Massimo Cogliandro

 

La teoria degli Spiriti Animali

nell’opera poetica di Giuseppe Cogliandro

 

 

La antica teoria degli Spiriti Animali, scomparsa in ambito medico nel periodo napoleonico, à continuato però a sopravvivere nei due secoli successivi soprattutto in ambito poetico, come figura poetica di maniera.

Tra gli ultimi componimenti poetici  in cui assume una certa importanza tale figura ricordiamo alcune poesie giovanili appartenenti alla raccolta “Serto Fiorito” composta da Giuseppe Cogliandro presumibilmente tra il 1958 e il 1960, quando l’Autore stava terminando gli studi liceali nella città di Reggio Calabria, dopo circa sette anni di seminario minorile con i Padri Gesuiti, che ànno influito in maniera decisiva sulla sua formazione culturale ed umanistica.

Vediamo ora la prima poesia in cui si presenta la figura poetica oggetto del nostro studio, cioè “3 maggio”:

 

Ancora il tuo volto sorridente

potei mirar, com'una rosa

fresco, amata mia. Oh, la formosa

camicetta arancio, iridiscente!

Quel tuo sguardo innamorato e schivo

mi avvolse con tutto il suo calore;

quello è fuoco, sì, fuoco d'amore

di cui bruciavo, per cui languivo.

Stasera gli spirti congiungendo,

tra l'odio e l'inganno vinse amore,

pegno che mi dasti, e che non rendo.

Ed io piansi in me, perché venisti

per me, com'io per te, per te volai…

Piansi e, son certo, pur tu piangesti.

 

Gli “spirti” di cui parla il Nostro sono gli “spiriti animali”, cioè i soffi energetici generati dall’anima di cui parla la Scienza Antica. E’ evidente che l’Autore trae ispirazione dall’analogo tema dantesco e se ne serve per esprimere in maniera tenue e delicata i propri sentimenti per l’Amata, che ci resta ignota.

La dinamica degli spiriti animali nella genesi del sentimento d’amore nell’essere umano è in questa poesia ben sintetizzata da quel “congiungendo”, che, riferito agli “spirti”, s’addice ad un amore più spirituale che passionale, indubbio riflesso dell’amore celeste di Dante per Beatrice, quale lo ritroviamo nella Commedia.

Troviamo questo tema reso esplicito in alcuni versi di un’altra poesia della medesima raccolta, intitolata “Una promessa”:

 

Così contemplerò quegli occhi belli;

vedrò partire tanti spiritelli;

come facevan Dante e Beatrice,

se tanto paragone a noi si lice.

 

Per chi desidera approfondire questi temi, segnalo il sito http://utenti.lycos.it/GiuseppeCogliandro dove sono pubblicate le poesie del Prof. Cogliandro.

Roma, 7/12/2008

 

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