di Mauro Paoletti
per Edicolaweb.net
MONUMENTI E RISONANZE ACUSTICHE
Da molti anni qualcuno studia le
risonanze acustiche nei monumenti antichi, alla luce delle avanzate tecnologie a
disposizione del mondo moderno.
Molto è stato scritto in vari libri
riguardo a questo argomento. Testimoni oculari narrano di monaci tibetani
in grado di sollevare e frantumare enormi blocchi di pietra, utilizzando il
suono prodotto dai tamburi e dalle loro caratteristiche trombe lunghe tre metri.
Un ingegnere svedese, Henry Kjellson,
scrisse su misteriose e sconosciute tecnologie, in alcuni libri come "Teknik
Forntiden" e "Forsvunden Teknik", nei quali riportò un paio di
queste esperienze. Scrisse di un medico svedese, che lui chiamò "Jarl",
che nel 1939 poté assistere, a sud-ovest di Lhasa, come i monaci tibetani
spostavano grossi blocchi di pietra a ben duecentocinquanta metri di altezza,
dirigendoli dentro una caverna che si trovava su di una parete rocciosa davanti
a loro.
"Utilizzavano tredici tamburi e sei
lunghe trombe, poste a semicerchio a circa sessanta metri da una enorme pietra
piatta interrata, la cui superficie era stata resa concava di una quindicina di
centimetri. La pietra distava duecentocinquanta metri dalla parete di roccia.
Dietro ogni strumento, intervallati di cinque gradi l’uno dall’altro, si
erano disposti i monaci, dieci per ogni fila. Ognuno in un punto preciso
indicato da un monaco che prendeva accurate misure sul terreno. I tamburi erano
aperti dal lato rivolto verso la pietra. Tutti gli strumenti erano puntati verso
il blocco da spostare che era stato posto sulla pietra piatta. Un monaco con un
piccolo tamburo iniziò a battere il ritmo e gli altri strumenti si misero a
modulare un suono ritmico, che aumentava di intensità gradualmente. Quattro
minuti di attesa, immersi in un mormorio, un ronzio, che non riesci più a
seguire nella sua velocità; poi il blocco inizia a ondeggiare, si solleva,
mentre gli strumenti lo seguono nel movimento, accelera la sua velocità e si
dirige, con un’ampia parabola, dentro la caverna ove atterra sollevando
polvere e pietre. Un secondo blocco viene posto sulla pietra piatta e l’operazione
si ripete. In tal modo ne vengono spostati sei ogni ora. Se il blocco acquista
troppa velocità quando atterra nella caverna, si spezza. I residui vengono
buttati giù dalla parete e si ricomincia".
Incredibile, ma la dovizia dei
particolari forniti, le misure riportate, indicano che si tratta di una tecnologia
che permette la levitazione sonica.
Sembra che il dottor "Jarl"
abbia riportato in Inghilterra testimonianza fotografica di quanto visto e che
il tutto sia stato confiscato e sparito nel nulla.
Non è la sola vicenda in merito
riportata da Kjellson.
Sempre nel 1939 era presente ad una
conferenza tenuta da tale Linauer, cineasta austriaco, il quale affermava
di aver assistito in un monastero in Tibet, negli anni trenta, a fenomeni
straordinari che rivoluzionavano le conoscenze fisiche.
Linauer parlò di un gong di tre metri e
mezzo, composto da tre metalli. Al centro l’oro, intorno un cerchio di ferro,
entrambi racchiusi in un anello di ottone. Quando veniva percosso, il gong
emetteva un suono sommesso e breve.
Vi era anche un secondo strumento,
simile ad una grossa cozza, anch’esso composto da tre metalli, largo un metro
e alto due, che aveva sulla superficie delle corde in tensione. Non veniva
suonato, ma, come gli riferirono i monaci, emetteva un onda di risonanza non
udibile quando veniva percosso il gong.
Davanti a questi strumenti venivano
posizionati un paio di schermi, in modo da formare uno strano triangolo e
contenere l’onda prodotta nello spazio circoscritto. Nel momento in cui veniva
prodotto il suono, un monaco poteva sollevare, con una sola mano, un gigantesco
blocco di pietra.
I monaci dissero all’austriaco che con
tale sistema avevano costruito la muraglia che delimitava il Tibet e con lo
stesso sistema potevano disintegrare la materia fisica. Era un segreto
tramandato fra i monaci che non potevano rivelarlo al mondo perché l’uomo lo
avrebbe certamente male impiegato.
In tempi recenti è stato dimostrato che
è possibile sollevare piccole pietre utilizzando vibrazioni sonore. La gravità
attira le cariche positive e respinge quelle negative, per una ragione ancora
ignota. La frequenza esatta causa la disintegrazione delle particelle dure della
pietra provocando una carica negativa e facendo levitare la pietra. Gestendo la
carica negativa, si può gestire la velocità, la direzione e la durata.
Sembra che questa sia la strada giusta
da seguire, già seguita da qualcuno nel passato, altrimenti perché alcune
colonne egizie risuonano come diapason giganti?
A Karnak, infatti, tre obelischi,
ricavati dal granito rosa estratto da Assuan, a ben 180 chilometri di distanza,
sono in grado di produrre una vibrazione. Quale sia la loro esatta funzione
nessuno lo può dire con certezza, forse il pilastro con il quale si raffigurava
il dio Amon. Nel Museo del Cairo è conservato quello che resta dell’obelisco
di Hatshepsut, proveniente da Karnak; in origine doveva essere alto trenta
metri, adesso ne restano solo una decina. Fino a pochi anni fa la guida lo
avrebbe percosso per far udire ai visitatori la bassa risonanza che emetteva e
che durava per molti secondi, oggi è stato ancorato col cemento e non emette
più nessun suono.
Perché costruire obelischi che fossero
in grado di emettere suoni bassi? (ndr. infrasuoni)
Risulta chiaro che vi era una profonda
conoscenza delle proporzioni armoniche per spostare blocchi e perforarli,
come affermano Cristopher Dunn ed Walter Emery; una conoscenza ereditata in
epoca anteriore.
Alcuni templi egizi producono sonorità
di bassa frequenza.
Gli antichi testi incisi sulle pareti ad
Edfu parlano della sua costruzione avvenuta nel "Primo Tempo" e delle
sacre cerimonie che vi si svolsero per "dare vita" al Tempio. Cosa
significa "dare vita"? Mettere in moto un meccanismo? Per caso al
suono di una nota, creando una frequenza?
Anche le pietre dell’Oseiron
possiedono proprietà sonore. È noto che i monoliti di Stonehenge
amplificavano i suoni prodotti durante le cerimonie che si svolgevano fra le sue
pietre.
La risonanza di un corpo o di una
costruzione è determinata dalla sua dimensione, dalla massa, dalla simmetria,
dai componenti del materiale che possono influire sulla vibrazione per simpatia.
Quest’ultima è un fenomeno sfruttato per praticare fori nel quarzo,
utilizzando trapani ad ultrasuoni. Vi sono minerali che non rispondono
perfettamente agli ultrasuoni e diventano difficili da lavorare.
La camera del Re della grande piramide
è stata costruita basandosi sulle regole di Pitagora, che servono ad
ottenere proporzioni armoniche in grado di produrre note musicali. Nel caso
specifico sembra che sia il "Do" derivante dalla combinazione del
"Re", "Sol" e "Mi".
Il primo a notare queste proprietà fu
l'egittologo Sir William Flinders Petrie, nel 1881. Nella ricerca di una camera
segreta decise di far sollevare il sarcofago di granito. L’operazione, pur con
molti sforzi, riuscì e il blocco fu sollevato di venti centimetri. Quando
Petrie lo percosse, come lui stesso affermò, "produsse un suono profondo
di una bellezza straordinaria e soprannaturale". Indubbiamente le sue
dimensioni e il suo volume erano fondamentali per ottenere la migliore risonanza
armonica.
Anche Cristopher Dunn fece qualcosa di
simile. Percosse il sarcofago per identificare il suono prodotto e più tardi
riprodusse con la voce quella nota, scoprendo che la risonanza aumentava quando
raggiungeva la nota superiore di un’ottava. Si accorse così che le parole
pronunciate nell’Anticamera avevano trapassato le spesse mura della
costruzione, rimanendo registrate nell’apparecchio situato nella Camera del
Re, come fossero state proferite in quel punto.
Come abbiamo visto, dal Tibet
giungono storie incredibili che narrano di un tempo in cui i nostri antenati
erano a conoscenza di una tecnologia sonica impiegata nelle costruzioni, un
valido aiuto nel lavoro manuale. Una tecnica simile a quella narrata dagli Indios
di Tiahuanaco agli spagnoli. Circa ventimila anni fa la città Inca fu eretta da
uomini capaci di sollevare pietre e trasportarle dalle cave situate sulle
montagne, al suono di una tromba.
Erano gli uomini di Ticci Viracocha, alto di statura, con la pelle chiara, gli
occhi azzurri, i capelli biondi e una folta barba. Egli muoveva le pietre
utilizzando un fuoco celeste che le avvolgeva senza consumarle e permetteva di
sollevarle con le mani.
Tra le rovine di Tihuanaco sono state
trovati monoliti con sezioni a più strati, ad angolo retto, scavati nei
fianchi, che si ipotizza potessero servire a definire l'esatta frequenza di
risonanza dei blocchi di pietra.
Anche i Maya presentano racconti
simili, dove una razza di nani riuscivano a posizionare le pietre al posto
voluto utilizzando un fischio.
Alcuni racconti Greci parlano di un
figlio di Zeus, Anfione, gemello di Zete, con il quale cinse di mura Tebe,
utilizzando ciclopiche pietre che da sole si posizionarono una sull’altra al
suono della sua lira. Si racconta che quando suonava lo strumento le pietre lo
seguivano. La cosa più curiosa è che era stato istruito da Mercurio, l’Ermes
greco, guarda caso il Thoth egizio tenutario di tutta la conoscenza.
Dagli scritti di Sanconiatone veniamo a
conoscenza che quando gli uomini vivevano in armonia con gli Dei, durante la
famosa età dell’Oro, uno degli dei, Taautus, il Thoth egizio, fondò la
civiltà Egizia.
Era il tempo in cui Urano, chiamato
anche Cielo, fondò la città di Biblo, "Betulla", "creando
pietre che si muovevano come dotate di vita propria".
Innegabile però che nei territori Maya
vi siano luoghi che presentano inspiegabili proprietà acustiche. A
Chichen Itza, il sussurro emesso nel tempio situato a nord nello Sferisterio,
simile ad un campo da gioco a cielo aperto, lungo centosessanta metri e largo
sessantotto, può essere udito all’altro lato, nel tempio situato a sud, a
centoquaranta metri di distanza.
Nel 1931 il direttore d'orchestra Leopoldo
Stokowski, in collaborazione con Silvanus Morley, trascorse ben quattro
giorni per cercare di carpire il segreto dell’acustica Maya senza riuscirvi.
Spostarono il fonografo, con il quale suonavano le ultime incisioni di Stokowski
e dell’orchestra Sinfonica di Filadelfia, in svariate posizioni per definire
le superfici riflettenti, ma il segreto acustico è uno dei misteri irrisolti
dell’America antica.
Sempre a Chichen Itza si trova il Castiglio,
una piramide dalla forma particolare. Emettendo un leggero suono, o parlando a
voce bassa restando alla sua base, l’eco prodotto alla sua sommità diviene un
urlo acuto. Se una persona parla mentre si trova sulla sua cima, l’eco può
essere udito a grande distanza, qualità riscontrata anche in un'altra piramide
a Tical e in altri siti.
A Palenque tre persone che si
trovassero sulla vetta delle tre piramidi esistenti nel luogo, potrebbero
parlare fra loro come se fossero una accanto all’altra.
Un suono prodotto alla base della
Piramide del Mago ad Uxmal, secondo le leggende locali eretta da una razza di
nani che usavano spostare le pietre emettendo un fischio, riproduce alla sua
sommità una specie di cinguettio.
Le guide di Tulum indicano il
tempio che fornisce un prolungato sibilo quando cambia la velocità del vento e
dichiarano che è utilizzato come segnale di pericolo in caso d'uragani e grandi
tempeste.
L’esploratore Wayne Van Kirk ha
scritto di aver avuto modo di osservare, grazie ad una guida del luogo, una
specie di bossoli di cartucce in pietra, che una volta percossi davano dei suoni
perfettamente sintonizzati, con i quali si poteva suonare un motivo.
Dobbiamo considerare che i Maya
conoscevano molto di più di quanto viene loro accreditato e la produzione di
quei suoni di uguale intensità, da est ad ovest, di giorno e di notte, è uno
dei tanti eccezionali risultati ingegneristici, realizzati dalle antiche
tecniche Maya migliaia d'anni fa. Tecniche che a tutt’oggi, architetti e
archeologi, non sono ancora capaci né di riprodurre, né di spiegare.
Gli archeologi hanno considerato che
tali risonanze sia prodotte dallo stato di rudere cui sono ridotti gli edifici,
ma Manuel Sansores, che è stato impegnato nella loro ricostruzione, dichiara
che se gli edifici fossero completi permetterebbero al suono di divenire più
chiaro e forte.
L'USO DEL SUONO
In questa nuova ottica, la piramide non
è una tomba ma una sorta di Tempio, ove queste risonanze furono
intenzionalmente inserite nella struttura. Molte esotiche proprietà sono state
ascritte al potere della Piramide, ma alcuni dei fenomeni sono causati da
proprietà acustiche.
I suoni in questione sono stati studiati
anche per il programma spaziale, per osservare gli effetti sugli individui.
(Alfa ritmi subliminali)
Nel 1996 Paul Devereux e
Robert Jahn elencarono un numero di antiche strutture, in Inghilterra e
Irlanda, apparentemente destinate ad aumentare basse frequenze nei toni di voce.
Al loro interno usavano cantare i Mantra per ottenere l’effetto. Emerge
che gli antichi avevano il controllo di questi principi.
Inoltre, gli sciamani americani
intagliano ossa e legno per fabbricare flauti che producono la stessa nota: un
Fa Diesis.
Cosa dire del flauto ritrovato da Leopoldo
Batres nella Piramide del Sole a Teotihuacan, andato ovviamente
perduto, che produceva una scala musicale, a sette note, diversa da quella
europea?
Una piccola curiosità: nel cartone
animato Arsenio Lupin il famoso ladro scassa le casseforti usando una vibrazione
modulata sul Fa Diesis, questo a conferma che la cosa è nota.
Dunley ribadisce che la composizione
della sabbia, esaminata in un vano dietro la camera della Regina, datata da
alcune fonti ad un epoca precedente la glaciazione, per il contenuto di metalli,
reperibile a Sud di Giza e che altre fonti, come la Waseda University
Giapponese, sembra provenire dal Sinai, sia composta dal 99% di quarzo.
Appare quindi l'intenzionalità
nell'usare specifici materiali per ottenere delle risonanze. Il quarzo,
infatti, è in grado di risuonare come una campana e generare energia costante.
Studi effettuati sugli effetti di suoni
a bassa frequenza hanno appurato che gli infrasuoni (ritmi subliminali)
alterano l’attività cerebrale e altre funzioni biologiche. La piramide
potrebbe essere stata adoperata per alterare lo stato cerebrale e mutare il
livello di coscienza.
Oggi sappiamo bene che esistono
apparecchiature che, combinando luci e suoni, riescono a indirizzare le onde
cerebrali su di una data frequenza. Non è richiesta nessuna pratica
consapevole, il soggetto è passivo.
La gamma di frequenza è al livello
basso dello spettro uditivo, inferiore alle frequenze udibili.
Le dimensioni del sarcofago sono tali da
produrre un amplificazione acustica nella gamma vocale di bassa frequenza.
Il suono quindi è stato da sempre usato
per creare, amplificare uno stato emotivo, come ho già accennato, vedi gli
organi nelle cattedrali, la musica dei film, e in discoteca.
Nel nostro sistema "Solare",
parola che qualcuno indica derivante dalle tre note Sol, La, Re, risulta che la
superficie del Sole corrisponda a un "Do Diesis".
Nel sistema vi sono due ottave, una dal
Sole a Mercurio, la seconda da Mercurio a Plutone.
Il "Fa Diesis" corrisponde al
punto di cambiamento del registro del soprano se il Do della scala è a 256 Hz,
l’accordatura per essere vera, deve essere fatta con il Do centrale a quella
frequenza in quanto anche nel sistema solare vi è lo stesso concetto, cioè il
Do musicale a 256 Hz è in "armonia" con l’ordine del macrocosmo del
nostro sistema solare; nella "Tavola periodica degli Elementi", vi è
lo stesso cambio di registro.
Come vi è un cambio di registro nella
voce umana e nel sistema Solare, vi è una corrispondenza diretta fra geometria
del sistema Solare e quella del sistema Musicale.
Tutta la materia, corpo umano compreso,
è composta di atomi, che vibrano secondo determinate lunghezze d’onda. La
malattia è una alterazione di queste frequenze; ne abbiamo dimostrazione
anche con le apparecchiature Bio elettroniche di tutti i tipi.
Recenti studi, nel laboratorio Europeo
di ricerca sulle particelle sub nucleari, hanno confermato che ogni particella
sub nucleare è influenzata dalle variazioni lunari, terrestri e solari,
alterazioni dei campi magnetici, macchie solari, terremoti, dai campi
elettromagnetici, per cui abbiamo la dimostrazione che tutta la materia vivente
è interagente con qualsiasi altra materia a livello sub atomico.
Si entra nel campo della Radioestesia,
in merito alla quale ho scritto un intero capitolo in un libro che presto sarà
a disposizione ai lettori di Edicolaweb.
Le misure del sarcofago e dell’intera
piramide acquistano un senso.
L'ALTRA FUNZIONE DELLA PIRAMIDE
Se le teorie di Dunn e di Dunley
sono esatte la piramide assume ben altro e più grande significato. Siamo in
presenza di un tempio, o di un congegno che, sfruttando l’energia sonica
prodotta da qualche particolare nota musicale, riusciva ad aprire una porta
spazio temporale?
L’ipotesi è a dir poco affascinante
ma potrebbe divenire inquietante se all’improvviso si dovesse rivelare come un
meccanismo utilizzato per cambiare la frequenza delle onde cerebrali; una
sorta di macchina per il lavaggio del cervello.
Il tutto mascherato da un rituale pseudo
religioso; un procedimento trasformato dai sacerdoti in un rituale per
tramandare l’antica conoscenza agli iniziati e tenere vivo il ricordo di un
epoca nella quale gli Dei vivevano accanto agli umani.
Nel libro dei morti molti i riferimenti
a rituali praticati dai sacerdoti, noto quello dell’apertura della bocca,
attraverso il quale l’anima del defunto uscita dal corpo poteva giungere al
cospetto di Osiride. I condotti della piramide sarebbero le strade che
conducono al cielo al cospetto degli Dei, le famose "canne di fucile"
puntate verso determinate stelle sede di quegli Dei che governarono l'Egitto nel
Primo Tempo.
Cerimonie che si ripetono nel tempo e
richiamano alla mente ricordi di storie ove si nascondono misteriose simbologie.
Hiram Abif, per esempio, era l’architetto
del Tempio di Salomone. Riguardo alla sua morte si racconta che fu ucciso da due
suoi operai perché non voleva rivelare i segreti di mastro muratore e della
"parola segreta", ossia il nome di Dio.
I Templari, indagando riguardo
alla vicenda che sapeva di metafora, trovarono i manoscritti degli Esseni
di un antichissimo rituale risalente all’epoca dei primi Faraoni.
Si celebrava una cerimonia, quando il
faraone era sul punto di morire, allo scopo di trasmettere il suo potere al
successore. Si nota, nella storia, una partecipazione degli Hyksos, che si pensa
fossero semiti, apparsi in Palestina e in Siria, che in seguito raggiunsero il
controllo sull’intero Egitto. Verso la fine del periodo Hyksos vi fu uno
scontro tra la dinastia legittima, rappresentata da Seqenenre ed Apepi I,
sovrano degli Hyksos, noto col nome di Apophis, il maligno dio serpente egizio.
È Seqenenre a morire come l’architetto.
Quando Emil Brugsh rinvenne la mummia del re dovette constatare che presentava
la fronte spaccata, una frattura dell’orbita destra, del naso e lo sfondamento
dell’osso mastoideo, fino alla prima vertebra del collo. Come era stato
descritto nella storia riguardante Abif.
Simbolicamente tutto questo si ripete in
una cerimonia massonica.
Quindi esistevano segreti relativi ad
una cerimonia di iniziazione che comprendeva la morte simbolica dell’iniziato,
seguita dalla sua resurrezione, strettamente collegata alla rettitudine morale,
simbolizzata nell’edificio del Tempio, come in Egitto.
Manoscritti orientali parlano di un
maestro di nome Yuz Asaph, che per alcuni corrisponderebbe allo stesso Gesù,
sopravvissuto alla crocifissione, che viaggiò in oriente per portare il
messaggio alle dieci tribù di Israele, identificate con il popolo Afgano e con
gli abitanti della zona del Kashmir.
La tomba di Asaph si trova a Srinagar
e si dice che contenga i resti di Gesù.
A questo punto il nostro viaggio ci
porta in India, ai piedi dell’Himalaia, vicino al Kailash, nella Valle
del Kashmir, alla porta del Tempio dei Giudei, ove si troverebbe l’impronta
del Signore. Siamo davanti ad una porta che si apre davanti a impensati scenari,
le cui strade si diramano in varie direzione verso l'infinito. Sono strade che
portano a concludere che se alla base di tutto esiste una bassa frequenza,
una serie di infrasuoni che producono vibrazioni simpatiche, si può
cercare di fornire alcune spiegazioni riguardo ad alcuni fenomeni, o quantomeno
ipotizzare che tali frequenze o vibrazioni siano il mezzo per provocare tali
fenomenologie.
Le trasmissioni radio televisive, le
comunicazioni telefoniche, utilizzano già queste onde di frequenza che
viaggiano nell’etere, avvalendosi poi di satelliti e ripetitori che
amplificano e trasmettono il segnale in ogni punto del pianeta.
Un radio messaggio inviato anni fa nello
spazio per farci conoscere agli altri ipotetici abitanti dell’universo, sembra
abbia già avuto una risposta sotto forma di Crop Circle.
Indirizzando determinate frequenze in un
preciso punto si potrebbe far assumere, dall’erba o dalle spighe di grano,
precise figure, interferendo con le onde elettromagnetiche del luogo e dei
vegetali?
Abbiamo detto che queste onde,
frequenze, o "vibrazioni simpatiche", possono influenzare e alterare
le onde cerebrali, si può facilmente desumere, o forse qualcuno preferisce
"ipotizzare", che utilizzando una frequenza si può trasmettere nella
mente di una persona, sintonizzata sulla stessa lunghezza d’onda, immagini
visibili solo dal soggetto interessato pur trovandosi in mezzo ad altri. Così
si crea il noto fenomeno delle "visioni"?
Non è poi molto assurdo: ognuno di noi
possiede certo una "frequenza personale", quella che è stata
definita "bodyprint", le frequenza della vibrazione del nostro
corpo, un impronta corporea personale che può essere monitorata attraverso un
satellite.
La radioestesia pone in risalto
tutto questo e fornisce una prova indiretta che questo corrisponde al vero,
evidenziando che ognuno di noi reagisce in modo diverso al cambiamento
climatico, al vento, al caldo, al freddo, alle radiazioni cosmiche, ai colori,
ai suoni. Si è venuta a stabilire una nuova forma di riconoscimento, dal
momento che si manifestano variazioni individuali nel nostro organismo, in
relazione al campo elettromagnetico nel quale siamo immersi.
Concludendo, siamo circondati e viviamo
in mezzo a "frequenze", solo trovando quella a noi più consona
troveremo il perfetto equlibrio. Dobbiamo presupporre che gli antichi ne
erano a conoscenza, come dimostrano i monumenti che ci hanno lasciato in
eredità; forse essi avevano trovato la "giusta frequenza",
quella che governa e regola l’intero universo e le forze che in esso
interagiscono.
TECNOLOGIE MODERNE NEL PASSATO
Sia Sir William Flinders Petrie
che Walter Emery ascrivono la costruzione delle piramidi ad una Nuova
Razza sconosciuta dotata di una avanzata e raffinata tecnica. Questo in base
anche ai resti anatomici rinvenuti e appartenenti ad individui dal cranio
dolicocefalo, e dalla corporatura più grande dei nativi dell'epoca, come
riportato nel libro di Emery "Archaic Egypt".
Una élite dominante di alta statura,
che gli egizi hanno raffigurato nelle loro statue dedicate agli Dei. Emery li
identifica con i seguaci di Horus, gli Shemsu Hor, menzionati anche nella stele
di Torino, che avrebbero regnato in Egitto 13.420 anni prima dell'ascesa al
trono di Menes, primo faraone ufficialmente riconosciuto. Erano i discendenti
dei Netjeru che governarono nel Primo Tempo, in poche parole all'Età del Leone.
Petrie fece importanti scoperte riguardo
ai metodi di lavorazione usati nell'antico Egitto. Le pietre di rivestimento
della Grande Piramide erano state poste in opera con una precisione
impensabile per quei tempi, lo spessore fra le sconnessure è di solo un
millimetro fra una pietra e l'altra e contiene un sottile strato di cemento, o
malta la cui origine rimane sconosciuta; se ne conosce la composizione chimica
ma non può essere riprodotta.
Due campioni di questa malta sono stati
esaminati all'università di Dallas e tredici nei laboratori di Zurigo usando un
acceleratore. I risultati forniscono un'età fra 3.809 a.C. e 2.869 a.C., circa
400 o 500 anni più vecchia della data ufficialmente ascritta.
Per comprendere meglio la difficoltà
del lavoro ricordiamo che ogni blocco pesa sedici tonnellate e occupa un’area
di tre metri quadrati; situarli uno accanto all'altro con il cemento fra ognuno
è un impresa impossibile.
Le pietre usate per le opere sono di
roccia vulcanica, come basalto, granito e diorite e i segni dei tagli e delle
perforazioni operate provano l'uso di una sofisticata e avanzata tecnologia.
Petrie notò che il sarcofago della camera del re presentava tracce di una sega,
che a volte aveva effettuato un taglio troppo profondo, levigato
successivamente. I soliti segni erano presenti anche sul sarcofago della
piramide di Chefren. Una sega lunga quasi tre metri non era stata
rinvenuta in quella terra e quelle rinvenute, non potevano essere state idonee
al lavoro, che presumeva l'uso di seghe con punte diamantate e in alcuni casi,
vedi le ciotole di diorite, di un tornio.
Vi sono prove convincenti dell'uso di un
trapano per produrre fori tubolari. Quindi usando punte provviste di
gemme, diamanti o rubini, si praticavano fori profondi con un diametro dai 6
millimetri fino ai 12 centimetri.
Anche l’interno del sarcofago della
Camera del Re venne scavato praticando serie di fori tubolari e successivamente
levigato, come si può controllare dalle tracce ancora visibili dei fori più
profondi.
Centinaia di vasi che provengono dagli
scavi condotti a Naqada, risalenti al 3.500 a.C., composti da alabastri,
porfidi, diorite, quarzo, insieme a altri manufatti di fine fattura, dai fianchi
ricurvi e colli strettissimi, sono certamente prove dell'applicazione di
tecnologie avanzate. Non si può modellare artigianalmente, né usando utensili
di rame e abrasivi di sabbia, materiali il cui grado di durezza raggiunge il
settimo livello della scala di Mohs.
TOM DANLEY E LE BASSE FREQUENZE
Un altro ingegnere pratico di acustica
si è inserito per sviluppare il pensiero di Dunn, tale Tom Danley. Ha
scritto un articolo, che si può rintracciare nel sito "The Giza: The Truth"
http://www.ianlawton.com/gttindex.htm
, sugli esami condotti all’interno della piramide effettuati dopo aver letto
il libro di Dunn.
Danley ha lavorato per anni in
un'azienda incaricata dalla NASA di condurre studi in campo acustico e
vedere quali effetti producono sull’uomo. Si è recato in Egitto a misurare la
risonanza acustica nelle piramidi. Ha utilizzato due sistemi di
altoparlanti per i toni di prova, un sistema per frequenze superiori a 100 Hz,
più un amplificatore di potenza, TEF 12, e un accelerometro.
Dai suoi studi risulta un tunnel sotto
la Sfinge. Lui stesso, con un compagno, ha perlustrato la cavità
posteriore del monumento. È un corridoio che si divide in due rami, uno sale in
alto, l’altro scende fino a tre metri e mezzo in profondità; il pavimento una
volta percosso suona a vuoto.
Nella Camera del Re, che ha uno spessore
murale minimo di 61 metri, ha usato corrente alternata e un altoparlante per
misurare le basse frequenze. Intorno a 90 Hz, dopo essere partito da 200, 20,
ecc., modulando a 1.1 Hz/sec. veniva prodotta della vera energia. La parola
inglese dice "trasferita".
Vicino a 30 Hz (infrasuini) una
risonanza ha fatto correre tutti fuori dalla stanza. Hanno avuto paura accadesse
qualcosa di terribile in seguito alla produzione di risonanze di alta qualità a
basse frequenze. Potevano rimanere sepolti in seguito a crolli improvvisi
prodotti dal suono.
Ha notato poi una cosa strabiliante.
Assicura che il sarcofago ha esibito una svariata tipologia di risonanze
corrispondenti a quelle ambientali. Una volta sdraiati al suo interno,
pronunciando note con la "giusta frequenza", il volume appare molto
più alto, ma non per coloro che si trovano vicino al sarcofago.
Si è infine accorto che il vento crea
una vibrazione armonica compresa fra 16 e/o 50 Hz, di bassa frequenza, non
udibile all’orecchio umano (infrasuoni), simile ad un accordo "Fa
Diesis" che corrisponde al centro di risonanza della terra, cosa
testimoniata dagli antichi scritti egizi e a cui fa riferimento Dunn.
Nella Piramide le frequenze sono
presenti anche se non vengono prodotti suoni, alimentate dal vento che penetra
attraverso i vani.
Quindi per Danley 2.500.000 di blocchi
sono accordati sulla frequenza della terra Fa Diesis. Ci mette al
corrente che sono in corso indagini da parte della Shor Foundation.