A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
BANDIERA NERA




Sul ponte di Perati
bandiera nera,
è il lutto degli Alpini
che fan la guerra.

E’ il lutto della Julia
che va alla guerra,
la meglio gioventù
che va sotto terra.

Sull’ultimo vagone
c’è l’amor mio,
col fazzoletto in mano
mi dà l’addio.

Col fazzoletto in mano
mi salutava
e con la bocca i baci
la mi mandava.

Quelli che son partiti
non son tornati,
sui monti della Grecia
sono restati.

Sui monti della Grecia
c’è la Vojussa,
col sangue degli Alpini
s’è fatta rossa.

Alpini della Julia
in alto i cuori,
sul ponte di Perati
c’è il tricolore.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
BENIA CALASTORIA



Bepi de Marzi

Tornà, son rornà, son tornà per sempre,
tornà nella valle dovrie gera me popà.
Vardè, ma vardè, ma vardè la valle,
vardè le montagne dove gera la contà.
Da "Cristo con gli alpini"
"...passa ultimo e frettoloso un giovane ufficiale. Riconosce il cappellano. Ciao, gli dice sottovoce,
hai il Signore? Si. Dammelo da baciare. Un balenio metallico della piccola teca tratta di sotto la divisa;
un bacio intenso e poi via animosamente. Ricomincia il cammino e il colloquio a due.
Il cappellano parla al suo grande Compagno... e quando la domanda si fa più pressante,
la gioia più intensa, il dolore più fondo, la mano corre instintivamente alla piccola teca che racchiude
il Cristo... Così vai enon sai bene se sia Egli che ti porta o tu che porti Lui...
Quando nelle notti passate all'adiaccio immense e rotte dagli incubi, hai la fortuna di portare Cristo,
Egli ti si addormenta leggermente sul cuore".

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
BERSAGLIERE HA CENTO PENNE



Bersagliere ha cento penne
ma l’Alpino ne ha una sola;
un po’ più lunga,
un po’ più mora,
sol l’Alpin la può portar.

Quando scende la notte buia
tutti dormono laggiù alla Pieve;
ma con la faccia
giù nella neve
sol l’Alpin là può dormir.

Su pei monti vien giù la neve,
la tormenta dell’inverno,
ma se venisse
anche l’inferno
sol l’Alpin può star lassù.

Se dall’alto dirupo cade
confortate i vostri cuori,
perchè se cade
fra rocce e fiori
non gli importa di morir.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
BOMBARDANO CORTINA



Bombardano Cortina
dicono che gettano fiori
nemici traditori
E' giunta l'ora subito fora dovete andar !

E' giunta l'ora subito fora dovete andar ! E proseguendo poi
per val Costeana
tutti sulla Tofana
su quella vetta la baionetta si tirerà

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
DA UDIN SIAM PARTITI



(Il venti di settembre)

Il venti di settembre
nessun se l’aspettava,
‘na cartolina bianca
ci tocca di partire.

Ci tocca di partire
con la tristezza in cuore
lasciando la morosa
coi scarti a far l’amor.

Da Udin siam partiti,
da Bari siam passati,
Durazzo siam sbarcati
in guerra destinati.

Motorizzati a piè,
la penna sul cappel,
lo zaino affardellato,
l’alpin l’è sempre quel.

La Grecia terminata
a Udin siam tornati,
che tosto per la Russia
noi siamo destinati.

E partiremo ancor
con la tristezza in cor,
lasciando la morosa
coi furbi a far l’amor.

Ma poi verrà quel dì
che canterem così:
finita l’è sta naja
a casa a divertir.


A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
DI QUA, DI LA' DEL PIAVE



Di qua, di là del Piave
ci sta un’osteria.
Là c’è da bere e da mangiare
ed un buon letto da riposar.

E dopo aver mangiato,
mangiato e ben bevuto.
Oi bella mora se vuoi venire,
questa è l’ora di far l’amor.

Mi si che vegnaria
per una volta sola.
Però ti prego lasciami stare
che son figlia da maritar.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
DOVE SEI STATO MIO BELL'ALPINO



Dove sei stato mio bell'alpino?
Dove sei stato mio bell'alpino,
che ti ha cangià colore?

L'è stata l'aria dell'Ortigara
l'è stata l'aria dell'Ortigara,
chi mi ha cangià colore.

E' stato il fumo della mitraglia
è stato il fumo della mitraglia,
chi mi ha cangià colore.

Ma i tuoi colori ritorneranno
ma i tuoi colori ritorneranno,
questa sera a fare l'amore.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
E TU AUSTRIA



E tu Austria non essere ardita
di varcare d’Italia i confini
che sulle Alpi ci sono gli Alpini
che su per aria ti fanno saltar.

E tu Austria che sei la più forte
fatti avanti se hai del coraggio
e se la "buffa" ti lascia il passaggio
noialtri Alpini fermarti saprem.

Varcheremo le mura di Trento
coi fucili per ben caricati
e di rinforzo ci sta i richiamati,
tutto per aria faremo saltar.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
ERA UNA NOTTE CHE PIOVEVA



Era una notte che pioveva
e tirava un forte vento
Immaginatevi che grande tormento
per un alpino che sta a vegliar
A mezzanotte arriva il cambio
accompagnato dal capoposto
O sentinella torna al tuo posto
sotto la tenda a riposar
Quando fui stato stato nella mia tenda
sentii un rumore giù nella valle
Sentivo l'acqua giù per le spalle
sentivo i sassi a rotolar

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
FIGLI DI NESSUNO



Figli di nessuno,
che noi siam...
fra le rocce noi viviam,
ci disprezza ognuno

perché laceri noi siam.
Ma se c’è qualcuno
che ci sappia comandar
e dominar, figli di nessuno

che noi siam anche a
digiuno sappiam lottar.
Hop dué, hop dué.
Noi siamo nati chissà

quando, chissà dove.
Allevati dalla pura
carità, senza padre
senza madre, senza un nome

noi viviamo come uccelli
in libertà. Hop dué, hop dué.
Noi viviamo fra I boschi
e sugli alti monti e
dagli aquilotti ci
facciamo ammirar.
Le ragazze d’oggi giorno
son smorfiose son scontrose,
appena nate si dan subito da far,
cercan tizio, cercan caio
mille cose in quantità.
Hop dué, hop dué.

Figli di nessuno...

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
IMPROVVISO




Bepi De Marzi

L'ombra che viene azzurra le colline,
giù nella valle si chiudono le rose.
Chi spegne il giorno conosce bene il sole,
chi spegne il giorno colora i nostri sogni.

Dalle contrade si mandano la voce:
tutta la valle racconta in nostro bene.
L'ombra che viene azzurra le colline,
chi spegne il giorno conosce i nostri sogni,
L'ombra che viene, oh.................

Notte di gelo, notte di vento, notte di odio, notte di pianto,
cos'hai mai fatto Irmina bella per meritarti tanto dolor(bis)
Nella valle tornerà la pace, nella valle il sole splenderà.
Nella valle tornerà la vita, nella valle il sole splenderà. Splenderà!

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
IRMINA BELLA




L.Casanova Fuga

Nella valle suonavan le campane,
nella piazza giocavano i bambini,
Irmina dai biondi capelli nel cuore hai la gioia,
negli occhi il sorriso.
giorno di gioia,
giorno di vit,
giorno di pace,
giorno d'amore,
corri nel vento Irmina bella
eri la stella del tuo papà
(bis)
Nella valle il rombo dei cannoni,
nella piazza non giocano i bambini,
Irmina dai biondi capelli nel cuore hai 'angoscia'
negli occhi la paura.

Non dimenticare
"Vi chiedo solo una cosa: se sopravvivete a quest'epoca non dimenticate. Non dimenticate né i buoni né i cattivi. Raccogliete con pazienza le testimonianze di quanti sono caduti per loro e per voi. Un bel giorno, oggi sarà il passato, e si parlerà di una grande epoca e degli eroi anonimi che hanno creato la storia. Vorrei che tutti sapessero che non esistono eroi anonimi. Erano persone, con nome, volto, desideri e speranze, e il dolore dell'ultimo fra gli ultimi non era meno grande di quello del primo il cui nome resterà. Vorrei che tutti costoro vi fossero sempre più vicini come persone che avete conosciuto, come membri della vostra famiglia, come voi stessi..."

Fonte: di JULUIS FUCIK

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
IL TESTAMENTO DEL CAPITANO



Il Capitano della compagnia
si l’è ferito e sta per morir..!
E manda a dire ai suoi Alpini
perché lo vengano a ritrovar.
I suoi Alpini ghe manda a dire
che non han scarpe per camminar...
"O con le scarpe o senza scarpe
i miei Alpini li voglio qua...
" Cosa comanda, sior Capitano
che noi adesso semo arrivà ..."
E io comando che il mio corpo
in cinque pezzi sia taglià:
il primo pezzo a mia Patria
Il secondo pezzo al Battaglion
Il terzo pezzo alla mia mamma
che si ricordi del suo figliol !
Il quarto pezzo alla mia bella
che si ricordi del suo primo amor!
L’ultimo pezzo alle montagne
che lo fioriscano di rose e fior...!


La neve è fresca, si affonda fino al ginocchio, è tremendo salire, sotto il fuoco. Il Capitano Grandi, in testa alla compagnia quarantasei, colpito all'addome si affloscia sulla neve, e grida, con voce ferma, ma che non è più la sua: "Siate coraggiosi, avanti Tirano". poi si rovescia bocconi. Cadono attorno a lui altri ufficiali, altri alpini.
I russi non si vedono piuù, si sono semplicemente inginocchiati per ricaricare i padellonidei loro mitragliatori. IIIl capitano Grandi viene tirato indietro, al riparo di un'isba; lo adagiano su una slitta; gli alpini gli sono intorno, qualcuno ha le lacrime agli occhi. Grandi guarda fisso, forse non soffre, sa che deve morire alza la voce: "Che cosa fate lì con quei musi! Avanti, cantate con me la canzone del capitano!" E intona per primo: "Il capitan de la compagnia..." GGGli alpini mordendosi le labbra, piangendo, fanno coro attorno a lui. Un coro triste, lento, di voci che tremano di singhiozzi.

Fonte: da:"ALPINI -Storia e leggenda"


A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
LA CANZONE DEL GRAPPA



Monte Grappa tu sei la mia Patria,
sovra a te il nostro sole risplende,
a te mira chi spera ed attende
i fratelli che a guardia vi stan.
Contro a te già s’infranse il nemico
che all’Italia tendeva lo sguardo
non si passa un cotal baluardo
affidato ad italici cuor.
Monte Grappa tu sei la mia Patria,
Sei la stella che addita il cammino,
sei la gloria, il volere, il destino,
che all’Italia ci fa ritornar.
Le tue cime fur sempre vietate
per il piè dell’odiato straniero.
dei tuoi fianchi egli ignora il sentiero
che pugnando più volte tentò.
Qual la candida neve che al vento
ti ricopre di splendido ammanto
tu sei puro ed invitto con vanto
che il nemico non lasci passar.
Monte Grappa tu sei la mia Patria,
..
O montagna per noi tu sei sacra,
giù di lì scenderanno le schiere
che irrompenti a spiegate bandiere
l’invasore dovranno scacciar.
Ed i giorni del nostro servaggio
che scontammo mordendo nel freno
in un forte avvenir sereno
noi presto vedremo mutar.
Monte Grappa tu sei la mia Patria, ..

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
LA MONTANARA



Lassù sulle montagne tra boschi e valli d'or
tra l'aspre rupi eccheggia un cantico d'amor
La montanara, si sente cantare
cantiam la montanara e chi non la sa
La montanara, si sente cantare
cantiam la montanara e chi non la sa

Lassù sui monti dai ripidi d'argento
una capanna cosparsa di più
era la piccola dolce dimora
di Soreghina la figlia del sol
La figlia del sol.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
LA PENNA DELL'ALPINO



Bersagliere ha cento penne,
ma l’alpin ne ha una sola;
un po’ più lunga,
un po’ più mora;
sol l’alpino la può portar.
Quando scende la notte buia
tutti dormono laggiù alla pieve
ma con la faccia giù nella neve
sol l’alpin là può dormir.
Su pei monti vien giù la neve
la tormenta dell’inverno
ma se venisse anche all’inferno
sol l’alpin riman lassù.
Se dall’alto dirupo cade
confortate i vostri cuori
perché se cade in mezzo ai fiori
non gli importa di morir.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
LA PREGHIERA DI UN ALPINO



Fornelli/Bazzzoli Ascolta o Dio, Ti prego; dal fosso di una granata
a Te si rivolge e T'implora stasera infelice il mio cuor.
M'avevan detto che non esisti e per me sciocco fu verità.
Ma ora il Tuo cielo stellato diffonde più luce per me.
Sei tu l'alta luce che splende non so perchè mai l'ho veduta,
non so perchè mai T'ho parlato ma ora ti sento con me.
Tra poco sarà l'offensiva, stanotte la sorte è segnata:
mio Dio non ha più paura, aspettami vengo da te.ù Sento il segnale chiama all'assalto lotta feroce, morte sarà!
Perdona chi tardi T'invoca: per Te più non teme il morir.

DON CARLO GNOCCHI ED I SUOI ALPINI
"Molti oggetti di ricordo avrei potuto mettere nella mia cassetta militare quando lascia il mio primo Battaglione. Ma non volli, temendo di imprigionare la vaga e amabile ricchezza delle memorie nelle cose ferme, materiali e finite. Così ho portato co me solo alcune lettere. Son tutte di mamme di alpini. Quante ne ho ricevute nei mesi di guerra e quante se ne scrivono al Cappellano militare! Per avere notizie di un figlio che nonscrive da troppo tempo, per conoscere i particolari di una morte in combattimeno o all'ospedale da campo, per richiedere gli oggetti e i riordi personali di un Caduto, per avere una parola di consiglio, di aiuto, di conforto. Il Cappellano militare è un pò il vicario della mamma presso i figli lontani in armi. Tra queste lettere, tre soltanto ne ho conservate e mi sono sommamente care. Tre lettere che mi recano e perpetuano sul mio camminola benedizione di tre madri. Conveniamone apertamente. Bisogna possedere una ben altra consapevolezza della regale supremazia della maternità su ogni altra dignità umana per trovare l'inusitata, semplice, bellissima arditezza di mandare la benedizione a un Ministro del Signore. SSSSole le madri sensate e saporose del popolo hanno saputo conservare intatto e profondo il sentimentodi questo spirituale matriarcato. In nome del quale non mi parve mai strano che le mamme dei miei alpini mi benedicessero da lontano, che anzi una di esse in giorno, con solennità quasi liturgica, mi scrisse: "Signor cappellano, Vi do la mia benedizione nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo". da allora l'ombra pia di quella mono benedicente di madre ignota e popolana levata sul mio capo mi accompagna sempre, come un'ala di pace e di consolazione..."

Fonte da "Cristo con gli alpini" di Don Carlo Gnocchi

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
LA TRADOTTA



La tradotta che parte da Torino,
a Milano non si ferma più,
ma la va diretta al Piave,
cimitero della gioventù.

Siam partiti, siam partiti
In ventisette, solo in cinque
Siam tornati qua e gli altri
Ventidue son rimasti tutti a S. Donà.

A Nervesa, a Nervesa c’è una
Croce, mio fratello è sepolto la
Io ci ho scritto su Ninetto,
che la mamma lo ritroverà.
Cara suora, cara suora son

Ferito a domani non arrivo più
Se non c’è qui la mia mamma
Un bel fiore me lo porti tu.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
LE VOCI DI NIKOLAJEWKA



Bepi de Marzi


Nikolajewka, Nikolajewka...
(ripetuto per tutto il canto)

Caposaldo in riva al Don
Il nostro caposaldo era in un villaggio in riva al Don nel paese dei cosacchi. Le postazioni e le trincee erano scavate scarpata che precipitava sul fiume gelato.
Dove eravamo noi doveva essere stato un bel paese. Ora, invece delle sace rimanevano in piedi solo i camini di mattoni. La chiesa era metà; e nell'abside erano il comando di compagnia, un osservatoio e una postazione per la pesante. Scavando i camminamenti negli orti delle case che non c'erano più, uscivano fuori dalla terra e dalla neve patate, cavoli, carote, zhcche. Qualche volta era roba buona e si faceva la minestra.
Alla sera, prima che uscissero le pattuglie, era pronta la polenta calda. Diavolo! Era polenta dura, alla bergamasca, e fumava su un tagliere vero. Era senza dubbio migliore di quella che facevamo nelle nostre case. Qualche volta veniva a mangiarla anche il tenente che era marchigiano. Diceva: -Com'è buona questa polenta! - e se ne mangiava due fette grosse come mattoni.

Fonte: da "Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern.


A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
L'ULTIMA NOTTE



Bepi De Marzi

Era la notte bianca di Natale ed era
L'ultima notte degli alpini; silenzioso come
frullo d'ale c'era il fuoco grande nei camini

Nella pianura grande e sconfinata e
lungo il fiume parea come un lamento,
una nenia triste e desolata che piangeva
sull'alito del vento.

Cammina cammina la casa è lontana
la morte è vicina e c'è una campana
che suona, che suona; Din , don, dan...
che suona, che suona; Din, don, dan...

(Recitato)
Mormorando, stremata, centomila voci stanche
di un coro che si perde fino al celo,
avanza in lunga fila la marcia di fantasmi in grigioverde
Non è il sole che illumina gli stanchi gigli di neve sulla terra rossa.
Gli alpini vanno e ad ogni passo coprono una fossa.
(Cantato)
Tutto tace.
A illuminar la neve neppure s'alza l'ombra di una voce
lo zaino è diventato un peso greve:
ora l'arma s'è mutata in croce.
Lungo le piste sporchee insanguinate
son mille e mille croci degli alpini,
cantate piano non disturbate,
ora dormono il sonno dei bambini.
Cammina cammina la guerra è lontana
la casa è vicina e c'è una campana
che suona ma piano; Din , don, dan...
che suonama piano; Din, don, dan...

Il giorno di Natale
Sapevo che era il giorno di Natale perchè il tenente la sera prima era venuto nella tana a dirci: -E' Natale domani! - Lo sapevo anche perchè dall'Italia avevo riceuto tante cartoline con alberi e bambini. Una ragazza mi aveva mandato una cartolina con in rilievo il presepio, e la inchiodai sui pali di sostegno del bunker. Sapevamo che era Natale. Quella mattina avevo finito di fare il solito giro delle vedette. Nella notte ero andato per tutti i posti di vedetta del caposaldo e ogni volta che trovavo fatto il cambio dicevo: -Buon natale!
Anche ai camminamenti dicevo Buon Natale,anche alla neve, alla sabbia, al ghiacciaio del fiume, anche al fumo che usciva dalle tane, anche ai russi, a Mussolini, a Stalin.
Era mattina. Me ne stavo nella postazione più avanzata sopra il ghiaccio del fiume e guardavo il sole che sorgevadietro il bosco di roveri sopra le postazioni dei russi. Guardavo il fiume ghiacciato da su dove compariva dopo una curva fin giù dove scompariva in un'altra curva. Guardavo la neve e la peste di una lepre sulla neve: andavo dal nostro caposaldo a quello dei russi. "Se potessi prendere la lepre", pensavo. Guardavo attorno tutte le cose e dicevo:- Buon Natale! - Era troppo freddo star lì fermo e risalendo il camminamento rientri nella tana della mia squadra. -Buon Natale! - dissi, -Buon Natale!

Fonte: da:""Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
MONTE CANINO



Non ti ricordi quel mese d'Aprile
Quel lungo treno che andava al confine
Che trasportavano migliaia degli alpini
Su-su correte: é l'ora di partir
Dopo tre giorni di strada ferrata
Ed altri due di lungo cammino
Siamo arrivati sul Monte Canino
E col sereno ci tocca riposar
Se avete fame guardate lontano
Se avete sete la tazza alla mano
se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca: la neve ci sara'

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
MONTE NERO



Spunta l'alba del 15 Giugno
comincia il fuoco dell'artiglieria
Il 3° alpini è sulla via
Monte Nero a conquistar
Monte Nero Monte Rosso
traditore della vita mia
Ho lasciato la mamma mia
per venirti a conquistar
per venirti a conquistare
ho perduto tanti compagni
tutti giovani sui vent'anni
la loro vita non torna piu'.
Colonnello che piangeva
a veder tanto macello
fatti coraggio alpino bello
che l'onor sarà per te.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
MONTE PASUBIO



Sulla strada del Monte Pasubio
Bomborombom bom Bomborombom.
Lenta sale una lunga colonna
Bomborombom bom Bomborombom.

L'è la marcia di chi non torna
di chi si ferma a morir lassù.
Ma gli Alpini non hanno paura
Bomborombom bom Bomborombom.

Sulla cima del Monte Pasubio
Bom borombom
Soto i enti che ze 'na miniera
Bomborombom bom Bomborombom.

Son gli Alpini che scava e che spera
di tornare a trovar l'amor.
Ma gli Alpini non hanno paura
Bomborombom bom Bomborombom.

Sulla strada del Monte Pasubio
Bomborombom bom Bomborombom.
è rimasta soltanto una croce
Bomborombom bom Bomborombom.

Non si sente mai più una voce,
ma solo il vento che bacia i fior.
Ma gli Alpini non hanno paura
Bomborombom bom bomborombà.

Cimitero di guerra
Ma basta affacciarsi a un rustico cimitero di guerra, perché l'onda e il tormento dei ricordi si plachi all'improvviso, come in una rada di silenzio e pace. Cadono d'impeto le vele turgide del cuore, si entra tosto nell'atmosfera, raccolta del luogo sacro. No; questa non è terra terrena come quella che sta d'intorno a perdita d'occhio fino all'orizzonte. Questa è terra che affiora lieve da lontane e placide profondità, per raccogliere il dono dei nostri morti. Perchè altrimenti avrebbero dovuto segnarla così nettamente e gelosamente coi muriccioli a secco e col filo spinato e difenderla con le mitragliatrici ai quattro angoli del recinto? (Quantunque anche la crudezza e la ferinità delle armi si plachiqui nella luce mite e buona di questi cimiteri di guerra).
Così approdamdo dall'alto e discorde tumulto delle cose a queste isole di pace, si abbassa instintivamente la voce, ci si scopre e si abanza in punta di piedi. Non tanto come quando si entra in Chiesa ,ma come quando qualcuno dorme in una stanza e si teme di svegliarlo. Questi nostri morti dormono sotto la terra appena smossa che la pietà semplice dei compagni ha ornato di un segno di religione e di una parola di affetto: riposano in pace.

Fonte: da:""Cristo con gli alpini" di Don Carlo Gnocchi

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
MOTORIZZATI A PIE'



Ai primi di novembre
Nessun se l’aspettava
La cartolina bianca
Mi tocca di partire.

Motorizzati a piè,
la penna sul cappel,
lo zaino affardellato,
l’alpin l’è sempre quel.

E partiremo allor
Con la tristezza in cor,
lasciando la morosa
con gli altri a far l’amor.

E vegnarà quel dì
Che canterem così:
finita l’è sta naja
a casa ritornar.

Motorizzati a piè,
la penna sul cappel,
lo zaino affardellato,
l’alpin l’è sempre quel.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
SIGNORE DELLE CIME



di Bepi De Marzi

Dio del cielo, signore delle cime
un nostro amico hai chiesto alla montagna
ma ti preghiamo,
ma ti preghiamo,
su nel paradiso, su nel paradiso, lascialo andare
per le tue montagne.

Santa Maria Signora della neve,
copri col bianco soffice mantello,
il nostro amico, il nostro fratello,
su nel paradiso, su nel paradiso, lascialo andare
per le tue montagne.

La Madonna del Don
Gli alpini del tenente Perego raggiunto il cappellano lo invitarono ad andare con loro. Padre Policarpo alza gli occhi dal breviario e li scruta per comprendere il motivo di quella chiamata improvvisa. Potrebbe trattarsi di un morente che invocava la sua assistenza o di un ferito grave.
"La Madonna", mormorarono gli alpini, "Abbiamo trovato la Madonna".
Padre Policarpo li guarda con stupore e finalmente comprende che si tratta di una immagine rinvenuta per caso tre le macerie delle isbe distrutte.
Domanda perché non l'hanno presa con loro e si sente rispondere che il tenente Perego ha detto di non toccarla e di chiamare il cappellano.
Nei pressi dei resti dell'isba montano la guardia alcuni alpini. La Madonna è là che attende. Si tratta di una icona bellissima di formato grande e di fattura antica e pregevole. La sua cornice originaria di legno dorato ridotta in pezzi insanabili lascia supporre che sia stata travolta dalle macerie dell'isba presso la quale probabilmente l'avevano messa in salvo da qualcuno quando la chiesa di Belogorje era stata profanata.

Fonte ALDO RASERO (da:"ALPINI - Storia e leggenda")

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
STELITUS ALPINIS



Se tu vens cà sù ta' cretis
là che lôr mi àn soterât,
al è un splàz plen di stelutis;
dal miò sanc l'è stât bagnât...

Par segnâl, une crosute
jè scolpide lì tal cret;
fra che' stelis 'nàs l'erbute,
sot di lor jo dùar cujet.

Ciol, su ciol, une stelute
che ricuardi il nestri ben:
tu 'i darâs 'ne bussadute
e po' plàtile in tal sen.

Quant' che a ciase tu sês sole
e di cûr tu preis par me,
il miò spirt ator ti svole:
jo e la stele 'o sin cun te.

Ma 'ne dì quant che la vuere
a' sara un lontan ricùard
tal to cûr, dulà ch'al jere
stele e amôr, dut sara muart.

Restarà par me che stele
che 'l miò sanc a là nudrit
par che lusi simpri biele
su l'Italie a l'infinit.

Perché i caduti non muoiono
Lo sguardo dunque dei miei compagni perduti ho sempre portato desto e conturbante nell'anima fino a pochi giorni or sono, soffrendone come di un debito insoluto verso la morte, sentendone il peso come di un'oscura colpa personale. Ma ora non più. L'altra sera, una chiara e fredda sera invernale spazzata dal vento, i miei piccoli, gli orfani dei miei alpini dormivano tutti naufragati nei grandi letti bianchi, della casa austera e serena da poco preparata per loro. Dormivano il loro sonno di seta, popolate di corse spensierate al paesello alpestre, dalla voce pacata dlla Suora insegnante, nella grande casa nuova ancora tutta da scoprire.
E nell'oscurità frusciante di innocenti pensieri e di sogni ridenti, tornai a vedere gli ochhi desti e trafiggenti dei miei morti.
Lente e stancje le palpebre del sonno scendevano su di essi.
I miei morti finalmente riposavano in pace.


Fonte: da:"Cristo con gli alpini" di Don Carlo Gnocchi


A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
SUL CAPPELLO



Sul cappello che noi portiamo
c'è una lunga penna nera
che a noi serve da bandiera
su pei monti a guerreggiar.

Evviva evviva il reggimento
Evviva evviva il Corpo degli Alpin.

Su pei monti che noi andremo
pianteremo l'accampamento,
brinderemo al reggimento:
Viva il Corpo degli Alpin.

Su pei monti che noi saliremo
coglieremo stelle alpine
per portarle alle bambine
farle piangere e sospirar.

Farle piangere e sospirare
nel pensare ai belli alpini
che tra i ghiacci e le slavine
van sui monti a guerreggiar.

A.N.A. Bellusco i canti degli alpini
TAPUM



Venti giorni sull'Ortigara
senza il cambio per dismontar
Ta-pum tap-pum ta-pum
ta-pum ta-pum
Quando poi ti discendi al piano
battaglione non hai più soldà
Ta-pum tap-pum ta-pum
ta-pum ta-pum
Ho lasciato la mamma mia
l'ho lasciata per fare il soldà
Ta-pum tap-pum ta-pum
ta-pum ta-pum
Dietro il ponte un cimitero
cimitero di noi soldà
Ta-pum tap-pum ta-pum
ta-pum ta-pum
Cimitero di noi soldati
forse un giorno ti vengo a trovar
Ta-pum tap-pum ta-pum
ta-pum ta-pum ta-ta