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Nelle pagine di questo sito, oltre a ricordi e notizie su fatti e personaggi di ieri e di oggi, cerchiamo anche di “raccontarvi” storia, tradizioni e folklore di Amantea.

Sarebbe, però, presuntuoso da parte nostra pensare di poter riportare su queste pagine tutto ciò che è possibile sapere su Amantea.

Per chi volesse approfondire qualche argomento, esistono molti libri su Amantea; come, d’altra parte, esistono molti libri (di argomenti diversi) scritti da autori “amanteani”.

Abbiamo, perciò, introdotto questa rubrica per farvi conoscere gli uni e gli altri (seguendo, per quanto possibile, un ordine cronologico).

La rubrica è a cura di Antonio Furgiuele

al cui lungo e paziente lavoro dobbiamo tutto questo.


Chiunque sia a conoscenza di libri su Amantea e/o scritti da amanteani e non presenti in questa rubrica è pregato di comunicarcelo ai nostri soliti recapiti e‑mail. Grazie.

 


Libri su Amantea


 

Gabriele Turchi

Storia di Amantea (dalle origini alla fine del secolo XIX)

Edizioni Periferia, 2002, pp. 226, Euro 13,00.

Ci siamo accinti a questo lavoro spinti dal desiderio di voler illustrare e fare conoscere il passato glorioso di questa antichissima città.

Amantea, onusta di memorie e di storia, non poteva rimanere più a lungo senza una propria storia scritta, poiché, ad eccezione di alcuni lavori monografici antichi ed incompleti, manca per essa un'opera storica organica ed unitaria.

(...) Con il presente lavoro abbiamo cercato di colmare tale lacuna.

(dalla prefazione dell'Autore stesso)

 

Antonello Savaglio - Elisabetta Mazzei

San Bernardino d'Amantea

a cura dell'Ordine Frati Minori Conventuali di Calabria e dell'Arciconfraternita Maria SS. Immacolata di Amantea
s.d.l., pp. 61, Euro 6,00.

(...) Uno studio diverso, attento e minuzioso, basato sui concetti della scuola francese de Les Annales, che non si limita a descrivere le vicende dei grandi ma li affianca - come S. Francesco d'Assisi - ai cosiddetti “piccoli uomini”, trascinati dal destino e dalle loro stesse inquietudini nelle stanze buie della storia. Fantasmi d'archivio i quali, resuscitati dal silenzio delle carte e dai protocolli notarili, ci restituiscono una pagina nuova, affascinante, ancora più esaltante di S. Bernardino che oggi, ancora centro di spiritualità cristiana e francescana, rivendica un ruolo cardine nella vita religiosa e culturale della Calabria.

(dalla presentazione di P. Francesco Bartolucci)

 

Enzo Fera

Amantea. La terra gli uomini i saperi

Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, 2000, pp.173, Euro 12,91.

Un libro, quello di Enzo Fera che affascina il lettore sin dalle prime pagine perché pensato e scritto con il cuore, dove la descrizione degli spazi - luoghi d'incontro e di scambio - diventa poesia del vissuto, e le immagini che se ne ricavano scorrono come i fotogrammi di un film, in cui i beni architettonici, i monumenti, le chiese ed i reperti archeologici descritti, assurgono al ruolo di protagonisti, non essendo più relegati nello stereotipo di testimoni muti di un passato che non ci appartiene, dando voce e corpo ad un periodo, ad un'epoca della nostra storia, stimolandone la conoscenza.

Essi, insieme alla cultura contadina, al fico, alla vite, all'ulivo (secolari compagni del ciclo vegetale), al mondo magico, ai paesaggi, al mare - sublime è l'immagine riportata dal Fera che di esso traccia Claudio Magris - all'umile pescatore che affida alla sorte la spartizione del pescato, al confratello con la testa coronata di spine nei riti della Settimana Santa, rappresentano la storia e la cultura di un paese che è parte di noi stessi, della nostra ostinata volontà a volerne preservare la memoria.

Antonio Furgiuele

 

Antonello Savaglio

Il Regio Castello di Amantea

L'Arte della Tipografia, Cosenza, 2000, pp. 300, Euro 15,00.

(...) L'Autore, che ha al suo attivo una rilevante produzione storiografica, frutto in gran parte di una notevole dimestichezza con le fonti archivistiche, fornisce una imponente serie di notizie, spesso anche minuziose, sulle vicende del castello e delle persone che vi gravitavano attorno - dai militari forestieri e cittadini, dai condottieri, alle nobildonne - attinte a una vasta bibliografia e a una ricca mole documentaria. Senza rinunciare al rigore, tipico del ricercatore serio, Savaglio si serve tuttavia di una prosa agile che mira chiaramente ad attirare l'interesse del lettore.

(dalla presentazione di Giuseppe Caridi)

 

Leonardo Anelli

La storia del calcio ad Amantea

Tipografia Vannini, Firenze, 2000, pp. 69+Appendice e Fotografie, Euro 12,39.

(...) Confesso che ho letto queste pagine di corsa, come un romanzo che ti appassiona e ti coinvolge. Ammetto che mi sono calato soprattutto nella bellezza dei racconti del passato, di quel calcio primordiale. Era l'epoca eroica e forse ai giovani interesserà per capire le radici e la bellezza di un gioco che oggi si sta snaturando, sino a diventare commercio.

Le pagine in cui si racconta dei vestiti che creavano le porte o delle scarpe mai uguali o delle mamme che lavano gli indumenti sporchi alimentano nostalgia e riflessione. E poi ci sono le storie colorite delle invasioni di campo ed i gol e i “campioni”, quelli vecchi e quelli più recenti, e ci sono tanti nomi, quelli che ad Amantea hanno costruito uno sport che è soprattutto passione. (...)

(dalla prefazione di Domenico Morace)

 

Roberto Musì (a cura di)

Statuto della Confraternita del SS. Rosario della Città di Amantea

Angeligrafica, Amantea, 1997, pp. 61+Fotografie, e.f.c.

(...) Il documento, di non facile lettura, consta di n. 4 fogli ossia 8 facciate ed è scritto in corsivo italiano con chiari riferimenti alla scrittura corsiva beneventana del XIIIº secolo.

Esso presenta la struttura tipica di quei documenti che, una volta acquisiti, dovevano essere conservati nel tempo onde tramandarne la memoria alle future generazioni degli associati. In testa al primo foglio o pagina trovasi l'intestazione altisonante dei titoli del Re Ferdinando come generalmente si faceva in atti promanati direttamente dalla sua persona. Per l'intanto bisogna dire subito che si tratta di un atto notarile del Notaio Saverio Calvano di Amantea e che in effetti, appena acquisito il Reale Assenso e Beneplacito della Corte di Napoli circa l'autorizzazione della Confraternita con Regole e Condizioni, ingloba il tutto in un documento unico. (...)

(dalla introduzione del Curatore stesso)

 

Ferruccio Policicchio

San Pietro in Amantea e dintorni nell'800

Publiepa Edizioni, Cosenza, 1997, pp. 407, Euro 15,49.

(...) Ho cercato di mettere in evidenza dati, persone ed avvenimenti che ebbero rilevanza nella vita del paese ed i pochi temi toccati, anche se sconfinati nei paesi limitrofi, ho cercato di esporli a fondo, in modo compiuto, piuttosto che trattarne tanti ma sfiorarli appena.

Il lavoro vuole essere un'adesione d'affetto a S. Pietro, senza voler scomodare il concetto di patriottismo per non correre il rischio di farne abuso o uso strumentale, e non ha la pretesa di essere considerato di alto valore storico. (...)

(dalla introduzione dell'Autore stesso)

 

Vincenzo Segreti

La Settimana Santa di Amantea. Religiosità, storia ed arte in Calabria

Angeligrafica, Amantea, 1996, pp. 90, Euro 7,75.

(...) La divisione in cinque capitoli, la documentata bibliografia, l'appendice innografica conferiscono all'opera un respiro più ampio e un'analisi più approfondita delle problematiche religiose, storiche ed antropologiche trattate. Interessanti ed utili sono le note esplicative, che contengono, fra l'altro, notizie sulle chiese e sulle istituzioni ecclesiastiche locali, brevi e succosi profili sull'arte sacra.

I riti caratteristici (alcuni sono scomparsi), che precedono e seguono i "Misteri" del Venerdì Santo, sono illustrati a fondo ed esaminati nei loro significati più riposti. Di queste manifestazioni popolari sono messi in luce, con felice intuizione, il sincretismo pagano-cristiano, il sentimento del divino, la speranza della palingenesi della società, la pietà cristiana. (...)

(dalla presentazione di Vincenzo Napolillo)

 

Filippo Vairo

Antichi sapori di Amantea

Grafiche Calabria, Amantea, 1996, pp. 185, Euro 11,36.

(...) In questo viaggio nell'universo conviviale di Amantea, l'autore non ha inteso riproporre modelli gastronomici e datate partiture nutrizionali, ma si è sforzato di cogliere l'intimo legame tra memoria e presente di una realtà che nonostante tutto resta difficile e precaria: una finestra aperta in un tempo sospeso.

Per la verità il lavoro di Vairo non è il solito libro di cucina, ma è soprattutto frutto di una ricerca laboriosa e meticolosa sulla cucina di Amantea, che può essere definita un vero e proprio mosaico, dove ogni piccola comunità, "costretta in distretti orografici separati da culture lontane", conserva il suo colore, il suo carattere originario e originale, confondendosi di rado con le altre vicine. (...)

(dalla presentazione di Giulio Gallucci)

 

Susanna Miceli

Amantea sul finire del Settecento. Uomini, natura, società.

Due Emme, Cosenza, 1996, pp. 123, Euro 10,33.

(...) Il volume merita attenzione da parte di un pubblico di lettori differenziato che va dal semplice cittadino di Amantea, interessato alla riscoperta delle vicende del proprio paese, ai docenti ed agli studenti per l'uso didattico che delle pagine del libro può farsi, agli stessi studiosi della storia calabrese ed italiana, e soprattutto a chi fra gli storici è più pronto a cogliere l'intreccio fra la storia locale e storia generale, e presta attenzione a quel particolare momento di transizione che l'ultimo decennio del Settecento rappresenta nella storia regionale e italiana del tempo, prossima, ormai, al confronto con il disegno egemonico di Napoleone Bonaparte, con ciò che questo significa e con quanto ad esso seguirà. (...)

(dalla prefazione di Tobia Cornacchioli)

 

Vincenzo Segreti

I Cappuccini di Amantea. La Confraternita dell'Addolorata
Storia e religiosità in Calabria

Calabria Letteraria Editrice, Soveria Mannelli, 1994, pp. 53, Euro 5,16.

Partendo da una mirata premessa storica che occupa l'intero primo capitolo, nel quale, con felice sintesi, viene tracciato uno spaccato del periodo in cui i Cappuccini svolsero la loro “intensa opera apostolica e di promozione umana”, il Segreti prosegue nella sua trattazione fornendo ai lettori tutta una serie di informazioni a carattere storico, supportate da un ricco corredo di note e di richiami bibliografici sulla chiesa -convento di questo ramo dell'Ordine Francescano e sulle persone che, nel solco della tradizione minorita vi operarono, lasciando, del loro apostolato, un ricordo indelebile nei cuori e nella memoria del popolo amanteano.

Le successive note architettoniche ed artistiche completano l'excursus storico su questo interessante complesso monastico, mentre la lettura prosegue nel trattare della Confraternita di Maria SS. Addolorata, costituitasi nella chiesa dei Cappuccini, “ormai ridotta a parrocchia secolare”, il 2 febbraio 1822.

Antonio Furgiuele

 

Vincenzo Segreti

Storia e tradizioni marinare di Amantea

JASON Editrice, Reggio Calabria, 1992, pp. 99, Euro 10,33.

(...) Vincenzo Segreti con mano esperta e sicura e con l'acribìa, che lo distingue, scrupoloso nella lettura delle fonti, nulla tralasciando nella silenziosa ed erudita ricerca, ci conduce in un “excursus” affascinante della marineria locale, che abbraccia gli eventi, la vita, il carattere, il mestiere, i sentimenti più intimi di questa onesta e schietta gente di mare. Emerge uno spaccato straordinario del mondo dei pescatori, che nella loro esistenza di sofferenza, di miseria, di abnegazione, di coraggio, ma anche di vittoria, nel concerto di un'arcaica e feconda convivenza comunitaria, si rivelano campioni di operosità e preziosi modelli di civiche virtù. (...)

(dalla prefazione di Domenico Alecce)

 

Antonella Capicotto - Saverio Brillante

Storia di Amantea a fumetti. L'emirato di Amantea

La Tipomeccanica, Catanzaro, 1985, pp. 31, Euro 4,13.

È il primo tentativo, ben riuscito, di utilizzare contemporaneamente più linguaggi, l'iconico ed il verbale, per rivisitare un periodo storico importantissimo, come quello che nel IX secolo vide Amantea, l'araba Almantiah (la rocca), all'indomani della sua sottomissione alle verdi bandiere di Maometto, diventare un Ribât, luogo di approdo e di deposito, ed in appresso, sede di emirato, per essere, infine, liberata, dopo vari tentativi, da Niceforo Foca, protostratego bizantino, nell'884 (886?).

Fedele specchio degli avvenimenti realmente accaduti è da ammirare la paziente cura con cui gli autori hanno ricostruito il periodo storico in tutti i suoi aspetti (scene, costumi, luoghi, personaggi) e la sua moderna riproposizione, ad appannaggio dei lettori più giovani, in chiave fumettistica.

Il linguaggio immediato del fumetto e la chiarezza del testo costituiscono qualcosa di nuovo e di diverso che va ad aggiungersi meritatamente a quanto già esistente in biblioteca sull'argomento.

La sua “diversità” è tutta racchiusa nell'approccio, nel metodo utilizzato per presentare la storia, che a differenza dei testi tradizionali, in un'epoca in cui comunicare è importante, pur nella sua non esaustiva stesura, si presenta più accessibile a chi, leggendo di storia patria, non vuole annoiarsi.

Antonio Furgiuele

 

Vincenzo Segreti

Storia, Religiosità e Folklore nei riti della Settimana Santa di Amantea

Tipografia Bonanno, Amantea, 1985 pp. 34, Euro 3,62.

In questo volumetto, arricchito di foto d'epoca e di note bibliografiche, Vincenzo Segreti, presenta agli studiosi ed ai lettori, con efficace sintesi e chiarezza di linguaggio, i pii rituali della passione, morte e resurrezione di Cristo, che da secoli si svolgono ad Amantea.

L'autore analizza in chiave storica e socioantropologica i significativi aspetti della locale religiosità popolare, individuando come insostituibile punto di riferimento per la nostra società, un tempo oppressa dalle dominazioni straniere, oggi avvilita dal consumismo e dalla violenza, i valori universali del cristianesimo che trovano la loro puntuale estrinsecazione nelle sacre rappresentazioni pasquali.

Sono consegnati alla memoria collettiva il rito contadino della Domenica delle Palme; la spettacolare e pomposa cerimonia spagnolesca delle Quarantore papali; l'allestimento nelle chiese del Santo Sepolcro; l'antica e solenne processione delle Varette, organizzata dalla Confraternita del SS. Rosario.

Renzo Celati

 

Cesare Cesari

L'insurrezione calabrese nel 1806 e L'assedio di Amantea

Pellegrini Editore, Cosenza, 1985 (ristampa), pp.222, s.p.

(…) Ed eccoci alla battaglia di Amantea all'assedio che forma oggetto di una buona (pressoché) metà di questo libro e del suo titolo. Si tratta di pagine tutte da gustare, da rivivere, da meditare sotto la ispirazione della loro intensa drammaticità. Pagine testimonianti l'esistenza di ciò che da vario tempo si usa mettere in dubbio: l'esistenza di un eroismo italiano, di un italiano eroico, di un popolo italiano capace di lottare con le unghie e con i denti, con il sangue agli occhi e la bava alla bocca, determinatissimo, concentratissimo, prontissimo all'estremo sacrificio, all'offerta del sangue. (…)

(dalla presentazione di Enrico Landolfi)

 

Luigi Maria Greco

Storica narrazione intorno all'assedio di Amantea

Edizioni Brenner, Cosenza, 1984 (ristampa), pp.49, Euro 2,58.

“Sol una cosa al mondo creder non si potea: Contro la Francia invitta la piccola Amantea”. In questa emblematica frase proferita dal generale francese Verdier, mentre, deluso, levando l'assedio, faceva ritorno con le sue truppe stremate a Cosenza, è racchiusa tutta l'ammirazione che l'eroismo degli amanteoti destò in questo secondo tentativo di espugnarla, negli uomini e negli ufficiali del più forte esercito d'Europa.

Luigi Maria Greco, insigne storico cosentino di ispirazione cattolica, a distanza di qualche decennio da quei tragici eventi, scrisse di quegli accadimenti, narrando i fatti e gli uomini che in quei tristi giorni di lotta furono protagonisti di una importante pagina di storia, degna, nonostante le tante contraddizioni, di essere tramandata alle generazioni future.

Antonio Furgiuele

 

Nicola Misasi

L'assedio di Amantea (voll. 2)

Edizioni Brenner, Cosenza, 1984 (ristampa), pp. 488, Euro 18,08.

L'assedio di Amantea, a differenza degli altri romanzi scritti dal cosentino Nicola Misasi, ai cui personaggi manca lo spessore psicologico per potersi accostare ai protagonisti delle opere veriste, si caratterizza per un migliore impianto narrativo e per lo sforzo che l'autore compie, pur con le sue limitate esperienze culturali fuori dall'ambito della provincia bruzia, di rappresentare realisticamente gli ambienti calabresi senza scadere in immagini che si compiacciono dell'orrido e del truculento, più legate al romanzo d'appendice che al canone verista.

Di esso Lina Jannuzzi scrive: "... è un romanzo degno di nota più di molti altri dello scrittore calabrese perché, anche se il patrimonio linguistico non è dovizioso, la ricchezza delle immagini rende pregevole lo stile. Misasi inoltre, pur aderendo alla realtà, attenua senza artifizi letterari la crudezza della materia. Nelle narrazioni e nei commenti si avverte infine l'andamento classicheggiante, dignitoso e suggestivo, scevro di verbosità, della prosa dei puristi del Settecento".

Antonio Furgiuele

 

Gustavo Valente

Il Castello di Amantea nel 1694,
estratto da "Castella", n. 20 - Studi castellani in onore di Piero Gazzola - vol. II

Istituto Italiano dei Castelli, Roma, 1980, pp. 579 - 583, s.p.

Si tratta di un articolo apparso sulla rivista Castella nel 1980 e la sua stesura è interamente basata sul contenuto di un documento notarile del 12 aprile 1694, rogato dal notaio Carlo Jaccino.

Dalla sua consultazione si evince, come, mediante accensione della candela, si dette luogo “agli incanti” e venne aggiudicato il restauro del castello di Amantea, forse uno degli ultimi, scrive il Valente, prima che l'epilogo del famoso assedio del 1807 ne decretasse la sua definitiva rovina.

Antonio Furgiuele

 

Maria Teresa Florio De Luca

Amantea. Tradizioni e folklore

Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, 1972, pp. 233, Euro 1,55.

(…) la colta professoressa Maria Teresa Florio in De Luca, che, col presente volume, in cui, con tanta competenza e bravura, ha raccolto, salvandoli da sicuro naufragio e togliendoli ad immeritato oblio, costumanze, credenze, usi, riti sacri e profani, canti, proverbi e via dicendo della sua graziosa Amantea, - la vetusta magnogreca Clampetia così ricca di storia e di gloria - ha, certo, compiuto opera utile e preziosa e, perciò, degna di lode. (…)

(dalla prefazione di Emilio Frangella)

 

Francesco Carratelli

Cronistoria di Amantea

Casa Editrice Campa, Napoli, s.d., pp. 53.

(…) Francesco Carratelli dunque, anima sensibile per tutto ciò che ebbe vita in questa città, frugando tra le vecchie carte, i vecchi scritti, le vetuste memorie di privati cittadini e di libri antichi storici, ricercando notizie ch'erano come gemme che non sarebbero mai sbocciate, erano come sorgenti, che non sarebbero mai affiorate, ha prodotto un'opera di pregio e valore storico inestimabile.

La sua pazienza, la sua passione, il suo tormento perché non fossero ignorate la storia e le vicende gloriose di Amantea, l'hanno determinato alla presente pubblicazione sana e completa, da cui traspare un vivo desiderio, una precisa volontà, cioè la verità delle cose e degli avvenimenti narrati.

Un'opera chiara che non ammette discussioni e dubbi. (…)

(dalla prefazione di Luigi Florio)

 

Ottavio Serena

Della Città di Amantea e principalmente di una delle sue nobili famiglie

Stamperia della Regia Università, Napoli, 1867, pp. 44.

Si tratta di un “libriccino”, come l’autore stesso lo definisce, il cui intendimento è di raccogliere le memorie e le virtù della famiglia Baldacchini che, originaria della nobile città di Cortona, si stabilì in seguito ad Amantea, probabilmente perché la appartenenza di questa città al demanio regio la rendeva “non soggetta a feudale dominio”.

Imparentatasi con le altre famiglie nobili del luogo, scorrendo le pagine si intuisce come la storia di questo casato abbia attinenza con la storia di Amantea, ed ancora, come, in epoche diverse, alcuni suoi rappresentanti furono essi stessi gli artefici, in positivo, dei destini di Amantea, rendendola cara ai re aragonesi che la colmarono di privilegi, memori della sua fedeltà anche in tempi di sventura, quando, sparito da tutto il regno, il vessillo della casa d’Aragona, orgogliosamente sventolava sugli spalti del castello di Amantea.

Antonio Furgiuele

 

Luigi Di Lauro

Cenni statistici sull’agricoltura, industria e commercio della Città diAmantea

Tipografia del Tramater, Napoli, 1856, pp. 35.

“Ella è mia patria, ed io l’amo quanto più amar si possa carissima cosa”.

Così annota Luigi Di Lauro a chiusura del suo piccolo saggio, ma non per questo egli pecca d’amor di patria nel fare la descrizione delle attività agricole, industriali e commerciali che si svolgono ad Amantea a metà del XIX secolo.

Ne viene fuori, ed il lettore se ne avvedrà subito, l’immagine di una cittadina operosa, pulita, costumata, che vede i proprietari terrieri intenti a valorizzare i loro fondi, applicando alle coltivazioni le nuove tecniche di produzione agricola ed i cittadini più laboriosi, avviare l’industria serica, impiantare filande e telai.

Ed è lo stesso Di Lauro che, pur plaudendo a queste iniziative, non si esime, però, dal muovere critiche ad un superato metodo di potatura dei gelsi che, danneggiando le piante, ne diminuisce la produzione delle fronde, con lo scaturente danno per la bachicoltura. Intravede nella mancanza di terreni coltivati ad erbaggi il languire della pastorizia e fustiga i marinai perché avvezzi all’ozio. Esalta, infine, il commercio e l’artigianato, non solo perché costituiscono una fonte inesauribile di ricchezza per la città, ma, soprattutto, perché, attraverso il costituirsi di nuove relazioni con i paesi vicini, Egli ravvisa la maniera per mantenere vivo ed accrescere il processo “d’incivilimento” di un popolo.

Antonio Furgiuele

 

Giuseppe D’Amato

De Amanthea eiusque erga reges fidelitate laconismus…

Tipografia Camerale di Vincenzo D’Amico, Messina, 1701

Il testo è di lettura non facile, inframezzato di astruse citazioni, ma, nonostante ciò, contiene molti documenti originali dell’epoca Viceregnale in lingua spagnola, di certo provenienti dalle cancellerie imperiali. Il “De Amanthea… laconismus” è sicuramente la più antica storia di Amantea in quanto l’autore fa scorrere le vicende della città dalle mitiche origini della ninfa Nepetia ai tempi in cui il testo stesso fu scritto e concepito.

Giusta come è detto nel titolo (laconismus = discorso stringato), la trattazione è svolta in modo assai riduttivo, sintetico e appunto conciso da lasciare in sospeso argomenti che, certo, avrebbero meritato un più ampio e approfondito esame. Solo nell’ultima parte del libro, l’autore dà fondo alla sua sconfinata erudizione perché ci troviamo di fronte ad un vero e proprio trattato di araldica. E qui il D’Amato non si risparmia. Una lunga e articolata digressione sulla genealogia e sui blasoni della sua famiglia e di tutte le altre, che a riprese fecero parte del Sedile di S. Basilio, chiude una narrazione, tutto sommato interessante e, per molti versi, stimolante.

È senz’altro un’opera di mera erudizione, ma giova conoscerla come testimonianza del gusto e della cultura di un’epoca.

Roberto Musì

 


Autori “amanteani”


 

Francesco Caricchio, Dino Posa

I Servizi del Controllo del Traffico Aereo

Tipolitografia Roberto Gnisci, Paola (CS), 2001, pp. 256, s.p.

Pur essendone venuti a conoscenza in ritardo, presentiamo agli amici appassionati di aviazione il volume di Francesco Caricchio e Dino Posa, quest'ultimo, nostro apprezzato concittadino, nonchè socio fondatore del sodalizio amanteaninelmondo.

I due autori, prefiggendosi di voler “... contribuire a facilitare la conoscenza dei Servizi del Controllo del Traffico Aereo a chi si avvicina per la prima volta alla materia e fornire al professionista del settore uno strumento di agile consultazione ...”, con un linguaggio che pur essendo tecnico nulla fa venire meno alla comprensione del testo, con dovizia di particolari si addentrano nel variegato mondo che contraddistingue i servizi preposti al controllo del traffico aereo.

Il volume, corredato di alcune fotografie e disegni, per meglio far comprendere le argomentazioni sostenute, con le sue oltre duecentocinquanta pagine, costituisce una indispensabile guida per il neòfita che si avvia, forse con timore, alla conoscenza delle procedure, delle organizzazioni e della fraseologia inerenti l'assistenza al volo, mentre, a chi già opera nel settore, fornisce uno strumento in più per integrare ed affinare le proprie conoscenze.

Antonio Furgiuele

Francesco Caricchio, laureato nel 1971 in pedagogia con la tesi “Stress del Controllore del Traffico Aereo”, nello stesso anno entra a far parte dell'Aeronautica Militale Italiana come Ufficiale CTA. Con la smilitarizzazione del servizio, dal 1980 svolge il compito di controllore APP nell'E.N.A.V. S.p.A. nell'Aeroporto di Lamezia Terme.

Dino Posa, appassionato di aviazione, ha maturato esperienze professionali presso alcune compagnie aeree italiane ed estere. Alle dipendenze del Ministero dei Trasporti e della Navigazione - D.G.A.C. dal 1985, fa parte dell'organico dell'E.N.A.C. in cui ricopre l'incarico di Funzionario - Ispettore del Traffico aereo - presso l'Unità Operativa Circoscrizionale nell'Aeroporto di Lamezia Terme.

 

Felice Campora

Patria e amore. Lettura de Gli Amanteoti di Pasquale Furgiuele (1830-1856)

Grafiche Calabria, Amantea, 1995, pp.95, Euro 5,16.

Questo lavoro del prof. Felice Campora, centrato sostanzialmente sulla Cantica “Gli Amanteoti”, (come lo intitola il suo autore, il poeta amanteano Pasquale Furgiuele [1830-1856] all'interno di un volumetto, dal titolo “Poesie Postume”, edizioni del 1858 e del 1881, le uniche che si conoscono e appunto postume), è articolato e complesso.

Dopo avere fatto alcune digressioni generali sulla vita e l'opera del giovane poeta romantico, averne tratteggiato gli aspetti più salienti, fatto il punto sulla produzione critica della sua poesia, il Campora entra nello spirito della Cantica, oggetto principale della sua indagine.

Il poema in versi, viene per così dire, esplorato in ogni sua parte, attraverso una accurata opera di scavo filologico e testuale, che serve ad illuminare i concetti e i significati più profondi. La sua è una analisi di tipo “continiano”, “intesa ad accertare l'autenticità del documento e l'esatta interpretazione di essa nel valore semantico delle parole e delle frasi”.

La lettura che fa dunque Campora della Cantica parte da una intuizione fondamentalmente filologica e cioè che l'analisi storica da sola non basta a rendere ragione di un testo né, se mai la si invochi, deve far velo alla poesia e ai suoi più veri e profondi significati.

Roberto Musì

 

Fiorello Caruso

astuzie comuniste

Tip. CESELLI, Roma, 1955, pp. 122.