Dott. Massimo Cogliandro

 

 

 

L’influenza della Sfigmologia Tradizionale Cinese sull’opera del monaco calabrese di lingua grecanica Mercurius (X° secolo)

 

 

 

I.

 

Introduzione

 

 

N

el 1812 il Dott. Salvatore Cirillo ha casualmente ritrovato nella regia biblioteca di Napoli un antico manoscritto contenente un trattato di Sfigmologia in lingua greca, scritto dal monaco grecanico calabrese di nome Mercurius, vissuto nel X° secolo, nel periodo di massima influenza della cultura bizantina sul meridione d’Italia.

Il manoscritto, influenzato senz’altro dalla Sfigmologia Classica di Galeno, contiene al suo interno numerosi elementi tipici della Sfigmologia Tradizionale Cinese.

Tale scoperta destò un grandissimo interesse nell’Europa del tempo, in cui ormai da più di cento anni la Sfigmologia Tradizionale Cinese aveva assunto un ruolo centrale nella Medicina, grazie soprattutto alle opere di Padre Cleyer, Padre Boym, John Floyer, Du Halde e Domenico Cirillo.

Il codice conteneva diverse opere di carattere medico e segnatamente il De Simplicibus Medicamentis di Dioscoride, il De Urinis di Abiziano, e, infine, il Pernecessaria de Pulsibus doctrina di Mercurius Monachus, tutti in lingua greca.

Nel 1812, cioè nello stesso anno in cui scoprì il manoscritto, il Dott. Cirillo stese la traduzione latina del De Pulsibus di Mercurius Monachus e ne curò la pubblicazione.

 

 

II.

 

Il tardo-galenismo di Salvatore Cirillo e

il contesto in cui si inserisce la sua opera.

 

L’Italia nel periodo napoleonico è stata investita dalla “rivoluzione scientifica” scatenata dalle idee di Brown, Rasori, e di un esercito di medici nuovi sedicenti “rivoluzionari”, che per la prima volta mettevano in discussione tutto il sistema della Medicina Umorale di Ippocrate e di Galeno:

 

S’egli [Ippocrate] è padre di qualche cosa in Medicina, lo è di tutti gli errori ch’egli ha seminato il primo, e che hanno robustamente vegetato per tanti secoli; lo è per quella cieca deferenza superstiziosa all’antichità, per cui in medicina si giurò sulla parola del maestro, e si ritardò di secoli il progresso della scienza; lo è di tante inezie uscite dalle teste de’ suoi commentatori; lo è di tante dispute di parole e d’interpretazioni, in cui si sono perduti gl’ingegni de’ suoi seguaci.

(Giovanni Rasori, “Analisi del preteso genio d’Ippocrate. Discorso recitato nell’assumere la cattedra di clinica in Pavia il giorno 10 frigifero, anno VII. Coll’aggiunta di alcune osservazioni sul discorso recitato il giorno 10 ventoso, anno VII dal Professore P. Moscati assumendo la stessa cattedra.” Milano, 1799.)

 

In campo medico, questo periodo è stato dunque caratterizzato fondamentalmente dalla lotta tra due grandi correnti di pensiero: il Neo-Ippocratismo di Sydhenam (medico inglese del ‘600, che ha riformato e rilanciato la Medicina Umorale di Ippocrate), ripreso e rilanciato dal Prof. Pietro Moscati, in cui sono andate a confluire  le correnti Tardo-Galeniche e Post-Galeniche ereditate dal ‘700, e il Neo-Brownismo di Rasori, da cui poi si è andata sviluppando la Medicina Moderna.

Le idee di Rasori si radicarono soprattutto al Nord e nei medici più giovani; i medici di maggiore esperienza, che ancora parlavano e studiavano in latino, continuavano invece a seguire gli antichissimi insegnamenti di Galeno, ovviamente rivisitati alla luce delle più “recenti” scoperte scientifiche, quali quella della Circolazione del Sangue e quella dell’Ossigeno presente nel Sangue (vedi a questo proposito quanto scritto da Domenico Cirillo nel suo De Pulsibus, pubblicato postumo nel 1802).

Con la caduta di Napoleone, l’arresto di Rasori e la dispersione dei Medici della Corrente Browniana, il Prof. Moscati e la Medicina Umorale Neo-Ippocratica, riformata alla luce degli insegnamenti di Sydhenam e dello stesso Moscati, hanno avuto campo libero. Nel 1816 il Prof. Moscati fece pubblicare a Pavia, sotto la “protezione” del governo del Regno Lombardo-Veneto (“edizione sotto la protezione della legge”), l’Opera Omnia di Sydhenam, tradotta per la prima volta in lingua italiana, che tornò ad essere oggetto di studio all’Università di Pavia, dove insegnava lo stesso Moscati.

Oggetto del contendere fu principalmente la teoria degli Spiriti Animali, cioè dei soffi energetici originati dall’Anima, che mettono in movimento la fisiologia degli umori secondo le teorie iatrofisiche della Medicina Galenica e della Medicina Cinese.

La risposta “giacobina” all’attacco di Moscati non si fece attendere e già nel 1818 venne pubblicato in lingua italiana il Compendio Elementare di Fisiologia di Magendie (pubblicazione avvenuta a Pisa, cioè fuori dai territori del Regno Lombardo-Veneto, dove la pubblicazione di tale libro era vietata) , libro che attaccava frontalmente la teoria degli Spiriti Animali (gli Spiriti Animali erano per i galenici quello che è il Qi per la Medicina Cinese, cioè i Soffi Energetici generati dall’Anima, che mettevano in moto la Fisiologia degli Umori) su cui si basava tutta la Medicina Energetica di Galeno:

 

 

Cosa sono gli spiriti vitali o animali degli antichi, le facolta' di Galeno, se non delle supposizioni arbitrarie, che hanno servito per una lunga serie di secoli a nascondere l'ignoranza?

(François Magendie, Compendio Elementare di Fisiologia, Pisa, Nistri, 1818)

 

 

Magendie dice di esporre i soli fatti che servono alla scienza “de’ quali ho direttamente verificato la realtà, sia coll’osservazione sopra l’uomo sano o malato, sia con delle esperienze sopra gli animali viventi”.

Naturalmente, si tratta di un empirismo materialista estremista, che non tiene conto del fatto che la dottrina degli Spiriti Animali (o Qi) è sorta proprio dalla osservazione dei meccanismi di funzionamento del corpo umano da parte di centinaia di medici nel corso di migliaia di anni.

In questa sua opera maggiore, Magendie dava la prima definizione storica in chiave anti-galenica di quello che deve essere una “Medicina dell’Evidenza” secondo le categorie logiche del nuovo pensiero medico borghese.

Tale reazione dei “Medici Giacobini”, intorno agli anni Venti del XIX° secolo, segnò il tramonto definitivo della Medicina Energetica di Ippocrate e di Galeno, ma non la nascita della Medicina Moderna propriamente detta, di natura Materialistica e Meccanicistica, perché, in questo periodo, grazie all’opera di Giacomo Tommasini, professore all’Università di Bologna, si creò un nuovo sistema medico (denominato “Nuova Dottrina Medica Italiana”), che incredibilmente univa la Medicina di Ippocrate con il Vitalismo di Brown e Rasori, che, evidentemente, sul piano dei principi teorici non si escludevano affatto. Non si ha però il ritorno del concetto di Spirito Vitale o Animale, che viene sostituito dal concetto analogo, ma più generico, di Forza Vitale e/o di Energia Vitale.

E’interessante rilevare come la stessa nascente Scienza Omeopatica sia stata influenzata in maniera determinante dalla Fisiologia della Medicina Vitalistica di Brown, Rasori e Tommasini…

Passeranno decenni prima che una nuova Scienza Borghese, frutto di quella Rivoluzione essenzialmente Borghese che fu la Rivoluzione del 1848, riuscisse a soppiantare definitivamente ciò che restava dell’antica Medicina Naturale dell’Occidente.

Salvatore Cirillo appartiene precisamente a quella corrente medica tardo-galenica, che tre anni dopo la pubblicazione del libro di Mercurius Monachus diventerà una delle protagoniste dello sfortunato tentativo di Restaurazione Ippocratico-Galenica in campo scientifico, iniziato subito dopo la caduta di Napoleone:

 

 

Revera Galenus, de medica re universa benemerentissimus, benemerentior adhuc exstitit de pulsuum scientia, utpote qui tum veterum omnium inventa, atque doctrinam, tum amplissimas suas hac in re cognitiones, novasque excogitationes in immortali suo opere collegit, illustravit, et posteritati mandavit.

Nullam enim nec theoriae, nec praxeos partem admirabilis vir ille omisit, quam summa eruditione, sollertia, ac doctrina non tractaverit. Atque in amplissimo illo suo opere clarissima elucet pulsuum doctrina: vasta, et profunda scientiae hujusce cognitio: et plurimam inde lucem posterioris aevi Scriptores omnes hausere.

(Praefatio di Salvatore Cirillo al Pernecessaria de Pulsibus doctrina di Mercurius Monachus, pag. 24-25, Napoli, 1812).

 

 

III.

 

Salvatore Cirillo e le origini storiche

della Medicina Tradizionale Integrata.

 

 

Utilizzando lo stesso metodo di indagine di Padre Andreas Cleyer e del Dott. John Floyer, Salvatore Cirillo trovò in Mercurius Monachus la prima forma di piena integrazione storica tra Medicina Galenica e Medicina Cinese in ciò che vi è di più importante per una Medicina Tradizionale, cioè nella Semeiotica, e, nelle sue intenzioni, l’opera di Mercurius Monachus avrebbe dovuto giustificare il rilancio della Medicina Tradizionale Integrata di Cleyer, Floyer e Boym in una chiave evidentemente anti-modernista.

Salvatore Cirillo, seguendo la logica tipica di ogni pensiero scientifico tradizionale, cerca la giustificazione della validità della Medicina Tradizionale Integrata nel-

l’ “Alta Antichità “  della sua nascita, ma egli la trova esclusivamente nell’opera di Mercurius Monachus, e non anche nella grande tradizione medica araba medioevale, secondo alcuni autori del tempo influenzata in modo decisivo dalla Medicina Cinese, soprattutto nel campo della Sfigmologia.

Il Dott. Salvatore Cirillo, nel suo libro, dopo avere esaltato i grandi meriti della Sfigmologia Cinese, conclude in maniera definitiva il dibattito ormai secolare sul ruolo avuto dagli Arabi, grandi cultori della Medicina Galenica durante il medioevo, nella prima formulazione di una Sfigmologia Tradizionale Integrata, che comprendesse anche insegnamenti propri della Sfigmologia Tradizionale Cinese, presuntivamente diffusisi nei territori arabi soprattutto grazie ai grandi scambi commerciali con la Cina sviluppatisi a partire dall’ottavo secolo:

 

 

Sed quod ad rem sphygmicam facit, existimare quis facile possit eam a Sinensibus potius, quam a Graecis Arabes exquisivisse. Cui non nota sphygmica Sinensium disciplina tantopere decantata? cui non dicta stupenda illa miracula ex pulsuum cognitione depromta? Non praesentes tantummodo morbos dignoscere, sed etiam praeteritos, et quod amplius est, etiam futuros prospicere. Quidni ergo Arabes, qui Graecorum scripta medica insatiabili cupiditate perquirebant, quique ad uberiorem doctrinam percipiendam ad Syros item, ac Persas, aliasque gentes recurrebant, quidni, inquam, Sinas consulerent in re tam gravi, quaeque ad maiorem profectum in arte ipsis carissima tantum conferebat? Praesertim quum ipsi non prorsus a Sinensibus abessent; quin imo magnum cum ipsis commercium octavo saeculo fuerat institutum: Legationes inter Caliphum Haroun Raschid, atque Sinarum Imperatorem ultro citroque missae, et mutua inter eos rerum, morumque cognitio. Sed nescio quo pacto Arabes, qui summopere ardebant per omnes proficere, Sinarum disciplinas, a quibus magnam possent utilitatem percipere, aut ignorarunt, aut neglexerunt, aut fortasse ipsorum Sinensium invida suspicione celatas pernoscere nequiverunt. Manifesto enim patet Arabum cum Sinensibus commercium civile tantummodo, mercatorium, atque oeconomicum, nequaquam vero literarium exstitisse.

Quare nihil a praedicata illa, et decantata sphygmica Sinensium scientia Arabes profecere; sed omnis illorum doctrina a graecis scriptoribus derivavit.

(Praefatio di Salvatore Cirillo al Pernecessaria de Pulsibus doctrina di Mercurius Monachus, pag. 31-32, Napoli, 1812).

 

Gli arabi dunque durante il Medioevo hanno avuto esclusivamente scambi commerciali con i Cinesi, e non hanno intrattenuto con essi alcun tipo di scambio scientifico-culturale dimostrabile: tutta la Medicina Araba origina dunque dalla Medicina Greca.

 

 

IV.

 

La Sfigmologia Tradizionale Integrata di Mercurius Monachus

 

La grande innovazione, ripresa dalla Medicina Cinese, che Mercurius Monachus introduce nel contesto della Sfigmologia Galenica, allora dominante in Europa, consiste nella determinazione di una topografia del polso, che viene suddiviso in tre regioni associate alle tre componenti del Microcosmo (Cielo, Uomo, Terra), a loro volta associate alle tre regioni anatomo-funzionali del Corpo: il “Riscaldatore Superiore”, il “Riscaldatore Medio” e il “Riscaldatore Inferiore”.

Prima di vedere cosa ha scritto Mercurius Monachus in proposito, vediamo come viene descritta la concezione dei Chinesi in relazione ai tre “Riscaldatori” nel più importante trattato di Sfigmologia Tradizionale Cinese pubblicato in Italia:

 

I Chinesi dividono il Corpo il Corpo in tre regioni, la prima dalla Testa al Diaframma, la seconda di quinci all’Ombelico, comprendendovi lo stomaco, la milza, il fegato, il fiele; e la terza fino a i piedi comprendendovi la vescica, ureteri, reni, e intestini. A queste tre regioni assegnano tre sorte di Polso in ciascun braccio.

(John Floyer, L’Oriuolo da Polso de Medici, Parte Terza, Capo Primo, Venezia, 1715)

 

 

Nel Pernecessaria de pulsibus doctrina, Mercurius Monachus descrive la stessa suddivisione del Polso e la relativa associazione alle corrispondenti parti del corpo secondo la teoria della Medicina Cinese, che abbiamo appena visto pienamente spiegata nell’opera di Floyer:

 

Dextera manu tua dexteram aegri manum adprehende, et ab indice digito ad minimum descendens, animo considerato.

Et si quidem indicem, seu priorem digitum percutit arteria, aegrum capite laborare puta.

Si tertium digitum, renes, et quae illos circumeunt, intestina, vesicam, et alia id genus viscera haud recte se habere pronuncia.

Si secundum, pectus, stomachum, et qui illi adhaeret, splenem.

Si denique quartum, femina, pedes, et talos male affectos certum est.

(Mercurius Monachus, Pernecessaria de Pulsibus doctrina di Mercurius Monachus, pag. 52-53, Napoli, 1812)

 

Salvatore Cirillo nel suo commento a questa parte del Trattato di Mercurius Monachus ci spiega in maniera esemplare la relazione esistente tra la Sfigmologia Cinese e la Sfigmologia Tradizionale Integrata di Mercurius Monachus e come la Sfigmologia Tradizionale Integrata di Mercurius Monachus tragga dalla Sfigmologia Cinese proprio la sua caratteristica tipica di assegnare una sede propria nelle tre regioni del Polso ad ogni Organo e/o Viscere e ad ogni tipo di Polso:

 

Celeberrima ea Sinicae pulsuum doctrinae pars est, quae laboranti unicuique organo et pulsum peculiarem, et certam in arteria sedem assignat. Illinc pulsuum carpi, cubiti, iuncturaeque, seu portae divisio manavit. Num ergo nova huiusmodi doctrina dicenda est, atque a sinensibus mutuata, quam fere octo abhinc saeculis Mercurius noster professus est, et literis consignavit?

(Nota c. di Salvatore Cirillo al Pernecessaria de Pulsibus doctrina di Mercurius Monachus, pag. 52, Napoli, 1812)

 

Conclude, infine, Cirillo spiegandoci come la Sfigmologia Tradizionale Integrata di Mercurius Monachus, pur riconoscendo la tripartizione del Polso e la sua associazione ai Tre Riscaldatori, non ammette nella sua topografia del Polso una divisione tra le tre regioni del braccio sinistro e le tre regioni del braccio destro:

 

Haec una inest diversitas Sinensium inter, et Mercurii doctrinam, quod nulla dexteri, laevique brachii a Mercurio admittatur divisio, unde diversa proficisci praesagia Sinae contendunt.

(Nota c. di Salvatore Cirillo al Pernecessaria de Pulsibus doctrina di Mercurius Monachus, pag. 52-53, Napoli, 1812)

 

Questa differenza è dovuta probabilmente al fatto che i monaci bizantini del tempo in missione in Oriente, che hanno trasmesso gli insegnamenti medici cinesi a Mercurius, hanno notato che nei testi Taoisti la parte destra del Corpo è associata all’Umido Radicale (Yin), mentre la parte sinistra è associata al Calor Primigenio (Yang), mentre nei Testi Medici Confuciani (primo fra tutti il Nuy Kim) avviene il contrario, cioè la parte destra del Corpo è associata al Calor Primigenio (Yang), mentre la parte sinistra è associata all’Umido Radicale (Yin).

I monaci, nel loro pragmatismo, hanno senz’altro considerato questa suddivisione destra/sinistra una vuota speculazione filosofica di due scuole di pensiero rivali.

Roma, 15/12/2008

 

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