Dott. Massimo Pasquale Cogliandro
Medico Chirurgo
iscritto ai Registri di Omeopatia, Agopuntura e Fitomedicina tenuti dall'Ordine dei Medici Chirurghi di Roma
La dottrina dei Miasmi e la teologia filosofica di Samuel Hahnemann, fondatore dell'Omeopatia
I.
L' «acidità di terreno» e la teoria dei miasmi
Hahnemann, seguace in gioventù della corrente di pensiero che fa capo ad Haller, principale allievo di Boerhaave, fa propria l'idea di quest'ultimo che le malattie contagiose possano insediarsi solo in pazienti in cui vi è un aumento della acidità dei tessuti, cioè un terreno adatto all'insediamento di un «miasma» o «virus».
Hahnemann trova una conferma teorico-sperimentale di questa dottrina nell'opera di Morgagni, laddove questi collega l'origine della Scabbia ad un aumento dell'acidità tessutale.
L'importanza dell'opera di Morgagni per Hahnemann è testimoniata dalla frequenza con cui il fondatore dell'Omeopatia cita questo autore nel primo volume delle Malattie Croniche. Partendo da una osservazione clinica di Morgagni , in cui lo stesso Morgagni osserva per inciso come la Psora sia alla base di tutte le Malattie Croniche, Hahnemann costruisce l 'edificio del suo nuovo sistema di spiegazione dell'insorgenza della Malattie Croniche a partire dal miasma psorico:
Una donna di circa trent'anni , dopo di diuturni dolori delle membra, fu invasa da copiosa ed umida scabbia. Essa a fine di guarirne, per consiglio di un empirico fece uso di un dato unguento; e così in breve si essiccò questo esantema; ma si manifestò una febbre acuta, accompagnata da sommo calore e sete, e da acerbissimi dolori di testa. A sì fatti sintomi si aggiunse poscia il delirio, la difficoltà di respiro piuttosto grave, lieve tumefazione di tutto il corpo, che fu considerabile nel ventre, e somma inquietudine, ed in fine ne seguì la morte sei giorni dopo che la febbre.
[. . . ] La copiosa ed umida scabbia, che avea liberata la donna dai suoi antichi dolori delle membra, essendo stata inopportunamente ripercossa, produsse la morte. Ed al certo le acri particelle che da prima irritar solevano le tuniche delle membra, di già salutevolmente si eliminavano da quelle ulcerette che si eran formate sopra la cute; ma essendosi queste essiccate, le particelle morbose si formarono nel sangue, ed irritando le parti interne produssero la febbre acuta, e gli altri malori gravissimi che l'accompagnavano, fra i quali la timpanite. Benché una tale specie d'idropisia succede solamente a malattie croniche, come Littre c'insegna, nullostante essa ha talvolta luogo nelle affezioni acute, come nel presente caso, ed anche in altre molto più acute, cosa di già veduta da questo medesimo autore.
(Morgagni, Delle sedi e cause delle malattie, lettera 38, cap.22, Napoli, 1842)
Si possono notare in questi passi di Morgagni:
- la relazione che egli pone tra le "particelle acri della Scabbia" (si noti che anche Weikard nel 1796 parlava dei miasmi come di "particelle acri" provenienti dall'esterno, in grado di alterare dinamicamente la nostra Forza Vitale e la circolazione degli umori), le malattie croniche, che possono esitare in sintomi caratteristici, quali la leggera idropisia di questa donna;
- la spiegazione di come le ulcerette della Scabbia abbiano la funzione di permettere la eliminazione delle particelle acri dei miasmi;
- la dimostrazione clinica della teoria della "retropulsione", secondo cui la eliminazione delle ulcerette caratteristiche delle patologie psoriche con unguenti e pomate, induce un rapido aumento del tutto incontrollabile delle particelle del miasma all'interno del corpo, con un intenso aumento dell'acidità tessutale, che predispone all'insorgere di malattie acute a rapidissima evoluzione.
Non mi soffermo sull'influenza di Sydhenam su questo genere di teoretica, perché mi sembra abbastanza evidente.
Secondo Hahnemann l' «acarus scabiei» induce «dinamicamente» un aumento dell'acidità tessutale dell'organismo. Ma cosa si intende qui per «dinamicamente»? Per poter capire questo linguaggio hahnemanniano, occorre collocarlo all'interno dei suoi sistemi teorici di riferimento:
1. la fisiologia adottata da Hahnemann, per suo stesso riconoscimento nel «Trattato sul valore dei sistemi», è quella di Haller, ma solo in parte...
2. il sistema fisiologico di Brown, fondato sulla teoria delle «diatesi» e della «forza vitale» originata dall'anima, e che vivifica il sistema nervoso, viene in parte rigettato da Hahnemann per ciò che attiene la teoria delle diatesi (non conciliabile con il sistema di Haller), in parte accolto per la teoria della «forza vitale»;
3. Hahnemann riconsidera la teoria browniana della «forza vitale» alla luce di quanto esplicitato a questo proposito da Dumas nei suoi Principi di Fisiologia pubblicati nell'anno 1800, il quale precisa che la moderna teoria della «forza vitale» si differenzia dalla teoria cartesiana degli «spiriti animali» (vedi il «Tractatus de homine» di Cartesio), perchè questi ultimi, pur animando, secondo i medici neo-cartesiani del '700, tanto il Sistema Nervoso Centrale quanto il Sistema Nervoso Periferico, NON erano in alcun modo in grado di rendere conto della rapidità delle reazioni e dei riflessi nervosi osservabili sperimentalmente. Di qui la necessità osservata da Dumas di mutare nome a questi «spiriti» per rendere conto del carattere «dinamico» della loro azione nel sistema nervoso, in seguito ad uno stimolo interno od esterno.
La teoria browniana insegnava come qualsiasi alterazione «dinamica» della forza vitale del sistema nervoso indotta da uno stimolo comportava una alterazione diretta o mediata della circolazione degli umori, in grado di rendere i tessuti più o meno acidi, e, quindi, più o meno facilmente aggredibili dai miasmi esterni.
Hahnemann, nonostante la sua antipatia per il sistema di Brown, finisce di fatto per accettare gradualmente questi postulati, al punto che nel monumentale Dizionario Classico di Medicina e Chirugia pratica in 52 volumi pubblicato negli anni '30 dell' '800, sotto la voce «omoiopatica», la fisiologia e la patologia di Hahnemann vengono esplicitamente considerate «browniane».
II.
La determinazione dei rimedi anti-psorici
Hartmann, uno dei principali discepoli di Hahnemann, nel ridimensionare la teoria del Maestro sulla Psora, ci racconta che Hahnemann ha determinato con precisione le malattie indotte dal miasma (acidificante) della Psora grazie alla osservazione pratica della risposta della maggior parte delle malattie croniche ai rimedi usualmente usati contro la Scabbia (Psora):
Hahnemann, entrainé par sa prédilection pour son idée favorite, a mis sur le compte de la psore ce qui aurait pu s'expliquer d'une manière toute différente et aussi naturelle. Mais ne l 'en blamons pas: de quelque manière qu'on interprete son opinion, il est incontestable que sa théorie de la psore renferme beaucoup de choses vraies et utiles, et que, dans un grand nombre de cas, elle trouve sa pleine confirmation. Et lors meme qu'elle devrait etre entièrement rejetée, elle aura toujours eu cela de bon, de nous avoir fait connaitre un grand nombre de médicaments énergiques, sans lesquels il nous serait impossible de guérir beaucoup de maux chroniques. L'erreur de Hahnemann repose en partie sur ce qu'il attribuait une origine psorique aux maladies guéries par ces médicaments, découverts et essayés par lui.
(F. Hartmann, Thérapeutique homoeopathique des maladies aigues et des maladies chroniques, Tome second, pag. 13, Paris, 1850)
III.
L' origine soprannaturale del Miasma Psorico secondo S. Hahnemann
La Psora è il miasma più antico, che Hahnemann, partendo dalle più antiche testimonianze del Levitico, definisce vero e proprio "Flagellum Dei". In effetti, se leggiamo Levitico 13, 1-2 , troviamo scritto, che è il Signore ad annunciare per la prima volta a Mosé l'avvento dell'infezione psorica nella sua doppia forma di Scabbia e di Lebbra:
Il Signore parlò ancora a Mosé, e ad Aronne; e disse loro: "Se ad uomo venga alla cute o alla carne una tacca di diverso colore, o una pustula, o un non so che di luccicante, che sembri tendere a lebbra, questi verrà condotto al Sacerdote Aronne o ad uno de' suoi figli."
[...] "E 'l giorno settimo lo osserverà; e se la parte inferma comparisce più scura, né siasi dilatata sulla cute, lo dichiarerà mondo, perché questa è scabbia, e non lebbra: quest'uomo laverà le sue vesti, e sarà mondo.
(Il Levitico giusta la vulgata in lingua latina e volgare colla spiegazione del senso litterale e del senso spirituale tratta dai Santi Padri e dagli Autori Ecclesiastici dal Sig. Le Maitre de Sacy, cap. XIII, Venezia, 1775)
Quel mundabit eum,quia scabies est ci indica che il Veleno o Miasma di origine divina si manifesta nella Lebbra più che nella Scabbia. Resta un dubbio: la Lebbra e la Scabbia di cui parla il Levitico sono la stessa Lebbra e la stessa Scabbia della Medicina del tempo di Hahnemann? La risposta ce la dà l'Autore Ecclesiastico più studiato al tempo di Hahnemann, cioè le Maitre de Sacy:
Notano gl'interpreti, che la lebbra del tempo de' Giudei era molto diversa da quella, a cui si dà oggidì lo stesso nome. Imperocché pensano, che quella antica lebbra nascesse talmente dalla corruzione degli umori, che altro segno non apparisse della sua malignità che sulla pelle e nel cangiamento del colore di tutto il corpo. Ma quella de' nostri giorni è una malattia effettiva, che ha la sua sede nell'interno dell'uomo, e che passa comunemente per incurabile, mentre che la giudaica veniva il più delle volte risanata.
(Il Levitico giusta la vulgata in lingua latina e volgare colla spiegazione del senso litterale e del senso spirituale tratta dai Santi Padri e dagli Autori Ecclesiastici dal Sig. Le Maitre de Sacy, pag. 121, Venezia,1775)
Vediamo ora come il Miasma Psorico, nella sua forma primitiva di "lebbra antica" , sia per De Sacy, proprio come per Hahnemann, un vero e proprio Veleno di origine soprannaturale:
[ ... ] Però vediamo, che la lebbra è rappresentata nella scrittura come un flagello del Cielo; e che Dio allora ne percuoteva quelli, di cui volea punire le colpe con un gastigo esemplare, che fosse atto ad intimorire altrui. [ ...] La lebbra era manifestamente una immagine del peccato; e che per questa ragione, ancorchè la lebbra fosse una malattia, non apparteneva ciò non ostante ai Medici, ma toccava ai sacerdoti a giudicar quali fossero i sintomi d'un sì fatto morbo .
(Il Levitico giusta la vulgata in lingua latina e volgare colla spiegazione del senso litterale e del senso spirituale tratta dai Santi Padri e dagli Autori Ecclesiastici dal Sig. Le Maitre de Sacy, pag. 121-2 , Venezia,1775)
Giuseppe Flavio stesso nel suo «Contra Apionem» attesta che secondo Manetone Mosé (presunto autore del Levitico) era malato di «lebbra» e che quasi tutti gli ebrei dell'epoca lo erano.
In verità, va precisato che Hahnemann giunge allo studio del Levitico per determinare l'origine del miasma psorico solo partendo dallo studio del capitolo sulla Medicina degli antichi Ebrei, contenuta nel 1° volume della Storia della Medicina di Sprengel, e certo non per la sua erudizione biblica.
Hahnemann, contrariamente a Boerhaave, ad Haller e a Morgagni, pregni di spirito illuministico, seguendo piuttosto le tesi della Chiesa del tempo finisce col credere all'origine metafisica dell'acidità (assimilata del resto all'elemento Fuoco da Stefano Pace nella sua Fisica del 1695), che fa da terreno al miasma, e diventa strumento della punizione divina per il peccato che alberga nell'umanità: è il fuoco di Dio, che si manifesta in forma di acidità nel corpo umano secondo la filosofia medica cattolica settecentesca, e che genera la malattia e la morte.
Lascio il giudizio su questo aspetto del pensiero di Hahnemann alla fede di ognuno dei lettori, dal momento che evidentemente nel mondo di oggi su questo genere di argomenti non ci può essere uniformità di vedute.
Finis