AMANTEANI NEL MONDO

La pagina delle muse

L'angolo della Poesia

Giacomino Launi

 

 

Giacomino Launi

Launi
Giacomino

Nato a S. Pietro in Amantea

il 12 aprile 1922

Morto a Roma

il 1 maggio 1982

TERRA LUNTANA

A ’nnu gruoccu de luna, stasira,

s’è appergulata ’na stilla lucenti,

fa lla vuòcula, joche, e tramenti,

vad’aiute ’ssa vecchia lumera,

ad allùciare ’a terra e llu mare.

L’unne ’mbutte llu vientu, e llu core

le cunte, e ciange lacrime amare.

Salutamela, nun ti lu scordare,

stilla lucente ’ngroccata a ’ssa luna.

Quandu ’e llà passi, duna ’na vuce,

c’è ’nna casa, ’nu chiuppu e ’nna nuce,

sutta ’na timpa, ’na funtanella

’nduvu ogne sira, ccu llu varrile,

illa va all’acqua, ’un te pua sbagliare,

è la cchiù bella, se chiame Lucia,

d’amure ha chjnu la vita mia.

N.d.R. In armonia con la principale finalità della nostra Associazione, abbiamo scelto questa poesia che dedichiamo ai nostri concittadini lontani perchè in questa lirica la nostalgia del poeta si fonde con la nostalgia di tutti coloro che sono costretti a vivere in una “Terra lontana”.

Pur non essendovi nato, ebbe sempre un grande e profondo attaccamento per la città e la comunità di Amantea, dove lavorò per molti anni.

Fu insegnante elementare, nonché autore di varie apprezzate raccolte di poesia, specialmente in vernacolo (’A timugna, ’A vrascera, ’U mbruogliu) e di un interessante “Dizionario di termini dialettali amanteani” rimasto inedito.

Come scrive di lui Sharo Gambino, “Giacomino Launi non solo pensa e scrive in dialetto, ma in dialetto anche sogna”.

Dialettale, quindi, per vocazione naturale, il Nostro si muove, nei suoi numerosi versi, tra la corda civile e quella lirico‑elegiaca.

La prima è costituita da una viva attenzione alla realtà calabrese, nonché da rabbia e protesta contro le ingiustizie sociali, l’altra è fatta di nostalgia della civiltà contadina e di rispetto per le tradizioni, pur non disdegnando gli aspetti positivi del progresso.

Protagonisti delle sue storie in versi (o “novelle a tutto tondo”, come le definisce il Gambino) sono, oltre a diversi animali, soprattutto piccole figure umane, che vivono i loro quotidiani problemi ora arroccandosi in principi severi di vita, ora – invece - aprendosi al nuovo e alla speranza.

(Francesco Politano)