, secondo album di Jeb Loy Nichols dopo Lovers Knot del 1997. Un disco che sin dal primo ascolto rivela un sapore “amichevole”, quel tipo di approccio tipico dei dischi solo di Francis Dunnery, saltuariamente tinto di pennellate reggae (è il caso ad esempio di Perfect Stranger) o guidato da colorate chitarre alla George Benson. Ma anche a livello di impostazione vocale il raffronto più immediato è proprio quello con l’ex chitarrista degli It Bites, basti ascoltare episodi come l’iniziale Heaven Right Here o la delicata ballad Hold Me Till I Fall. Il buon Nichols si differenzia per la rinuncia alla dimensione più marcatamente rock per attingere semmai dalla tradizione della Swinging London, mescolando elementi di musica nera e caraibica. Il risultato è decisamente positivo, Just What Time It Is è un ottimo disco di canzoni arrangiate con gusto, ben suonate, ben prodotte e che ad ogni ascolto offrono all’orecchio nuovi particolari da scoprire. Lasciatemi citare ancora l’eccellente traccia conclusiva Heavy Changes, con un refrain di fiati indimenticabile ed una simpatica coda, praticamente una sorta di credits dell’album enunciati con il succitato refrain in sottofondo. Bravo Jeb!
Heaven Right Here / Perfect Stranger / Hold
Me Till I Fall / Kissing Gate / Say Goodbye To Christopher / Room 522 /
She Reminded Me / Midnight (All Night Long) / Summer Came / Trying To Get
Over / Sadly Sometimes / Double Dose Of You / Heavy Changes
WILLARD GRANT CONSPIRACY – EVERYTHING’ S FINE Slow River / Rykodisc SRRCD 58
Non ricordo chi, un po di tempo fa, mi ha chiesto riferendosi allo scopo di questo spazio web cosa intendessi per musica alternativa. Qualcuno potrebbe rispondere, come mi è capitato di sentire, che non vuol dire niente; qualcun altro potrebbe sostenere che (ad esempio) l’ascolto di Celine Dion è alternativo a Ramazzotti, Masini e Grignani. Per il sottoscritto, come ho già spiegato nel manifesto programmatico presente nella home page di No Warning!, alternativo è ciò che fuoriesce dalla settorialità della musica mainstream, ciò che è difficilmente catalogabile o è al di fuori dei grandi circuiti. In quest’ottica allora possiamo tranquillamente collocare anche questo disco di musica country, realizzato (per quella che è la mia competenza) secondo tutti i crismi del genere : una voce profonda, chitarre slide, armonica e tutto ciò che può evocare i rurali paesaggi della parte occidentale del Nord America. Ed in mezzo a tutto questo è possibile anche imbattersi in un gioiellino strumentale come Hesitation, ideale anello di congiunzione tra questo disco e quelli di cui solitamente tratta No Warning!, oltre ad alcune gradevoli ballate come Southend Of A Northbound Train e Closing Time. Stranamente sono presenti anche alcuni ammiccamenti al repertorio dei Simple Minds (quelli di Street Fighting Years, per intenderci) nella conclusiva Massachusetts, cosa che permette, insieme alla già citata Hesitation, di rompere parzialmente con gli schemi classici del genere. Interessante!
Notes From The Waiting Room / Christmas In
Nevada / Kite Flying / Wicked / Hesitation / Ballad Of John Parker / Southend
Of A Northbound Train / The Beautiful Song / Drunkards Prayer / Closing
Time / Massachusetts
DAVID SYLVIAN - EVERYTHING AND NOTHING Digipack limited edition Virgin CDVDX2897
In un periodo come questo, particolarmente ricco di raccolte, box, scatole e scatoloni, nonché degli immancabili albums natalizi, viene a cadere anche la retrospettiva sugli ultimi venti anni di carriera di David Sylvian, ricercatore tra i più discussi (anche perché se non fosse discusso ben difficilmente se ne potrebbe parlare come di un ricercatore) ma anche tra i più amati, grazie anche alla sua militanza nei glam-popsters Japan. Fautore da sempre di atmosfere raffinate, talvolta al limite dell’insopportabile, perennemente alla ricerca dei servizi dei migliori musicisti d’avanguardia per arricchire le sue composizioni di sfaccettature che le sue interminabili fasi di lavorazione manipolano più e più volte, Sylvian si è anche distinto negli ultimi anni per la parsimonia di prodotti a suo nome. Un po difficile quindi assemblare una compilation dopo che tutti i suoi lavori solisti fino a Secrets Of The Beehive sono già stati inclusi nel Weather Box senza andare a pescare anche in altre diramazioni della sua carriera. Cosi per Everything And Nothing David ha recuperato alcune sue partecipazioni, come Buoy dall’album Dreams Of Reason Produce Monsters del suo amico/nemico Mick Karn, e The Golden Way e Come Morning dal bel concept Marco Polo di Alesini e Andreoni. Sono presenti anche estratti dalle sue collaborazioni, come quella con l’inseparabile Ryuichi Sakamoto (Heartbeat) e quella con Robert Fripp (esasperante per quest’ultimo causa il modus operandi di Sylvian) concretizzatasi con l’album The First Day ed il live album Damage (sono qui incluse God’s Monkey e Jean The Birdman). Estratti dal repertorio dei Japan sono presenti in versioni remixate insieme ad alcune outtakes, mentre ben tre sono gli estratti dall’unico album dei Rain Tree Crow, esperimento di riunione degli ex Japan finito in modo burrascoso (chissà perché includere un pezzo cosi poco significativo come Blackwater). Consistente, ovviamente, la presenza di brani estrapolati dagli albums solisti (con l’eccezione di Alchemy), anche se a mio avviso scindere parti di un album molto omogeneo come Secrets Of The Beehive finisce con il far perdere agli estratti stessi il loro significato. Più logico quindi ripescare pezzi all’epoca scartati (come Ride, outtake dalle sessions di Secrets Of The Beehive che effettivamente non avrebbe ben figurato nel contesto) e che in quest’occasione possono essere rivalutati, insieme a b-sides e singoli di difficile reperibilità come Bamboo Houses e Pop Song. Non tutte le tracce inedite, va detto, sono trascendentali: se The Scent Of Magnolia, presente nell’edizione più lussuosa in ben tre diverse versioni, e Cover Me With Flowers sono di uno spessore non indifferente, è anche vero che pezzi come Albuquerque, Aparna And Nimisha e Thoroughly Lost To Logic sono delle occasioni sprecate per utilizzare al meglio il talento di musicisti eccezionali come Bill Frisell e Keith Tippett. Molto meglio quindi riversare le attenzioni sulla nuova versione di Brilliant Trees e sulla studio version di The Blinding Light Of Heaven, brano già apprezzato nel corso del tour di Sylvian & Fripp. Una compilation per molti versi contraddittoria come il personaggio stesso, ma decisamente consigliabile per tutti, in quanto documento rappresentativo di una carriera costellata di successi, di fiaschi (come dimenticare il deprimente tour solista del 1994), di incidenti di percorso e di affascinanti sfide, spesso vinte grazie alle capacità che distinguono i grandi pionieri dagli effimeri prodotti dell’industria discografica di grande consumo.
disc one : The Scent Of Magnolia / Heartbeat
(Tainai Kaiki II) / Blackwater / Albuquerque (Dobro #6) / Ride / The Golden
Way / Ghosts / Pop Song / Every Colour You Are / Wanderlust / God’s Monkey
/ Let The Happiness In / I Surrender / Thoroughly Lost To Logic
disc two : Jean The Birdman / Cover Me With
Flowers / The Boy With The Gun / Riverman / Aparna And Nimisha (Dobro #5)
/ Midnight Sun / Orpheus / Some Kind Of Fool / Cries And Whispers / Godman
/ Laughter And Forgetting / Buoy / Weathered Wall / Bamboo Houses / Come
Morning
bonus disc : The Scent Of Magnolia (edit)
/ The Blinding Light Of Heaven / The Scent Of Magnolia (Portobello mix)
/ Brilliant Trees (version 2000)
CIPHER - NO ORDINARY MAN Hidden Art hi-art 5
Raccogliendo l’invito fattomi dall’amico Charles Imperatori, tratterò di questo disco risalente al 1999 ma che a dispetto della sua indubbia validità pare abbia trovato poco spazio sulla stampa musicale. Un vero peccato questo, ma d’altronde conoscendo le regole perverse del music business (esemplificate tempo addietro da Robert Fripp che partì dalla constatazione che non si fanno dischi ma solo dischi di successo …) non bisogna stupirsi del silenzio sostanziale sotto cui è passato questo lavoro. Cipher è il progetto di Theo Travis, fenomenale fiatista jazz nonché membro dei Gong e collaboratore del giro No-Man/Porcupine Tree/JBK, e Dave Sturt, bassista dei Jade Warrior. Il frutto di questa collaborazione è un’ora di sottili esperimenti sonori giocati su abili assemblaggi di poche manciate di suoni, con un dosato utilizzo di samples (Dusk) e di linee di basso fretless (The Lodger), su cui i due titolari inseriscono sporadiche linee melodiche senza mai appesantire la struttura dei pezzi (A Far Cry, Canyon). Praticamente assente qualsiasi forma di ritmo, cosi come è stato per i due dischi di Bass Communion, le nove tracce di questo disco si fanno belle del riuscitissimo amalgama delle poche sonorità che le compongono, un amalgama nel quale risulta persino arduo distinguere i contributi dati in alcuni pezzi da Richard Barbieri e Steven Wilson. L’opera di quest’ultimo si nota decisamente per quanto riguarda il mixing, che forse contribuisce a creare qualche ulteriore motivo di paragone con Bass Communion, ma mentre il progetto solo di Wilson si basa prevalentemente sull’uso dei campionamenti, Cipher si distingue per l’apporto analogico dato dagli strumenti di Travis e Sturt. E come non notare le tenui sfumature jazz nella bellissima title track, il flavour mediorientale di Desert Song, o il delicato tappeto di armonici in The Waiting, o il soundscaping che fa da sfondo a White Cloud, Blue Sky … come in una gelida mattinata invernale, i colori vengono fuori poco a poco, sotto un timido sole che lentamente scioglie la brina e scalda l’aria tersa. Imperdibile!
Dusk / The Lodger / The Waiting / A Far Cry / White Cloud, Blue Sky / Desert Song / Canyon / Bodhidharma / No Ordinary Man
DISCIPLINE - UNFOLDED LIKE STAIRCASE Strung Out Records (no catalogue number)
Nonostante questo disco sia uscito già tre anni or sono, uno spazio come NO WARNING! non può esimersi dal trattare di un simile prodotto che sicuramente non ha ricevuto tutte le attenzioni che merita. Due parole di presentazione sono d’obbligo : i cultori del sottobosco delle prog-zines si saranno magari già imbattuti nel nome di questa band americana, che intorno al 1994/95 fu autrice del debut album Push & Profit, la cui unica colpa (se di colpa si può parlare) era quella di essere costituito di materiale scritto in periodi diversi. Ciò fece sentenziare a qualche “luminare” della critica che il gruppo non era sufficientemente preparato per il debutto discografico (spesso come lettore ho pensato che molti presunti critici non sono sufficientemente preparati per imbrattare carta …); Push & Profit mostrava invece una bella realtà, quella di un gruppo tecnicamente molto abile, come d’altra parte tutta la scena nordamericana degli anni ’90, di tutt’altro livello rispetto alla maggior parte dei contemporanei britannici (vi raccomando le esibizioni live di bands come Pendragon, IQ e Jadis). Ma a differenza di altre bands del nuovo continente, per la maggior parte propense a dare un taglio decisamente heavy al loro prog-rock (fortunatamente ci sono delle belle eccezioni quali Djam Karet ed i superlativi Miriodor), Discipline si inseriscono piuttosto nel filone dei newyorkesi Naked Sun (due sconosciutissimi dischi all’attivo), tendente a dare al sound un ricco spettro di sfumature diverse, mutuate da un variegato background, appetibile anche per chi, come il sottoscritto, non è amante del gusto musicale americano. Al di là del sapore Crimsoid che il nome della band richiama, nella miscela musicale dei Discipline è possibile trovare le più disparate influenze, anche se l’amalgama delle loro lunghe composizioni alla fine finisce per rendere arduo il tentativo di risalire a tutte le fonti di ispirazione del gruppo. Unfolded Like Staircase consta infatti di quattro lunghe tracce (di cui una, Into The Dream, raggiunge i 22 minuti di durata) che però sono tutt’altro che monolitiche, assemblate in maniera tale da risultare estremamente scorrevoli, non pesanti, barocche e noiose come riesce invece a molti colleghi europei. La ricchezza di temi proposti in ogni singolo pezzo è tale da costringere ad ascolti ripetuti chi voglia memorizzarli tutti, e notevole è anche il dispiegamento di sonorità, sia moderne che più datate, il cui utilizzo è prevalentemente affidato al polistrumentista e cantante Matthew Parmenter, che si alterna con buona padronanza tra tastiere, sax e violino. Un ottimo disco per un gruppo che sa distinguersi autorevolmente dal lotto di pedissequi imitatori che, sulla scia del successo dei Marillion, hanno popolato le scene. Ed è confortante pensare che un gruppo come questo ha le capacità per esprimersi a livelli ancora più alti, quindi aspettiamo fiduciosi il prossimo lavoro.
Canto IV (Limbo) / Crutches (includes : The Carrot, The Silent Mirror, Down The Hatch, Crutches) / Into The Dream (includes : Descent, Chock Full O' Guts, Drawn And Quartered, Clearing, Stealing The Key, Sum Music, Turtles All The Way Down) / Before The Storm (includes : The Ocean, The Storm, Eden)
BLUVERTIGO - SONO=SONO Noys Columbia 669176 2 - 6691762000
Terzo singolo estratto da Zero, l’ultimo album dei Bluvertigo sezionato in lungo e in largo, e onestamente questa volta non posso fare a meno di dichiararmi quantomeno perplesso : la versione integrale del pezzo, uno dei migliori del disco, con quella sua vena che richiama alla memoria alcuni episodi dei Devo, non è di una lunghezza tale da giustificarne un edit radiofonico. Ancora peggio andiamo con il dance remix, che non mi faccio scrupoli a definire totalmente inutile. Per quanto riguarda l’inedita Sotterraneo non si può fare a meno di rilevare che, al di là della validità del testo, siamo di fronte a soluzioni che i Bluvertigo hanno già sfruttato in passato e che non consentono loro di esprimere le reali potenzialità. Tutto da buttare quindi? Fortunatamente no, ed infatti, oltre ad una pregevole versione dal vivo di Sovrappensiero arricchita da una bella intro, troviamo due brevi episodi strumentali, How Did I Get It? E How Did I Get Here? che risultano decisamente interessanti e che mettono realmente in risalto le indubbie capacità del quartetto monzese. Una strada da battere con maggior convinzione, anche se mi rendo conto che sia difficilmente praticabile per un gruppo che si accinge a partecipare alla prossima edizione dello scempio sanremese. Un altro gruppo proveniente dalla stessa zona ha superato brillantemente quello scoglio infido, saranno in grado Morgan e soci di ripetere l’impresa riuscita alla band dell’uomo dalle folte sopracciglia?
Sono=Sono (radiophobic) / Sotterraneo / How
Did I Get It? / Sono=Sono (andory dance mix) / How Did I Get Here? / Sovrappensiero
(electric live-check)
OZRIC TENTACLES - Torino, Barrumba 4 Dicembre 2000
Tocca nuovamente al Barrumba ospitare la tappa
torinese del tour degli Ozric Tentacles, tour che causa maltempo è
stato forzatamente ridimensionato rispetto alle intenzioni originali. Molti
giovani freaks erano già in coda fuori dal locale con notevole anticipo
rispetto all’ora di inizio prevista, ingannando l’attesa facendo girare
fiaschi di vino e qualche spinello. Dopo l’ingresso del pubblico nel locale
si è dovuto attendere ancora fino alle 23:30 per poter finalmente
dare inizio allo show : uno show che ha visto fin dalle prime battute i
cinque musicisti affrontare con grinta gli estratti dal loro ormai vasto
repertorio, un continuo fluire di spirali psichedeliche condotto con piglio
deciso, a tratti al limite del rifferama heavy, dalla chitarra del leader
Ed Wynne sul solido supporto fornito dalla torrenziale sezione ritmica
e sulle rifiniture di flauto e tastiere. Con un impianto scenico limitato
a poche luci e a due faretti che proiettavano alle spalle del gruppo variopinti
caleidoscopi, gli Ozrics hanno deliziato per circa due ore senza sosta
il loro pubblico di fedelissimi, mettendo in mostra una buona padronanza
degli strumenti ed una vena che, pur attingendo inevitabilmente dai maestri
del passato (ma questa non è una colpa, se non si cade nel plagio),
denota una notevole dose di originalità grazie anche all’accurata
scelta delle sonorità. La formula funziona, come ha dimostrato il
successo della serata, ed il “cereale” continua a buttare germogli di ottima
qualità.
News from the World Central
- Il quattordicesimo volume del KCCC (CLUB14)
sarà incentrato sul concerto tenuto alla Plymouth Guildhall nel
Maggio del 1971. Il prodotto finito combinerà la registrazione dal
mixer effettuata da Pete Sinfield con quella di un bootleg preso da un
componente dell'audience, il tutto per dare un'atmosfera live più
reale. Ian Wallace sta preparando le note per il booklet di questo che
sarà un doppio CD ma che per i membri del KCCC conterà come
un'unica release.
- Si intitola The Sound Of Surprise il nuovo
album degli Earthworks in uscita a Febbraio
News from the World
- Gli Ozric Tentacles suoneranno al Solipse
Solstice Eclipse Festival che si terrà in Zambia il 21 Giugno 2001.
Maggiori dettagli sul sito www.solipse.com
. Prevista la loro partecipazione anche al Festival di Herzberg in Germania
il 19 Luglio, dove gli Ozric saranno gli headliners della prima serata
- La collection relativa al periodo KScope
dei Porcupine Tree prevista per l'inizio del 2001 potrebbe avere il seguente
track listing : Buying New Soul (new recording), Access Denied (new recording),
Cure For Optimism, Untitled, Disappear, Ambulance
Chasing, In Formaldehyde, Even Less (full length version), Oceans Have
No Memory (new band version). Per quanto riguarda l'altra compilation su
etichetta Delerium, il mastering è già completato, mentre
l'artwork di copertina è in dirittura di arrivo. Il booklet conterrà
una dettagliata storia della band scritta da Dann Chinn, webmaster della
e-zine Misfit City
- Sempre a proposito di Porcupine Tree, la
già annunciata edizione limitata di Lightbulb Sun uscirà
a Marzo in Germania, Francia ed Israele, ed includerà, invece della
KScope compilation, una specie di "Introduction to PT" sotto forma di bonus
CD EP. Questo probabilmente includerà il video di "Piano Lessons"
e due o tre pezzi inediti.
- Abbiamo ricevuto notizie dell'ex bassista
di Adam Ant Chris Constantino, attualmente leader della band JackieOnAssid.
Alcuni videos sono reperibili all'indirizzo
http://www.pixelon.net/html/musicvideosbyartistorband.htm
mentre alcuni mp3 sono disponibili su www.besonic.com/jackieonassid
La band ha ben tre siti : www.jackieonassid.com
, www.crosswinds.net/~jackieonassid/index.html
e www.sursumcorda.com/jackieonassid
Fino ad oggi la band ha prodotto un enhanced
EP dal titolo 4PLAY ed un album intitolato Zip Me Up. Potete contattare
il gruppo all'indirizzo e-mail jackie@jackieonassid.com
- Steven Wilson ha completato il secondo lavoro
del suo progetto IEM dal titolo "Arcadia Son". L'album uscirà in
Marzo o Aprile in edizione limitata su formato LP per l'etichetta americana
Gates Of Dawn, ed un edizione in CD vedrà la luce quando il vinile
sarà esaurito (questo però non è bello, Steven). Il
track listing è il seguente : Wreck (1.25) / Beth Krasky (0.26)
/ We Are Not Alone (7.28) / Cicadian Haze (6.11) / Politician (1.08) /
Arcadia Son (7.48) // Shadow Of A Twisted Hand Across My House (20.20)
/ Goldilocks Age 4 (1.10)
Chi di voi in passato si è divertito
leggendo il simpatico fumetto di Bonvi “Sturmtruppen” ricorderà
alcune vignette in cui era menzionata “l’arma finale del Dr. Goebbels”
: i paffuti soldatini tedeschi rimanevano rimbecilliti con gli occhi sbarrati
davanti ad un apparecchio televisivo improbabilmente funzionante in mezzo
ad un campo di battaglia. Chissà se Bonvi sapeva di prevedere, in
quelle vignette, il futuro della sua nazione : milioni di Italiani inchiodati
per ore ed ore davanti alla televisione ad assistere a programmi sempre
più demenziali ed offensivi per l’intelletto umano. Tra grandi fratelli,
quiz a premi per microcefali, talk shows dove non si parla di niente, trasmissioni
in cui la gente va a far conoscere al mondo i suoi affari più intimi,
chiacchiere insulse prima durante e dopo una semplice partita di calcio,
la TV è diventata una scatola vuota. A margine rimane tutto il resto
: le difficoltà economiche delle famiglie, la mancanza di posti
di lavoro sicuri, l’emarginazione dei più deboli, il disagio sociale,
la sicurezza delle città e via di questo passo. Tanto per dimenticare
tutto basta tornare a casa, mettersi in pantofole, sprofondare nella poltrona
ed, impugnando lo scettro del comando sul regno delle nostre mura domestiche,
accendere la televisione. Ci penserà il presentatore di turno a
creare davanti ai nostri occhi il miraggio di una ricchezza facile che
è li a portata di mano. E saremo ricchi anche noi, almeno fino al
mattino dopo, quando l’infallibile ed impietosa sveglia trillante sul comodino
ci riporterà alla dura realtà fatta di sacrifici ed insicurezze.
Non c’è speranza per il futuro? Si, basta cominciare a riappropriarsi
del presente, magari tenendo spento quello scatolone vuoto e diseducativo.
Meglio un libro, un disco, un concerto, uno spettacolo teatrale, un buon
film al cinema … come diceva un pezzo degli It Bites, “there’s a whole
new world out there”.
In questo numero di NO
WARNING! :
- Crimso! Crimso! Crimso! - King Crimson three
CDs live set review
- See Them Smile : Tim Bowness and Samuel
Smiles live album
- One Step Ahead : the 16th Ozric Tentacles
studio album
- You Don't Have To Be Old To Be Wise : the
Ex-Wise-Heads debut album
- On Stage : Gong, Turin, Supermarket October
23rd, 2000
- A Look On The Net : Microguitars web site
- Tape of the Month : King Crimson, Montreal,
July 11th, 1984
- News from the World Central
- News from the World
KING CRIMSON – HEAVY CONSTRUkCTION Discipline Global Mobile DGM0013
Beh, mi tocca fare un pubblico mea culpa : in occasione dell’uscita di The ConstruKction Of Light avevo espresso dei dubbi sullo stato di forma di Crimso, che mi sembrava essere in debito di ossigeno per quanto riguardava l’aspetto compositivo. Già le due date del tour a cui ho assistito nel giugno scorso mi avevano riconciliato con quel disco che mi era inizialmente sembrato stanco e privo di spessore, rimandandomi ad un ascolto più spassionato di quei solchi e conducendomi infine ad apprezzarlo per quello che Tim Bowness dei No-Man ha definito “una nobile ed onesta aggiunta ad un nobile ed onesto catalogo”. Ora questo triplo CD mi (ci) consente di apprezzare anche nella quiete dell’ambiente domestico la resa live del repertorio più recente di King Crimson, registrato su DAT dal mixing desk nel corso del tour Europeo dell’estate scorsa, e di rivivere la magia di quelle splendide sere d’estate (non dimenticherò mai la splendida cornice dell’anfiteatro del Vittoriale con le luci riflesse sulla superficie del lago di Garda). Ogni traccia brilla come una gemma incastonata in questa “parure” di tre dischi, per un totale di oltre tre ore di concerto (quasi quattro considerando anche i 45 minuti di video del discusso concerto di Roma, alla fine del quale Robert Fripp rifiutò di concedere i bis, contrariato dal fatto che nonostante il divieto di scattare fotografie il palco è stato ripetutamente bersagliato dai flash). Deliziamoci con le fini cesellature di ConstruKction Of Light e FraKctured, esaltiamoci con l’impatto frontale di Frying Pan e Larks’ IV, gustiamoci le rielaborazioni acustiche di Cage e Three Of A Perfect Pair, inoltriamoci nei territori inesplorati delle improvvisazioni con cui King Crimson hanno riempito l’intero terzo disco di questo set, ripetendo il recente esperimento di THRaKaTTaK. A voler proprio cercare il pelo nell’uovo, si può anche rimanere leggermente delusi dalla versione abridged di Dinosaur (Crimso l’ha eseguita nel corso di questo tour nella stessa versione del radio-edit) o da una VROOOM orfana della sua Coda : Marine 475 (ma era accaduto anche in diversi concerti del Double Trio). Oppure si può disquisire sul fatto che diverse improvvisazioni inizino da uno stesso spunto, ma ciò non deve essere visto necessariamente come un difetto, anzi ciò evidenzia la capacità di Crimso di costruire in base all’ispirazione del momento soluzioni diverse partendo dalla stessa manciata di note. Figurano tra le improvvisazioni anche una strana rielaborazione di Tomorrow Never Knows dei Beatles (grande passione di Mr. Belew) e due episodi dal titolo Lights Please, nei quali Fripp redarguisce i componenti dell’audience armati di camera e flash. Prezioso complemento a questo set è il già citato estratto dal concerto di Roma contenuto nel secondo disco (il suo utilizzo è semplicissimo, basta inviare il proprio indirizzo e-mail a BootlegTV che nel giro di poche ore ci fornirà la password da inserire nell’apposito spazio dopo aver messo il disco nel lettore CD Rom del nostro computer, dopodichè … buona visione!); le immagini sono state riprese dalla troupe di BootlegTV che ha seguito la band in giro per l’Europa, la qualità è decisamente buona e consente di apprezzare la tecnica dei quattro musicisti in azione attraverso dei bei primi piani (è sempre stupefacente vedere quale velocità di esecuzione possa dispensare Robert Fripp, nel corso della prima traccia video ne abbiamo un bel saggio). Come potrete facilmente concludere, Heavy ConstruKction è un’altra delle indispensabili testimonianze live che King Crimson continua con grande generosità ad offrire al proprio pubblico. Se la lista di titoli si allunga, il livello qualitativo si mantiene comunque alto, accrescendo l’attesa per altri prodotti a marchio King Crimson. Un’ultima importante segnalazione : la già citata BootlegTV (vi si accede attraverso il sito della DGM) ha in preparazione videos e doppi CDs di tutte le date Europee del tour da produrre in piccole serie o individualmente; Crimheads di tutto il mondo, tempestateli di richieste!
CD One: Into The Frying Pan / The ConstruKction
Of Light / ProzaKc Blues / Improv: Munchen / One Time / Dinosaur / VROOOM
/ FraKctured / The World's My Oyster Soup Kitchen Floor Wax Museum / Improv:
Bonn
CD Two: Sex, Sleep, Eat, Drink, Dream / Improv:
Offenbach / Cage / Larks' Tongues In Aspic: Part Four / Three Of A Perfect
Pair / The Deception Of The Thrush / Heroes
Plus enhanced CD live concert video from Rome
23/06/2000 : Improv / Larks’ Tongues In Aspic Part IV / Coda : I Have A
Dream / Lights Please / Cage / The World’s My Oyster Soup Kitchen Floor
Wax Museum / Improv / Sex Sleep Eat Drink Dream / VROOOM
CD Three: Sapir / Blastic Rhino / Lights Please
(part 1) / ccccSeizurecc / Off And Back / More (And Less) / Beautiful Rainbow
/ 7 Teas / Tomorrow Never Knows Thela (including Tomorrow Never Knows)
/ Uböö / The Deception Of The Thrush / Arena Of Terror / Light
Please (part 2)
TIM BOWNESS / SAMUEL SMILES - THE WAY WE USED TO LIVE Hidden Art hi-art 7
Dopo il bell’esordio di World Of Bright Futures, Samuel Smiles si ripresentano al pubblico con un live album registrato in presa diretta il 3 Dicembre dello scorso anno al Folk Club di Cambridge. The Way We Used To Live non presenta quindi sovraincisioni (secondo la band, nella tradizione dei grandi live albums del passato), ma non per questo è un prodotto “rough” o dal taglio aggressivo; la qualità è anzi decisamente buona, e consente di apprezzare al meglio la limpidezza del sound del quartetto. Gli estratti dall’unico studio album di Samuel Smiles possono cosi brillare come nelle versioni originali, ed anche la dolcissima traccia inedita All That You Are può essere gustata fino in fondo, con i suoi arpeggi di piano e chitarra leggeri come farfalle, su cui la suadente voce di Tim Bowness si muove a suo agio. Il livello della performance è eccellente, ed il set proposto offre numerosi motivi di interesse. Tim infatti non manca l’occasione per dimostrare la sua devozione per Nick Drake, di cui Samuel Smiles propongono addirittura due covers, Fly e Black Eyed Dog, poste in apertura subito dopo Dreaming Of Babylon, a mio avviso uno dei migliori pezzi del precedente album. Ottima anche la resa di Bottleneck, presa in prestito dal repertorio dei Darkroom (di cui, ricordo, sia Tim che Michael Bearpark fanno parte) e riadattata in forma più prossima alla dimensione acustica del sound di Samuel Smiles. Molto bella anche la versione proposta di Watching Over Me, preceduta da un’intro condotta principalmente dai soundscapes di Bearpark, un chitarrista che sa lasciare un’impronta personale anche nei pezzi in cui non ha concorso alla composizione (ascoltate ad esempio le sue rifiniture proprio in Watching Over Me o i suoi layers di chitarra satura all’inizio di Black Eyed Dog). World Of Bright Futures è anche dal vivo un gioiello di cristallina bellezza, Never Lose Control è appena un gradino al di sotto. Rispetto alla versione inclusa nell’EP presente nelle prime copie del debut album, il flauto di Myke Clifford si sostituisce al cello di Maz De Chastelaine, togliendo a Never Lose Control quelle piccole asperità che il pezzo forse aveva, ma la sostanza non cambia. Solo l’inedita Beaten By Love ci mostra Samuel Smiles leggermente più aggressivi e forse anche un po meno convincenti. Trovo infatti che sia nelle ballads e nei pezzi più ambient che la band si trova a suo agio, e le conclusive All That You Are (che sarà sul prossimo album dei No-Man) e Brightest Blue (dal bellissimo Flame di Tim Bowness e Richard Barbieri) ne sono la conferma. Non so quanti possano rivaleggiare con Samuel Smiles in questo campo, e riuscire a scrivere delle ballads senza essere melensi (vero, Mr. Wetton?). Sicuramente il differente background di ogniuno dei quattro componenti contribuisce all’originalità della proposta (occhio quindi all’album di prossima uscita degli Henry Fool, al quale contribuiscono a vario titolo tutti i membri di Samuel Smiles), una proposta che consiglio caldamente a tutti gli amanti delle sonorità intimiste e delle atmosfere “notturne”. L’album è reperibile ad un prezzo contenuto sul sito amazon.co.uk, non mi resta che augurarvi buon ascolto.
Dreaming Of Babylon / Fly / Black Eyed Dog
/ Bottleneck / Watching Intro / Watching (Over Me) / World Of Bright Futures
/ Never Lose Control / Beaten By Love / All That You Are / Brightest Blue
OZRIC TENTACLES – THE HIDDEN STEP Stretchy Records STRETCHYCD3
Ne è passato di tempo dalle prime jams e dai primi cassette-albums dalle copertine dipinte a mano venduti ai festivals; in tutto questo tempo il gruppo di Ed Wynne si è meritatamente guadagnato lo status di cult band, con un seguito di fedelissimi fans sparsi per il globo e la soddisfazione di un album (Jurassic Shift) nella top ten del proprio paese. Evitiamo paragoni con altre bands inquadrate più o meno nelle stesse coordinate musicali e di equivalente notorietà, come i veterani Gong o i coetanei Porcupine Tree : il sound degli Ozric Tentacles brilla di luce propria, differenziandosi dalle visioni lisergiche e dalle composte architetture delle summenzionate bands per il blending di influenze inframezzate agli ipnotici passaggi costruiti a regola d’arte da cosmici synth e da chitarre flangerizzate. Gli Ozric Tentacles sono uno di quei gruppi che si sono sudati ogni tappa del loro successo attraverso lunghi tours e ben sedici studio albums, e questo The Hidden Step è un altro solido pilastro eretto a supporto di una brillante carriera. E’ impossibile rimanere impassibili all’ascolto di pezzi trascinanti come l’iniziale Holohedron e Pixel Dream, o non farsi coinvolgere dalle atmosfere orientaleggianti di Ashlandi Bol e Ta Khut : Ozric Tentacles sono una di quelle bands in grado di creare una miscela sonora originale e senza tempo attingendo da tradizioni ed suggestioni disparate. A tratti è possibile scorgere elementi utilizzati, seppure in un ambito completamente diverso, dai primi Twelfth Night in versione strumentale, con passaggi di chitarre e tastiere che richiamano i paesaggi cosmici di Jarre o dei Tangerine Dream. Una costante all’interno di questo album sembra essere lo spumeggiante drumming di Rad, a partire dalla già menzionata Holohedron, che si fa bella anche di pregevoli passaggi chitarristici e di gustosi fraseggi sequencerizzati. La title track è un altro incalzante pezzo rock guidato da una frenetica sezione ritmica su cui si incastrano con gusto parti di tastiera che mi hanno riportato alla memoria l’Anthony Phillips più sperimentale, quello di albums come 1984 o Slow Dances. La sua riflessiva parte finale prelude alla cadenzata Ashlandi Bol, con cui ci immergiamo nell’atmosfera evocata dall’artwork di copertina (il membro fondatore Ed Wynne pare sia un grande appassionato di egittologia). Anche la successiva Aramanu possiede la stessa carica evocativa, pur se con un risultato più ipnotico dovuto al sapiente uso ricorrente di un riff di chitarra con flanger sovrapposto ad indispensabili sequencers. Il ritmo decolla nuovamente nella già citata Pixel Dream, per riportarci poi nelle spire avvolgenti di Tight Spin (imperdibile il bel solo di chitarra acustica posto nella parte conclusiva del pezzo). Il disco si chiude con Ta Khut, condotta prevalentemente dal flauto di John Egan prima di concludersi con un pregevole soundscaping. The Hidden Step è uno di quei dischi al cui ascolto il tempo sembra volare via, e che spinge ad ascolti ripetuti e frequenti. Un disco di notevole spessore ma non pesante, che si inserisce a pieno titolo tra le migliori uscite discografiche di questa buona annata musicale volgente ormai al termine.
Holohedron / The Hidden Step / Ashlandi Bol
/ Aramanu / Pixel Dream / Tight Spin / Ta Khut
EX-WISE-HEADS – NO GREY MATTER Hidden Art Hi-Art 6
Chi si aspettava di trovare in questo disco un ibrido tra Porcupine Tree ed Henry Cow rimarrà probabilmente deluso. Sono infatti del tutto assenti i tratti caratteristici della psichedelia del gruppo di Steven Wilson, cosi come non c’è traccia del sound della storica band capitanata da Fred Frith. Nessun incrocio quindi tra Moonloop e Beautiful As The Moon, Terrible Like An Army With Banners : il trio formato da Colin Edwin, Geoff Leigh e Vincent Salzfaas si inserisce piuttosto nello stesso filone musicale del progetto Levin/Gorn/Marotta o di alcuni episodi dell’ultima produzione solista di David Torn. Un’esplorazione in chiave world music dell’universo sonoro racchiuso in una strumentazione completamente acustica. L’album è stato registrato durante alcune sessions “casalinghe” di improvvisazione, e masterizzato senza sovraincisioni e senza editing. Il risultato finale è rappresentato da queste sette tracce della durata complessiva di tre quarti d’ora, dal flavour decisamente “etnico”, con sfumature ora mediorientali (Lost Tango) ora latino-americane (Departure Lounge). I pochi interventi vocali sono puramente melodici, più che essere delle vere e proprie parti cantate (è il caso ad esempio di Afro Hoe Down), tutto il resto è affidato all’elastico basso di Edwin, ai fiati di Geoff Leigh e soprattutto alle percussioni di Salzfaas. Tenui sfumature caraibiche affiorano in All Thumbs Up, ed è solo nella parte iniziale della conclusiva Cushion che il background occidentale di Ew-Wise-Heads emerge, insieme ad alcuni sprazzi di free jazz. No Grey Matter è una vera e propria finestra sul mondo, da dove è possibile vedere ed ascoltare tutti i colori, i suoni e i profumi provenienti da qualunque area geografica : una strada di Calcutta, una stazione della metropolitana di Londra, un bazaar di Damasco, una spiaggia di Trinidad. E’ stupefacente, e soprattutto perché inatteso, è affascinante, bellissimo. Un plauso alla Voiceprint che, tra tanto prog-rock e Canterbury sound, si è accollata il rischio di distribuire questo lavoro. Il disco è reperibile attraverso la sopracitata etichetta oppure presso Hidden Art, che offre questo e gli altri dischi della sua produzione a 12,99 sterline con il sampler in omaggio.
Lost Tango / Afro Hoe Down / Song For Jalil
/ Spirit Dance / Departure Lounge / All Thumbs Up / Cushion
GONG - Torino, Supermarket 23 Ottobre 2000
Sei anni dopo l’ultima apparizione nell’area
torinese, i rinnovati Gong tornano sotto la Mole per una data aggiunta
in extremis grazie alla presenza di un day-off nel loro programma. Sorprendentemente
il Supermarket, ex pista di pattinaggio successivamente adibita a discoteca
alternativa, risulta abbastanza gremito nonostante si sia all’inizio della
settimana, contingenza generalmente negativa per la riuscita di uno spettacolo.
Quando Daevid Allen e soci guadagnano il palco, il folle universo celebrato
dalla trilogia di Radio Gnome Invisible si materializza in questo degradato
angolo della capitale dell’auto, colorandolo di improbabili tinte che fanno
da sfondo a teiere volanti, cappelli da gnomo e formaggi francesi elettrificati.
Il geniale australiano si riappropria del ruolo di chitarrista della band,
e la sua glissando-guitar sarà spesso protagonista nel corso della
serata. Una psichedelia ora lisergica ora surreale, apparentemente senza
età, alla quale molte leve più recenti (Mandragora, Ozric
Tentacles) hanno pagato pegno : questi continuano ad essere i Gong, storica
band nata dall’esilio forzato di una costola canterburyana finita, per
uno scherzo del destino, in terra di Francia. Un grande Theo Travis ha
fornito un gigantesco contributo al sound della band, ora con i suoi saxes
ora con il flauto traverso, mentre la voce effettata di Gilly Smith ha
contribuito alla riuscita dei passaggi più marcatamente space-rock.
Daevid Allen sul palco è sempre un instancabile folletto, la cui
figura viene resa ancora più esile dalla chitarra Steinberger che
porta appesa al collo: è incredibile vederlo saltellare da una parte
all’altra, con la stessa intatta voglia di far conoscere il suo fantastico
mondo. Uno show travolgente, costellato dalle imperdibili Radio Gnome,
Zero The Hero e Chamembert Electrique, solo per citarne qualcuna; e come
non cadere in un sublime stato di trance durante lo svolgimento dell’ipnotica
Mama Maya Mantram? Dopo quasi due ore di spettacolo, l’incredibile astronave
sonora di Allen è pronta per riprendere il suo fantastico viaggio,
lasciando dietro di sé un’altra tribù di freaks resa felice,
almeno per una sera. Don’t miss them!
TAPE OF THE MONTH - KING CRIMSON, Montreal, Le Spectrum 11 Luglio 1984
Trattiamo questo mese di un altro bootleg “classico”,
uno dei migliori e sicuramente tra i più diffusi, quello relativo
all’ultima data dei King Crimson degli eighties. Crimso tenne due concerti
in quel di Montreal al termine di un tour che toccò solo il Giappone
ed il nord America. Inspiegabilmente questa registrazione radiofonica è
circolata per lungo tempo in versione parziale, probabilmente per adattarla
alla durata massima consentita per un bootleg in un unico volume (esistono
infatti diversi titoli relativi a questo concerto, quali Atmosphere, Newyorker,
KBFH, New Standards, Three Of An Unlike Pair e Absent Lovers, titolo che
diversi anni dopo verrà utilizzato per la release ufficiale della
DGM). Seppur incompleta, la registrazione costituisce un’ottima opportunità
per ascoltare l’eccellente resa live di pezzi come Three Of A Perfect Pair,
Man With An Open Heart, Sleepless oltre alle già collaudate Indiscipline,
Sartori In Tangier ed altre. Un’altra registrazione di questo gig emerse
in tempi più recenti, una audience recording di buona qualità
ma purtroppo nuovamente incompleta, risultando mancanti gli encores Heartbeat
e Elephant Talk (presenti invece sul radiofonico di cui abbiamo trattato
in precedenza). Con la pubblicazione nel 1998 del doppio CD Absent Lovers,
l’etichetta DGM di Robert Fripp offrirà finalmente ai fans la possibilità
di ascoltare l’intera performance, rendendo praticamente inutili i due
nastri di cui abbiamo trattato.
MICROGUITARS WEB SITE
Per gli appassionati di chitarre si segnala
questo bel sito, nel quale è possibile reperire cenni storici sullo
strumento, biografie relative ai pionieri della chitarra e molto altro,
oltre ovviamente alle “microguitars”,
belle miniature di strumenti ad opera di Pierluigi Frola, in passato autore
delle copertine degli albums di Fil Di Ferro, Calliope e Circle
Of Fairies. Cosa altro aggiungere?
Date un' occhiata a dei piccoli strumenti
in miniatura : potrebbero piacervi.
News from the World Central
- Due date sono state aggiunte al tour americano
di King Crimson :
10 Novembre - Paramount
Theater, Asbury Park, NJ
19 Novembre - Webster Theater,
Hartford, CT
- Discipline USA offre per tutto il mese di
Novembre uno sconto sulle spese per ogni ordine non inferiore ai 75 $.
Sono inoltre disponibili gli imports giapponesi di Red, Starless And Bible
Black e Larks' Tongues In Aspic, contenenti booklets con testi in giapponese.
- Sempre la Discipline USA dispone di tre
nuove T-Shirts, denominate "Fripp Says"/"Move On", "Basement Dweller" e
"Anti-camera", il costo globale è di 45$ (catalog # PPT22).
- Sono disponibili : "A Temple In The Clouds"
di Fayman/Fripp; "New Orleans Guitar Solos" di Steve Hancoff e l'album
del gruppo argentino Big Time Trio.
- Atteso a breve un album di Fernando Kabusacki,
membro dei Los Gauchos Alemanes. Al disco partecipano Fernando Samalea,
Hermeto Pascoal, Charly Garc ed altri musicisti argentini.
News from the World
- Le registrazioni dell'album degli Henry Fool
sono state completate, e la band sta attualmente mixando il materiale che
verrà pubblicato probabilmente nel mese di Febbraio da Cyclops
- Tim Bowness ha partecipato a parecchie tracce
del debut album del gruppo Italiano Fjieri Group, previsto per il prossimo
anno su Materiali Sonori. Al disco partecipano anche Richard Barbieri e
Peter Chilvers. La musica di Fjieri Group sembra essere molto vicina al
sound di No-Man e Jansen/Barbieri/Karn visto in un'ottica più vicina
al progressive rock.
- E' stato annullato il concerto che Porcupine
Tree dovevano tenere con i Dream Theater al
Barrowlands in Glasgow, locale troppo piccolo
per ospitare entrambe le bands.
- Il previsto singolo 'The Rest Will Flow'
dei Porcupine Tree non verrà realizzato commercialmente, ma solo
come CDR promozionale per le radio.
- E' stata infine fissata per il 29 Gennaio
la data di uscita di Returning Jesus dei No-Man
- Una raccolta di B-sides e di materiale non
incluso negli albums dei Porcupine Tree (periodo Stupid Dream / Lightbulb
Sun) sarà pubblicata nei primi mesi del 2001. Il disco, su etichetta
KScope, includerà anche almeno un pezzo totalmente inedito,
"Buying New Soul". La raccolta farà parte di un'edizione limitata
di Lightbulb Sun che verrà pubblicata in alcuni paesi in coincidenza
con il tour Europeo, ma sarà anche disponibile separatamente. Considerata
la prossima pubblicazione del doppio CD antologico della Delerium, è
presumibile che il nuovo studio album su cui la band è già
al lavoro non uscirà prima del 2002.
- Qui di seguito riportiamo le date Italiane
del tour degli Ozric Tentacles :
30 Novembre - Milano, Palaquatica
01 Dicembre - Genova, Covo Di Norest
02 Dicembre - Cagliari, Palasport
04 Dicembre - Torino, Barrumba
05 Dicembre - Roma, Palladium
06 Dicembre - Firenze, Aud Flog
07 Dicembre - Bergamo, Il Gabbiano
08 Dicembre - Treviso, New Age oppure Venezia (to be confirmed)
09 Dicembre - Cesena, Vidio
- Bass Communion partecipano con la traccia
inedita "Quantico" alla compilation "Invisible Soundtracks : Macro 3" (REEL
4CD), pubblicata in Luglio su etichetta Leaf (distribuita da SRD). Un
remix di "Drugged" è invece incluso
in "Remixes", un album di Silver Apples, pubblicato in Maggio su etichetta
3rd Stone (STONE047CD). Si tratta di un doppio CD, il primo comprendente
i remixes, il secondo contenente le versioni originali dei pezzi remixati.
- Sono appena state diffuse le date del tour
britannico dei Porcupine Tree. Un'altro paio di date potrebbero essere
aggiunte a quelle che seguono :
14 Febbraio - Bristol, New Trinity Centre
15 Febbraio - Leeds, Irish Centre
16 Febbraio - Glasgow, King Tuts' Wah Wah Hut
17 Febbraio - Widnes, Queens Hall
18 Febbraio - Northampton, Roadmenders
19 Febbraio - Norwich, Arts Centre
11 Maggio - London, Shepherds Bush Empire
Porcupine Tree saranno invece nel nostro paese nei giorni :
24 Aprile - Torino, Barrumba
25 Aprile - Firenze
26 Aprile - Roma
27 Aprile - Marcon (Ve)
28 Aprile - Milano
Sono inoltre state aggiunte al corrente tour le seguenti date :
14 Novembre - Theatre Club, Tel Aviv
15 Novembre - Cinerama TLV - Festival Premier (K's Choice), Tel Aviv
17 Novembre - City Hall, Haifa
Inoltre Porcupine Tree hanno confermato la
loro partecipazione all'edizione 2001 del NEARfest che si terrà
il 23 e 24 Giugno al Zoellner Arts Center di Bethlehem, Pennsylvania. Maggiori
informazioni sul sito www.nearfest.com
- Pram di passaggio in Italia :
24 Novembre - Bologna, Covo
25 Novembre - Verona, Interzona
26 Novembre - Ancona, Thermos
- Each Eye A Path è il titolo del nuovo album di Mick Karn previsto su etichetta Medium per il mese di Gennaio 2001
SPAZIO DI MUSICA ALTERNATIVA - No. 12 - Ottobre 2000
Bentornati, cari lettori di questo modesto
spazio. Seppur in ritardo vi do anche il bentornati dalle vacanze, cosa
che non ho fatto nel numero di Settembre in quanto la sua stesura era iniziata
già in Luglio, cosicchè lo scorso numero ha finito per essere
del tutto anomalo, considerata anche la presenza di recensioni relative
a dischi non recentissimi. D'altronde, ci sono dischi che mi risulta difficile
reperire in tempo, e siccome il sottoscritto è tagliato fuori da
tutte le promo lists ed il materiale deve procurarselo a proprie spese,
capirete che le recensioni sono subordinate al momento in cui ricevo il
materiale stesso. Inoltre c'è da dire che, considerata l'area musicale
in cui si collocano i dischi di cui tratta questo spazio, anche un ritardo
di qualche mese non muta in maniera significativa il livello di interesse
che questi lavori suscitano. Della serie : i vantaggi dell’autogestione.
Certamente, cose del genere in passato non mi sarebbero state possibili.
Come accennai nell’editoriale dell’ormai distante numero Zero, il lavoro
collettivo porta a dover accettare dei compromessi, e nella mia carriera
di “fanzinaro” solo io so quanti ho dovuto accettarne, quanti bocconi amari
ho dovuto inghiottire. Se oggi NO WARNING!
è cosi com’è, nel bene e nel male, è diretta conseguenza
delle passate esperienze di collaboratore di fanzines prima e di ideatore
e fondatore di un’altra fanzine in seguito. Non che la sommatoria di errori
passati abbiano generato qualcosa di perfetto, ci mancherebbe : NO
WARNING! è ancora distante da
uno stato di forma accettabile, ma solamente il fatto di non avere vincolo
alcuno mi consente di partire da una posizione di vantaggio che neanche
ben più titolate testate possono vantare (in quest'ottica si colloca
la rinuncia da parte mia all'offerta di proseguire le pubblicazioni della
fanzine britannica Book Of Saturday). Non sono di quelli che si spaventano
quando si trovano al di fuori dei sicuri orizzonti dei propri territori,
anzi, le sfide mi appassionano : già in passato ho tentato di espandere
i confini di un giro musicale, quello del progressive rock, partendo da
un utile lavoro di mappatura da mettere a disposizione di tutti gli addetti
ai lavori. Non funzionò, ma non perché l’idea non fosse buona,
bensi perché fui messo alla porta prima che qualcosa cominciasse
a muoversi. L'idea, che proprio la scorsa estate ho avuto modo di esporre
a Tiz Hay, boss del magazine britannico Progress che al momento attuale
si trova di fronte ad un bivio che io ho già affrontato in passato,
era delle più semplici : guardarsi intorno per vedere quali fossero
le carenze ed utilizzare sinergie di forze già esistenti per colmarle.
A questo scopo quindi diffondere una serie di contatti che consentissero
al pubblico di contattare le bands per acquistare direttamente da loro
dischi ed altro materiale; che consentissero alle bands di conoscere i
locali nei quali poter suonare dal vivo, le etichette discografiche, le
radio ed i giornali attraverso cui farsi promuovere, cose che a loro volta
sarebbero tornate utili anche al pubblico per reperire notizie e per conoscere
i circuiti di locali che a questo punto non avrebbero più avuto
difficoltà ad inserire bands di questo genere nella programmazione.
Un simile interscambio a tutti i livelli avrebbe in tempi non lunghi prodotto
un allargamento del giro, che invece non c'è stato in quanto la
pubblicazione in questione ha preferito gettarsi nella scia delle altre
pubblicazioni del settore, più interessate a diventare dei cataloghi
di recensioni e luoghi comuni che a diffondere effettivamente ciò
di cui i fans hanno bisogno. NO WARNING!
ha
voluto, fin dall'inizio, cercare di riadattare quell'idea in un'area musicale
sicuramente più interessante e vitale, che merita un interesse maggiore
di quello che attualmente ha e che questo spazio informativo sta cercando
di far crescere compatibilmente con le proprie possibilità. Non
è un caso se spesso dalle pagine di NO
WARNING! è possibile "puntare"
direttamente su altri spazi correlati, come è avvenuto in passato
con Misfit City o
il Seattle Circle : non ho timori
di perdere prestigio nell'indirizzarvi verso altri interessanti e competenti
siti, perchè per me questo significa far "progredire" le arti nel
senso letterale del termine.
In questo numero di NO
WARNING! :
- This Night Wounds Time : King Crimson 1972-74
remasters album review
- Tape of the Month : King Crimson, Frankfurt,
October 13th, 1972
- News from the World Central
- News from the World
KING CRIMSON - LARKS' TONGUES IN ASPIC,
STARLESS AND BIBLE BLACK and RED
30th Anniversary Edition 24 bit remasters
VIRGIN CDVKCX5, CDVKCX6, CDVKCX7
Ed ecco infine nello splendore del 24 bit remastering la trilogia 1972/74 dei King Crimson, quella che costituì una taglio netto con il recente passato della band che il solo Fripp volle portare avanti. Abbandonati i suoi ex soci Burrell, Collins e Wallace negli States al seguito di Alexis Korner, Robert Fripp assembla rapidamente una nuova formazione : l'ex Mogul Thrash ed ex Family John Wetton; Bill Bruford che, reduce dalle fatiche dell'album Close To The Edge, ha appena lasciato gli Yes sbattendo la porta; l'incredibile Jamie Muir, reduce dall'esperienza della Music Improvisation Company; David Cross, eclettico violinista che in quel periodo stava meditando il ritiro dal circuito. Formazione sulla quale sono stati versati fiumi di inchiostro, da molti ritenuta la migliore di Crimso in assoluto, da altri disprezzata in quanto non più fautrice del progressive rock che le prime line-ups avrebbero generato. Certamente è stata la più "bootleggata", a testimonianza dell'intensa attività live che l'ha caratterizzata. Fin dagli ultimi mesi del 1972 Crimso fu "on the road" per collaudare i primi abbozzi di composizioni e svilupparli attraverso le numerose improvs in cui la band si avventurava. Cosi nacquero i pezzi che vennero inclusi in quel capolavoro che è Larks' Tongues In Aspic, lavoro che Fripp definì di sintesi ("... scoprii contemporaneamente Jimi Hendrix e i quartetti d'archi di Bela Bartok, e mi chiesi 'Come avrebbe suonato Hendrix quei quartetti d'archi?'). Un disco dagli spigoli vivi, dalle sonorità sinistre, heavy come non lo erano nemmeno gli hard rockers dell'epoca : i tremendi fendenti della Part One squarciano l'aria intorno all'ascoltatore, mentre dall'infernale crescendo di Talking Drum fuoriesce l'assalto frontale della Part Two, dove il rifferama di Fripp trova naturale sfogo. Anche i due episodi più soft, Book Of Saturday ed Exiles (quest'ultima con l'indimenticabile solo di Fripp), mantengono alta la tensione in questo disco che definire perfetto è ancora troppo poco. Il roboante basso di Wetton, i graffianti interventi del violino di Cross, il rumoreggiare di Muir con tutti i suoi aggeggi (trombette, fischietti, perfino una sega da boscaiolo) alternati egregiamente al suo drum kit, gli spigolosi riffs ed i serrati fraseggi di Fripp, i crashes ed il tipico rullante di Bruford a condurre ed a spezzare la ritmica : ogni minimo particolare funziona magicamente. Troppo perfetto per essere perlomeno eguagliato dal suo successore, ed infatti per tirare fuori il massimo dalle capacità della band (nel frattempo ridotta ad un quartetto da un incidente occorso a Jamie Muir, che durante la sua convalescenza assiste ad un concerto di Crimso e si rende conto che il gruppo può proseguire senza di lui) King Crimson registra la maggior parte di Starless And Bible Black dal vivo, ritoccando successivamente i nastri in studio. Buona parte dei pezzi, compresa l'intricata Fracture e la lirica Trio (dove Bruford figura tra i compositori pur non suonando nel pezzo; "he contributed silence" dirà Fripp anni più tardi) sono infatti presi dalle registrazioni effettuate il 23 Novembre 1973 al Concertgebow di Amsterdam e che appariranno in versione integrale nel doppio CD The Night Watch pubblicato pochi anni fa su etichetta DGM, mentre The Mincer proviene dalle registrazioni del concerto del 15 Novembre 1973 a Zurigo, alla quale viene aggiunta una breve parte cantata da Wetton. Gran parte del contenuto di Starless And Bible Black veniva infatti già da tempo eseguita dal vivo da Crimso, cosi come Doctor Diamond (pezzo che rimarrà inedito fino alla sua pubblicazione nel box set The Great Deceiver), e questo perchè, come accennato in precedenza, questa incarnazione di King Crimson ha trascorso la maggior parte della sua esistenza in tour. Cosi, anche metà del postumo Red è costituita da materiale già eseguito dal vivo nel corso del 1974 : Providence, elaborata da un'improvvisazione eseguita nella città da cui è stato preso il titolo, e Starless. Anche il riff principale di One More Red Nightmare è rintracciabile in The Golden Walnut, un'improvvisazione inclusa nel box The Great Deceiver. David Cross è presente come ospite insieme agli altri ex Ian McDonald e Mel Collins, cosa che rende ancor più memorabile il passo d'addio : un addio che partendo dal pesante strumentale posto in apertura, si carica di emozione con lo scorrere dei solchi. Le note sature della chitarra di Fripp nella parte introduttiva di Starless sono una sanguinante ferita, che tinge di rosso l'intero lavoro. Un'opprimente sensazione di tristezza pervade questa traccia che sancisce l'addio di Crimso alle scene : Fripp e soci si ritirano al culmine della loro parabola ascendente, prima che il movimento art-rock iniziasse il suo declino. Tramontata sul nascere l'ipotesi di una formazione di Crimso con Ian McDonald alla chitarra al posto di Fripp (dirà in seguito Wetton 'Non sarebbe stata la stessa cosa senza il tipo sullo sgabello ...'), Bill Bruford comincerà a girovagare da un gruppo all'altro (Genesis, Gong, National Health e perfino con il suo amico/nemico Chris Squire) fino a quando non incrocerà nuovamente la strada di John Wetton che, stanco di avventure da gregario (Uriah Heep, Roxy Music, Brian Ferry Band), gli proporrà di rimettersi a fare qualcosa di serio : il risultato sarà il primo meraviglioso disco degli UK a cui farà seguito un bel tour mondiale. Fripp riemergerà invece nel bel mezzo della trilogia berlinese di David Bowie accanto al suo amico Brian Eno, lasciando la sua inconfondibile impronta in Heroes. Non perdete l'occasione di riascoltare in tutto il loro splendore questi tre grandi dischi, scoprendovi nuovi particolari riportati a galla dall'opera di remastering. Un accurato libretto pieno di fotografie e riproduzioni di articoli di giornali dell'epoca accompagna ogniuno dei tre CDs, pubblicati da Virgin su licenza di Robert Fripp in confezione gatefold riproducente, come gli altri quattro dischi precedenti, l'artwork delle copertine originali. Fatevi un bel regalo ...
LARKS' TONGUES IN ASPIC : Larks' Tongues In
Aspic, Part One / Book Of Saturday / Exiles / Easy Money / The Talking
Drum / Larks' Tongues In Aspic, Part Two
STARLESS AND BIBLE BLACK : The Great Deceiver
/ Lament / We'll Let You Know / The Night Watch / Trio / The Mincer / Starless
And Bible Black / Fracture
RED : Red / Fallen Angel / One More Red Nightmare
/ Providence / Starless
TAPE OF THE MONTH - KING CRIMSON, Frankfurt,
Zoom Club 13 Ottobre 1972
Riprendiamo a trattare di live tapes inserendoci
all'inizio del periodo trattato nella recensione dei remasters di Larks'
Tongues In Aspic, Starless And Bible Black e Red; nell'Ottobre del 1972
l'appena nato quintetto composto da Fripp, Cross, Muir, Bruford e Wetton
è già in azione e, con l'impiego della stessa metodologia
adottata in tempi recenti dai ProjeKcts, sta elaborando il suo repertorio
attraverso il lavoro di improvvisazione eseguito davanti ad un'audience.
Il nastro in questione, della durata di 100 minuti circa, è in assoluto
uno dei più interessanti in circolazione : infatti, oltre ad abbozzi
e versioni quasi definitive di tutti i pezzi che comporranno il primo studio
album di questa line-up, è possibile trovare tracce di pezzi ancora
successivi, come Lament e Fallen Angel. Molte anche le improvvisazioni
che non troveranno seguito come pezzi propriamente strutturati ma che rimarranno
come momenti distintivi di questa singola performance. Notevole l'apporto
dato in questa fase al gruppo da Jamie Muir, che funge da asse di equilibrio
bilanciando la fragilità del "legno" di Cross con l'impatto dato
dalle corde di Wetton e Fripp, contenendo intanto l'irruenza del giovane
ed entusiasta Bruford che dalla coabitazione con il folle percussionista
trarrà fondamentali insegnamenti (ammetterà lo stesso Bruford,
nel corso di un seminario tenuto al Dracma Club di Torino nel Dicembre
del 1996, che Muir in un'occasione in cui il fresco transfuga dagli Yes
stava cercando di mettersi in luce gli disse "E' inutile che cerchi di
impressionarmi, so cosa sei capace di fare!"). Della performance in questione
esistono anche alcuni bootlegs (cito ad esempio No Pussyfooting e Walli
Elmlark), il nastro è comunque abbastanza diffuso sulle liste di
scambio, per cui tutti coloro interessati a conoscere a fondo le varie
fasi della carriera di Crimso possono procurarselo facilmente, magari insieme
alla registrazione del 17 Ottobre al Beat Club di Brema (quella pubblicata
ufficialmente dal Collectors' Club e contenente quella chicca rappresentata
dall'improv The Rich Tapestry Of Life).
News from the World Central
- L’atteso volume 12 del King Crimson Collectors'
Club relativo al concerto in Hyde Park del 1969 è rimasto bloccato
in casa Discipline a causa di un problema di copyright sorto con uno dei
membri della prima formazione di Crimso. Probabilmente i soci del Club
riceveranno quindi il volume 13, le Nashville Rehearsals, in attesa che
la situazione di stallo si sblocchi.
- Virgin è in procinto di immettere
sul percato le versioni con jewel case dei remasters di Larks', Starless
e Red; sono però tuttora disponibili le versioni in edizione limitata
- Ecco le date del tour autunnale dei King
Crimson :
3 Ottobre Yokohama, Japan - Kanagawa Kenmin Hall (see picture)
4 Ottobre Tokyo, Japan - Shibuya Kokaido
5 Ottobre Tokyo, Japan - Shibuya Kokaido
7 Ottobre Tokyo, Japan - Shibuya Kokaido
9 Ottobre Nagoya, Japan - Shi Kokaido
10 Ottobre Osaka, Japan - Festival Hall
11 Ottobre Fukuoka, Japan - Yubin Chokin Hall
13 Ottobre Sendai, Japan - Izumi T 21
15 Ottobre Tokyo, Japan - Sun Plaza
16 Ottobre Tokyo, Japan - Sun Plaza
19 Ottobre San Francisco, CA - Fillmore (8pm)
20 Ottobre San Francisco, CA - Fillmore (9pm)
21 Ottobre San Francisco, CA - Fillmore (9pm)
23 Ottobre Los Angeles, CA - House Of Blues
24 Ottobre Los Angeles, CA - House Of Blues
27 Ottobre Englewood, CO - Gothic Theater
28 Ottobre Englewood, CO - Gothic Theater
30 Ottobre Chicago, IL - Park West
31 Ottobre Chicago, IL - Park West
1 Novembre Chicago, IL - Park West
2 Novembre Milwaukee, WI - Modjeska Theater
4 Novembre Cleveland, OH - The Odeon
5 Novembre Detroit, MI - Majestic Theater
6 Novembre Detroit, MI - Majestic Theater
8 Novembre Washington, DC - 9.30 Club
9 Novembre Washington, DC - 9.30 Club
14 Novembre New York, NY - Town Hall
16 Novembre Philadelphia, PA - TH/Living Arts
17 Novembre Philadelphia, PA - TH/Living Arts
20 Novembre Boston, MA - Berklee Performance Center
21 Novembre Boston, MA - Berklee Performance Center
23 Novembre Quebec City, Canada - Palais Montcalm
24 Novembre Montreal, Canada - Metropolis
25 Novembre Toronto, Canada - The Warehouse
Ulteriori date dovrebbero essere aggiunte quando saranno definitivamente confermate
– In concomitanza con il tour americano, il
7 Novembre su etichetta DGM uscirà un set di 3 CD dal titolo Heavy
ConstruKction (DGM0013), che comprenderà due CD tratti dai concerti
europei della scorsa primavera ed un CD di improvvisazioni tratte dallo
stesso tour ed assemblate da Pat Mastelotto e Bill Munyon. Uno dei tre
CD sarà enhanced e includerà 45 minuti di video footage del
concerto di Roma del 23 Giugno 2000. Sarà possibile ordinare il
set a partire dal primo Novembre
- Patricia Fripp, sorella del più conosciuto
Robert ed affermata conduttrice di talk shows, ha assemblato una serie
di cassette contenenti dialoghi di Robert Fripp con i fans tenutisi dopo
le performances di Soundscapes del periodo 1997/1998. I nastri possono
essere acquistati presso http://www.robertfrippunplugged.com
- Bill Bruford's Earthworks in tour :
01 Settembre - READING, Jazz Club
08 Settembre - BIRKENHEAD (Wirral), Jazz Festival
05 Ottobre - POOLE, Arts Centre
10 Ottobre - BIRMINGHAM, Midlands Art Centre
15 Ottobre - STIRLING, Cowan Theatre
16 Ottobre
- ABERDEEN, Lemon Tree
19 Ottobre - ARNOLD (near Nottingham), Leisure Centre Bonington Theatre
20 Ottobre - WAKEFIELD, Sports Club
09 Dicembre - St.ALBANS, Red Note
E' inoltre in fase di lavorazione un CD dal
vivo degli Earthworks, che Bill Bruford sta mixando ai Silesia Sound con
Jakko M. Jakszyk
- Anche Mike Giles è al lavoro in Bath
per un suo album solista (a cui partecipa l'altro 'prezzemolo' Jakko M.
Jakszyk) del quale però non è prevista la data di uscita
News from the World
- E' uscito il 2 Ottobre il nuovo album The
Hidden Step degli Ozric Tentacles
- Segnaliamo le ultime novità nel catalogo
Hidden Art, pubblicate il 19 Settembre 2000 : "No Grey Matter" di
Ex-Wise-Heads (HI-ART 6CD), trio di world-music improvvisativa composto
dal bassista dei Porcupine Tree Colin Edwin, dall'ex Henry Cow Geoff Leigh
e dal percussionista Vincent Salzfaas; il live album di Tim Bowness/Samuel
Smiles' "The Way We Used To Live" (HI-ART 7CD), registrato al Cambridge
Folk Club nel Dicembre 1999, che include anche diverse nuove composizioni;
l'Hidden Art "Sampler" (HI-ART 8CD), una compilation di 78 minuti a basso
prezzo comprendente pezzi tratti dagli albums su etichetta Hidden Artdi
No-Man, Bass Communion, Tim Bowness/Samuel Smiles, Cipher, Ex-Wise-Heads
più quattro tracce esclusive. Il pezzo dei No-Man è "The
Hidden Art of Man Ray", uno brano ambient di dodici minuti risalente al
1988.
I dischi in questione sono ottenibili tramite
Voiceprint Mail Order, Dept XMO, PO Box 50, Houghton Le Spring, Tyne and
Wear DH5 5YP, UK o attraverso il Voiceprint website http://www.voiceprint.co.uk
Voiceprint è contattabile anche telefonicamente
(e gratuitamente) ai numeri : 0500 829262 (UK), 1-800-567-9185 (USA) e
O130 818502 (Germany).
Maggiori dettagli sull' Hidden Art website
http://www.collective.co.uk/hiddenart
- Cattive notizie per i fans dei No-Man che
stanno attendendo con impazienza il nuovo album "Returning Jesus" : la
sua data di uscita è stata rimandata a Gennaio/Febbraio 2001 per
evitare il caos delle releases pre-natalizie. "Returning Jesus" sarà
pubblicato su 3rd Stone Ltd. (STONE038CD). Il tracklisting è il
seguente : "Only Rain", "No Defence", "Close Your Eyes", "Carolina Skeletons",
"Outside The Machine", "Returning Jesus", "Slow It All Down", "Lighthouse",
"All That You Are".
Una differente versione di "Only Rain" compare
sulla compilation "4AM Eternal" della Lacerba Records (ACELACE 20D), comprendente
tra gli altri pezzi di Underworld, Scanner, Nightmares On Wax e Groove
Armada.
- E' stata posticipata anche la pubblicazione
da parte dell'etichetta olandese ToneFloat dell'edizione in vinile doppio
delle "Radio Sessions: 1992-96" (tuttora disponibili in versione CDR presso
Hidden Art). Il doppio LP dovrebbe vedere la luce nei primi mesi del 2001,
ed includerà come extra track una versione di "Days In The Trees"
proveniente dalla session del 1992. Per maggiori informazioni visitate
il sito ToneFloat all'indirizzo http://www.crazy-diamond.nl/tonefloat
- Sembrerebbe che la stessa ToneFloat stia
tentando di organizzare, insieme ad altri promoters, un breve tour europeo
dei No-Man per il mese di Dicembre
- Tim Bowness e Peter Chilvers hanno fondato
Burning Shed, una nuova etichetta online che produrrà piccole serie
di CD-R a basso prezzo. Il materiale pubblicato tratterà registrazioni
d'archivio e dal vivo di No-Man e progetti collegati. Per informazioni
potete scrivere all'indirizzo e-mail info@burningshed.com inserendo come
oggetto 'Burning Shed info request'. Il sito web dell'etichetta The Burning
Shed si trova all'URL http://www.burningshed.com
- Porcupine Tree in tour questo Autunno :
02 Ottobre - LILLE (France), Aeronef
04 Ottobre - COLOMBES [near Paris] (France), Salle de Spectacles de la
Ville
05 Ottobre - CLERMONT-FERRAND (France), Cooperative de Mai
06 Ottobre - MULHOUSE (France), Le Phoenix
07 Ottobre
- STUTTGART (Germany), Filderstadt Filharmonie
09 Ottobre - BYDGOSZCZ (Poland), Astoria Hall
10 Ottobre
- KRAKOW (Poland), Wisla Hall
11 Ottobre - PRAGUE (Czech Republic), Brumlovka Sky Club
13 Ottobre - TRIER (Germany), Messeparkhalle
14 Ottobre - DEN BOSCH (Netherlands), Maaspoort
16 Ottobre - BRISTOL (UK), Colston Hall
17 Ottobre - LEEDS (UK), Town & Country Club
18 Ottobre - GLASGOW (UK), Barrowlands
19 Ottobre - MANCHESTER (UK), University "Hop & Grape"
20 Ottobre - NORWICH (UK), University of East Anglia
21 Ottobre - LONDON (UK), Hammersmith Labatts Apollo
Tutte le date sono come opening-act per Dream
Theater tranne quella di Manchester del 19 Ottobre
Intanto l'etichetta Delerium ha programmato
per il mese di Gennaio del 2001 una compilation dal titolo "Stars Die:
The
Delerium Years", che includerà pezzi
del periodo 1988-96, oltre ad alcune rarità e versioni alternative.
L'edizione standard sarà sotto forma di un doppio CD, mentre un'edizione
limitata verrà approntata in formato triplo LP; entrambi conterranno
un libretto di 32 pagine con foto, note ed una storia dettagliata della
band. Il numero di copie in vinile sarà deciso in base ai pre-ordini,
per cui gli interessati debbono chiedere maggiori dettagli all'indirizzo
e-mail sales@delerium.co.uk
Il track listing del doppio CD è il
seguente :
CD1 - 1988-93 (66.00)
Radioactive Toy / Nine Cats / And the Swallows
Dance Above the Sun / Nostalgia Factory / Voyage 34 (phase one 1998 mix)
/ Synesthesia (8 minute version - previously unreleased) / Phantoms (internet
track - previously unreleased) / Up theDownstair / Fadeaway
CD2 - 1994-96 (74.00)
Stars Die (B side) / The Sky Moves Sideways
(phase one) / Men of Wood (previously unreleased) / Waiting / The Sound
of No-one Listening (B side) / Colourflow in Mind (B side) / Fuse the Sky
(B side) / Signify II (previously unreleased) / Every Home is Wired / Sever
/ Dark Matter
Per quanto riguarda invece l'edizione limitata
in triplo vinile, il track listing è come segue :
Side One : ON THE SUNDAY OF LIFE... (20.30)
Radioactive Toy (short version from Radioactive
promo EP) / Nine Cats / And the Swallows Dance Above the Sun / Nostalgia
Factory
Side Two : UP THE DOWNSTAIR (24.30)
Synesthesia (8 minute version - previously
unreleased) / Up the Downstair / Fadeaway (work in progress version)
Side Three : THE SKY MOVES SIDEWAYS (20.30)
The Sky Moves Sideways (alternate take - previously
unreleased)
Side Four : SIGNIFY (23.30)
Waiting / Sever / Every Home is Wired / Dark
Matter
Side Five : SINGLES + OUT-TAKES 1992-95 (24.30)
Voyage 34 (pick and mix version) / Phantoms
(internet track - previously unreleased) / Men of Wood (electronic version
- previously unreleased) / Stars Die (B side)
Side Six : SINGLES + OUT-TAKES 1996 (22.30)
The Sound of No-one Listening (B side) / Colourflow
in Mind (B side) / Fuse the Sky (B side) / Signify II (previously unreleased)
- Sempre a proposito dei Porcupine Tree, il
secondo singolo estratto da Lightbulb Sun "Shesmovedon", uscito il 10 Luglio,
ha raggiunto la quarta posizione nella classifica del NME. Il singolo,
come il precedente "Four Chords That Made a Million", è uscito su
etichetta KScope/Snapper in tre diversi formati : CD (SMASCD 120) contenente
Shesmovedon - edit (3:50), A Cure for Optimism (6:13) e Untitled (8:52);
singolo in vinile 7" (SMAS7 120) contenente Shesmovedon - edit (3:50) e,
sul retro, Novak (3:50); limited edition CD (SMAXCD 120) contenente Shesmovedon
- album version (5:19) e Russia on Ice - demo (13:10). Purtroppo l'uscita
di un terzo singolo "The Rest Will Flow" prevista per questo mese è
stata cancellata, anche se rimane possibile una sua uscita in coincidenza
con il tour da headliners che la band inizierà nei primi mesi del
2001, e a cui seguirà l'inizio delle sessions per un nuovo album
che Steven Wilson preannuncia molto più "avventuroso" rispetto agli
ultimi due. Il nuovo sito ufficiale della band si trova all'indirizzo http://www.porcupinetree.com
- Steven Wilson ha realizzato per l'etichetta
americana Soleilmoon Recordings un nuovo lavoro del suo progetto Bass Communion
in collaborazione con Bryn Jones, si tratta di "Bass Communion v Muslimgauze"
CD EP (SOL 106 CD), e consiste di due lunghi pezzi nello stesso filone
del precedente album "Bass Communion v Muslimgauze" (SOL 89CD), che è
stato recentemente ristampato dalla Soleilmoon.
- Un totale di un'ora di mixes di Bass Communion
è ora disponibile sull' Interactive DJ website (http://www.interactivedj.co.uk),
e comprendono sia materiale edito che inedito
- E' stato posticipato anche l'album di esordio
della band Henry Fool, che l'etichetta Cyclops pubblicherà nei primi
mesi del 2001
- L'instancabile Steven Wilson è al
lavoro per il secondo album del suo progetto Krautrock I.E.M., che uscirà
nel corso del 2001 su etichetta Delerium ed avrà per titolo "Arcadia
Son"
- SPLaTTeRCeLL è il nuovo progetto
di David Torn, e l'album "AH - ReMiKSiS" vede la collaborazione di Ryuichi
Sakamoto, Dan The Automator, Tim Bowness, Carter Burwell e Charlie Clouser.
"AH - ReMiKSiS" è uscito lo scorso 22 Settembre su CeLLDiViSioN/75Ark
Records (75026/676217502622)
- (Ancora) Steven Wilson ha concluso la sua
partecipazione e co-produzione per il terzo album di Anja Garbarek, a cui
hanno partecipato anche Richard Barbieri, Theo Travis, Steve Jansen, ex-Talk
Talk Mark Hollis e Robert Wyatt. L' album è atteso su Virgin
Records per l'inizio del 2001. Nello stesso periodo uscirà su Music
For Nations l'album 'Blackwater Park' della band svedese di Metal estremo
Opeth, prodotto da (indovinate un pò) Steven Wilson che ha contribuito
con parti di piano, chitarra e backing vocals.
- Steve Jansen, Richard Barbieri e Mick Karn
sono al lavoro sui nastri delle registrazioni del tour del 1997 (con Steven
Wilson e Theo Travis) per un probabile live album, ovviamente da pubblicare
attraverso Medium Productions
- Un nuovo sito sui No-Man, "A Confession"
si trova all'indirizzo http://come.to/no-man
, mentre un nuovo newsgroup dedicato alla band si trova all'URL http://www.egroups.com/noman
- I riformati Caravan (Pye Hastings, Geoff
Richardson, David Sinclair, Richard Coughlan, Doug Boyle, Jim Leverton,
Simon Bentall) in tour, ecco le date
11 Ottobre - LONDON, Shepherd's Bush Empire
12 Ottobre - WOLVERHAMPTON, Wulfrun Hall
13 Ottobre - MANCHESTER, University
14 Ottobre - GLASGOW, Renfrew Ferry
15 Ottobre - CAMBRIDGE, Junction
17 Novembre - Chiddingfold Club
25 Novembre - PARIS (France), Le Bataclan
- Sono in tour anche i rinnovati Gong (Daevid
Allen, Gilli Smyth, Mike Howlett, Theo Travis, Gwyo Zeprix, Chris Taylor
più Didier Malherbe in alcune date) :
08 Settembre - LOS ANGELES (CA), Knitting Factory
09 Settembre - SAN FRANCISCO (CA), Great American Music Hall
11 Settembre - EUGENE (OR), Wow Hall
12 Settembre - PORTLAND (OR), Satyricon
15 Settembre - DENVER (CO), Soiled Dove
16 Settembre - LAWRENCE (KS), Bottleneck
18 Settembre - CHICAGO (IL), House of Blues
19 Settembre - MILWAUKEE (WI), Shank Hall
20 Settembre - MINNEAPOLIS (MN), First Avenue
23 Settembre - HUNTINGTON (WV), Buffalo Gap Community Camp
24 Settembre - COLUMBUS (OH), Thirsty Ear
26 Settembre - CLEVELAND (OH), Odeon
30Settembre - NEW YORK (NY), Knitting Factory
01 Ottobre - PHILADELPHIA (PA), Trocadero Theater
02 Ottobre - BOSTON (MA), House Of Blues
07 Ottobre - ANN ARBOR (MI), The Firefly Club
17 Ottobre - VERVIERS (Belgium), Spirit of 66
18 Ottobre - MODENA (Italy), Vox
19 Ottobre - ROMA (Italy), Palacisalfa
20 Ottobre - TREVISO (Italy), New Age
21 Ottobre - RIMINI (Italy), Velvet
22 Ottobre - FIRENZE (Italy), Tenax
23 Ottobre - TORINO (Italy), Supermarket
24 Ottobre - VIENNA (Austria), Szene
26 Ottobre - LINZ (Austria), Posthof
27 Ottobre - WINTERTHUR (Switzerland), Gaswerk
03 Novembre - FRANCE (town and venue to be confirmed)
04 Novembre - ATHENS (Greece), Radon Club
05 Novembre - SALONIKA (Greece), Mylos
20 Novembre - LONDON (UK), Hackney Empire
22 Novembre - SHREWSBURY (UK), Music Hall
23 Novembre - WHITLEY BAY (UK), Dome
24 Novembre - ABERDEEN (UK), Lemon Tree
25 Novembre - GLASGOW (UK), Renfrew Ferry
26 Novembre - EDINBURGH (UK), Liquid Rooms
27 Novembre - BIRMINGHAM (UK), The Foundry
28 Novembre - SHEFFIELD (UK), Boardwalk
29 Novembre - CAMBRIDGE (UK), Junction
30 Novembre - NORTHAMPTON (UK), Roadmenders
01 Dicembre - ALDERSHOT (UK), West End Centre
- Didier Malherbe in trio con Patrice Meyer
& Philippe Foch parteciperà invece al Festival Jazz Pulsations
in Nancy (France) dal 5 al 15 Ottobre; maggiori informazioni sul sito http://www.multimania.com/malherbedidier
- L'altro ex Gong Pierre Moerlen suonerà
invece il 19 Ottobre a ZOETERMEER (Netherlands), De Boerderij ed il 3 Novembre
a VERVIERS (Belgium), Spirit Of 66
- L'ex Henry Cow Chris Cutler ha in programma
le seguenti date :
06 Ottobre - BUDAPEST (Hungary), Big Ear Festival
19 Ottobre - AMSTERDAM (Netherlands), Bimhuis
23 Ottobre - EINDHOVEN (Netherlands), Festival
Per informazioni : http://www.ccutler.com
- Un CD dal vivo dal titolo 'SoupSong - The
Music of Robert Wyatt' è previsto a breve su Voiceprint. Una formazione
composta da Julie Tippetts, voce; Ian Maidman, voce, chitarre, ukulele;
Janette Mason, piano & tastiere; Steve Lamb, basso; Liam Genockey,
batteria; Phil Manzanera, chitarre elettriche; Lol Coxhill, saxes; Larry
Stabbins, saxes; Harry Beckett, tromba, effettuerà a supporto del
disco le seguenti date :
25 Ottobre - London, QEH
26 Ottobre - Leeds, The Wardrobe
28 Ottobre - Coventry, Warwick Arts Centre
4 Novembre - Brighton, Corn Exchange
5 Novembre - Oxford, Playhouse
Una diversa line-up, comprendente tra gli
altri Joe Strummer, John Hegley, Martin Carthy, Jah Wobble, Lemn Sissay
si esibirà il giorno 8 Ottobre in Londra all' Astoria 2, Charing
Cross Road, London WC2
- Dovrebbe essere in dirittura di arrivo un
Canterbury Box Set, probabilmente su etichetta Voiceprint
- Lo strumentale 'Kevin Costners Golf Course'
di Jakko M. Jakszyk è incluso nel CD abbinato al Korg Magazine.
L'ex chitarrista di 64 Spoons e Level 42 è intanto al lavoro in
vista del suo prossimo album solo, oltre che per un mini album del suo
progetto Dizrythmia
- Ci è stato comunicato che negli ultimi
sei mesi sono stati effettuati ben 11,473 download di canzoni di INSTAR.
Per ascoltare le nuove composizioni "Toxic to the Good Times" e "Two Sticks"
(oltre al vecchio materiale) visitate il sito
http://www.instarmusic.com
- Spostando l'attenzione in un altro campo
di interesse, segnaliamo l'iniziativa della Lega Anti Vivisezione che è
attualmente impegnata nella raccolta di firme per una proposta di legge
popolare volta a debellare la pratica dei combattimenti tra cani attraverso
una serie di pesanti provvedimenti penali. Gli interessati a questa ed
altre iniziative possono scrivere via e-mail all'indirizzo lav@mclink.it
- E' in uscita su Materiali Sonori un nuovo
volume della serie "Drop", dal titolo "The Wolf And The Moon", un
disco ispirato al progetto che Arlo Bigazzi e Claudio Chianura hanno sviluppato
sulle poesie del poeta cheyenne Lance Henson. Al disco partecipano Alexander
Robotnick, Maffia Sound System, It, Militia, Eraldo Bernocchi, Hector Zazou
& William Orbit, Richard Barbieri, No-Man, Pier Luigi Andreoni, Roger
Eno
- Si svolgerà sabato 25 e domenica
26 Novembre 2000, al Centro Fieristico di Faenza, la terza edizione del
MEI, il meeting delle etichette e delle autoproduzioni, dopo il buon successo
della precedente edizione. In programma eventi live, concorsi, fiere di
dischi da collezione, convegni. Per informazioni:
Meeting Etichette Indipendenti, ph/fx: 0546.24647
e-mail: matmus@lamiarete.com
sito web www.rockit.it
- Sono in fase di ultimazione i lavori per
il nuovo disco di Harmonia Ensemble "Fellini"
- Giampiero Bigazzi ha iniziato nel luglio
scorso, in Toscana, le registrazioni di un nuovo progetto, la KOCANI ORKESTAR,
con musicisti zigani alle prese con temi scritti da Damiano Puliti, Alessandra
Garosi e Orio Odori. Il progetto prevede una serie di concerti durante
il 2001
- Tuxedomoon in tour europeo dal 6 al 30 novembre
2000, sono previste anche date italiane. Per informazioni: Materiali Sonori
fx. 055.9120370 / e-mail: matnews@matson.it
SPAZIO DI MUSICA ALTERNATIVA - No. 11 - Settembre 2000
Diversi anni fa mi capitò di leggere
qualcosa a proposito della propaganda nazista in tempo di guerra, secondo
cui i giovani tedeschi mandati al fronte morivano pronunciando parole come
“Deutschland”, “Furher” o “Sieg Heil”: cosa c’entra con la musica, direte
voi. Leggendo un articolo pubblicato durante il mese di Luglio dal supplemento
Musica! di Repubblica riguardante la sciagura avvenuta al festival di Roskilde,
in Danimarca, nella quale diversi giovani hanno perso la vita calpestati
dalla folla, mi è tornato in mente quanto riportatovi in precedenza.
Secondo l’autore dell’articolo, quei giovani sarebbero stati ritrovati
distesi in mezzo al fango con le mani protese verso il palco su cui, al
momento della disgrazia, stavano suonando i Pearl Jam; secondo costui,
come si legge in seguito, questi giovani sono morti con la visione dei
Pearl Jam negli occhi. Chissà, magari cantando anche le loro canzoni.
E’ molto più probabile che quei giovani morti in Danimarca, alla
pari dei soldati tedeschi, abbiano invece proteso le mani in un ultimo
estremo tentativo di trovare la salvezza, e che se qualche parola sia uscita
dalle loro labbra questa fosse un’invocazione, una bestemmia oppure la
prima parola che si impara da bambini, “mamma”, non certo il nome di uno
dei quattro membri del gruppo che dal palco hanno assistito impotenti alla
tragedia. Sarebbe ora di smetterla con l’esaltazione di mortali che hanno
avuto la fortuna di poter fare di una loro passione la fonte del loro sostentamento,
e di smetterla di scrivere articoli come quello in questione, dove un gruppo
rock viene addirittura elevato allo status di ideale per cui morire. Avrebbe
fatto meglio, l’autore dell’articolo, a scrivere che l’epoca dei mega raduni
ha fatto il suo tempo, che ai tempi di Woodstock non esisteva il “pogo”
e via di questo passo, ne sarebbe uscito un pezzo molto più sensato
di quello che ha scritto. Lo vada a far leggere alle famiglie di quei ragazzi,
gli vada a spiegare che i loro figli sono stati immolati sull’altare del
rock&roll, e che in cambio del loro estremo atto di fedeltà
hanno avuto un posto in Paradiso, ovviamente pagato con le royalties dei
Pearl Jam. Basta, passiamo oltre, con la speranza di non leggere mai più
simili articoli.
In questo numero di NO
WARNING! :
- A Million Chords That Made A Masterpiece
: Porcupine Tree album review
- 21st Century Minstrel : the Ben Christophers
album review
- Luxury Single : Bluvertigo single review
- Where Is The Fault? : Faultline album review
- Music For Airplay? : No-Man radio sessions
review
- On Stage : Bluvertigo + Quintorigo, Collegno
July 18th, 2000
- On Stage : Elio E Le Storie Tese, Collegno
July 21st, 2000
- News from the World Central
- News from the World
PORCUPINE TREE - LIGHTBULB SUN KScope
/ Snapper SMACD827
Si può ormai tranquillamente affermare
che Porcupine Tree non è una band qualunque, ma che fa parte di
quel gotha di gruppi che non sbagliano un passo : con Lightbulb Sun la
band di Steven Wilson dà un altro colpo alla barra del timone, proseguendo
con sicurezza sulla rotta intrapresa da tempo e che porta sempre più
lontano dagli iniziali scimmiottamenti ai Pink Floyd. Oggi Porcupine Tree
è senza dubbio una delle più innovative bands in circolazione,
e la vena sembra ben lontana dall’esaurirsi. Il singolo apripista Four
Chords That Made A Million ha svolto bene la sua funzione, trasformando
da subito Lightbulb Sun nell’ennesimo successo della band. La band, abbandonate
le lunghe pieces che caratterizzarono The Sky Moves Sideways, continua
l'esplorazione del formato canzone intrapresa con Signify, e ci propone
con Lightbulb Sun dieci composizioni molto variegate, nella maggior parte
delle quali l'atmosfera risulta molto distesa. Ovviamente non siamo alle
pure e semplici ballads: in How Is Your Life Today ? troviamo lontani echi
dei Queen di Death On Two Legs, Doing All Right e Killer Queen, mentre
il singolo Four Chords That Made A Million è una più che
evidente presa in giro agli Oasis (anche se costoro non sono i soli ad
aver fatto un mucchio di soldi con quattro accordi in croce), con il suo
riff costruito ad imitazione delle sempliciotte formule del Brit-pop. Molteplici
sono le sfaccettature di questo disco (e come non notare il bel solo di
chitarra in stile Frippiano nella stupenda Where We Would Be), tanto che
mi sembra perfino tempo sprecato stare a "sezionare" l'insieme per descriverlo
in una semplice recensione. Vale invece la pena sottolineare l'amalgama
realizzato in questo che Steven Wilson ha definito il suo miglior disco
(la sua ragazza ha ribattuto affermando che Steven dice questo ogni volta
che fa un disco ... ), dove l'apporto di Barbieri, Edwin e Maitland appare
addirittura sfumato pur essendo fondamentale per la riuscita del prodotto
finito. Il pregio di Wilson è quello di non approfittare della situazione,
preferendo contribuire a sua volta con parti molto levigate di chitarra
e voce piuttosto che "irrorare" le tracce con massiccie dosi di riffs e
di chitarra solista. Lightbulb Sun è quel tipo di disco che molti
vorrebbero fare, ma che solo Wilson e pochi altri hanno le capacità
per farlo. Inutile dire che è anche un disco da avere in teca.
Lightbulb Sun / How Is Your Life Today ? /
Four Chords That Made A Million / Shesmovedon / Last Chance To Evacuate
Planet Earth Before It Is Recycled / The Rest Will Flow / Hatesong / Where
We Would Be / Russia On Ice / Feel So Low
BEN CHRISTOPHERS – MY BEAUTIFUL DEMON
V2 VVR1008142
Vale la pena dedicare un po di spazio a questa
non recente release del chitarrista-cantante Ben Christophers, risalente
ad un annetto fa e registrata, prodotta e mixata da David Kosten, deus
ex machina del progetto Faultline. Le dieci tracce presenti sono, logicamente,
basate sulla chitarra e sulla voce del titolare, abilmente assecondato
dalla discreta produzione di Kosten che rende appieno un mood intimistico
veramente intenso. I pezzi sono costruiti presumibilmente per un facile
adattamento alla dimensione acustica, con arpeggi di chitarra che costruiscono
l’ossatura del brano su cui si staglia sicura la limpida voce di Ben. I
pochi interventi strumentali di Kosten e degli ospiti presenti su questo
disco non appesantiscono il sound globale, ed è ben difficile cercare
un titolo su tutti come rappresentativo dello stile di questo abile cantautore
d’avanguardia. Da ascoltare e gustare preferibilmente in solitudine, guardando
il mondo attraverso i vetri della vostra finestra …
My Beautiful Demon / Give Me Everything / Before
The Winter Parade / Stay / It’s Been A Beautiful Day / Sunday / Healer
/ Remote Control / Always / Skyscaper
BLUVERTIGO – SOVRAPPENSIERO Noys Columbia
COL 669034 2 – 6690342000
Seppur con notevole ritardo ci occupiamo del
secondo singolo estratto da Zero, Sovrappensiero, che è presente
in tre differenti versioni: il radio edit, una versione acustica ed un
remix. La seconda risulta essere la più interessante, il suo ascolto
mi ha ricordato l’approccio acustico di Francis Dunnery, con un’atmosfera
rilassata creata dall’intreccio di arpeggi di chitarre acustiche, ma anche
il remix ha delle peculiarità interessanti. Di scarso rilievo risulta
essere Herzliebster Jesu, rielaborazione di una sonata di Bach, mentre
Canone Inverso – Luxury Goods è un piacevole blending di influenze
diverse, che dimostra l’abilità dei Bluvertigo nel fondere generi
diversi in un unico stile personale. Procuratevelo senza indugi, nell’attesa
di un nuovo album.
Sovrappensiero (radiophobic) / Sovrappensiero
(nylon version) / Herzliebster Jesu / Sovrappensiero (extandy mix) / Canone
Inverso – Luxury Goods
FAULTLINE – CLOSER COLDER The Leaf Label
BAY 12CD
Sono infine riuscito a recuperare una copia
di questo CD del progetto Faultline, facente capo al musicista elettronico
e produttore David Kosten, già produttore in passato per Samuel
Smiles e remixer del brano dei No-Man Natural Neck. Non è quindi
un caso che diversi musicisti di quel “giro” siano presenti come ospiti,
come Michael Bearpark e Tim Bowness. Fatte queste premesse risulta persino
superfluo dire che Closer Colder non è un disco facile, siamo sullo
stesso terreno di ricerca su cui si muove anche il progetto Darkroom per
l’utilizzo estremo delle sonorità elettroniche, assemblate per creare
stridenti contrasti su cui solo occasionalmente è possibile riscontrare
l’impiego di strumenti tendenti a dare un accenno di melodia come comunemente
intesa. In pochi episodi l’atmosfera è più distesa, come
nel caso della stupenda Mute, con la tromba di Ian Carr che rende le sue
particolari colorazioni jazzy, o della conclusiva Home, presente solo nella
versione CD (e tra l’altro nemmeno segnalata tra i titoli dell’album).
Ascoltate in Papercut come alcune linee di violino e piano vengano usate
per spezzare il violento, serrato incedere degli altri strumenti, dall’effetto
quasi “urticante”, un termine che si può applicare a buona parte
di questo disco. La successiva Control mi fa pensare che forse oggi i Gentle
Giant potrebbero suonare qualcosa del genere, mentre altrove (è
il caso di Partyline Honey) le sonorità degli ultimi grandi Talk
Talk vengono estremizzate. Sono 66 minuti di ricerca estrema (decidete
voi se considerare tali o no anche i 13 minuti di silenzio tra le ultime
due tracce) di cui consiglio caldamente l’acquisto.
Awake / Tiny Consumer / Mute / Papercut / Control
/ Closer Colder / Salt / Partyline Honey / Home
NO-MAN - RADIO SESSIONS 1992-96 Hidden
Art Mail Order CDR, no catalogue number
Anticipiamo sul filo di lana la pubblicazione
di un doppio vinile contenente il materiale incluso in questo CDR e dedichiamo
il dovuto spazio a queste sessions radiofoniche pubblicate privatamente
solo su ordinazione dagli stessi No-Man per ovviare alla mancata realizzazione
di un CD relativo alle Hit The North sessions. Vi è stata una grande
richiesta da parte dei fans per un prodotto ufficiale di quel materiale
non più disponibile ormai da tempo, ma il duo Bowness-Wilson non
riteneva la registrazione adatto allo scopo: per soddisfare però
le richieste del loro pubblico hanno deciso di assemblare questo CD raccogliendo
cinque diverse sessions radiofoniche, rendendolo disponibile solo per i
volenterosi che lo hanno richiesto via mail order. Tant’è che il
CD, realizzato artigianalmente, non presenta artwork, ma solo un foglietto
riportante le informazioni essenziali (titoli, luogo e data della session
e musicisti partecipanti). Ciò che conta, il disco, è semplicemente
imperdibile. La prima session, risalente al Gennaio 1992 e registrata negli
studi della BBC in Londra dal trio Bowness-Wilson-Coleman, vede il gruppo
alle prese con materiale tratto da Lovesights e da Loveblows&Lovecries
, i primi due albums dei No-Man. Il 3 Ottobre dello stesso anno il gruppo,
allargato a six-pieces con l’ausilio di Mick Karn, Steve Jansen e Richard
Barbieri, registra presso gli studi BBC in Manchester i cinque pezzi originariamente
inclusi nella cassetta Hit The North: grande spazio è dato ai singoli
del periodo, superlativa la prestazione di Ben Coleman sulle sicure fondamenta
sonore costruite dai tre ex-Japan. La successiva session, registrata live
in Londra nel Giugno 1993, vede invece il trio di base, coadiuvato da Chris
Maitland alle percussioni, alle prese con una interessante acoustic rendition
di Lovecry e di Days In The Trees. E’ sorprendente il risultato ottenuto
dai No-Man nel riadattare in chiave acustica questi brani e quelli della
session successiva, risalente al 2 Luglio 1994 ed in cui Bowness e Wilson,
coadiuvati da Colin Edwin e Rick Edwards, si cimentano con estratti da
Flowermouth. Gli ultimi due pezzi del CD costituiscono invece la session
registrata il 23 Settembre 1996 da Wilson, Bowness e Natalie Box, due estratti
da Wild Opera eseguiti in maniera pressocchè identica alle versioni
originali ma non per questo meno interessanti. Un complemento non superfluo
all'eccellente discografia del gruppo.
Break Heaven / Heartcheat Pop / Housekeeping
/ Ocean Song / Heartcheat Pop / Break Heaven / Days In The Trees / Taking
It Like A Man / Lovecry / Days In The Trees / Teardrop Fall / Watching
Over Me / Shell Of A Fighter / You Grow More Beautiful / Time Travel In
Texas / Pretty Genius
BLUVERTIGO + QUINTORIGO, Extra Festival,
Collegno, Parco Generale Dalla Chiesa 18 Luglio 2000
L’Extra Festival offriva, la sera del 18 Luglio,
un doppio gig in rima, Quintorigo e Bluvertigo (OK, come battuta era pessima,
lo riconosco), sicuramente due tra le proposte più interessanti
del panorama musicale Italiano. Opening act è stato l’inusuale five-piece
dei Quintorigo (violino, violoncello, double bass, fiati e voce) con il
suo interessante blending di rock e musica da camera: convincenti le rielaborazioni
di pezzi di Hendrix, Bowie e Deep Purple, rivisitate con questa particolare
strumentazione, valido anche il materiale originale della band che ha un
CD in uscita questo autunno. Il vocalist ha uno stile che sembrerebbe decisamente
influenzato da quello dell’indimenticabile Demetrio Stratos, e verso la
fine del set ha dato un saggio delle proprie capacità creando, con
una serie di loops di voce, un motivo che ha trascinato al ballo buona
parte del pubblico presente. Il loro set è durato una cinquantina
di minuti, e dopo una breve pausa per il cambio di strumentazione il palco
è stato preso in possesso dai Bluvertigo, che con mestiere degno
di veterani delle scene hanno sfoderato un’altra grintosa performance,
seppur cambiando ben poco rispetto all’ultima tappa nei paraggi risalente
a meno di un mese prima. Solito inizio “sparato” con Zero e Lo Psicopatico,
scaletta pressochè invariata con il graditissimo ritorno di Decadenza
e L’Eremita, citazioni sparse qua e la (come il ritornello di Strange Behaviour
dei Duran Duran), ottime esecuzioni di Fuori Dal Tempo e Cieli Neri, differenti
encores (Always Crashing In The Same Car e Finchè Saprai Spiegarti
al posto di Troppe Emozioni). Morgan e soci sono in splendida forma, e
al giorno d’oggi sono sicuramente uno dei live-act più trascinanti
in circolazione, l’unico dubbio che mi viene è che forse si stiano
spremendo un po troppo, e che l’intensa attività live alla lunga
possa nuocere. Auspico un rapido ritorno alla fase compositiva e di registrazione,
per dare quanto prima un successore al fortunato Zero, da cui pare sia
stato tratto un altro clip, relativo a Sono Come Sono.
ELIO E LE STORIE TESE, Extra Festival,
Collegno, Parco Generale Dalla Chiesa 21 Luglio 2000
Per il terzo anno consecutivo Elio E Le Storie
Tese si esibiscono sul palco di Collegno, e fortunatamente a differenza
dell’anno scorso la pioggia non rovina la serata al pubblico accorso numerosissimo,
complice anche il basso costo del biglietto di ingresso (8000 lire; meditate,
avidi promoters) come già avvenuto poche sere prima per i Bluvertigo.
Questa sera purtroppo il gruppo di apertura è veramente ignobile
(per dovere di cronaca li cito, Amici Di Roland, che non hanno trovato
di meglio che mettersi a suonare covers delle sigle dei cartoni animati
in un marcato stile Green Day), cosa che mi consente di perdere a cuor
leggero un po di tempo ad uno degli stand allestiti all’interno dell’area
destinata a questa manifestazione, stand nel quale venivano vendute a prezzo
contenuto confezioni preparate abbinando un libro ed un disco (un mio personale
plauso all’idea; meditate anche voi, avidi discografici ed editori). Quando,
dopo lo scempio compiuto dalla band di supporto, gli headliners possono
finalmente occupare il palco, il desiderio da me inconsciamente espresso
di riascoltare Out Into The Daylight di Michael Rutherford si realizza:
il vivace strumentale dalle marcate tinte genesisiane d’epoca viene eseguito
magistralmente nella sua intierezza, sfociando in Balla Con I Barlafus.
E’ chiaro a questo punto che la band intende eseguire pressappoco lo stesso
set proposto pochi mesi fa anche al teatro Colosseo di Torino, con il lungo
medley in apertura comprendente anche Help Me ed Unanimi. Ed infatti il
concerto prosegue con Discomusic, Carro e Milza: bisogna attendere fino
a metà del set per riscontrare una variazione in scaletta, con il
ripescaggio della seconda parte di First Me, Second Me eseguita in una
versione dilatata. Decisamente buona inoltre la cover della zappiana Tell
Me You Love Me, ma al di la della sequenza dei pezzi in scaletta, c’è
da rilevare lo stupendo stato di forma del sestetto milanese, veramente
abile nel combinare virtuosismo e divertissement. L’ormai ampio repertorio
evidentemente costringe a delle scelte, cosi quando dopo due ore si giunge
alla fine è possibile constatare che parecchi successi del gruppo
sono rimasti fuori dal set anche questa volta, ma i pezzi eseguiti hanno
sicuramente soddisfatto il pubblico. Gli encores della serata sono Bis
(un più che evidente sberleffo a Ligabue) e Tapparella, quindi Elio
E Le Storie Tese salutano il loro pubblico sulle note di You Are What You
Is : lassù il vecchio Zio Frank sorrideva soddisfatto …
News from the World Central
- E’ momentaneamente sospesa l’attività
della fanzine britannica dedicata ai King Crimson Book Of Saturday : l’editore
desidera però passare la mano a qualcuno abbastanza volenteroso
da proseguire il discorso iniziato anni or sono dal mio amico Mark Pearman
e portato avanti con successo da Angus MacOatup. Chi fosse interessato
può inviare un e-mail all’indirizzo bookofsaturday@yahoo.com
- E' slittata di qualche giorno la pubblicazione
ed il conseguente invio ai soci dell'atteso dodicesimo volume del Collectors'
Club, inizialmente previsto per il mese di Agosto. Recensione sul prossimo
numero ...
- Le ultime novità riguardanti MasticA,
il nuovo progetto di Pat Mastelotto : la band ha tenuto recentemente una
decina di concerti, tutti nell'area di Austin, unplugged e non, alcuni
con l'usuale trio, altri in due, quattro, cinque, sei ed anche sette elementi.
Tutto questo in prospettiva delle nuove sessions di registrazione che dovrebbero
avere luogo il prossimo anno. La band informa inoltre coloro che hanno
acquistato il CD di MasticA che, a causa di un cambiamento verificatosi
all'ultimo momento, il track listing è sbagliato e che una traccia,
Sacrificador, è rimasta fuori dall'album. Questa è disponibile
per il download all'indirizzo http://www.mastica.net/hidden/mp3.htm
- Le nuove edizioni rimasterizzate a 24 bit
di Larks' Tongues In Aspic, Starless And Bible Black e Red sono in uscita
su Virgin il 18 Settembre
- Si intitola Civilizations il nuovo album
dei Radius, gruppo di cui fa parte l'ex violinista di Crimso David Cross.
L'album è su etichetta Noisy, ed il contenuto, almeno a giudicare
dal paio di estratti ascoltati, è decisamente interessante
News from the World
- Alcune interessanti notizie provenienti dalla
terra d’Albione : il prolifico (alla pari del suo socio Steven Wilson)
vocalist dei No-Man Tim Bowness ha formato una nuova band dal nome Henry
Fool con l’ex tastierista dei LaHost Stephen Bennet, Peter Chilvers
dell’ambient folk band Samuel Smiles e Fudge Smith dei Pendragon (anche
lui un ex LaHost). Tra i collaboratori figurano Michael Bearpark, chitarrista
dei Darkroom e Samuel Smiles, e Myke Clifford dei Samuel Smiles.
Tim descrive la musica di Henry Fool come
un connubio tra le atmosfere dei Genesis di Peter Gabriel, King Crimson,
Hatfield And The North e Soft Machine, associate con quelle di Eno, Terry
Riley e Rain Tree Crow, più i passaggi cosmici di Gong, Pink Floyd
e Can. Elementi jazz degli artisti ECM e dissonanze alla Tom Waits sarebbero
altresi combinati. Sicuramente il risultato sarà interessante, anche
perché, al di la delle conosciute capacità di Tim e degli
altri membri di Samuel Smiles, vale la pena ricordare che LaHost è
stato uno dei pochi gruppi di prog-rock degli eighties a cercare di uscire
dalle coordinate più o meno pedissequamente seguite da altri gruppi
loro contemporanei. Il loro progressive venato di influenze new wave rimane,
a mio avviso, uno dei più validi tentativi compiuti dal New Prog
britannico degli Eighties per cercare di riemergere dall’underground, e
se questi elementi sono confluiti in Henry Fool c’e un motivo in più
per scommettere sulla riuscita del progetto. La band è attualmente
al lavoro su un’ottantina di minuti di musica già scritta, tra i
quali verranno estratti quelli necessari per formare un album, che probabilmente
uscirà su etichetta Cyclops. Alcuni rough mix sono disponibili per
l’ascolto sul sito
http://www.collective.co.uk/henryfool/
- Si intitola Grigio il nuovo album dei Quintorigo