SCORIE NUCLEARI:


DOVE NASCONDERLE PER SEMPRE?

di Simonetta Mitola

Centomila anni. Questo il tempo stimato per rendere inoffensive le scorie nucleari. Una durata infinita se si considera che le piramidi d’Egitto risalgono a 5 mila anni fa e che la civiltà umana è iniziata 50 mila anni fa. Quindi, che cosa fare delle scorie? Nasconderle in un deposito sotterraneo. Into Eternity. Per sempre.

Onkalo il nome del deposito. Un “luogo nascosto”, attualmente in costruzione in Finlandia, che sarà completato e sigillato nel 2100. Dovrà durare 100 mila anni, bella scommessa dal momento che finora nessuna opera umana ha avuto questa durata. Ospiterà tutto il materiale esausto prodotto in Finlandia inglobandolo nelle viscere della terra. Per quanto riguarda le rimanenti 300 mila tonnellate di scorie nucleari esistenti sulla terra continueranno ad esistere i depositi temporanei e i riprocessamenti.




Il primo deposito al mondo

Terremoti, guerre, catastrofi naturali rendono la superficie terrestre un ambiente soggetto a enormi variazioni. I meandri della terra, invece, garantiscono condizioni decisamente più stabili. Per questo motivo il deposito definitivo viene realizzato a Olkiluoto, una località a circa 300 km a nord ovest di Helsinki e consiste in una serie di tunnel scavati nella pietra a 4 km di profondità. La costruzione di quest’opera monumentale è raccontata in modo realistico e drammatico nel docu-film Into Eternity realizzato dal regista danese Michael Madsen, premiato nell’ambito del 14° festival Cinemambiente di Torino (per ulteriori info e per il trailer del film: www.intoeternitythemovie.com).

Un viaggio inquietante e tragico alla ricerca di un nuovo punto di vista verso se stessi e il futuro. I massimi esperti del settore e i tecnici che stanno lavorando al progetto illustrano vantaggi, svantaggi, pericoli e assurdità. Nel film intervengono anche filosofi e teologi chiamati all’arduo compito di cancellare le colpe di oggi nei confronti delle generazioni di domani. In Giappone il film sta spopolando e le sale che lo proiettano sono passate da due a venti in poco tempo in seguito al passaparola. Sono in tanti a voler sapere davvero come stanno le cose e quali siano i reali risvolti dell’energia nucleare. Un’energia che, in ogni caso, è destinata a non essere la soluzione definitiva alle esigenze del nostro pianeta dal momento che anche l’uranio, come il petrolio, è destinato ad esaurirsi, in un tempo che alcuni stimano in 100 anni.


Problemi di sicurezza

Un fuoco, invisibile ma mortale, sarà sepolto in una camera funeraria scavata negli abissi della terra. Uomini e donne stanno lavorando alla costruzione di un’opera monumentale sulla cui sicurezza esistono alcune perplessità. Nulla può escludere che le popolazioni che seguiranno la nostra possano violarla, scoperchiando il vaso di Pandora e scatenando una contaminazione nucleare di proporzioni incredibili. Centomila anni fa l’uomo di Neanderthal cacciava i mammuth con le lance, fra 100 mila anni quali popolazioni animeranno la terra? Un’eventuale glaciazione fra 60 mila anni potrebbe cambiare la fisionomia della terra e degli essere che la abitano. Sarà molto difficile che le popolazioni future utilizzino la stessa lingua e abbiamo sembianze simili alle nostre.

Probabilmente non sapranno interpretare gli eventuali markers che alcuni studiosi intendono installare nelle vicinanze del deposito per segnalarne la presenza ed il pericolo. Lastre descrittive, totem con scritte di pericolo, simboli della morte e inviti a tenersi lontano da un luogo nefasto. Ma quanto incuriosiscono analoghi messaggi?




“Ricordate sempre di dimenticare”

Onkalo, dopo essere stato completato e sigillato, sarà abbandonato. Non ci saranno controlli successivi. “Ricordate sempre di dimenticare. This hiding place should never be disturbed”. Questo il messaggio da tramandare ai propri figli in modo che venga trasmesso di generazione in generazione, finché sarà possibile. Un luogo da dimenticare. Un cimitero di barre nucleari altamente radioattive. Una necropoli nella quale seppellire alcuni degli errori umani. Le prove di un uso sconsiderato delle proprie scoperte, l’amara testimonianza di ciò che non si dovrebbe fare per garantire un futuro alla nostra terra.

Intanto un esercito di uomini e donne lavorano in condizioni estreme, senza nemmeno interrogarsi sul senso dell’impresa o chiedersi il perché. Scendono nella terra fino a 4 km di profondità. Iniziano il turno con il sole ed escono con la neve. Entrano di notte e, quando riemergono in superficie, le tenebre continuano ad avvolgerli. Artificieri che fanno esplodere cariche di dinamite per vincere la pietra e creare ampie gallerie. Buio. Polvere. Solitudine. Angoscia. Per un’opera che li impegna notte e giorno e che “risolverà” solamente il problema delle scorie della Finlandia. Sempre che si possa considerare risolto. E comunque nell’anno 2100.

(26 Giugno 2011)
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