Un Angelo a San Basilio.
La straordinarietà dei fatti avvenuti in Portogallo è sublime, ma la bontà divina volle elargire anche a noi un simile segno della sua predilezione.
E la collina di San Basilio non dovrà divenire, forse, una piccola Fatima?
Ecco, quindi, all'alba del 2 Ottobre 1982, un Angelo apparire nel cielo di San Basilio di Rosalì.
Tre uomini, di giovane età, recatisi a caccia in una zona denominata "Livatia" (ignoravano il segno avvenuto il 16 Agosto dello stesso anno), aspettavano di dare sfogo alla loro passione venatoria, quando, all'improvviso, sentirono un rumore assordante e un fortissimo vento scuotere ogni cosa. Impauriti si stesero per terra, pensando alla caduta di un aereo, ma uno di loro, e solo lui, alzando gli occhi, vide nel cielo terso, venire da Oriente e sorvolare la collina di San Basilio, una figura dalle vesti luminose, con le braccia aperte in volo, come fosse un affresco dipinto nella volta celeste. La figura luminosa non fece udire la sua voce, non diede messaggi, ma il suo silenzio lo possiamo definire eloquentissimo. Possiamo ben credere che tale silenzio renda validi, anche per noi, i messaggi dati a Fatima.
Amiamo credere che tale figura angelica, apparsa al giovane cacciatore, sia l'Angelo della Calabria. Come leggiamo nella Bibbia e come confermò l'Angelo ai pastorelli di Fatima, ogni nazione, ogni regione, ogni città, ogni uomo ha il suo Angelo protettore, come guida verso la salvezza eterna.
Così come a Fatima, l'Angelo apparve su un'altura, secondo la tipologia delle manifestazioni soprannaturali. Anch'Egli, come l'Angelo del Portogallo, veniva da Oriente, da dove nasce il sole, annuncio di vita nuova e invito alla conversione perché il sole di giustizia, Gesù, possa visitarci dall'alto come sole che sorge e farsi nostro ospite, centro della nostra vita.
Il suo volo sulla collina di San Basilio vuole essere un annuncio di gioia, di speranza, un invito alla libertà dello Spirito. La Sua luce c'invita ad innalzarci di là del contingente, dell'effimero. Accettiamo questa visione come un invito a meditare sull'altezza della nostra vocazione di cristiani.
