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L’Amoroso Cantar

Prossimo concerto:

Roma

Sabato, 21 aprile 2012

Museo Nazionale dell’Alto Medioevo

Viale Lincoln, 3

Ore 18:00


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In occasione della

Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Sopraintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma

Ingresso gratuito 

Prenotazione obbligatoria

tel. 06 54.22.81.99

 

 

 

 Note introduttive

I brani eseguiti sono tratti da tre famosi manoscritti redatti probabilmente tra la fine del XIII secolo e la seconda metà del XIV secolo.

Fra questi, il manoscritto più antico, conosciuto come “Laudario di Cortona”, fu ritrovato nel 1876, dopo essere stato abbandonato per secoli in un sottoscala di una libreria, dal bibliotecario della Biblioteca dell’Accademia Etrusca, dove tuttora è conservato.

Il laudario, contenente una settantina di composizioni delle quali 46 con la notazione musicale, appartenne alla Confraternita di “S. Maria delle Laude”, operante presumibilmente dalla fine del duecento a Cortona.

Le confraternite, fiorirono in Italia tra il X e il XII secolo allo scopo di lodare e ringraziare Dio attraverso la preghiera, la penitenza e il canto collettivo.

La confraternita proprietaria del manoscritto era di quelle che si dedicavano soprattutto al canto e alla diffusione delle laudi, perciò dette dei “Laudesi”. Queste si differenziavano da quelle dei “Disciplinati” che intonando i canti delle laudi durante l’autoflagellazione, facevano di quest’ultima la loro principale caratteristica.

La struttura di primitiva di questi canti devozionali era costituita molto semplicemente da strofe ripetute più volte, con una struttura non dissimile da quella dell’inno. Un famoso inno è quello scritto da Paolo Diacono e dedicato a S. Giovanni, dal quale Guido D’Arezzo trasse, dalle sillabe iniziali della prima strofa, i nomi dell’esacordo e quindi delle note musicali come noi le conosciamo.  (http://it.wikipedia.org/wiki/Ut_queant_laxis)

Da questa prime semplice forme,  cantilenate in lingua latina, si passò ad una struttura più complessa e recitata nella nascente lingua italiana, contribuendo così alla diffusione di queste composizioni fra tutti gli strati sociali.

 

 

Da un altro manoscritto, quello conosciuto come “Codice Rossi” sono tratte le due ballate “Per tropo Fede” e  “Amor mi fa cantar alla Francescha”. Spesso i testi dei brani contengono delle allusioni, come nel caso del secondo brano, dove il titolo allude sia al ritmo della ballata in 9/8 conosciuto come “tempo francese-alla francesca”, sia al nome della donna alla quale è dedicata la composizione.

 La ballata, forma poetico musicale sviluppatasi a partire dal XIII secolo, era nella sua fase iniziale del tutto simile alla Lauda e solo nel secolo successivo (quello dell’Ars nova e del dolce stil novo) assunse la forma definitiva (ripresa, cioè ritornello, 2 strofe dette piedi o mutazioni e volta, con stessa lunghezza e musica del ritornello, ma con testo differente).

Il codice Rossi (così chiamato dal nome del bibliofilo che nella prima metà dell’ottocento raccolse i vari fogli) consiste in una serie di pergamene manoscritte raccolte e conservate nelle librerie Vaticane, tranne una piccola parte che si trova nella biblioteca musicale della città di Ostiglia. Questo codice, oltre ad alcune ballate monodiche (cioè con una sola linea melodica) contiene una caccia e un rondello, mentre gli altri brani sono tutti in forma di  madrigale.

L’importanza di questo codice risiede nel fatto che è la prima raccolta conosciuta contenente composizioni polifoniche profane italiane.

 Sia sulla datazione che sulla provenienza geografica di questo codice, ci sono tuttora alcuni dubbi, sebbene l’area geografica più probabile sembri confinata nelle province di Padova Ferrara e le foci del Po. Le forme musicali, fortemente influenzate dagli scritti di Marchetto, specialmente nell'uso della notazione mensurale, fanno datare le composizioni di questa raccolta intorno alla metà del XIV secolo.

 

 

Il prezioso manoscritto, conosciuto come Additional 29987, conservato nella biblioteca britannica di Londra, è quello dal quale sono tratte alcune musiche da danza italiane.

Vista la composizione eterogenea dei brani in esso contenuti, si ritiene che questo sia stato assemblato riunendo varie musiche provenienti da differenti manoscritti.  La caratteristica che rende così importante questo manoscritto è che i 15 brani monofonici da danza (di autore anonimo) costituiscono l'unica fonte (tranne pochissime eccezioni) giunta ai giorni nostri, relativa al repertorio strumentale italiano del '300.

Anche se la datazione di questo manoscritto è presumibilmente della seconda metà del XIV secolo, la loro collocazione geografica risulta piuttosto difficoltosa. Infatti, alcuni studiosi ritengono che i brani contenuti provengano prevalentemente dal Nord Italia, mentre altri vedono connessioni musicali più forti con il Sud Italia (Sicilia, Napoli ecc). Questo anche perchè molti ritengono evidenti, nelle forme musicali di queste danze, connessioni più strette con i makam turchi e le teorie musicali arabe piuttosto che con le tecniche musicali dell’Europa occidentale. Considerazioni di questo tipo avvalorerebbe l’ipotesi di una pratica musicale diffusa e condivisa, in epoca medievale, tra i vari paesi del bacino mediterraneo.


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PROGRAMMA 

Laudi, Ballate e Danze

nelle musica italiana del '300 

 

Laudario di Cortona, n.26 - XIII sec.                      Jesù Cristo glorioso

 

Laudario di Cortona, n.37 - XIII sec.                       Sia laudato san Francesco

 

Laudario di Cortona, n. 3  - XIII sec.                       Ave, donna santissima

 

Londra, British Library-XIV sec.                             Lamento de Tristano  e Rotta

 

Codice Vaticano Rossi 215 -XIV sec.                      Ballata: Per tropo fede

 

Londra, British Library-XIV sec.                             La Manfredina e Rotta

 

Londra, British Library-XIV sec.                             Trotto

 

Codice Vaticano Rossi 215 -XIV sec.                      Ballata: Amor mi fa cantar a la Francescha

 

Londra, British Library-XIV sec.                             Saltarello III

 

Laudario di Cortona, n.39 - XIII sec.                       Magdalena degna da laudare

 

 

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L’Amoroso Cantar

 

L’Amoroso Cantar si è formato a Roma nel 1997 ed è dedito allo studio e all’approfondimento critico della letteratura musicale medievale, un periodo storico ricco di stimoli e suggestioni.

La scelta dei brani e la loro elaborazione è realizzata attraverso un lavoro collettivo, che associa la doverosa ricerca filologica al contributo creativo dato dalle diverse personalità dei musicisti che compongono l’ensemble.

 

Alla base del modo di lavorare c’è il gusto e la gioia di fare musica ed il desiderio di condividere tutto ciò con chi ascolta.

Per questo, particolare cura viene posta nell'esecuzione dei brani; sia alla varietà timbrica sia ad elementi improvvisativi, componenti fondamentali del far musica nel periodo medievale.

 

L’ensemble attinge al vasto repertorio della monodia e polifonia sacra e profana ed alle musiche di danza nel periodo che va dal XII al XV secolo e dispone di una vasta dotazione di strumenti musicali, ricostruiti in base alle descrizioni presenti nel patrimonio iconografico e letterario dell’epoca.

 

Ospite di numerose istituzioni concertistiche e Festival, l'ensemble ha anche partecipato a trasmissioni radiofoniche (emittenti nazionali ed estere) e alle musiche del film Gostanza da Libbiano di Paolo Benvenuti, premiato al Festival di Locarno.

 

 

                                                    

Altri video : http://www.facebook.com/?ref=home#!/pages/L-Amoroso-Cantar/125943977439182?v=app_2392950137

 

Enrica GARBINI

   Canto

Gabriella CERACCHI

   Viella

Paolo FAIELLA

  Liuto medievale

Eugenio GALASSETTI

   Flauti, chorus e percussioni

Gianfranco MAGNI

   Flauti , symphonia e chorus

 

per contattarci: amorosocantar@libero.it

 

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