Un paio di brevi racconti di fantascienza, in cui si descrivono le vicende in un supergiocattolo.

I superToys sono appunto dei giocattoli, creati in un mondo ipertecnologico, per tenere compagnia agli esseri umani.

Uno di questi androidi, un prototipo rappresenta un bambino, il figlio mai nato, del progettista, insomma un novello pinocchio.

Ma il programma è talmente sofisticato, che il bambino prende coscienza di sè, e si ribella all'idea di essere soltanto una macchina.

E come Pinocchio desidera ardentemente non essere un burattino, ma un bambino vero.

Quando i due adulti uscirono dalla stanza, bambino e orso si misero a sedere sotto le rose.

"Teddy... Penso che babbo e mamma siano veri, no?"
Teddy rispose "Mi fai certe domande così stupide. David. Nessuno sa cosa significhi realmente'VERO' Torniamo dentro"

"Prima voglio prendere un'altra rosa!" staccò un fiore dal vivo color rosso e lo portò con sè nella casa. Poteva metterla sul cuscino quando andava a dormire. La sua bellezza e la sua morbidezza gli ricordavano la mamma.

Il fascino di questa storia di alta tecnologia, è che anche un bambino robot, sente il bisogno di affetto e si sente solo.

E come per Pinocchio è facile indentificarsi, e fare il tifo per un burattino con un intelligenza artificiale, talmente sofisticata da riprodurre i sentimenti di un cucciolo di uomo.

La storia ha colpito Stanley Kubrik, che ne ha tratto un soggetto per un film, e purtroppo non ha poi potuto girarlo, ma che è servito come base per il film di Steven Spielberg in omaggio al grande maestro.