N O T I Z I E

STAMPATO IN PROPRIO PER DIFFUSIONE INTERNA

numero 25

Anno XXIV

MAR - APR 2001

DALLA SCUOLA AL CANTIERE

F. Lombardi

Continua la collaborazione tra AMIREL e Comune di Fiumicino

L'AMIREL - Modellisti Romani, in collaborazione con la scuola media C. Segrè (Via del Faro 225 - Fiumicino) e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Fiumicino, organizzerà nei giorni 5-7/10/2001 presso la scuola media suddetta la manifestazione "Dalla scuola al Cantiere" con la partecipazione dei più importanti Cantieri navali di Fiumicino e l'esposizione della costruenda riproduzione della "Nave di Traiano".

All'interno della scuola saranno esposti modelli navali di soci AMIREL e delle altre Associazioni invitate mentre, nel grande parco attiguo, i Cantieri Navali partecipanti esporranno parti delle loro apprezzate realizzazioni. In un apposito padiglione si potrà anche ammirare la ricostruzione in scala reale della nave guerriera di Traiano, realizzata dagli studenti della scuola sotto la guida esperta del maestro d'ascia Francesco Carmosini.

(Segue l'annuncio della manifestazione pubblicato su "Il Tempo")

Il Tempo 23 feb 2001


Il Porto di Traiano a Fiumicino in un'antica stampa

I soci Lombardi, Mosti, Parasassi e Villoresi
impegnati nella scuola di modellismo della Città dei Ragazzi

COSA ASPETTI !

RASSEGNA STAMPAA cura della redazione

UNA PAGINA DI CRONACA RIEVOCA LA STORIA - 1° Parte

Metro 9 nov 2000

SOTTOMARINI SEPOLTI NEGLI ABISSI

Quella del Kursk è solo l'ultima di una lunga serie di tragedie consumate in silenzio sui fondali


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Metro 9 gen 2001


Il Kursk


Il Kursk fotografato a Murmansk

(segue sul prossimo numero)

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Metro 3 nov 2000

Stazione di Ostia

Inaugurazione dopo il restauro

Qualcuno se la sentirebbe di farne il modello in scala 1/87 per un plastico!!
Naturalmente occorre reperire i disegni ....!!
Vediamo chi è il più bravo nel trovarli.

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Metro 4 ott 2000

Nel 20° secolo ancora esistono gli eredi di Francis Drake, di Jean Bart, di John Avery e di Barbanera.
Il mondo civile è costretto a adeguare alla modernità le armi per combatterli
.

 

1° Prova di Campionato Laziale 2001 a Cantalice (RI), sabato 17 marzo.

A. Zanardi

Giove Pluvio quest’anno ha proprio deciso di boicottare il nostro Campionato, malgrado avessimo tentato di distrarlo cambiando data e sede "ufficiosamente" ……., ma andiamo con ordine!

Il nostro calendario prevedeva di disputare – come è stabilito nel Bollettino inviatovi - la prima prova del 2001 presso la pista "Ali sul Tevere" il 3 marzo scorso, senonchè il tempo è stato infame fino a quel primo mattino, quando era troppo tardi per avvertire tutti i concorrenti (che forse valeva la pena di provare) tant’è che qualche ottimista ad oltranza c’è andato………..!.

Con Gino Ursicino, cui va dato atto della più amichevole e pronta ospitalità, abbiamo perciò concordato di tentare un recupero di questa 1° Prova sabato 17 marzo sul campo dei "Falchi" di Rieti a Cantalice. Con un ampio giro di telefonate sono stati raggiunti quasi tutti gli interessati, confidando anche che queste voci si spargono rapidamente fra amici e simpatizzanti!

Le previsioni meteo in effetti davano qualche speranza, tenendo anche conto delle facili cantonate degli addetti ai lavori. La mattina del 17 infatti tutto è andato per il meglio durante i preparativi ed i lanci di prova. Alle 10 s’inizia la gara col primo lancio per 14 iscritti e con l’alzarsi di una leggera brezza che, dopo una decina di lanci, più tanto leggera non era, con i primi modelli che tentavano di decollare da soli andando anche a rovesciarsi sui cassoni!

La Giuria, composta da Giancarlo Pacciani coadiuvato da Franco Musella, decideva di proseguire i lanci su base "volontaria" stimolando cioè coloro che avevano modelli più penetranti e voglia di avventura, con la speranza che nel frattempo la situazione meteo migliorasse e quindi di mantenere fede ai tempi della gara. Lo spettacolo è stato emozionante e molti sono stati i temerari; il buono è che praticamente nessun modello ha subito scassature, il che denota anche una sempre migliore preparazione dei concorrenti.

Papiri A., Tomaiuoli e Zanardi hanno fatto registrare tre pieni (da 120’) al primo lancio, Cannarsa rispettivamente 81’ e 93’, Cassinis 80’, Crociani 56’ e 65’, Maggi 52’, Piscitelli 19’, Cavallaro 72’ e 56’, Ursicino 34’, Papiri E. 117’ + 10’ per l’atterraggio di precisione ed infine Cavallo 50’ e 33’ + 10’ per l’atterraggio. Non si sono classificati per meteo: Santoni e Tascone.

Eolo per contro, si dava sempre più da fare perciò si stabiliva (sentiti anche i pareri dei concorrenti) di interrompere la gara dopo 16 lanci cronometrati e di sorteggiare fra i partecipanti i premi forniti dalla Giuria (targhe e portachiavi con inserto di legno) e il gadget (un saldatore da campo a gas gentilmente offerto dalla ditta "L’Aquilotto" di Roma) anche per ricompensare chi si era spostato da lontano.

Arrivavano così le 12.30 perciò tutti i romani decidevano di continuare la gara …… al ristorante "La Pannocchia" di Cantalice che ci aveva preparato nel frattempo un lungo e ben fornito tavolo concordemente e voracemente preso d’assalto.

I partecipanti si lasciano soddisfatti se non altro dell’opportunità goduta di incontrare vecchi amici e con l’impegno di ritrovarsi, Eolo e Giove Pluvio permettendo, il prossimo sabato 7 aprile ad "Ali sul Tevere" come da calendario.

www.laquilotto.it

Il nostro sponsor

Questi notissimi motori di ricerca ci conoscono e ci segnalano.

TECNICA MODELLISTICA - 9

FIONDA : come volare … economicamente … ovvero (l’arte della sfiondata)

2° parte

Alberto Zanardi

Impariamo l’arte della fiondata

Antonio Mizzan, nel suo ottimo libro "Volare!" della BUR, suggerisce una sequenza di auto addestramento in tre stadi che condivido del tutto.

Egli suggerisce in sostanza di iniziare con una prima fase in cui, tirata la fionda con una trazione inferiore a quella di gara (diciamo del 15-20%), e posizionato il modello angolato di 45° rispetto all’orizzonte, lo si lancia come fosse un giavellotto. Esso schizzerà verso l’alto da solo e quasi senza bisogno di correzioni (che dovranno comunque essere minime data l’estrema sensibilità dei comandi in questa fase di volo ad alta velocità).In questo modo il modello non raggiungerà l’altezza che potrebbe raggiungere un esperto ma essa comunque permette di controllare e affinare il suo centraggio, di fare un completo circuito di atterraggio e di toccare dolcemente il campo. In questa fase non si devono mai staccare gli occhi dal modello e gli eventuali comandi devono essere tempestivi ma estremamente dolci.

La seconda fase è simile alla precedente ma comporta l’effettuazione di leggere virate a destra e a sinistra in salita e sotto trazione. Questo esercizio serve per prendere confidenza con la capacità di manovra del veleggiatore, naturalmente correzioni e contro-correzioni dovranno essere tempestive e tener conto del ritardo esistente tra il movimento dello stick e l’esecuzione del comando da parte del modello. E’ opportuno ripetere tale addestramento su vari lanci per impadronirsi della tecnica.

La terza ed ultima fase consiste nel dare un leggero colpo a cabrare subito dopo il lancio (magari col trim). Così facendo si ottiene dall’ala una maggiore portanza e di conseguenza una maggiore altezza di sgancio. Il modello, volando più lentamente, farà sviluppare più gradualmente l’energia dell’elastico.

Dopo un non breve allenamento, questa tecnica diventerà quasi automatica, essa permette infatti di tenere in tensione il traino fino in cima, con il modello prossimo allo stallo ma senza mai raggiungerlo. Al culmine della salita va impresso un comando istantaneo a picchiare e l’anello della fionda si distaccherà; un attimo dopo un leggero comando a cabrare permetterà di convertire l’energia cinetica residua in ulteriore quota…..La tecnica acquisita nella seconda fase permetterà, nelle giornate di poco vento, di tenere in tensione il traino, facendo zigzagare il modello senza che si stacchi dal gancio.

L’influenza del vento.

Il vento, o meglio la brezza, sono di grande aiuto per l’ascesa del nostro "tesoro"; in assenza di vento infatti il modello sale in modo fiacco e difficilmente esso arriva ad agganciare le correnti termiche. Dato che il modello ben centrato vola ad una velocità costante in fase di puro veleggiamento, più forte è il vento più l’elastico si tenderà, raggiungendo così una maggiore altezza allo sgancio. Con brezza leggera la tecnica di zigzagare è la più produttiva mentre non è opportuno cabrare troppo il modello per il rischio di stallo. Con brezza tesa il traino col cavo elastico dà i migliori risultati e la tecnica di trimmare il veleggiatore un poco a cabrare permetterà il raggiungimento di una quota ottimale. Con vento discreto, le cui raffiche sono peraltro molto ben assorbite dal sistema elastico, per staccare l’anello dal gancio di traino bisogna dare un secco impulso a picchiare. A questo punto è necessario valutare caso per caso, per ottenere i più alti tempi di volo, se apportare piccoli aumenti di peso del modello (aggiungendo zavorre baricentrali) che fanno aumentare la sua velocità, oppure se sia più efficace dare una trimmatura a picchiare dello stesso (senza quindi aggiungere zavorre).

L’atterraggio

Dopo un adeguato e magari soddisfacente volo, purtroppo …… il terreno si avvicina e bisogna atterrare; è necessario decidere senza ripensamenti in base al vento ed alla quota residua. Dato che avvicinandosi al suolo diminuisce la velocità del vento, è consigliabile scendere cabrando gradualmente il modello in modo da fargli perdere un poco di velocità costringendolo a "galleggiare" a pochi centimetri dal suolo …….. sembrerà che non voglia più toccare terra, ma poi si poserà dolcemente non senza aver racimolato ulteriori preziosi secondi di volo!. Naturalmente in quest’ultima fase di volo è opportuno tenere le ali livellate …….. per la loro incolumità e per galleggiare ancora più a lungo ..!.

Il gancio di traino

Ho visto troppo pressappochismo in questo dettaglio-chiave, sia come forma sia come suo posizionamento.

La forma migliore del gancio di traino deve permettere uno sgancio rapido a fine fiondata non agevolando però eventuali sganci prematuri sotto traino. Esso deve essere quindi internamente liscio e poco inclinato (in basso) rispetto alla linea mediana della fusoliera, la sua lunghezza utile attorno ai 2 centimetri. Penso che il filo d’acciaio armonico da 2 mm piegato ad U con un gambo saldato a "castolin" su una piastrina di ferro acciaioso sia la migliore soluzione specie perché sul campo permette di stringere od allargare la U per ottimizzare lo sgancio.

Due fori allineati sotto la mezzeria del modello, nei quali inserire due vitine parker da 3/5 mm di lunghezza, consentono inoltre il suo posizionamento sicuro ma movibile a piccoli passi avanti e dietro per raggiungere i famosi 30° avanti il baricentro.

Concludendo vorrei sottolineare la notevole criticità sia dell’inclinazione del gancio sia del suo posizionamento baricentrale. I traini veramente "coi fiocchi" sono frutto di un lungo lavoro di affinamento di questi due parametri da effettuarsi per ogni singolo modello in quanto essi sono influenzati anche dalla forma delle velature, dal loro posizionamento e profilo e dal tipo di centraggio adottato (da vento o da calma).

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