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Venegono Inferiore

La storia del Comune di Venegono Superiore

I primi documenti che riguardano Venegono Superiore risalgono all'XI secolo, ma le origini di questa località sono ovviamente più antiche. E' probabile che la zona fosse già abitata prima dell'arrivo dei Romani, che vi giunsero, pare, intorno al 200 a.C. e trovarono popolazioni sempre in lite tra di loro. Con poche perdite conquistarono la Gallia Cisalpina, iniziarono a riscuotere le tasse e imposero la Pax Romana.
Nella zona sono state segnalate alcune vestigia romane: tracce di una strada romana, segni di centuriazione e un cippo votivo.
Esisteva infatti una strada romana che collegava Novara a Corna passando per Castelseprio (la Comum-Novaria), che forse passava da Venegono per poi risalire a Binago, Olgiate e Como.

Le vicende di Venegono Superiore seguono poi necessariamente quelle del Seprio che, come è noto, in epoca tardo-romana costituiva una piazzaforte di difesa dalle invasioni d'oltralpe. Del sistema di difesa del Seprio, che da questa località si allargava a cono verso le Alpi, faceva parte anche una torre di vedetta che sorgeva probabilmente dove ora si trova il castello di Venegono Superiore.
Il castello di Venegono Superiore nasce per difendersi dalle invasioni degli Ungari. Scrive il Cazzani "(…) Di fronte alle reiterate incursioni magiare devastatrici, per un paio d'anni (899-900), Berengario I, impotente a costruire da sé difese necessarie, lascia ai privati l'onere di edificare castelli lungo le strade più battute dagli invasori, che si identificavano poi con le vie percorse dai mercanti i quali usavano talvolta il castello come deposito e luogo di vendita delle merci, trasformandolo in un vero e proprio mercato".
Del castello di Venegono Superiore gli storici sono stati in grado di precisare la struttura originaria: si trattava di "un grande recinto murato; addossato alle mura nell'interno correva il cammino di ronda; nel recinto si stipavano alcune casette (una fu donata nel 1052 al monastero di sant'Ambrogio) e numerose caneve o magazzini, dove secondo le consuetudini del milanese, i contadini dovevano "incanevare" i prodotti della terra. (…) Al centro del recinto era il "domus magna castri" che spettava al signore feudale del villaggio". La descrizione ci riporta ai tempi e alle caratteristiche proprie delle invasioni degli Ungari, i quali miravano appunto a razziare i prodotti della terra. Tali prodotti erano posti al riparo nelle caneve del castello, mentre durante l'incursione nelle casette stipate entro il recinto, trovavano rifugio anche i contadini del sottostante villaggio.

Il Castrum sembrava costruito apposta per fronteggiare quegli attacchi: di qui l'ipotesi della sua costruzione nell'epoca immediatamente successiva alle invasioni magiare, e quindi nella prima parte nel secolo X. Più che di un castello inteso in senso moderno, si trattava di un fortilizio, accuratamente recintato, che sfruttava l'altura del colle, munito verso le parti degradanti di terrazzamenti fortificati. La parte centrale (domus magna castri) doveva avere la forma di un castelletto, che poteva essere lo sviluppo dell'antica torre di vedetta e di segnalazione collegata al Seprio. Era comunque fin d'allora un centro di riferimento e di vita per gli abitanti del luogo: nei magazzini confluivano prodotti agricoli, provenienti dai campi antistanti o dalle immediate vicinanze. Il castrum di Vengono Superiore conserverà quella struttura fino al secolo XIV quando per merito dei Pusterla, sarà ristrutturato e trasformato in un castello vero e proprio.
Il nome Venegono ha origini controverse: le ricerche del Canonico Bonaventura Castiglioni, del Sindaco Carlo Tachéo Brière, del professor Gilli e del professor Grammatica dedicate alla storia locale lo associano variamente a feste o immagini di Venere (Veneris Agonia e Veneris Icon) alla coltivazione o all'amore per il vino (Vinum Colere) o alla presenza di acque e monti (dalle radici del linguaggio pre-romano Uin e Gon).
Comunemente accettata è invece l'associazione più recente del paese al "somaro": secondo il Cremona "i paesi vicini, non è detto se per scherno o per invidia, appiopparono a Venegono il soprannome di paes di asinitt (paese degli asini)"; lo stesso si dichiara però "propenso a credere che questo soprannome non sia dipeso dal tenere in poco conto gli abitanti di Venegono, e quindi come giudizio negativo nei loro confronti, bensì come qualcosa di più rispetto agli altri paesi e anche segno di intelligenza, in quanto questa deprecata bestia, il cui nome si ritiene oggi balordamente sinonimo di ignoranza, si imponeva come bestia da tiro utilissima ed economica perché rende più di quel che mangia. Si accontenta infatti di tutti gli scarti dei foraggi delle altre bestie. Dicono che con gli occhiali verdi divora anche la paglia credendola fieno ma è sicuramente calunnia, poiché la paglia la divora anche senza occhiali. E' una bestia intelligentissima per due ragioni: è un'ingegnere provetto per tracciare strade in luoghi impervi ed era famosa per questa sua attitudine già presso gli Egizi; non va mai a marcia indietro e si vuole lo faccia per la protezione del proprio deretano!Per queste sue caratteristiche che lo fanno ritenere ingegnere e filosofo nato, i Venegonesi lo adottarono".

(Tratto da www.venegonosuperiore.com )

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La storia del Comune di Venegono Inferiore

Venegono o Venegonno? Il popolo dice Venegonn (come Saronn, Caronn, Castronn, ecc.): questo a conferma dell’appartenenza del nome di Venegono al grosso gruppo di toponimi in –onn di antichissima origine, propri di questa zona della Lombardia. I più antichi documenti notarili mostrano propensione per la forma Venegonno. Nella “charta iudicati” del 737, con la quale Manacunda fondava il monastero della vicina Cairate, si legge per le firme apposte a sottoscrizione del documento: “Signum manibus Vuallerami de Abiate Eldeprandi de Venegonno isti testes”. Un atto del 1052 dimostra l’incertezza esistente sul nome di Venegono: il documento di donazione, redatto dal Notaio Pietro detto Verenzo, Quanto sopra sembra smentire le supposizioni circa l’origine del nome di Venegono dalla versione latina di “Veneris Agonis” secondo un’opinione Qgià affrontata del can. Bonaventura Castiglioni, precettore di San Carlo Borromeo… sull’origine del nome … di Venegono,… il quale…., più da letterato che da erudito ricercatore, nell’opera “Gallorum Insubrium antiquae sedes” descrivendo elegantemente i luoghi ameni attorno ai due castelli di Venegono Superiore e Inferiore, fa derivare il nome da “Veneris agonalia” per contrazione “Vene-gon”.
I notai del medioevo, seguendo certe loro regole di latinizzazione dell’onomastica locale, scrivevano però locus de… Serono e naturalmente locus de Venegono .. Una ipotesi che si può azzardare riguardo al significato del nome è quella che fa discendere il nome di Venegono dal latino “Vinum colere” per il fatto che il territorio era ricco di vigneti. La tesi più veritiera è però quella che risale fin dall’origine, nel linguaggio delle popolazioni pre-romane, per le quali il nome era composto da due radici “Vin” e “gon” significante il primo acque ed il secondo monte o costa, cosa che può essere possibilissima in quanto chiaro riferimento alle acque che sgorgavano numerose dalle coste collinose del territorio.
Data l’antichità del toponimo è probabile che il territorio di Venegono fosse abitato fin dall’età romana, data la vicinanza con il Seprio, notevole centro militare di difesa dalle invasioni dei barbari, e nel medioevo come capoluogo di un vasto contado che per un certo periodo ebbe autonomia da Milano: nell’epoca longobarda e franca ebbe persino una propria zecca ed era commercialmente un punto di riferimento tra i più famosi. Enorme importanza ebbe la pieve del Seprio anche a livello religioso, con giuridistizione su Varese, Somma Lombardo, Gallarate, Parabiago, Appiano Gentile, Olgiate Comasco e Fino Mornasco.
Dal X secolo la contea del Seprio divenne ereditaria, iniziando a perdere la propria autonomia a favore di Milano che sempre più vi esercitava potere coinvolgendola nelle proprie lotte. Nel secolo successivo gli arcivescovi di Milano spodestarono l’antica famiglia dei Conti che si disperse, lasciando però anche in Venegono alcuni loro possedimenti. Infatti a Venegono Inferiore vi era un oratorio, sepolcreto di famiglia, ed una cappellina che mantenne per un certo periodo vivo il ricordo del loro dominio. La cappella situata dietro l’attuale Chiesa Parrocchiale, che era dedicata ai Santi Antonio e Leonardo, non esiste più. Nel periodo delle lotte tra i comuni italiani e Federico Barbarossa molte vicende cambiarono il contado: il Seprio che appoggiava l’imperatore tedesco, considerato liberatore dal dominio milanese, perse gran parte della sua importanza dopo la sconfitta nella battaglia di Legnano del 1176.
Nel XII secolo i Nobiles de Comitibus Castri Seprii, che trasformarono il loro nome in Conti, presero il comando del Seprio, anche se non raggiunsero mai alti ranghi sociali. Possedevano sì casa nobiliare ed altri possedimenti, ma a loro non apparteneva nessuno dei castelli dei due villaggi di Venegono e neppure avevano diritti feudali su di essi (quello di Venegono Inferiore era posseduto dalla famiglia Castiglioni).
La distinzione dei due Venegono deve essere avvenuta attorno a questo periodo perché in precedenza non si trova menzione delle due entità. Il centro primordiale doveva essere in Venegono Superiore dal quale si sono poi staccati altri nuclei abitativi. Lo sviluppo del borgo inferiore deve essere avvenuto in modo molto veloce in quanto già nel 1286 Venegono Inferiore aveva consoli propri e la chiesetta campestre di S. Martino era considerata parrocchia ove venivano svolte funzioni anche per Venegono Superiore. Dello stesso periodo è la costruzione dalla Chiesa di S. Michele: Venegono Inferiore ebbe la propria chiesa parrocchiale, oltre a quella dei SS. Antonio e Leonardo e Venegono Superiore spostò il proprio centro religioso nella Chiesa di S. Giorgio.
Per alcuni secoli la vita sociale della zona ruoterà attorno alle alterne fortune dei casati Pusterla di Venegono Superiore e Castiglioni, le cui lotte si intrecciano con quelle della vicina Castiglione Olona. Nel castello di Venegono Inferiore, soprattutto nel periodo della peste di Milano del 1451, si rifugiarono personaggi famosi quali Giovanni, vescovo di Coutances, Giacomo e Francesco Castiglioni – suoi cugini. Nella seconda metà del secolo XV i Castiglioni erigono la chiesa di S. Maria vicino al loro castello. Al momento dell’invasione dei francesi di Luigi XII la famiglia Castiglioni parteggiò per l’imperatore per cui, al ritorno degli Sforza a Milano, il castello e gli altri beni di Venegono Inferiore furono confiscati ed affidati ai Pusterla. Una leggenda localizza in tale periodo la distruzione del paese da parte delle truppe Svizzere di Massimiliano Sforza: in effetti si trattò di un parziale saccheggio di truppe di passaggio.
Con il ritorno dei francesi, ai Castiglioni furono restituiti i loro beni: Fioramondo ed il cugino Camillo la sera di San Cristoforo del luglio 1515, accompagnati da una quarantina di armati, furono visti uscire dalla porta del castello di Venegono Superiore, dirigersi verso Venegono Inferiore. Il giorno dopo si sparse la notizia che avevano trucidato Giovanni Maria e Bartolomeo Pusterla. Le sorti delle due famiglie si rovesciarono quando gli Spagnoli cacciarono i Francesi e rimisero sul trono di Milano gli Sforza, e piu' precisamente Francesco II. Ai Pusterla fu lasciata mano libera di snidare i nemici dai due castelli. Dopo questi avvenimenti bellicosi si concluse l’epoca delle guerre ed il castello di Venegono Inferiore divenne luogo di villeggiatura di signori.
Dopo la visita di S. Carlo, che impose la costruzione di una nuova Chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Giacomo e Filippo, il 24 novembre 1609 l’assemblea del Comune accoglie l’appello del Cardinale ed il 15 aprile 1610 avviene la posa della prima pietra. Nessuna industria venne a crearsi, fino a tempi recentissimi. La coltivazione della terra era affidata a piccoli affittuari. Si forma qualche bella vigna padronale sulle colline.
La Parrocchia di Venegono Inferiore, ai tempi di S. Carlo Borromeo, esisteva già da almeno 500 anni ed a causa delle condizioni igieniche ed economiche e dell’emigrazione non aumenta nei due secoli successivi. Si trattava certamente di una piccola comunità, eternamente in balia delle varie famiglie di potenti che si avvicendavano nella zona del Seprio. Le alterne vicende della fortuna a volte avevano portato il paese molto vicino ad essere cancellato. Per fortuna le malattie endemiche che colpivano i territori della Lombardia lambivano abbastanza marginalmente il territorio del Varesotto e il contado del Seprio, anche se coinvolto, aveva potuto resistere con una certa fortuna alle varie ondate di peste.
Ai tempi di S. Carlo Venegono Inferiore possedeva tre Chiese (San Michele, Santa Maria al Castello e Sant’Antonio e Leonardo) che sopravvissero per lungo tempo nonostante la povertà che regnava sovrana nel paese. Solo nel secolo corrente, con la creazione delle attività commerciali ed industriali, con l'attivazione dei collegamenti ferroviari con Milano e Varese, la popolazione ha avuto modo di godere di una agiatezza perlomeno pari a quella degli abitanti del circondario.
Gli edifici di culto, dopo l'abbattimento della Chiesa dedicata ai Santi Antonio e Leonardo e la costruzione della nuova Chiesa intitolata alla Beata Vergine di Loreto, sono stati abbelliti e riportati al primitivo splendore. Anche l'Oratorio Maschile Immacolata è stato rimodernato mentre quello femminile, intitolato alla "Benedetta" tra tutte le donne, è stato ultimato. Nell'inventario è da comprendere anche l'edicola dedicata a San Giuseppe. La generosità dei Venegonesi ha permesso di edificare tutto questo, come del resto jl proverbiale cuore delle genti di Lombardia aveva permesso, alla fine degli anni Venti.
Il 1983 segna una data storica per Venegono Inferiore, un avvenimento unico che difficilmente potrà ripetersi: il 21 maggio il Santo Padre visiterà il Seminario e in tutto il paese è un susseguirsi di iniziative per onorare nel migliore dei modi Papa Giovanni Paolo II.
Anche il 1984 si apre con un'altra visita importante: la Croce Pastorale di S. Carlo Borromeo, la stessa Croce che aveva accompagnato S. Carlo il 24 luglio 1570 nella sua visita Pastorale a Venegono Inferiore.

(Tratto da www.comunevenegonoinferiore.it)

Ancora sulle origini del toponimo

Il nome del paese appartiene a quei toponimi che terminano in "-onn", come "Venegonno" è attestato in un documento del 737, con l'attuale denominazione è indicato in un altro del 1052. Si è creduto che l'origine del toponimo fosse una contrazione dal latino "Veneris Agonis". Ma le ipotesi più plausibili sono due: la prima, che arrivi dal germanico "Winicone", la seconda dal linguaggio di popolazioni preromane accorpando le radici "vin" e "gon" che indicano acqua e monte.

Tratto da "Cognomi e Comuni" di Giorgio Rienzo, Corriere della Sera - Lombardia del 13 giugno 2008

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